TEATRO DI TORINO
TEATRO ·DI TORINO
SOCIET A DEGLI AMICI DI TORINO
Stagione Quinta
sDss,. L'EBREO
MESSA IN SCENA
DA
GUIDO SALVINI
TEATRO DI TORINO
SOCIETÀ DEGLI AMICI DI TORINO
Sabato,
I2
Aprile
I930
PRIMA RAPPRESENTAZIONE IN ITALIA
DI
sOss,
L'EBREO
Quattro atti e cinque quadri di Ashley Dukes
Traduzione di Gian Dauli dal romanzo omonimo di
LION FEUCHTWANGER
(Ed. Modernissima)
Messo in scena da GUIDO SAL VINI
Generale Remchingen ..
Consigliere Weissensee
Gerente delle T erme
Carlo Alessandro
Maria Augusta
llLord
Josef Siiss Oppenheimer
Rabbi Gabriel
Guido Riva
E~zo Biliotti
Giovanni Saccenti
Carlo Ninchi
Lia di Lorenzo
Flavio Diaz
R tnzo Ricci
Alfredo De Antoni
Un corriere
Nicolas
Binder
Il Rabbino di Francoforte
Deputato Presidente Sturm
Maddalena' Weissensee ..
Don Bartolomeo Pancorbo
Graziella
Noemi
Un servo
Un medico
Joan
Attilio Piccinini
Giuseppe Pierozzi
Enzo-Banchelli
Bruno Calabretta
Itala Parodi
Laura Peroni
Fulvw Testi
Pina Torniai
Matilde Casagrande
Guido Rajfi
Bruno Torniai
Edgar Biraghi
Danze eseguite da Marussia e Nadia jartseff
Scene e costumi dello Studio dell' «Accademia dei Fidenti" a cura
di Guido Salvini, C. Celestini, N. 'Bardelli, G. Pedemonte.
SUSS, L'EBREO
DI LION FEUCHT W AN G ER
Dalla prefazione di Luigi Tonelli al romanzo di Feuchtwanger (trad. it. di B. Ciachetti-Sorteni, ediz. lvfodernissima, Milano) togliamo il brano qui sotto riprodotto, ptr gentile concessione dell'editore .
... Lion Feuchtwanger è un ebreo di Monaco, nato nel 1884. Ha studiato a Monaco e Berlino lettere e filosofia; è rimasto molto tempo all'estero,
in Francia e Italia; è stato in guerra, ed è vissuto prigioniero in Tunisia. Liberato, tornato in patria, si è dato tutto alla letteratura, ottenendo buoni successi con qualche opera drammatica e qualche romanzo. Nel 1925 pubblica «J11d
Siiss »; e allora il suo nome varca le frontiere, diventa popoiare in Inghilterra
ed in America, s'afferma a Parigi, si diffonde in tutt'i paesi europei, e domani
sarà notissimo anche in Italia, non oso dire come Sienkiewicz dopo il «Quo
Vadis r », ma certamente come London dopo « Il Richiamo della Foresta •.
Chi è Feuchtwanger?
La nostra curiosità interroga lo scrittore; e questi gentilmente risponde.
Ma non dice tutto quanto vorremmo.
Egli ci dice che ha avute molte esperienze: ha conosciuto uomini e paesi,
successi buoni e insuccessi, strettezze, guerra, disciplina militare, prigionia;
è stato vicino ai capi della Rivoluzione e della Reazione tedesca. Tuttavia, non
crede che tutto ciò abbia lasciato in lui forti tracce; nè che la guerra g li abbia
offerto un nuovo contenuto. Le idee di oggi sono le medesime di ieri; le opere
di oggi sono ispirate alla stessa concezione che era impli cita in quelle di ieri :
la concezione dell'uomo, «posto tra fare e non fare, tra potenza e conoscenza >.
L'unica influenza esercitata su di lui dalla g uerra sta nell'averlo liberato dalla
cura eccessiva della forma esteriore , e costretto a badare l'essenziale; nell 'a·
verlo convinto che « una concezione, che emana dall'individuo, può forse essere
perfetta sotto il riguardo artistico form ale, ma non mai realizzare il supremo
scopo dell'arte>.
