I principi della dinamica E’ vero, la fisica è una materia un po’ ostica, insomma non proprio simpatica, ma ci aiuta a comprendere meglio i fenomeni della vita. Oggi vi parlo delle regole fondamentali del moto, ossia dei principi della dinamica, detti anche Principi di Newton. Il primo principio della dinamica Il primo principio della dinamica è il principio d’inerzia e descrive il comportamento degli oggetti quando la risultante delle forze è zero. Quando due forze uguali ed opposte agiscono su un oggetto, si annullano a vicenda, cosicché l’oggetto mantiene il suo stato di quiete o di moto uniforme, fino a quando su di esso non agisce una forza diversa e maggiore. Il secondo principio della dinamica Il secondo principio della dinamica riguarda il cambiamento di stato di un oggetto, cioè la sua accelerazione. L’accelerazione di un oggetto è proporzionale alla forza che gli si applica e inversamente proporzionale alla sua massa, quindi l’accelerazione è uguale alla forza diviso la massa a=F/m. La formula F=ma esprime compiutamente il senso del secondo principio della dinamica, ossia la forza che determina il cambiamento di stato di un oggetto è uguale alla massa per l’accelerazione. Con queste formule è possibile sapere quale forza è necessario applicare per ottenere una determinata accelerazione, molto utili in meccanica. Principi di Newton Il terzo principio della dinamica Il terzo principio della dinamica è detto anche di azione e reazione e riguarda le forze di oggetti diversi. Il terzo principio della dinamica descrive il comportamento naturale di due oggetti: quando l’oggetto A esercita una forza sull’oggetto B, l’oggetto B ne esercita una uguale ed opposta. Terzo principio della dinamica ovvero di azione e reazione Tutto chiaro? A presto! Cinzia Malaguti La relatività generale Einstein compie 100 anni di Albert Einstein (Ulma, Germania 1879 – Princeton, USA 1955) è stato un fisico tedesco naturalizzato svizzero e statunitense, premio Nobel per la fisica nel 1921 “per i suoi servizi alla Fisica Teorica, e in particolare per la sua scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico”. Albert Einstein ha rivoluzionato il modo di vedere la realtà grazie ai prodigi della sua mente e alla sua passione per la fisica. Albert Einstein, prima di diventare professore, lavorava all’ufficio brevetti di Berna, in Svizzera, dove è allestito uno splendido Museo Einstein, che ho avuto l’occasione di visitare, in fondo all’articolo trovi alcune indicazioni e suggerimenti per la visita. Nel 1905, mentre lavorava all’ufficio brevetti di Berna, nel tempo libero scrisse quattro articoli che cambiarono il corso della fisica. A marzo 1905, Albert Einstein sostenne che la luce, da tempo descritta come un’onda, è fatta in realtà di particelle, i fotoni. La spiegazione dell’effetto fotoelettrico, atto di nascita della fisica quantistica, gli varrà il Premio Nobel nel 1921. A maggio 1905 i calcoli di Einstein fornirono previsioni verificabili per l’ipotesi atomica, che poi superarono la prova dell’esperimento, confermando definitivamente che la materia è fatta di atomi e molecole. A giugno 1905 Einstein completò la teoria speciale della relatività, rivelando che spazio e tempo non avevano esistenza indipendente, ma costituivano un unico tessuto, lo spaziotempo. Dopo il successo della relatività speciale o ristretta, Albert Einstein ottenne cattedre prestigiose: Berna, Zurigo, Praga, Berlino. Einstein insegnava e presentava le sue teorie, facendo discutere il mondo accademico. Presto cominciò a capire che la sua teoria della relatività speciale non spiegava i sistemi complessi, trovando applicazione solo ai sistemi dove il moto è rettilineo e la velocità uniforme, senza accelerazioni o variazioni. Albert Einstein in una foto del 1947 Dopo 10 anni dalla formulazione della relatività speciale, Albert