Anno accademico 2006-2007 1) (a) Dimostrare che √2, √3 e √6 sono numeri irrazionali. (b) Dimostrare che se 𝑎 + 𝑏√2 + 𝑐√3 = 0 e 𝑎, 𝑏, 𝑐 sono interi relativi allora necessariamente 𝑎 = 𝑏 = 𝑐 = 0. (Si può assumere come dimostrata la tesi del punto precedente). (c) Determinare almeno una terna di numeri interi relativi non tutti nulli 𝑎, 𝑏, 𝑐 tale che 𝑎 + 𝑏√2 + 𝑐√8 = 0. Dimostrare che ogni altra terna 𝑎′, 𝑏′, 𝑐′ con la stessa proprietà è un multiplo razionale della precedente. (a) Per dimostrare che √2, √3 e √6 sono numeri irrazionali, si può procedere come mostrato di seguito. Si tratta di un ben noto procedimento che viene presentato tre volte anche per lasciare spazio all’esercizio del lettore studioso. √2 Si supponga, per assurdo, che √2 sia il rapporto di due interi coprimi, cioè √2 = 𝛼 con 𝑀𝐶𝐷(𝛼, 𝛽) = 1 . 𝛽 Allora, elevando al quadrato, si può scrivere 𝛼 2 = 2𝛽2 . Se 𝛼 è dispari, la precedente uguaglianza è impossibile. Se, invece, 𝛼 è pari, escluso il caso in cui anche 𝛽 sia pari, essendo i due interi coprimi, resta da discutere il solo caso in cui 𝛽 è dispari. Posto, dunque, 𝛼 = 2𝑛 , 𝛽 = 2𝑚 + 1 , si può scrivere 2 4𝑛2 = 2(4𝑚2 + 4𝑚 + 1) → 2𝑛2 = 4𝑚2 + 4𝑚 + 1 . Ebbene, quest’ultima uguaglianza è manifestamente assurda, dato che al primo membro vi è un numero pari, mentre al secondo è presente un numero dispari. Si scioglie l’assurdo, ammettendo che √2 è irrazionale. √3 Si supponga, per assurdo, che √3 sia il rapporto di due interi coprimi, cioè √3 = 𝛼 con 𝑀𝐶𝐷(𝛼, 𝛽) = 1 . 𝛽 Allora, elevando al quadrato, si può scrivere 𝛼 2 = 3𝛽2 . Se 𝛽 è pari, allora anche 𝛼 deve esserlo e la precedente uguaglianza è impossibile, essendo i due interi coprimi. Se invece 𝛽 è dispari, allora anche 𝛼 deve esserlo. Posto, dunque, 𝛼 = 2𝑛 + 1 , 𝛽 = 2𝑚 + 1 , si può scrivere 4𝑛2 + 4𝑛 + 1 = 3(4𝑚2 + 4𝑚 + 1) → 2𝑛2 + 2𝑛 = 6𝑚2 + 6𝑚 + 1 . Ebbene, quest’ultima uguaglianza è manifestamente assurda, dato che al primo membro vi è un numero pari, mentre al secondo è presente un numero dispari. Si scioglie l’assurdo, ammettendo che √3 è irrazionale. 3 √6 Si supponga, per assurdo, che √6 sia il rapporto di due interi coprimi, cioè √6 = 𝛼 con 𝑀𝐶𝐷(𝛼, 𝛽) = 1 . 𝛽 Allora, elevando al quadrato, si può scrivere 𝛼 2 = 6𝛽2 . Se 𝛼 è dispari, la precedente uguaglianza è impossibile. Se, invece, 𝛼 è pari, escluso il caso in cui anche 𝛽 sia pari, essendo i due interi coprimi, resta da discutere il solo caso in cui 𝛽 è dispari. Posto, dunque, 𝛼 = 2𝑛 , 𝛽 = 2𝑚 + 1 , si può scrivere 4𝑛2 = 6(4𝑚2 + 4𝑚 + 1) → 2𝑛2 = 3(4𝑚2 + 4𝑚 + 1) . Ebbene, quest’ultima uguaglianza è manifestamente assurda, dato che al primo membro vi è un numero pari, mentre al secondo è presente un numero dispari. Si scioglie l’assurdo, ammettendo