20 Spettacoli Giovedì 2 Dicembre 2010 Corriere del Mezzogiorno BA Eventi Domenica il concerto-spettacolo creato insieme a Lina Wertmüller sarà proposto al pubblico barese della Casa delle Musiche «Il mio Gian Burrasca sulle note di Nino Rota» ❜❜ A proposito di talent: mi aspettavo la vittoria di Davide. Dall’alto dei suoi 17 anni ci sotterrerà tutti: la mia impressione è che avrà una carriera lunghissima Reduce da X Factor, Elio torna sui palcoscenici Alle ore 21 e alle 18 Due orari diversi per i grandi e per i più piccini BARI — Elio si traveste ancora, stavolta per indossare gli abiti del monello. E da Gian Burrasca della musica italiana diventa l’irrequieto ragazzino protagonista dello spettacolo firmato da Lina Wertmüller, che nel 1964 diresse la fortunata serie tv Il giornalino di Gian Burrasca con le musiche di Nino Rota e i testi delle canzoni scritti dalla stessa regista di origini lucane. Allora fu una giovanissima Rita Pavone a cantare La pappa col pomodoro vestendo i panni di Giannino Stoppani, il giovanotto combinaguai nato nel 1907 dalla penna di Luigi Bertelli, in arte Vamba. Accompagnato da un quintetto di musicisti composto da Corrado Giuffredi (clarinetto), Cesare Chiacchiaretta (fisarmonica), Giampaolo Bandini (chitarra), Enrico Fagone (contrabbasso) e Danilo Grassi (percussioni), Elio porta in scena Gian Burrasca per la Elio in scena programmazione di Puglia Sounds. L’appuntamento al Kursaal Santalucia, la Casa delle Musiche, è per domenica prossima alle 21 e sarà preceduto alle 18 da una recita pomeridiana con una speciale riduzione per i ragazzi e le famiglie. I prezzi dei biglietti variano dai 20 euro dei palchi e della platea (15 euro per i ridotti under 25) ai 15 euro della galleria (con i ridotti per questo settore a 10 euro). Solo per la pomeridiana sono previsti biglietti a 5 euro per gli under 13. La vendita è in funzione online su pugliasounds.it e bookingshow.it, oppure al botteghino del teatro Kursaal, sino a sabato dalle 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 20, mentre domenica i biglietti si potranno acquistare tre ore prima dello spettacolo, senza diritti di prevendita. F. Maz. © RIPRODUZIONE RISERVATA BARI — Il gruppo musicale più birichino? Elio e le Storie Tese, naturalmente. La band ha fatto incontrare il suono corrosivo di Frank Zappa con un sarcasmo intelligente e scanzonato, ha inneggiato in tempi dispari al porno-attore John Holmes, ha rivisitato il Waka waka di Shakira trasformandolo in Bunga bunga, ha descritto in modo colorito e puntuale l’Italia di oggi con La terra dei cachi al Festival di Sanremo. Ma non provate a scommettere su un presente e, soprattutto, un passato turbolento del suo leader, Stefano Belisari, in arte Elio, il giudice «en travestì» di X Factor che aveva puntato sulla vittoria del salentino Davide Mogavero (poi arrivato secondo). Non fatelo perché perdereste. Domenica prossima, sul palco del Kursaal Santalucia, Elio indosserà i panni di Gian Burrasca nell’omonimo spettacolo firmato da Lina Wertmüller con le musiche di Nino Rota. E lui, nonostante le numerose scorribande musicali, giura che nella vita non assomiglia per niente al terribile Giannino Stoppani. «Anche da ragazzino - dice - sono sempre stato un tipo tranquillo. Certo, poi ho le mie impennate…». Una laurea in ingegneria, un diploma in flauto al conservatorio: il percorso di un ragazzo modello. «Mi piace fare le cose bene: alcune volte mi riesce, altre no, ma assicuro che l’intenzione è quella, anche in un settore apparentemente meno importante». E il rock demenziale, invece, è roba seria. «Altroché. L’etichetta, però, è un po’ riduttiva per la musica di Elio e le Storie Tese. Il mondo dell’informazione tende sempre a tranciare tutto con l’accetta». La definizione non è poi così lontana dalla realtà. «E infatti non mi offendo, ma la rifiuto». Com’è Rota autore di musica leggera? «Direi un grande. Ma è stato soprattutto uno dei più importanti compositori italiani del XX secolo. Confesso che non sapevo avesse scritto le musiche di Gian Burrasca e, quindi, della Pappa col pomodoro: me lo ha fatto scoprire Lina qualche anno fa. Credo che Rota abbia avuto il pregio di riuscire ad associare la qualità al gradimento del grande pubblico, una caratteristica dei fuoriclasse. Mi vengono in mente, ma potrei citarne molti altri, Lucio Battisti, i Beatles e Rossini». È stato