Einstein annuncia la sua teoria generale della relatività che opera una profonda rielaborazione della gravità di Newton e rappresenta un modo interamente nuovo di vedere la realtà nella sua complessità. Con la versione generale della sua teoria, il tessuto dello spazio-tempo non è più un mero contenitore di oggetti ed eventi (relatività speciale o ristretta) e la gravità non è più una forza che attrae istantaneamente i corpi (gravità di Newton). Alla base della teoria generale della relatività è posto il principio di equivalenza, secondo il quale la massa inerziale (la resistenza che un corpo oppone ad essere accelerato da una forza) e la massa gravitazionale (attrazione gravitazionale reciproca tra due corpi) sono uguali. La teoria della relatività generale afferma che una massa incurva il tessuto dello spazio-tempo, dandogli una propria dinamica, che è determinata, e contribuisce a determinare, il moto degli oggetti al suo interno. La presenza di materia (come un pianeta, ad esempio) crea, cioè, un avvallamento nello spazio-tempo che influenza il moto di tutto ciò che gli si avvicina; anche la luce segue queste deformazioni e cambia così traiettoria, rispetto a quella rettilinea della fisica di Newton. La gravità è dunque la curvatura dello spazio-tempo. Nel 1933 Albert Einstein dovette trasferirsi negli Stati Uniti, a Princeton, a causa delle persecuzioni antisemite, a causa delle quali perse il suo lavoro di professore universitario ed i suoi lavori vennero contrastati e disprezzati, secondo l’ideologia nazista. Negli Stati Uniti attività didattica in ambito universitario e ricerche continuarono con profitto, fino al 18 aprile 1955. Berna, Museo Einstein Come ho accennato all’inizio dell’articolo, a Berna è allestito uno straordinario Museo dedicato ad Albert Einstein. Albert Einstein visse a Berna, in Svizzera, dal 1903 al 1905, nella casa in Kramgasse 49, visitabile; a Berna, Einstein lavorava all’ufficio brevetti e vi abitò con la moglie Mileva ed il figlio Hans Albert. Berna onora il suo illustre ospite, dedicandogli un Museo che ne racconta la vita, dalla nascita alla morte, passando attraverso gli studi, la ricerca, la vita famigliare, l’esilio, le scoperte scientifiche e la permanenza negli Stati Uniti. L’esposizione è molto ben strutturata, scorrevole e facilitata dall’ausilio di audio guide, anche in italiano. Il Museo Einstein è all’interno del Museo di Storia di Berna, in una struttura fiabesca in Helvetia Platz. Albert Einstein, genio del Novecento! Cinzia Malaguti Bibliografia: B. Greene, Perché è importante, su Le Scienze, Novembre 2015 W. Isaacson, Come Einstein ridefinì la realtà, su Le Scienze, Novembre 2015 Dalla cellula, all’epigenetica: funzioniamo ai geni, ecco come Quelli che seguono sono gli appunti che ho preso durante la conferenza Supera i tuoi geni del biologo cellulare statunitense Dott. Bruce Lipton, sostenitore dell’influenza del pensiero e delle percezioni sull’attività di geni, proteine e cellule e ricercatore nel campo dell’epigenetica. Bruce Lipton sostiene quindi il primato dell’ambiente sui geni. Il nostro corpo è fatto di cellule ed i più importanti costituenti di una cellula sono le proteine. Le proteine sono gli elementi primari del nostro corpo e ne formano la struttura; abbiamo circa 150.000 diverse proteine ed ognuna di esse è una catena di amminoacidi con lunghezza e sequenza diverse, quindi ogni proteina ha una sua forma e funzione che dipende dalla catena di amminoacidi di cui è costituita. Nel nucleo della cellula c’è il DNA che è la matrice che dice all’organismo come devono disporsi gli amminoacidi, ossia come deve essere la loro sequenza, che tipo di proteina deve essere prodotta. Il DNA non è il cervello della cellula, casomai è la sua gonade. Le cellule staminali sono cellule non ancora specializzate, necessarie alla