che √6 è irrazionale. (b) Si rammenta che la somma tra un razionale ed un irrazionale è irrazionale. Il prodotto di un razionale per un irrazionale è irrazionale, a meno che il razionale non sia zero. Dunque, l’equazione negli interi relativi 𝑎 + 𝑏√2 + 𝑐√3 = 0 → −𝑎 = 𝑏√2 + 𝑐√3 → 𝑎2 = 2𝑏 2 + 3𝑐 2 + 2𝑏𝑐√6 4 ammette soltanto la soluzione banale 𝑎 = 𝑏 = 𝑐 = 0, dato che essa, dopo aver quadrato membro a membro, si riduce ad un’uguaglianza assurda 𝑎2 − 2𝑏 2 − 3𝑐 2 = 2𝑏𝑐√6 tra un intero relativo, al membro di sinistra, ed un irrazionale, al membro di destra. Si scioglie l’assurdo, ammettendo che 𝑏𝑐 = 0 → 𝑎 = 𝑏 = 𝑐 = 0 . (c) L’equazione da risolvere negli interi relativi è 𝑎 + (𝑏 + 2𝑐)√2 = 0 . Si tratta sostanzialmente della somma di un intero relativo e di un irrazionale. Pertanto, l’unica via per trovare soluzioni è imporre che 𝑎 = 0 → 𝑏 + 2𝑐 = 0 → 𝑏 = −2𝑐 . L’equazione diofantea ammette infinite soluzioni, che valgono 𝑏 = −2𝑛 , 𝑐 = 𝑛 (𝑛 ∈ ℤ) . È evidente, allora, che ogni terna soluzione del problema è un multiplo razionale di (0 , −2 , 1), cioè (𝑎′, 𝑏′ , 𝑐′) = 𝑛 ∙ (0 , −2 , 1) . 5 2) Siano dati quattro segmenti nel piano di lunghezze 𝑎, 𝑏, 𝑐, 𝑑. Determinare in quali casi è possibile costruire un quadrilatero con i quattro segmenti dati in modo che i lati formati dai segmenti di lunghezza 𝑎 e 𝑏 siano paralleli. Un quadrilatero è un poligono con quattro lati, quattro angoli e due diagonali; ciascun lato è minore della somma degli altri tre. La somma degli angoli interni vale sempre 360°. Contrariamente a quanto avviene per i triangoli, non sempre è possibile tracciare una circonferenza inscritta, cioè tangente internamente tutti i lati, ed una circoscritta, vale a dire passante per tutti i vertici. Poiché l’esercizio richiede che due lati siano paralleli si può concludere che il quadrilatero sarà in generale un trapezio: si rammenta che un trapezio è proprio un quadrilatero con due lati paralleli. Detta allora ℎ la distanza tra i due lati paralleli 𝑎 e 𝑏, affinché quattro segmenti consentano di ottenere un quadrilatero, occorre che siano verificate le disuguaglianze 𝑎 <𝑏+𝑐+𝑑, ℎ ≤𝑐 <𝑎+𝑏+𝑑, 𝑏 <𝑎+𝑐+𝑑, ℎ ≤𝑑 <𝑎+𝑏+𝑐. La prima cosa da fare è, dunque, stabilire se i quattro segmenti assegnati consentano di chiudere una poligonale di quattro lati. Poi, bisogna passare alla costruzione grafica, per la quale si supporrà, senza perdita di generalità, che sia 𝑎 ≥ 𝑏; il caso complementare 𝑎 < 𝑏 si tratta con ragionamenti simili. È conveniente, tuttavia, tenere distinti i due casi di seguito descritti. 