Finalità della mappa. Comprendere le condizioni storiche, sociali e culturali che hanno fatto fallire il tentativo di ridefinire un ordine politico dopo la prima guerra mondiale creando i presupposti per la nascita del nazionalismo e delle dittature europee. A partire dal 1918-1919, in Europa incontriamo una crisi economica, politica e sociale. Crisi economica Crisi politica § § Crisi sociale - Necessità di riconvertire l’economia: passaggio da un’economia di guerra a un’economia di pace richiede investimenti che pochi paesi sono in grado di sostenere - I debiti di guerra costringono i paesi a stampare moneta aumentando l’inflazione - Importazioni ed esportazioni sono drasticamente ridotte - Calo demografico: le guerre, le rivoluzioni e i conflitti causarono milioni di morti a cui si sommarono circa 22 milioni di morti causati, tra il 1913 e il 1934, in Europa e in America dalla spagnola, una terribile epidemia di influenza - Costi dell’assistenza sociale: le guerre, le rivoluzioni e i conflitti causarono milioni di feriti che aumentano a dismisura gli investimenti necessari nell’assistenza medica - Fallimento dei trattati di pace: insoddisfazione e disordine soprattutto in Germania, Italia, Cecoslovacchia, Iugoslavia, Polonia - Fallimento della Società delle Nazioni: seppur creata dagli Stati Uniti sulla base dei 14 punti di Wilson, gli Stati Uniti decisero di non farne parte. Inoltre la Società delle Nazioni era priva di una propria forza militare - Contagio rivoluzionario russo: la formazione dell’Internazionale Comunista nel 1919 e il Congresso dell’Internazionale Comunista nel 1920 alimentano il biennio rosso e la formazione di forze rivoluzionarie di sinistra Sfiducia verso la democrazia liberale: l’incapacità del sistema democratico liberale di affrontare la crisi sociale ed economica provoca una sempre maggiore sfiducia verso le forze moderate di destra e di sinistra Aumento delle organizzazioni estremiste di destra e di sinistra: di fronte agli insuccessi delle forze moderati molti si affidano a forze estremiste - Emersione delle masse: contadini, operai, reduci di guerra, ceto medio rivendicano i loro diritti e cominciano ad organizzarsi e auto-organizzarsi con maggior forza ed efficacia - Biennio rosso: stagione di lotte, manifestazioni, comizi, cortei, scioperi che accompagnano la nascita del movimento operaio, dei partiti comunisti, dei consigli operai per la gestione delle aziende (Russia, Germania con la Lega di Spartaco, Ungheria con la Repubblica dei Consigli, Austria, Italia) - Ruolo della donna: l’entrata della donna nel mercato del lavoro e il diritto di voto concesso in Inghilterra (1918) e Germania (1919) contribuiscono a destabilizzare l’ordine sociale Avanzata delle forze politiche di estrema destra: i tentativi rivoluzionari di sinistra sono repressi dai governi attraverso il sostegno delle forze estremiste di destra, nazionaliste, non democratiche. Soltanto Francia e Gran Bretagna riescono ad affrontare queste crisi rimanendo all’interno del sistema parlamentare democratico attraverso l’alternanza tra partiti politici moderati di destra e di sinistra. Dal punto di vista economico furono favoriti dal colonialismo in Africa, Asia e Medioriente: la Gran Bretagna attraverso le colonie (territori governati direttamente come in India), i protettorati (territori controllati attraverso governi locali come in Egitto), i mandati (territori affidati al controllo della Società della Nazioni come in Iran, Iraq e Palestina), il Commonwealth (territori che a partire dal 1931 non furono più controllati politicamente ma vincolati economicamente alla madrepatria); la Francia si organizzò principalmente attraverso colonie (Algeria, Tunisia, Marocco) e mandati (Siria, Libano e Camerun). In Europa, a partire dall’Ungheria (1919), gli estremismi di destra schiacciano quelli di sinistra e prendono il potere: Italia (1922), Bulgaria (1923), Albania (1924), Portogallo (1926), Iugoslavia (1929). Negli anni trenta seguono: Austria, Germania, Romania, Polonia, Paesi Baltici, Finlandia e Spagna. Nonostante la nascita di movimenti nazionalisti e indipendentisti che spingevano per la decolonizzazione e pur perdendo parte del controllo politico, Francia e Gran Bretagna riuscirono a perseguire il controllo economico potendo così affrontare più facilmente la crisi politica ed economica postbellica. Soltanto la Turchia, nel 1923, ottenne l’indipendenza dalle colonie francesi e inglesi grazie alla vittoria del movimento nazionalista guidato da Kemal, soprannominato Atatürk (padre dei Turchi).