vita perché sostituiscono quelle vecchie; pensate che ogni 3 giorni sostituiamo tutte le cellule dell’apparato digerente, grazie alla presenza delle cellule staminali. Cosa controlla il destino delle cellule staminali? Il destino cellulare non è determinato dai geni, visto che nelle cellule staminali sono identici, ma evidentemente dall’ambiente. I ricercatori hanno provato che, prendendo delle cellule assolutamente sane e mettendole in un ambiente malsano, queste cellule si ammalano; se vengono riportate nell’ambiente sano, guariscono. Le proteine sono come degli ingranaggi; diversi sono gli ingranaggi proteici del nostro corpo: la respirazione, la digestione, ecc.. Questi ingranaggi devono però muoversi per svolgere i loro compiti. Cos’è che spinge le proteine a muoversi? Le proteine si muovono perché ricevono un segnale che può essere chimico e/o energetico. Ogni proteina è attivata da un determinato segnale, quindi un segnale diverso controlla una proteina diversa. Il Dr. Tsong ha sperimentato che le proteine possono essere controllate da un campo d’energia e non solo dalla chimica o biochimica. Questo rappresenta una rivoluzione perché, secondo la biologia tradizionale, i segnali possono essere trasportati solo attraverso sostanze chimiche, allora se voglio modificare il segnale devo usare farmaci. Il Dr. Tsong ha invece dimostrato che non sempre c’è bisogno di farmaci, perché si può usare un segnale energetico, elettromagnetico, per attivare le proteine. L’articolo apparso su Nature dice che una molecola si può piegare o ruotare, ma mentre la biologia tradizionale non riesce a predirne il movimento, la fisica quantistica ci riesce, con lo studio dei campi, dell’energia, di cui ogni cosa è fatta. B. Lipton, conferenza Supera i tuoi geni, estratto Nature Il segnale chimico e/o energetico quindi fa muovere la proteina determinandone il comportamento. Se il comportamento indotto dal segnale non va bene cosa può causarlo? Risulta che solo il 5% delle persone nasce con difetti genetici, quindi si ammala per colpa delle proteine, mentre il 95% se si ammala è perché il segnale è sbagliato. Come può un segnale chimico e/o energetico causare una malattia? La malattia nasce a causa di: un trauma che modifica il segnale, tossine che generano una distorsione del segnale, la mente che genera percezione sbagliate. Sulla prima causa di malattia è utile la medicina tradizionale; per prevenire la seconda causa di malattia dobbiamo mangiare cibi salutari e biologici, che contribuiscono ad una corretta alimentazione; la terza causa di malattia è quella più importante, riguarda la mente: se la mente manda un segnale sbagliato, è l’intero corpo a risentirne, così come se la mente manda un segnale giusto è l’intero organismo che ne trae beneficio. L’effetto placebo che guarisce è il classico esempio dell’influenza della mente sull’organismo; la convinzione che stiamo prendendo qualcosa che ci farà bene, può fare effettivamente stare bene, anche se quello che prendiamo non è un farmaco, ma acqua e zucchero, questo è l’effetto placebo. Allo stesso modo funziona l’effetto nocebo, ossia se quel farmaco inerte viene percepito come nocivo, può produrre effetti nocivi, anche se è solo acqua e zucchero. B. Lipton, slide conferenza Supera i tuoi geni Il cervello della cellula non è il DNA, come abbiamo visto, ma la membrana perché è lì che si trovano gli interruttori che controllano i segnali; se l’interruttore è chiuso, il segnale non può entrare. L’interruttore è composto di due parti: i recettori e gli effettori; i recettori (naso, occhi, lingua, pelle, ecc.) sono proteine con antenne di glucosio; quando arriva il segnale, il recettore vibra, si apre l’effettore che così invia il segnale dentro la cellula; è la consapevolezza dell’ambiente attraverso sensazioni fisiche = percezione. Quindi è la percezione