lei a lanciare l’idea dello spettacolo? «Mi intrigava portare in scena Gian Burrasca, così l’ho proposto a Lina, che ha sforbiciato il libro di Vampa riducendolo a una lettura di passi alternata a canzoni. Insomma, non è il caso di parlare di musical». Parliamo allora di X Factor. Ha vinto Nathalie, cantante della sua scuderia con l’altro finalista Nevruz, ma lei era convinto dell’affermazione di Davide. «E infatti, sono rimasto piuttosto sorpreso. Dall’alto dei suoi 17 anni ci sotterrerà tutti: la mia impressione è che avrà una carriera lunghissima». Come Davide sono salentini anche i Negramaro di Giuliano Sangiorgi, che ha espresso giudizi negativi sui talent show: secondo lui possono fare solo male ai giovani cantanti. «Il talent ha un solo difetto: essere una gara. Per cui è possibile che cantanti validi non riescano a superare il massacro delle varie fasi. Ma è anche vero che i talent, con la crisi delle case discografiche, ormai aggrappate a queste trasmissioni come il naufrago alla scialuppa, sono rimasti l’unica possibilità per un giovane di affermarsi. E non lo dico adesso: la pensavo allo stesso modo anche prima di diventare giudice di X Factor. Il punto è un altro». Quale? «Che molto dipende dalla com- Il monello Stefano Belisari, in arte Elio, nei panni del monello Gian Burrasca posizione della giuria. Se non ci fossi stato io Nevruz e Nathalie, anche loro con le carte in regola per una bella carriera, non sarebbero arrivati in finale, anzi si sarebbero fermati molto prima». Francesco Mazzotta © RIPRODUZIONE RISERVATA E l’8 dicembre parte il circuito «Puglia Sounds» in otto città Quanti bei nomi in agenda La «fadista» portoghese Mafalda Arnauth canterà a Lucera e a Ostuni, dove in cartellone ci saranno anche Peter Frampton e Omar Sosa BARI — Per la stagione 2010-2011 sono otto le città che aderiscono al circuito «Puglia Sounds», che completa la molteplice attività dell’agenzia regionale per la musica. La rassegna prenderà il via mercoledì con lo spettacolo Nascette lu Messia, protagonisti Michele Napoletano e il quartetto vocale femminile Le Assurd. L’appuntamento è al teatro Garibaldi di Lucera, che in seguito ospiterà il flamenco del gruppo Las Migas, lo chansonnier Gianmaria Testa con Giuseppe Battiston e la fadista Mafalda Arnauth. Al Comunale di Novoli arriveranno Lucia Manca, Beatrice Antolini, la giovane cantautrice barese Erica Mou e il gastrofilosofo musicale Don Pasta, mentre dal teatro Guarella di Noci passerà, insieme allo spettacolo Nascette lu Messia, la cantante sarda Franca Masu. Il trittico di appuntamenti del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi comprende Malika Ayane, il reading musicale Le notti dell’avvocato Guerrieri di Gianrico Carofiglio, e Sergio Cammariere in duo con Fabrizio Bosso. La cantante israeliana Noa sarà al Politeama di Lecce, mentre al TaTà di Taranto il programma prevede Giovanni Lindo Ferretti e il combo di Nicola Conte. Di qualità anche la proposta del Teatro del Fuoco di Foggia, con Vinicius Cantuaria insieme a Bill Frisell, il piano solo di Ludovico Einaudi, Noa e il duo Cammariere/Bosso. Infine, al teatro Roma di Ostuni si esibiranno il pianista cubano Omar Sosa, il redivivo chitarrista e cantante rock Peter Frampton e Mafalda Arnauth. (f. maz.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Teatro Dedicato alle produzioni firmate da Teresa Ludovico, «La principessa sirena» e «Il malato immaginario», grandi successi in Europa e in Giappone Il dicembre del Kismet è autarchico e internazionale BARI — In un inizio di stagione caratterizzato dalla presentazione di propri spettacoli, il teatro Kismet Opera dedica il mese di dicembre alle ultime produzioni della regista Teresa Ludovico, ormai nome storico della formazione barese e creatrice dei suoi più recenti successi internazionali. Ed è appunto con una messa in scena che la Ludovico ha creato prima in Giappone per il Setagaya Public Theatre e poi, in una differente versione europea, per il Kismet, che prende il via la «personale». La Principessa Sirena trae ispirazione dalla nota fiaba di Andersen, ma non è solo uno spettacolo dedicato ai più piccoli, perché sempre la regista ha pensato ad un teatro adatto ad ogni tipo di pubblico; anzi, proprio questo modo di intendere la spettacolarità l’ha resa nota nel Sol Levante e poi in tutta Europa. Le fiabe, d’altronde, segnano sempre