LABORATORIO DI PROGETTAZIONE III – CORSO C

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RILIEVO ARCHITETTONICO E URBANO – CORSO D – A.A. 2009/2010
8 CFU – 80 ore di lezione
Agostino Urso
Contenuti minimi
Il principale scopo del processo conoscitivo che orienta un rilievo, sia architettonico che urbano, è
quello di rendere conto della spazialità e della struttura del conteso architettonico indagato.
Quando si tratta il tema di ambiti territoriali antropizzati, soprattutto nei casi in cui la mano
dell’architetto/urbanista/amministratore non è in grado di controllare un’attività di edificazione
che influisce, spesso negativamente, sull’ambiente naturale, l’analisi del rilievo può indirizzarsi
verso l’approfondimento di tematiche che, rappresentando le gerarchie e i rapporti funzionali tra
architettura, struttura urbana e ambiente naturale, suggeriscono i modi attraverso i quali
ricostituire quell’armonia che lega insieme le costruzioni con le funzioni essenziali della vita,
individuale e familiare, di relazione e collettiva. Il rapporto, quindi, tra spazi architettonici
strutturati e i luoghi del commercio, un tempo piazze specializzate oggi i centri commerciali, è
l'argomento centrale di questo corso.
Un'analisi sulla metropoli contemporanea, condotta con l'uso degli strumenti della cultura urbana
del progetto, evidenzia un processo di trasformazione, apparentemente irreversibile, capace di
orientare lo sviluppo della città verso una conurbazione smisurata. Questa continua dilatazione,
resa necessaria dal modello di sviluppo consumista, al momento vincente, sembra aver
definitivamente disgregato i legami fisici con quello stesso territorio dal quale questa cultura ha
avuto origine. Alla rassicurante presenza di una stratificazione storica, una volta chiaramente
leggibile nelle sedimentazioni architettoniche dei centri urbani (es. la struttura della piazza
storica), si sostituisce un sistema di immagini decontestualizzate che, seppure avulse dalla storia,
sono nondimeno riconoscibili e aprono la strada a nuovi sistemi semantici organizzati intorno ad
un diverso sistema di coordinate (l'architettura del centro commerciale), indispensabile a decifrare
uno spazio frammentato, riconducibile a sentimenti di dislocamento, incertezza e spaesamento.
L'immagine è tutto.
Questo discorso, in architettura, apre la strada a due spiegazioni contrapposte, ognuna della quali
fornisce possibili spunti per interpretare, ma anche orientare, l'odierna idea dell'abitare. Da un
lato si trova il concetto di memoria, ma anche quello di luogo, entrambi, baluardi possibili da
opporre a questa “liquefazione“ sociale; dall'altro si posiziona l'immagine, e di conseguenza il
concetto di non luogo. L'immagine non deve essere interpretata, né tanto meno rimanda a simboli
da decodificare. è senza passato, essendo totalmente autoreferenziata, e non lascia spazio al
futuro perché nel momento stesso in cui perde la propria capacità evocativa deve essere
rimpiazzata.
Da un lato si mostra il presente sotto forma di una realtà mediata in cui nuovi paesaggi di senso si
modificano continuamente sotto i nostri occhi e nella quale, inoltre, lo spazio, percepito come un
insieme di grafi, si misura in minuti piuttosto che in metri.
Dall'altro lato si pone sul piatto della bilancia il passato, rappresentato dalla città storica che,
attraverso le proprie strade e le proprie piazze – sostenute e fortificate dal peso della memoria –
ci propone un sistema di vita e di valori attraverso il quale provare a dare continuità e ordine ai
cambiamenti sociali in atto.
Due realtà divergenti si presentano davanti ai nostri occhi, due tempi diversi nei quali riverberare il
nostro modo di interpretare l'esistenza umana: da un lato il concetto di tempo simultaneo, figlio
dello spazio dell'informazione, e quindi di una concezione storica del vivere, che informa di se,
lentamente, l'architettura e che, in ultima analisi, rende attraenti e interessanti i centri urbani nei
quali ancora oggi amiamo trascorrere il nostro tempo.