che controlla il comportamento cellulare, la nostra biologia; cambia la percezione del mondo e degli eventi e cambi anche la tua biologia. Il segnale può anche entrare nel nucleo dove c’è il materiale genetico. Qui entriamo nel campo della epigenetica che studia come i segnali attivano i geni; l’epigenetica è una parte della scienza della trasduzione del segnale. Quando il segnale entra nel nucleo, trova i cromosomi che sono 46 (23 di provenienza materna e 23 di provenienza paterna); i cromosomi sono fatti per il 50% di DNA e per il rimanente 50% di proteine. I geni, quindi, non sono costituiti solo da DNA, ma anche da proteine che lo avvolgono. Ricordiamoci che segnale e proteina sono come chiave e serratura. I geni sono solo matrici, sono i segnali ambientali che controllano quali geni vengono attivati. Dagli studi di epigenetica risulta che un gene crea 30.000 diverse proteine, quindi ogni gene nel tuo corpo può creare 30.000 diverse variazioni di proteine con lo stesso gene; significa che puoi avere un gene sano, ma la tua percezione dell’ambiente può produrre un’espressione malata, così come se nasci con un gene malato, non è detto che quel gene produca la malattia, perché l’ambiente può modificare l’espressione del gene. Il meccanismo epigenetico può cambiare la lettura dei geni con la percezione degli eventi, del mondo. E’ stato sperimentato che l’attività genetica di gemelli identici cambia in risposta alle diverse esperienze nel corso della loro vita; le esperienze cambiano la lettura genetica. Concludendo: non sei controllato dai tuoi geni, i geni che hai ricevuto possono cambiare ogni giorno attraverso le esperienze di vita, non sei vittima dei tuoi geni, casomai sei vittima delle tue convinzioni, credenze, percezioni errate. Bruce Lipton, i suoi studi e le sue affermazioni contengono molta verità, anche se si prende qualche libertà di interpretazione. Soprattutto i suoi spunti sono molto utili a responsabilizzare le persone nei confronti della propria vita. Cinzia Malaguti Fonti: B. Lipton, Supera i tuoi geni, Cesena, Gruppo Editoriale Macro, 2012 T. Y. Tsong, Trends in Biochemical Sciences 14 (Elsevier, West Sussex, UK 1989) pp. 89-92 Dall’animismo all’olismo, le risposte alle domande sull’esistenza In questo articolo cercherò di spiegarvi come e perché le varie civiltà che si sono succedute nel corso dei secoli hanno cercato di rispondere alle tre principali domande sull’esistenza e cosa possiamo aspettarci dalle recenti scoperte scientifiche. Da dove veniamo? Perché siamo qui? Come vivere al meglio sul nostro pianeta? Il nostro comportamento parte dalle risposte a queste domande. Quando cambiamo le risposte a queste domande, cambiamo la civiltà. Vediamo come e perché. Animismo L’animismo è una cultura che credeva che lo spirito e la materia fossero la stessa cosa. I nativi americani vedevano lo spirito in ogni cosa, nella goccia d’acqua come nell’essere vivente. La vita, secondo gli animisti, viene dai fotoni del sole che colpiscono la terra e trasformano la chimica inorganica in chimica organica, che è la chimica della vita; quindi la vita viene dalla terra e dal sole, Padre Cielo e Madre Terra. Secondo gli animisti, siamo qui per prenderci cura del Giardino in cui viviamo e per vivere al meglio dobbiamo vivere in equilibrio con la natura. Per migliaia di anni abbiamo vissuto in una cultura animistica. Politeismo Duemila anni dopo, avviene un cambiamento: in Grecia nasce il politeismo. La goccia della pioggia non ha più spirito, la pianta non ha più spirito, l’animale non ha più spirito, lo spirito è negli dei, così hanno creato il dio dell’acqua, il dio delle piante, il dio degli animali, ecc. e gli dei sono diventati più importanti del mondo fisico. Allora, noi deriviamo dal caos dell’energia che genera la materia e siamo qui perché è successo, non c’è una