P. Gauguin3 Cr.giall

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Il Cristo giallo, 1889, Olio su tela. cm. 92X73. Buffalo, Albright-Knox Art Gallery
Nel Cristo giallo del 1889, Gauguin propone un autunno caldo su una campagna bretone in
pieno sole, con colori vivacissimi.
In primo piano alcune contadine in costume sembrano assorte, in preghiera intorno
al crocifisso.
Anche qui troviamo forme ritagliate e contornate in nero. La tecnica di Gauguin rinvia
alle icone medievali, immagini sacre allusive a quei valori trascendenti che lui vedeva
scomparire nella sua società.
I colori e l'insieme della composizione determinano un'atmosfera di serena e distesa
contemplazione.
Ma c'è anche un valore più profondo che rinvia alla cultura e alla sensibilità medievale: l'intento
di saldare i momenti della vita umana ai cicli e ai relativi ''misteri'' della natura.
Riprende un cristianesimo delle origini, legato a una società arcana, immobile, ignara del
progresso.
Qui incomincia a intravvedersi quella fusione tra antropologia, mito e religione che poi Gauguin
perseguirà nelle tele dell'Oceania.
Altra lettura:
Ai piedi del monte del cranio sono rimaste solo le pie donne, in lontananza c'è chi si allontana, chi
fugge. All'improvviso il cielo scurisce. Le donne bretone sono in uno stato contemplativo, come se
si chiedessero se ciò che accade intorno c'entra con loro. Il giallo pervade l'intero dipinto, arbusti
ardenti dialogano con lo spettatore, i toni freddi calano sul giorno. La desolazione del paesaggio
vuole essere rivelatore dell'asprezza della vita umana. Ma è una visione? è un fatto contemporaneo?
può un evento del passato eternarsi? Le linee taglienti disegnano i contorni delle figure, come in
un'icona antica che colloca l'evento fuori del tempo e dello spazio. I colori primari ci
rimandano a un tempo primitivo, al momento dell'origine, le donne in meditazione e i
personaggi che vanno via ci fanno domandare sul destino, sul senso ultimo.
L'infinito si è manifestato in un particolare. Gauguin esegue quest'opera l'anno dopo l’esperienza
con Van Gogh, e alcuni non tanto fortunati tentativi artistici. Forse che anche lui come noi, in
momenti di sconforto, si domandò quel "perché?" a cui non possiamo rispondere. Forse il dipinto fu
il mezzo per manifestare la sua domanda. Il dipinto fu particolarmente caro a Gauguin al punto di
usarlo da sfondo per un suo autoritratto e di non separarsene mai fino alla sua morte.
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