𝑎 = 𝑏 In questo caso il quadrilatero 𝐴𝐵𝐶𝐷 è un parallelogramma, dato che risulta anche 𝑐 = 𝑑. Si riporta il segmento 𝐴𝐵 = 𝑎 e, poi, dai suoi estremi si tracciano due circonferenze uguali di raggio 𝑐. I punti 𝐶 e 𝐷 possono trovarsi in punti qualsiasi di queste circonferenze: cambia l’area del parallelogramma, ma i lati sono sempre a due a due uguali. Si intuisce speditamente che la soluzione non è unica, esistendo infiniti parallelogrammi, soddisfacenti le specifiche imposte. 6 Nella figura precedente è stato presentato il caso 𝑎 ≥ 𝑐, ma analoghe considerazioni si possono sviluppare per il caso duale 𝑎 < 𝑐. 𝑎 > 𝑏 In questo caso il quadrilatero è un trapezio e si può procedere utilizzando quanto stabilito per il caso del parallelogramma. La figura che segue illustra il 7 procedimento per ottenere le due soluzioni simmetriche del problema, nel caso particolare 𝑑 ≥ 𝑐, ma analoghi ragionamenti si possono fare scambiando i ruoli dei due lati obliqui. Si traccia anzitutto il segmento 𝐴𝐵 = 𝑎. Poi, si stacca su esso il segmento più piccolo 𝐴𝑀 = 𝑏. Quindi si tracciano le due circonferenze per la costruzione degli infiniti parallelogrammi di lati 𝐴𝑀 = 𝐶𝐷 = 𝑏 e 𝐴𝐷 = 𝐶𝑀 = 𝑐. Il trapezio si ottiene intersecando la circonferenza di raggio 𝐶𝐵 = 𝑑 e centro in 𝐵 con la circonferenza più prossima ad essa. In definitiva, in questo secondo caso, che poi rappresenta il caso generale, la soluzione è unica, nel senso che esiste assieme alla sua simmetrica rispetto all’asse del problema. 8 3) Determinare per quali valori del parametro reale 𝑎 il polinomio 𝑝(𝑥) = 𝑥 3 + 𝑎𝑥 2 + 4𝑎𝑥 + 1 ha due radici reali opposte. Se si indica con 𝛼 ≠ 0 una radice dell’equazione assegnata, allora deve risultare che anche il suo opposto sia radice, di modo che { 𝑝(𝛼) = 0 , 𝛼 3 + 𝑎𝛼 2 + 4𝑎𝛼 + 1 = 0 , → { 𝑝(−𝛼) = 0 , −𝛼 3 + 𝑎𝛼 2 − 4𝑎𝛼 + 1 = 0 . Sommando e sottraendo membro a membro le ultime due relazioni riportate, si giunge al sistema semplificato 1 1 , 2 𝑎𝛼 + 1 = 0 , 𝑎 = − , 𝛼 → { → { { 3 𝛼2 4 𝛼 + 4𝑎𝛼 = 0 , 𝛼2 − 2 = 0 , 𝛼4 = 4 . 𝛼 𝑎=− 2 In questa forma ridotta il precedente sistema fornisce l’unica soluzione 𝑎=− 1 , 𝛼 = ±√2 . 2 Si osservi che le altre due soluzioni dell’equazione di quarto grado in 𝛼 𝛼 4 − 4 = 0 → (𝛼 − √2) ∙ (𝛼 + √2) ∙ (𝛼 2 + 2) = 0 non vanno prese in considerazione, dato che darebbero origine a radici complesse e coniugate. In definitiva, il polinomio richiesto vale 9 1 1 1 1 𝑝(𝑥) = 𝑥 3 − 𝑥 2 − 2𝑥 + 1 = 𝑥 2 (𝑥 − ) − 2 (𝑥 − ) = (𝑥 − ) (𝑥 2 − 2) . 2 2 2 2 10 4) Siano 𝑛 un intero non inferiore a 2, 𝑥1 un numero reale positivo e 𝑥2 , ⋯ , 𝑥𝑛 ottenuti ricorsivamente come segue: 𝑥𝑘+1 = 𝑥𝑘 (1 + 𝑥𝑘 ) per ogni 𝑘 = 1, 2, ⋯ , 𝑛 − 1. Dimostrare che 1 1 1 1 + + ⋯+ < . 1 + 𝑥1 1 + 𝑥2 1 + 𝑥𝑛 𝑥1 Dal momento che il primo elemento della successione è positivo, segue che tutti gli altri elementi definiti per ricorrenza, essendo prodotto tra numeri positivi, saranno anch’essi positivi. Inoltre, per definizione, risulta 𝑥𝑘+1 = 𝑥𝑘 (1 + 𝑥𝑘 ) → 1 𝑥𝑘+1 = 1 1 1 = − , 𝑥𝑘 (1 + 𝑥𝑘 ) 𝑥𝑘 1 + 𝑥𝑘 da cui discende immediatamente 1 1 1 = − . 