ragione, ed il meglio dalla vita si può ottenere nel non fare infuriare gli dei, questo è il pensiero del politeismo. Cosa significa? Nella religione greca, un dio poteva prendere forma umana e allora, forse la persona seduta accanto a te potrebbe essere un dio e questo vuol dire che devi essere gentile con tutti perché non sai chi può essere un dio. Il politeismo durò per migliaia di anni, poi avvenne un altro cambiamento. Monoteismo Nel politeismo gli dei erano sulla terra e c’è un dio per ogni cosa, nel monoteismo tutti gli dei sono raccolti in un unico Dio che non è nemmeno sulla terra; con il monoteismo la cosa più importante era la spiritualità mentre la materia era dannata. Le risposte alle domande della vita allora sono diverse: siamo arrivati fino a qui per intervento divino, siamo qui per vivere nella moralità, per vedere se siamo degni di andare nel regno di Dio e per vivere al meglio la Chiesa ci dice di vivere secondo le leggi della Bibbia, non attaccarsi al mondo materiale. La Chiesa aveva potere assoluto perché controllava la conoscenza, con il potere assoluto divenne corrotta ed esercitava forti pressioni sulla popolazione e ad un certo punto un signore si arrabbiò e disse “Sfido la vostra conoscenza infallibile”, mettendo così in discussione la Chiesa, quella persona era Martin Lutero. Prima di allora chi metteva in discussione la Chiesa era considerato un eretico e veniva perseguitato, messo al rogo o imprigionato a vita; nessuno osava sfidare al Chiesa, ma Martin Lutero lo fece. Martin Lutero, ritratto di Lucas Cranach La riforma Martin Lutero, sfidando la Chiesa, cambiò leggermente la civiltà. La riforma protestante sosteneva che se Dio ti ama, ti dona la materia, allora la materia non è più dannata, non è più peccato, se hai dei beni, è la prova che Dio ti ama. L’avere dei beni è una cosa buona rispetto a quanto sosteneva la Chiesa. Siamo sempre nell’ambito del monoteismo, ma con una importante variante, inoltre mettere in discussione la Chiesa ha introdotto qualcosa di nuovo: la scienza. Il primo scienziato con una vasta conoscenza su come funzionava la Terra è stato Isaac Newton (1643-1727). Prima di Newton, se si chiedeva alla Chiesa come funzionava l’universo, avrebbe risposto che Dio e lo Spirito controllano la Terra. Quando arriva Newton, la Terra non è più al centro dell’universo, come diceva la Chiesa, ma è il Sole al centro del nostro sistema; Newton venne dopo Cartesio che gli diede il concetto dell’universo come una macchina, l’universo è come un orologio, un meccanismo. Nelle sue equazioni, Newton metteva solo dati fisici, non Dio, ma non diceva che Dio non esiste, Dio aveva creato quella macchina, ma non la muoveva, poteva farsi da parte e la macchina, come un orologio, andava da sola. E’ però ancora la Chiesa a dominare il mondo perché la scienza non è in grado di rispondere alla prima domanda sul perché siamo arrivati fino a qui. Illuminismo La filosofia dell’illuminismo fu portata da John Locke e da Jean- Jacques Rousseau. Rousseau ci ha raccontato la storia di un mondo in cui ognuno poteva creare il proprio benessere, ognuno era libero di diventare ciò che voleva, il sogno di un mondo utopico. Una storia comunque straordinaria per il 1700, soprattutto in Europa dove vi erano una classe agiata ed una povera. A quei tempi, se nascevi nella classe agiata rimanevi nella classe agiata, se nascevi nella classe povera rimanevi nella classe povera, quindi la nascita determinava il destino su questa terra; Rousseau ebbe l’idea di un mondo utopico studiando i Nativi Americani che vivevano liberi nella loro terra. Deismo Dalla filosofia di Rousseau e dall’impossibilità di rimanere in Europa per perseguire il proprio sogno di libertà, senza limitazioni di classe, molti europei emigrarono nel Nuovo Mondo. La fondazione degli USA si basa sulla filosofia