Ci dice ancora i nomi degli scrittori contemporanei, a cui deve qualcosa:
Enrico Mano per la lingua e lo stile, Doeblin per la forma e pica, Brecht per la
drammatica. Ci confessa la sua volontà, come scrittore di superare e sanare lo
strappo dei tempi, operatosi tra il prima e il dopo-guerra. Pe r nu\1a insuperbitosi né esaltatosi per il successo europeo del c Jud Siiss., riconosce che gli
rimane da compiere la maggior parte del suo programma ...
Questo ci dice Lion Feuchtwanger; non altro.
« L'altro », lo troveremo nel s uo capolavoro, se sapremo comprende(lo a
fondo .
*
**
L'ebreo Joseph Siiss Oppnheimer, com'è noto, è una figura perfettamente
storica, del primissimo Sette~ento tedesco. Nato ad Heidelberg, vissuto gran
parte della sua esistenza nel Wurttemberg, al servizio del duca Carlo Alessandro,
cOme min(strci delle finanze, consigliere segreto e braccio destro, tanto più potente, quanto meno nfficialmente responsabile; protettore degli Ebrei, e inventore dei più raffinati metodi fiscali, per estorcere denaro al popolo, e riempire
le casse private del Duca, o piuttosto arricchire e ingioiellare le innumerevoli
amanti di lui; caduto in disgrazia, dopo la morte del Duca, arrestato, e dopo un
processo illegale e vessatorio, impiccato; Siiss è passato alla storia come una
figura odiosa, ma strana, affascinante, piena di bagliori e ombre misteriose. Né
fa meraviglia che uno storico di Stoccarda (ZIMMER, Jos ePh uss, 1874) abbia
dedicato un volume al ristabilimento della piena ve rità; nè che un buon scrittore deila stessa città (HAUFF, J!ld Sussl, in tempi romantici, l'abbia pre o
come oggetto di una pittoresca novella. Tanto meno stupi ce cbe un uomo
come Feucbtwanger, ebreo, storicamente erudito, preparato filosoficamente, e
soprattutto scrittore d'ampio respiro e di ricchissi ma tavolozza , l'abbia scelto
a protagonista d'un romanzo, che veramente sta alla novella di Hauff, come un
lago a un biccbier d'acqua.
Ampio lago, dal nitidissimo specchio, O\'e si riflette tutto un mondo, e
tutta un'età : il mondo wiirttemberghese, di ogni cla se e condizione, con i suoi
prìncipi ed il suo popolo, con i suoi cortigiani e ari stocratici e le sue dame e
e avventuriere, con i suoi cattoli ci e protestanti e i suoi ebrei, con le sue pompe
e le s ue mi serie, con le s ue corruzioni e viltà e le sue raflinatezze e delizie;
l'età settecentesca, con g li ultimi rimasugli fendali e assolutisti, e i prim i bagliori liberali e costituzionali, con l'arte rococò e la letteratura gallicizzante,
con i tristi ardori del persistente pietismo, e i lieti entusiasmi dell'. AlIfkUirung. incipiente .
'
AI centro, l'ebreo Siiss. Con arte sapiente, il romanziere lo fa comparire a
poco a poco, l'illumina sempre più, lo accampa sempre m eglio n el mezzo, sicché anche le figure maggiori, fra le mille· altre che lo contornano, impallidiscano: il duca Eberardo Lui gi, sensuale, donnaiolo, sch iavo della matura e pur
bellissima Christl; Carlo Alessandro, suo inopinato successore, gran guerriero e
violento conquistatore di donne, ingenuo e cattivo, grossolano e insaziabile, con
la brama del governo assoluto e l'odio per le libertà parlamentari e popolari,
convertito cattolico per interesse, e pronto a un colpo di Stato, per trasformare
il suo principato da protestante a cattolico; CarIo RodoIfo, principe reggente
dopo la morte improvvisa del precedente, uomo retto e scrupol oso, ma devoto
alla ragione di Stato, sì da indursi a far eseguire una condanna a morte, ingiu ta
t: illegale, pur di salvare il paese da torbidi e complicazioni pericolose.