Questa contrapposizione, ben al di là delle consuete analisi tipologiche, morfologiche o funzionali,
pone in essere un dibattito, prettamente concettuale, sulla natura stessa della forma della
democrazia postmoderna e, di conseguenza, sulle forme, i simboli e gli usi da adottare per dare
forma agli spazi pubblici, ma anche privati.
Ancora una volta da un lato si situa la piazza storica che rispecchia un modus vivendi organizzato
sui concetti di pluralità, apertura e tolleranza: è lo spazio virtuale della mente – oltre che quello
reale del corpo – ricco di contaminazioni, incroci, scambi e conflitti. È il luogo collettivo per
eccellenza nel quale gli uomini, affrancati da ogni sorta di autoritarismo o totalitarismo, possono
sperimentare la ricchezza culturale dei differenti linguaggi o godere dei benefici di una pacifica
convivenza o, ancora, favorire lo sviluppo armonico di individualità biologiche o etniche dissonanti.
Spazi nei quali, in conclusione, si produca socialità, ibridazione di culture, creatività e persino
innovazione.
Dall'altro il centro commerciale che esprime la cultura del Mall nordamericano le cui soluzioni
progettuali sono focalizzate intorno al concetto di pressione psicologica riconducibile ad una
distorsione del concetto di democrazia (sindrome di Mc Gruen) che, da valori di autolimitazione,
rispetto degli altri, solidarietà e convivenza, assume in toto le idee espresse dalle leggi della
globalizzazione, riassumibili nei termini di libera concorrenza e competizione, senza alcuna
limitazione o regolamentazione. In poche parole, citando Michel Focault possiamo definire i centri
commerciali come “specie di utopie effettivamente realizzate in cui gli spazi reali, tutti gli altri
spazi reali che possiamo trovare all'interno della cultura, sono, al contempo, rappresentati,
contestati e rovesciati, delle specie di luoghi che stanno al di fuori di tutti i luoghi, anche se sono
effettivamente localizzabili”.
Obiettivi formativi
Gli esempi proposti si riferiscono agli studi elaborati durante l'intero anno accademico.
L'esercitazione degli studenti mira alla costruzione di un metodo d'indagine analitico basato sul
rapporto uomo-ambiente, legato ad una diretta conoscenza del territorio.
L’immagine della città di Kevin Lynch, attraverso l’individuazione di cinque categorie fisiche legate
allo studio della forma urbana (percorsi, nodi, margini, quartieri/aree omogenee, riferimenti),
rappresenta lo spunto culturale dal quale è possibile derivare un procedimento di analisi
(generalizzato) per la lettura del territorio e delle sue preminenti qualità architettonico-ambientali.
Le elaborazioni finali, che gli studenti portano a compimento nel corso dell’anno accademico,
hanno lo scopo di ricostruire una trame di relazioni complesse utili a riaffermare l’identità, tanto
formale quanto sostanziale, tra l’esperienza fisica e l’immagine mentale che la struttura del
territorio analizzato ispira. Figurabilità è la parola chiave: suggerisce uno scenario nel quale è
possibile riconoscere, ordinare e organizzare, in un sistema coerente, le varie parti del territorio
urbano.
Un secondo aspetto, sia pratico che teorico, riguarda una riflessione sul complesso sistema di
rappresentazioni che, dal disegno a mano libera fino all’uso del computer, orientano il metodo di
analisi, lettura e rappresentazione critica del territorio. Processo funzionale alla buona costruzione
di ogni progetto d’architettura legato alla valorizzazione del territorio naturale.
Per l'esame finale si dovranno predisporre una serie di elaborati grafici e di un video multimediale
che, tenendo conto delle lezioni condotte in aula, rappresenteranno il doppio tema assegnato: la
piazza storica ed il centro commerciale (scelti dal gruppo di lavoro in accordo con la docenza). Il
numero e la sequenza degli elaborati, così come il layout di stampa, saranno concordati durante lo
svolgimento delle lezioni.