indiana. Ritorniamo così ad un equilibrio tra spirito e materia, ma siamo ancora nell’ambito del monoteismo perché rimane ancora la risposta della Chiesa sul perché siamo arrivati fino a qui, ossia per intervento divino. Un cambiamento era però in arrivo, la teoria della specie di Charles Darwin, che ci disse che non siamo qui per intervento divino, ma per selezione naturale. Il frontespizio dell’edizione del 1859 de “L’origine della specie” di Charles Darwin Materialismo Scientifico Con Charles Darwin e la sua teoria della specie ritorniamo nel mondo fisico. La risposta del come siamo arrivati fino a qui non prevedeva più Dio, ma le mutazioni casuali, ereditarietà attraverso mutazioni casuali; la risposta al perché siamo qui è per puro caso, per un tiro di dadi genetici che crea qualcosa di nuovo. La risposta data al come vivere al meglio porterà invece ad una cultura i cui esiti nefasti viviamo ancora oggi; secondo Darwin l’evoluzione si basa sulla lotta per la sopravvivenza, sulla competizione tra i migliori, i più forti. Fu così che incominciammo a credere nella legge della giungla; quando c’era la Chiesa a governare c’era la legge della Bibbia, a questo punto, invece, chiunque vinca è il vincitore, può essere Albert Einstein, ma può essere anche un uomo qualunque che con una mitraglietta uccide tutti. Non ha importanza chi vince, perché il vincitore è l’ultimo che rimane in piedi; la scienza dice solo che l’ultimo che rimane in piedi è quello che vince. Capite bene che questo cambia il modo in cui ci comportiamo su questo pianeta. Ora non prendiamo più la verità della Chiesa e degli uomini in camice nero, ma della scienza e degli uomini in camice bianco. Non abbiamo però ancora toccato il fondo perché manca ancora qualcosa: la scoperta del DNA. DNA e Progetto Genoma Nel 1953 si scoprì la molecola fisica del DNA, alla base dell’ereditarietà. Dopo James Watson e Francis Crick e la loro scoperta del DNA arriviamo a toccare il fondo: tutta la vita diventa costruita dalla realtà fisica, nessuna spiritualità è coinvolta, ecco perché oggi onoriamo tanto il mondo fisico. Ora ci dicono che sono i geni che controllano il mondo. Da qui al desiderio di creare una lista dei geni il passo è breve, così arriva il Progetto Genoma. Il Progetto Genoma Umano, la mappatura dei geni, non fu creato dagli scienziati, ma da investitori che pensarono che ogni gene poteva diventare una nuova medicina, un nuovo business, con la scusa del progetto umanitario. Oggi in nostri geni umani sono di proprietà di aziende. Albert Einstein I recenti cambiamenti Albert Einstein e la fisica dei quanti ci hanno spiegato che tutto è energia, l’unità elementare di ogni oggetto è energia, tutto nasce dall’energia, quindi energia e materia sono la stessa cosa; questa è la stessa credenza che avevano gli animisti e poi i deisti. Siamo tutti collegati, tutto è in un mondo unico, non ci sono opposti che vivono in mondi diversi, dobbiamo imparare che tutte le cose sono una e che le visioni opposte possono convivere nello stesso mondo, così dobbiamo smettere di competere e di lottare gli uni contro gli altri. Dobbiamo riconoscere che la nostra consapevolezza influenza la vita e la nostra biologia. E’ l’energia controlla il mondo fisico, quindi la comprensione dello spirito controlla la materia. Questi sono gli insegnamenti della fisica quantistica. Diagramma cambiamenti culturali di Bruce Lipton Bruce Lipton, biologo cellulare statunitense, ha considerato questi cambiamenti culturali all’interno di un diagramma i cui campi sono spirito e materia; ne esce un interessante grafico elicoidale che vede nell’Olismo un auspicabile punto di arrivo dei cambiamenti culturali indotti dalle scoperte della fisica quantistica. L’olismo è la filosofia che riconosce all’insieme prestazioni migliori di quelle delle singole parti, che vede