Siiss predomina decisamente su queste fi g ure di primo piano. Tanto più
su quelle secondarie, sieno esse di cattolici, di protestanti, di ebrei: donne leggére , ma graziosamente sim:patiche, come la Duches a; religiose e pietiste, ma
ensualmente turbate, e poi offese a morte della brutalità maschile, come Maddalena Sibilla; corrotte, false, avide e spudorate, come Christl. Uomini sciocchi
come il «magister. Schober; vanitosi, come il retorico Moser; vili, come il
maggiore Roeder; delusi, amareggiati, trascinati alla colpa, alla vendetta vigliacca, all'annientamento della \propria coscienza, come l'infelice e tristo
Weissensee.
Egli spicca in mezzo a llo stesso «clan. de' suoi fratelli di razza; tra i
varii rabbini, che hanno persa ogni fede verace, per adattarsi alle circostanze
della vita, e trame il loro vantaggio; tra i vecchi ebrei, intenti agli affari,
paghi della loro reale potenza e alieni dall'ostentarla, come Isacco Landauer, e
i giovani, irrequieti, ambizioSi, desiderosi di mettersi in mostra e seguire la
moda, nelle idee come nelle acconciature . Tra i membri della sua famiglia : il
fratello fedifrago e arrivista, la mamma leggera e incosciente, la stessa fig liola Noemi, cosi squisitamente pura, lo stesso zio Rabbi Gabriel, cosi profetico
e misterioso, stranamen te aureolato dalla fama ieratica dell'Ebreo Errante ...
... Siiss è , nell'opera di Feuchtwanger, studiato, analizzato, ' sondato in
tutte le pieghe della sua sensualità, sensibilità, spi ritualit<-\; non con processi critici ed astratti, bensl coi modi propri dell'arte: la rappresentazione e l'azione .
Ed eccolo: prima, giovine, bello, affascinante, elegantissimo, con un desiderio
folle di conqui tar e e godersi la vita, non badando a mezzi, servendosi di tutti
e di tutto, corrompendo e violentando. Giunto al potere, alla ricchezza, al godimento di tutt'i piaceri, sotto la protezione di Carlo AI ssandro, di cui è sostenitore e animatore, un terribile colpo: la morte dell'amatissima figlia Noemi,
Luttatasi giù dal tetto, per salvarsi dalla violenza del Duca. Di qui, un rivolgimento di coscienza, per cui egli trama una terribile vendetta, che rovinerà tutto
il prestigio politico del Duca, ed anzi lo condurrà alIa morte.
la la vendetta non lo placa; anzi, dinanzi a l cadavere delIa vittima, Siiss
sente la vanità di ogni cosa, comprende il continuo, mostruoso errore della sua
intera esistenza, e, proprio quando potrebbe osa r tutto, impadronendosi, se non
di nome, di fatto, del potere, rinunzia a tutto. Si offre prigioniero a' suoi stessi
congiurati, vilissimi, che ne approfittano per salvarsi ; rifiuta i soccorsi e le
proposte di fuga; si lascia torturare , senza che dal suo labbro esca un lamento,
o una parola di delazione; guarda finalmente gli uomini e le cose del mondo con
tutt'a ltro occhio, ben sapendo che tutto è apparenza, tranne l'anima, tutto menzogna, tranne l'eterna Verità. Ora egli è degno che gli appaia in sogno, o visione, la sua innocente
oemi; ora può comunicare, con tutto il cuore, con
Rabbi Gabriel, lo zio cabalista e profetico, dalI 'aureola dell'Ebreo Errante, intorno al capo ieratico; ora può salire serenamente sul palco della morte, e rispondere alle im'ocazioni supplici dei confratelli, con lo s te 50 grido d'amore :
« Unico ed eterno è Jahvé Adonai • .. .
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TEATRO DI TORINO
TEATRO DI TORINO
SOCIET A DEGLI AMICI DI TORINO
Stagione Quinta
QUESTA SERA SI RECITA
A SOGGETTO
DI
LUIGI PIRANDELLO
TEATRO. DI TORINO
SOCIETÀ DEGLI AMICI DI TORINO
Lunedì, 14 Aprile 1930
PRIMA RAPPRESENTAZIONE IN ITALIA
di una commedia che
LUIGI PIRANDELLO
vuole sia annunziata cosÌ:
QUESTA SERA SI RECITA
A SOGGETTO
Sotto la direzione del Dottor Hinkfuss (Renzo Ricci)
col concorso del pubblico che gentilmente si preSterà e delle Signore:
Laura Peroni, Bella Starace Sainati, Lia di Lorenzo, Silvana di Sangiorglo, Matilde Casagrande, Pina Torniai, Thea Calabretta, Bianca
Biraghi, Linda Ripari, Enrica Piccinini, Tina Saccenti.
e dei Signori:
Enzo Biliotti, Carlo Ninchi, Alfredo De Antoni, Flavio Diaz, Fulvio
Testi, Guido Riva, Ezio Banchelli, Giuseppe Pierozzi, Bruno Calabretta,
Giovanni Saccenti, Itala Parodi, Edgar Biraghi, Guido Rajfi, Bruno Torniai, Bruno Bedini, Enrico Gamberi, Attilio Piccinini, Roberto Matteini,
Umberto Bedini.