1 + 𝑥𝑘 𝑥𝑘 𝑥𝑘+1 Sommando membro a membro su tutti gli elementi a disposizione, si può scrivere 𝑛−1 𝑛−1 𝑘=1 𝑘=1 1 1 1 1 1 = ∑( − ∑ )= − . 1 + 𝑥𝑘 𝑥𝑘 𝑥𝑘+1 𝑥1 𝑥𝑛 Si osservi che la seconda sommatoria è telescopica, vale a dire che è del tipo 11 𝑛−1 𝑆 = ∑ (𝑎𝑘 − 𝑎𝑘+1 ) . 𝑘=1 Orbene, se si scrivono alcuni termini di questa somma, ci si rende immediatamente conto che tutti i termini si elidono vicendevolmente, tranne il primo e l’ultimo. Tornando al problema in esame ed aggiungendo ad ambo i membri l’ultimo termine, si ottiene 𝑛 ∑ 𝑘=1 1 1 1 1 1 1 1 = − + = − < , 1 + 𝑥𝑘 𝑥1 𝑥𝑛 1 + 𝑥𝑛 𝑥1 𝑥𝑛 (1 + 𝑥𝑛 ) 𝑥1 che era quanto si voleva dimostrare. 12 5) Un test di matematica è costituito da dieci quiz a risposta “sì” o “no”. Ogni risposta corretta vale 1, ogni risposta errata vale −1, ogni risposta omessa vale 0. Il test è superato se si raggiunge un totale di 6. (𝑎) Qual è la probabilità che, dando dieci risposte a caso, si fornisca la risposta corretta ad esattamente otto domande? (𝑏) Qual è la probabilità che, dando dieci risposte a caso, si superi il test? (𝑐) Qual è la probabilità che, conoscendo la risposta corretta a quattro domande, e rispondendo a caso a quattro delle sei rimanenti, si superi il test? Uno dei problemi che capitano frequentemente nel calcolo di probabilità è quello di calcolare la probabilità che un dato evento capiti 𝑘 volte su 𝑛 prove effettuate. Ad esempio, lanciando sei volte un dado, si vuole determinare la probabilità di ottenere tre volte il valore due. Detta 𝑝 rappresenta la probabilità che si verifichi un dato evento, la probabilità che lo stesso evento si verifichi 𝑘 volte su 𝑛 prove effettuate è pari a 𝑛 𝑃 = ( ) 𝑝(1 − 𝑝)𝑘 con 𝑘 = 1, 2, 3, ⋯ , 𝑛 . 𝑘 (𝑎) La prima domanda equivale a chiedere quale sia la probabilità di sbagliare due domande e di indovinarne otto. Essendo equiprobabile ogni risposta, questa probabilità vale 𝑃𝑎 = ( 45 10 1 = 4.39453125% . ) 10 = 2 2 1024 (𝑏) La risposta alla seconda domanda coincide in parte con la prima, dato che, indovinare otto domande e sbagliarne due, vuol dire totalizzare sei risposte esatte, cioè superare il test. Bisogna ancora considerare i casi di nove risposte esatte o di dieci risposte esatte e, pertanto, si può scrivere 13 1 45 + 10 + 1 7 10 1 10 1 𝑃𝑏 = ( ) 10 + ( ) 10 + 10 = = = 5.46875% . 