dei percorsi di iniziazione che, a vari livelli, possono interessare sia i ragazzi sia un pubblico adulto. Non fa eccezione la Sirena che chiude un fortunatissimo trittico dedicato al femminile che comprende il celebre Bella e Bestia e La regina delle nevi, titoli che specie in Francia e Gran Bretagna sono stati applauditi da un pubblico sterminato sui più importanti palcoscenici in oltre dieci anni di continue tournée. Merito anche della partico- lare scelta dei vari cast che non solo devono essere formati da interpreti in grado di avere un’approfondita preparazione atletica ma anche capaci di recitare nella lingua del paese che li ospita. E ha stupito il pubblico, che lo scorso lunedì ha partecipato all’incontro presso la libreria Laterza dedi- cato alla Ludovico, assistere alla recita di un breve testo dello spettacolo che Marta Lucchini, Valerio Tambone, Paolo Summaria, Raffaella Gardon ed Eugenia Amisano - il cast della Sirena al gran completo - con sbalorditiva scioltezza hanno affrontato passando dal francese all’inglese per poi terminare in italiano. La seconda proposta in cartellone è Il malato immaginario ovvero le Molière imaginaire, messa in scena del capolavoro del drammaturgo francese che è anche una visione critica del testo. Questa volta la Ludovico vira decisamente verso gli adulti, ma grande successo hanno riscosso alcune repliche dedicate ad un pubblico adolescente. La versione del Malato sta girando per l’Italia ma ha fatto anche una puntata a Marsiglia - in italiano con sottotitoli perché il pubblico maturo deve saper apprezzare il suono della lingua - accolta con curiosità e fa- Al via domani Una «personale» ricca di qualità BARI — La «personale» dedicata a Teresa Ludovico si svolgerà per gran parte del mese di dicembre al teatro Kismet Opera. Quattro sono le repliche previste de La principessa Sirena che per le festività natalizie si sposterà poi a Napoli, al teatro San Ferdinando. Lo spettacolo - che si avvale dello spazio creato da Luca Ruzza, delle luci di Vincent Longuemare e dei costumi di Luigi Spezzacatene - è previsto per il giorno 3 e 4 alle ore 21, mentre il 5 e l’8 dicembre alle 18. E’ una messa in scena dedicata a tutto il pubblico, dai più piccini agli adulti, una fiaba crudele che riesce ad appassionare ogni spettatore. Il malato immaginario sarà in palcoscenico dall’11 al 21 del mese (alle ore 21, con pause il 13 e 20). La messa in scena del capolavoro del celebre commediografo francese - un vero classico - è interpretata da Augusto Masiello, Marco Manchisi, Cristina Mileti, Ilaria Cangialosi, Michele Cipriani, Andrea Fazzari e Daniele Lasorsa, mentre spazio e luci sono firmati da Vincent Longuemare e i costumi da Luigi Spezzacatene. La consulenza dei maestri Nicola Scardicchio e Leonardo Smaldone ha reso possibile l’utilizzo delle musiche di Nino Rota. I biglietti sono reperibili al Box Office della Feltrinelli o sul sito www.bookingshow.com. Info 080.579.76.67. (n. vie.) vore. La messa in scena - godibilissima - è comunque complessa poiché trae ispirazione da molteplici fonti. La regista sfronda il testo e lo ambienta dalla Francia ad un assolato Sud mentre mette in rilievo la figura di Pulcinella, solo accennata da Molière che, comunque, era un grande estimatore della nostra Commedia dell’Arte da cui trasse non poca ispirazione. Nel finale fa esplicito riferimento alla famosa quarta replica dello spettacolo, quella in cui la leggenda vuole che lo stesso autore interprete principale nel ruolo di Argante - stramazzasse al suolo per poi subito dopo morire. Palese è anche l’omaggio a Nino Rota, di cui la Ludovico utilizza la partitura composta negli anni Settanta per un balletto di Béjart, appunto Le Molière imaginaire. Insomma, una vera e propria versione critica che diverte poi molto anche grazie alla bravura degli attori su cui capeggiano un Augusto Masiello nel ruolo del titolo (qui alla sua più grande prova) e Marco Manchisi, strepitoso nel passare dal ruolo di Pulcinella a quello dell’irresistibile serva Tonietta. © RIPRODUZIONE RISERVATA «La Principessa Sirena», da «La sirenetta» di Andersen Nicola Viesti © RIPRODUZIONE RISERVATA Stampato e distribuito da NewspaperDirect http://edicola.corriere.it supporto telefonico 02-63797510 • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • COPYRIGHT AND PROTECTED BY APPLICABLE LAW - © TUTTI I DIRITTI RISERVATI