Maestro di scena: Guido Salv ini
Scene dello Studio dell'" Accademia dei Fidenti" a cura di G. Sa/vini, e C. Ctleflini.
LUIGI PIRANDELLO
Sovente, in ogni grande artista, il nucleo vitale della sua arte è
sempre stato già potenzialmente racchiuso fin nelle sue prime espressioni. Come per l'altro nostro grande scrittore, il D'Annunzio, anche
per Pirandello i primi saggi han potuto lasciare intravedere quali ne sarebbero stati gli ulteriori sviluppi: e oggi, rifacendo a ritroso quel cammino, se ne può avere la più convinoente riprova.
Già nelle prime brevi novelle di trent'anni or sono - fra le migliori di tutta la nostra letteratura contemporanea - si poteva scorgere,
come tema fondamentale, il dissidio fra vita e forma, la vita intesa
come eterno trascolorante fluire, la forma intesa come creazione dell'uomo che, consciamente <> inconsciamente, allo scorrere della fiumana
della vita vuole opporsi, fino ad esserne poi irreparabilmente travolto.
Visione altissima, e tipicamente drammatica, che non poteva non trovare la sua espressione anche nella forma scenica. Pirandello, accostatosi al teatro, e divenutovi un dominatore, ha saputo essere il poeta di
quest'intima, dolorosa, irreparabile relatività, in una lucida, talvolta esasperata atmosfera, ben conscia dei suoi limiti, ma sempre protesa in un
anélito verso l'oltre, verso una patria favolosa e perduta, dove un vittorioso dominio affranchi l'uomo dal suo malcerto destino.
li: qui ozioso ricordare le varie tappe dell'arte teatrale del Nostro,
quando i primi saggi, prima ancòra di essere riconosciuti ed esaltati 01tr' Alpe, destavano ad ogni loro apparire quelle fervide discussioni che
non possono non accompagnare l'opera nuova. S'è tacciata l'arte pirandelliana, di « cerebrale»: lo si è detto un freddo e sagaoe scrutatore
dell'animo umano. Negazioni assurde, se vogliono essere intese nel loro
significato letterale . Se invece si vuoI dar loro quello vero, intimo e profondo, al quale hanno anche ogni diritto, allora si vedrà come queste
affermazioni si risolvano nella lode migliore, nel consenso più caldo.
Lontano da ogni sentimentalismo, da ogni pacchianeria teatrale,
da ogni disegno predisposto dalla consuetudine più che dalla tradizione;
deciso a toccar fondo in ogni nucleo drammatico, in ogni stato d'a-
nimo che affronti: il teatro pirandelliano è potuto culminare nel trittico
dei Sei personaggi, dove il mistero della creazione di un'opera d'arte
viene ad essere affrontato in una parabola vibrante e concreta, magnifica
di contrappunti e di chiaroseuri . (( Quale autore potrà mai dire come e
perchè Un personaggio gli sia nato nella fantasia? Il mistero della creazione artistica ' è il mistero stesso della nascita naturale)) - son parole
di Pirandello). 'L 'influenza di quest'opera che, con le altre maggiori, dal
Così è (s'e vi. pare) all'Enrico IV, ha definito il suo teatro, è ormai manifesta nei nuovi saggi teatrali d'ogni paese.
Autori nuovi denunciano, con le loro opere, un'intima consuetudine
con lo scrittore italiano; i più grandi inscenatori, i più notevoli interpreti,
han voluto scrutare il suo teatro, per trame le ultime e più significative
loro interpretazioni; in ogni parte del mondo un fervido consenso acc01l?-pagna l'opera pirandelliana: che costituisce ormai una delle più importanti espressioni dell'arte del tempo nostro.