2 2 1 2 2 1024 128 (𝑐) Per il terzo esperimento aleatorio si suppone che quattro risposte esatte, vale a dire quattro punti, siano già assicurati, due vengono tralasciate, mentre bisogna tentare di dare risposta a quattro domande. Per superare il test, bisogna totalizzare al minimo sei punti, per cui due risposte esatte non bastano, dato che con sei risposte esatte e due sbagliate si realizzano quattro punti, vale a dire che bisogna rispondere correttamente almeno a tre risposte giuste ed ottenere sei oppure otto punti. La percentuale di rispondere correttamente almeno a tre domande è pari a 1 4+1 5 4 1 𝑃𝑐 = ( ) 4 + 4 = = = 31.25% . 3 2 2 16 16 14 6) (𝑎) Si disegni il sottoinsieme dei punti (𝑥, 𝑦) del piano tali che 𝑥 sin 𝜉 + 𝑦 sin(2𝜉) ≥ 0 per ogni 𝜉 ∈ [0, 𝜋]. (𝑏) Si determinino tutti i valori reali di 𝑡 per i quali esiste 𝜉 ∈ [0, 𝜋] tale che [sin(2𝜉) + 4 sin 𝜉] 𝑡 2 + (3𝑡 + 4) sin(2𝜉) < 0 . (𝑎) Bisogna anzitutto dire che gli estremi dell’intervallo saranno esclusi dalla discussione che segue, dato che la disuguaglianza assegnata è identicamente verificata in tutti i punti (𝑥, 𝑦) del piano per 𝜉 = 0 oppure per 𝜉 = 𝜋. Dunque, si lavorerà sull’aperto 0<𝜉<𝜋, laddove si può affermare che sin 𝜉 ≥ 0. Orbene, in forza della formula di duplicazione del seno sin(2𝜉) = 2 sin 𝜉 cos 𝜉, la disequazione diventa 𝑥 + 2𝑦 cos 𝜉 ≥ 0 → 𝑥 ≥ −2𝑦 cos 𝜉 . Per comprendere quale regione del piano si ottenga al variare del parametro 𝜉, si può parti dal caso particolare 𝜉= 𝜋 1 → cos 𝜉 = → 𝑥 ≥ −𝑦 . 3 2 15 Si tratta dei punti (𝑥, 𝑦) del piano posti sulla destra della retta 𝑥 = −𝑦, come mostra la figura che segue. In generale, per disegnare la regione del piano soluzione della disequazione, conviene studiare i due casi estremi 𝜉 = 0 e 𝜉 = 𝜋, per concludere che la regione interessante è l’angolo riportato nella figura seguente. 16 Si tratta della porzione di piano che appartiene al semipiano destro (𝑥 ≥ 0) e delimitata dalle due rette 𝑥 = ±2𝑦. (𝑏) Come per il caso precedente, eliminati degli estremi, in cui la disequazione data non è verificata, ci si concentra nell’intervallo 0 < 𝜉 < 𝜋. Grazie Alla formula di duplicazione del seno, si può scrivere la forma equivalente (cos 𝜉 + 2) 𝑡 2 + 3𝑡 cos 𝜉 + 4 cos 𝜉 < 0 . Calcolando il discriminante, si ottiene ∆= − cos 𝜉 (7 cos 𝜉 + 32) < 0 → cos 𝜉 > 0 → 0 < 𝜉 < 𝜋 . 2 Dunque, se 𝜉 è un angolo del primo quadrante, allora non esiste soluzione. Si avranno soluzioni reali dell’equazione solamente quando 𝜉 è un angolo del primo quadrante e valgono 𝑡1 = −3 cos 𝜉 − √∆ −3 cos 𝜉 + √∆ , 𝑡2 = . 2(cos 𝜉 + 2) 2(cos 𝜉 + 2) Le soluzioni della disequazione valgono −3 cos 𝜉 − √∆ −3 cos 𝜉 + √∆ 𝜋 <𝑡< per ≤𝜉<𝜋. 2(cos 𝜉 + 2) 2(cos 𝜉 + 2) 2 Le due curve di seguito riportate rappresentano gli andamenti con 𝜉 delle due soluzioni; in particolare, la curva blu rappresenta l’estremo inferiore 𝑡1 , quella rossa l’estremo superiore 𝑡2 . Si nota che il più grande intervallo di variazione per 𝑡 si ottiene per 𝜉 → 𝜋 − , quando la sua ampiezza tende a 4. 17 18