rassegna stampa l consueto e sempre tanto atteso

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rassegna stampa
Sospensione, sorpresa e viva partecipazione all’amore di Sposa sirena
l consueto e sempre tanto atteso appuntamento domenicale con la stagione ragazzi del
Teatro Kismet di Bari, fa registrare il sold out, domenica 20 gennaio, alla presenza della
bravissima compagnia tarantina, Teatro CREST (Collettivo di Ricerche Espressive e
Sperimentazione Teatrale), che ha presentato un suo ‘pezzo forte’, “Sposa sirena”, lo
spettacolo vincitore del Premio “L’uccellino azzurro” 2013.
Un po’ Miyazaki, quello di Ponyo, tanto delle favole classiche, il meraviglioso spettacolo
che ha tenuto compagnia alle centinaia di bambini accorsi in teatro, li ha visti testimoni
di nozze. Perché la storia di “Sposa sirena” è quella di una sposa, che nonostante sia già
stata maritata ad un marinaio, spesso assente, si lascia sedurre dall’amore nei confronti
di un giovane amore, ma che ben presto l’abbandona. Segue la condanna da parte del
marinaio nei confronti di sua moglie, per la quale pensa che l’unica soluzione sia la
morte. Così, gettatala in mare, la sua bellezza riesce ad attrarre le Sirene, che la
conducono nel loro palazzo, la chiamano Schiuma e le insegnano a cantare ed incantare i
marinai di passaggio, che si buttano in mare a capofitto. Tuttavia, la fedeltà dell’amore
della donna nei confronti del suo amato marinaio, la conduce di nuovo a lui, durante la
stessa notte in cui lui, lanciandosi tra le onde, attraversate le classiche prove e peripezie
di chi deve compiere un viaggio di redenzione di se stesso e per la conquista di altro,
grazie ad uno stratagemma della sua ex amata, riesce a tornare sano e salvo in terra. E
qui, rinato a nuova vita, potrà cercare i modi e i mezzi, anche magici, per la riconquista
della sua amata.
Fiato sospeso, volti sorpresi e bocche spalancate sono state quelle dei bambini attori,
poco spettatori, di una storia che li ha visti coinvolti e divertiti, “ma anche impauriti”
come ha sostenuto, alla fine dello spettacolo un giovanissimo spettatore, tenendosi fra
le mani della madre, anch’essa “emozionata per il bellissimo e intenso spettacolo”.
Un lavoro degno di nota, capace di richiamare il cinema, ma anche la migliore tradizione
letteraria, non solo quella delle fiabe e della mitologica. La materia dei sogni che si
contamina con il tema della vita e della morte, passando per mezzo di quella del dolore.
La straordinaria e ben confezionata drammaturgia di Katia Scarimbolo la fa da padrona,
prestandosi anche all’accurata regia Michelangelo Campanale, capace di rendere gli
attori, Valentina Franchino, Salvatore Marci e Lucia Zotti, tutti molto bravi e credibili, ma
soprattutto inventori di un mondo/altro. “Sposa sirena” è la storia fantastica, che tanti
bambini vorrebbero rivivere, davvero e ad occhi aperti, constatando, spesso,
l’impossibilità di amarsi dal vero, da parte di genitori troppo presi dai loro maremoti
quotidiani, che impediscono loro di giungere ad approdi in cui, i figli, sempre più,
restano spettatori solo di derive famigliari. In tal senso, e nonostante il lieto fine della
storia, la cioccolata calda, distribuita, all’uscita dal Teatro, ha dato a tutti, bambini e
adulti, quella giusta sensazione di dolcezza. E la sensazione di andar via e voler rivedere
di nuovo uno spettacolo come questo…
20 gennaio 2014 | bari.repubblica.it [il gioco serio del teatro]
Sposa sirena
È una favola per bambini che ci riporta ancora a quella città balzata alle cronache per i
fumi mefitici dell’Ilva, Taranto. Il Crest è compagnia che su vari fronti fa teatro in modo
stabile in quei territori, con una bella, vissuta sede, il TaTà (uno dei “teatri
abitati” pugliesi) proprio sotto le ciminiere della fabbrica. Lo spettacolo, una bella favola,
interpretata da quella signora del teatro del Sud che è Lucia Zotti, una lunga militanza
nel Kismet, inizia con un tecnico con il casco da operaio, e con sbuffate di fumo. Poi si
vola in un tempo sospeso, quello delle storie di fantasia e magia, appunto, con una lunga
struttura verticale trasparente, resa mutevole dalle luci , dove appare il mare, dove pesci
e sirene guizzano grazie ai giochi di acrobazia aerea con tessuti elastici di Valentina
Franchino. Una vecchia donna rievoca la sua storia d’amore, matrimonio, tradimento e
vendetta, e la sua morte, buttata in mare dal marito pescatore, geloso. Ma mentre lei
precipita appare il dio del mare, su un carro tirato da delfini (bella, fantasiosa la
scenografia firmata, con le luci, dal regista Michelangelo Campanale). Questo divertente
Nettuno, un po’ svampito, un po’ trombone, si impietosisce e la trasforma in sirena. Ma
l’amore non muore: ritroverà il marito, anni e anni dopo, ritornerà sulla terra per
incantesimo, con sciagure… Il tono ironico, quello fantastico, quello drammatico si
alternano in un lavoro intenso e delicato, che riporta poi dalle favole alla realtà della
città su due mari e avvolta nei fumi, tra stridori di clacson e auto, ricordandoci come
dietro le storie che ci fanno restare a bocca aperta si nascondano spesso abissi di
violenza. Le parti maschili sono affidate tutte a Salvatore Marci, in un lavoro che è
riuscito, dopo un po’, a zittire quasi trecento bambini che all’inizio non smettevano di
pigolare, al Teatro al Parco di Parma. Con la drammaturgia di Katia Scarimbolo.
23 febbraio 2014 | Massimo Marino_Controscene
[BOblog Corriere di Bologna]
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