nella collaborazione la via alla crescita della civiltà. Cinzia Malaguti Bibliografia: B. Lipton, Supera i tuoi geni, i veri geni vanno oltre i propri limiti, Cesena, Gruppo Editoriale Macro, 2012 Le immagini pubblicate in questo articolo sono tratte da Wikipedia, ad esclusione della prima e dell’ultima che sono tratte dal DVD della conferenza di Bruce Lipton “Supera i tuoi geni”. Fisica: la Stella di Planck Con la Stella di Planck entriamo nel mondo della gravità quantistica. La Stella di Planck è lo stato finale di una stella, la sua implosione, ma non la sua morte. La Stella di Planck è “solo” lo stato estremo della materia. Quando una stella implode, per varie cause non ancora ben conosciute, può verificarsi che la pressione generata dalle fluttuazioni quantistiche dello spazio-tempo bilanci il peso della materia, allora si determina una concentrazione di materia stellare, fino ad una dimensione simile a quella di un atomo, cioè fino a diventare una Stella di Planck. La stella di origine diventa così una Stella di Planck. Una Stella di Planck però non è stabile: una volta compressa al massimo, rimbalza e comincia a riespandersi. La Stella di Planck sta solleticando l’immaginazione dei fisici, immaginazione necessaria al loro lavoro di verifica delle ipotesi, fino ad arrivare all’idea che il nostro mondo potrebbe essere nato da un universo precedente che stava contraendosi sotto il proprio peso, fino a schiacciarsi in uno spazio piccolissimo, per poi rimbalzare e ricominciare ad espandersi, diventando l’universo in espansione che osserviamo intorno a noi. Affascinante Universo! Cinzia Malaguti Bibliografia: C. Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica, Milano, Adelphi, 2014 Dalla teoria della relatività alla teoria dei quanti Il fulcro della teoria della relatività di Albert Einstein è che lo spazio non è vuoto e nemmeno un qualcos’altro dal campo elettromagnetico o gravitazionale: lo spazio e il campo sono la stessa cosa, lo spazio è il campo. Lo spazio che ci appare vuoto non è realmente vuoto, non è qualcosa di diverso dalla materia: è una delle componenti “materiali” del mondo. Altra idea centrale della teoria della relatività di Albert Einstein è che lo spazio s’incurva là dove ci sia materia, inoltre può distendersi, dilatarsi e incresparsi come la superficie del mare; lo spazio è una delle componenti “materiali” del mondo, cosicché a contatto con altra materia cambia. Ma non è solo lo spazio ad incurvarsi, è anche il tempo: il tempo passa più velocemente in alto e più lento in basso, vicino alla Terra. Gli studi di Einstein e della comunità scientifica proseguono e grazie alle prime intuizioni del fisico tedesco Max Planck, Nobel per la fisica nel 1918, Einstein sviluppa <<… l’ipotesi che l’energia di un raggio di luce non sia distribuita in maniera continua nello spazio, ma consista invece in un numero finito di “quanti di energia” che sono localizzati in punti dello spazio, si muovono senza dividersi e sono prodotti e assorbiti come unità singole>>. Nasce così la teoria dei quanti grazie alla quale Einstein otterrà il premio Nobel nel 1921. Werner Heisenberg, Nobel per la fisica nel 1932, svilupperà ulteriormente la teoria dei quanti immaginando che gli elettroni esistano solo quando qualcuno li guarda, o più precisamente, quando interagiscono con qualcosa d’altro. Inoltre, non è possibile prevedere dove un elettrone comparirà di nuovo, ma solo calcolare la probabilità che appaia qui o li. Niels Bohr, fisico danese già Nobel per la fisica nel 1922, ha poi ulteriormente sviluppato la teoria dei quanti e la meccanica quantistica, senza la quale non esisterebbero i transistor. Allora, io credo che possiamo accettare l’idea che la realtà sia solo interazione, ma è anche verosimile che la ricerca non abbia ancora rivelato un pezzo della storia. Cinzia Malaguti