Modalità di svolgimento dell'esame
L’esame, che avverrà in un’unica seduta accrediterà ad ogni studente 8 crediti formativi (cfu).
L’esame consisterà nella valutazione degli elaborati grafici prodotti riguardante i temi del rilievo
architettonico e urbano assegnati durante le lezioni. Non sono previsti test e prove intermedie, e
l’ammissione all’esame è subordinata esclusivamente al raggiungimento della percentuale di
presenze in aula (minimo 70%). La frequenza dello studente sarà accertata tramite appello in aula
(iniziale e finale) e/o da una firma da apporre su un registro designato.
Elenco dei principali argomenti trattati nel corso:
 Introduzione al corso e illustrazione delle finalità previste.
 La percezione visiva come strumento d'indagine per arte e architettura.
 Spazio e architettura: analisi dei rapporti tra forma fisica e forma percettiva.
 Rappresentazione e movimento: i software digitali come strumenti di indagine e
rappresentazione del modello d’architettura.
 Genova: il recupero del porto vecchio. Un caso di studio sulla gestione dell’analisi e della
rappresentazione di una realtà urbana di grande complessità.
 Dal rilievo urbano al disegno d’architettura.
 L’analisi tipologica e percettiva legata alla individuazione, schedatura ed analisi delle
emergenze architettoniche in un contesto urbano.
 Le elaborazioni di Lynch sulla città di Boston come esempio di metodologia applicata
all’analisi della città. I concetti di percorso, nodo, margine, area omogenea e riferimenti.
 Discussione e analisi sui metodi di rappresentazione del territorio antropizzato: i casi di
Canolo e dello Ksar Ouled m'hemed a Medenine (Tunisia).
 La piazza storica
 Il centro commerciale
 La memoria e l'alienazione. Stati d'animo e percezioni dal mondo del fumetto d'autore.
Bibliografia
Sul concetto di spazio:
R. Arnheim, La dinamica della forma architettonica, Feltrinelli, Milano, 1994
B. Giorgini, Spazio, Clueb, Bologna, 1999
G. Pasqualotto, Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d'Oriente, Marsilio, Venezia,
1992
C. Norberg-Schulz, Esistenza, Spazio e Architettura, Officina edizioni, Roma, 1982
Sul concetto di percezione visiva:
R. Arnheim, Arte e percezione visiva, Feltrinelli, Milano, 1997
C. Norberg-Schulz, Esistenza, Spazio e Architettura, Officina edizioni, Roma, 1982
Sui concetti di spazio pubblico e di non-luogo
M. Augé, Disneyland e altri non luoghi, Bollati Boringhieri, Torino, 2000
R. Koolhaas, Junk Space, in Domus n° 833, 2001
F. Leoni, L'architettura della simultaneità, Maltemi Babele, Roma 2001
C. Mattogno (a cura di), Idee di spazio. Lo spazio delle idee. Metropoli contemporanee e spazi
pubblici, Franco Angeli srl, Milano 2002
A. Marino (a cura di), La piazza. Lo spazio pubblico dal medioevo all'età contemporanea, Electa,
Milano 1993
P. Mello, Metamorfosi dello spazio. Annotazioni sul divenire metropolitano, Bollati Boringhieri,
Torino 2002
Sul rilevamento architettonico e urbano
M. Docci, D. Maestri, Il rilevamento architettonico. Storia, metodi e disegno, Editori Laterza, Bari,
1984
Marini L., Il rilievo per il restauro, Hoepli. Milano 1990
Sul concetto di città
R. Krier, Lo spazio della città. CLUP, Milano, 1982
K. Lynch, L’immagine della città, biblioteca Marsilio, Venezia, 2004
K. Lynch, Progettare la città. La qualità della forma urbana, Etaslibri, Torino, 1996
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