FENOMENI ELETTRICI ELEMENTARI di Giuseppe Frangiamore con la collaborazione di Giuseppe Orlando Fin dall’antichità greca era noto che un pezzo di resina vegetale, chiamata ambra, strofinato con un panno, acquistava la proprietà di attrarre a sé piccoli corpi leggeri. In seguito si scoprì che anche altre sostanze come il vetro, lo zolfo e la plastica erano dotate di questa proprietà; questi fenomeni vennero chiamati “elettrici”. Nel 1600 si notò che i fenomeni elettrici si verificano anche con azioni di tipo repulsivo e si individuarono, quindi, due tipi di elettricità: quella vetrosa che venne chiamata positiva (+) e quella resinosa che venne chiamata negativa (-). I corpi presenti in natura normalmente non sono in uno stato elettrizzato, ma possono essere elettrizzati mediante strofinio o contatto con un corpo già elettrizzato; per riconoscere se un corpo è elettrizzato possiamo servirci di uno strumento chiamato elettroscopio. L’elettroscopio è costituito da un vaso di vetro nel quale è inserita un’asta metallica alla cui estremità è situato un pomello metallico e all’altra due leggere foglioline metalliche. Pagina 1 di 3 Per verificare se un corpo è elettrizzato bisogna metterlo a contatto con il pomello dell’elettroscopio: se le foglioline si aprono è carico, viceversa è scarico. METODI DI ELETTRIZZAZIONE Un corpo può essere elettrizzato secondo tre modalità: lo strofinio, il contatto e l’induzione. L’elettrizzazione per strofinio avviene quando i materiali vengono strofinati e acquisiscono la capacità di attrarre o respingere altri oggetti. L’elettrizzazione per contatto avviene quando un corpo si carica venendo a contatto con un altro corpo già elettrizzato che ha cariche dello stesso segno. I materiali che si possono caricare per contatto si chiamano conduttori elettrici, invece, quelli che non si caricano per contatto vengono detti isolanti elettrici. I migliori conduttori elettrici sono i metalli; esempi di materiali isolanti sono la plastica, il vetro, il legno, l’acqua distillata e l’aria. L’elettrizzazione per induzione avviene quando un corpo carico viene posto vicino ad un conduttore. In questo caso le cariche che si trovano su di esso si ridistribuiscono. Le cariche di segno opposto a quelle del corpo sono da esso attirate. LA LEGGE DI COULOMB Il fisico francese Charles Augustin Coulomb, nel XVII secolo, osservando che l’intensità delle forze elettriche sono direttamente proporzionale al prodotto delle cariche elettriche e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza, formulò questa legge: Dove: • F è la forza tra le cariche elettriche; • Q1 e Q2 è la quantità delle cariche elettriche; Pagina 2 di 3 • k è la costante elettrica, nel sistema internazionale vale 9·10 N·m²/C²; • r² è la distanza al quadrato tra le due cariche elettriche; Supponiamo di avere due cariche Q1 e Q2 disposte nello spazio; fra esse nascono delle mutue azioni secondo la legge di Coulomb. L’intensità delle forze si trova con l’espressione riportata sopra. Il vettore forza giace sulla congiungente le due cariche. Il verso dipende dal segno delle cariche: se il segno è discorde, le forze elettriche tendono ad avvicinare le cariche; cariche delle stesso segno sono sottoposte a forze che tendono ad allontanarle. Le forze elettriche possono diventare molto intense qualora le cariche si pongono a distanza molto ravvicinata. Nel Sistema Internazionale l’unità di misura della carica elettrica è il Coulomb e si indica con il simbolo: C. Pagina 3 di 3