RIVOLUZIONE AMERICANA La guerra di indipendenza americana, chiamata anche rivoluzione americana fu il conflitto che, tra il 1775 e il 1783, oppose le tredici colonie nordamericane, diventate successivamente gli Stati Uniti d'America, alla loro madrepatria, il Regno di Gran Bretagna. Per capire le origini di questa rivoluzione si deve ricostruire la storia dalla nascita delle 13 colonie. Intorno al '700 il territorio americano controllato dalla gran bretagna ospitava circa un milione e mezzo di coloni che tendevano a crescere ed a svilupparsi verso il centro del nordamerica. La prima colonia britannica fondata sul nuovo mondo fù la Virgina. Si susseguirono: > Massachusetts (abitata dai purtani, dove, dopo essersi resi indipendenti, i "padri pellegrini fondarono una nuova società ed una nuova chiesa) > Rhode Island > Connecticut > New Hampshire > Maryland (Concessa da Carlo I in proprietà all'aristocratico Lord Baltimore) > Carolina del Nord\ Sud > New York ( concessa da Carlo II a suo fratello duca di York) > Pensylvania > New Jersey > Delaware > Georgia Queste colonie possiamo individuarle in tre zone ben distinte: > Il Nord; fondato sulla coltivazione dei cereali e costituita da piccoli villaggi rurali > Il Centro; non costituiva un blocco omogeneo e risentiva delle diverse etnie > Il Sud; concentrato sulla piantaggioni di tabacco e in alcune zone di riso per l'esportazione La sopravvivenza di queste colonie era basata principalmente sull' importazione ed esportazioni di merci che però era controllata dalla madrepatria ( Gran Bretagna) che si riservava il MONOPOLIO SUI COMMERCI: solo le navi inglesi potevano accedere ai porti del nordamerica e tutte le merci dirette alle colonie dovevano prima passare dalla madrepatria. Dopo la guerra dei sette anni (fu un conflitto che si svolse tra il 1756 e il 1763 e coinvolse le principali potenze europee dell'epoca, fra cui la Gran Bretagna, la Prussia, la Francia, l'Austria e l'Impero russo. Fu un "conflitto moderno" finalizzato sia alle conquiste territoriali, per ottenere l'egemonia in Europa, sia al dominio commerciale, garantito dal controllo sui traffici marittimi) l'Inghilterra si trovava in serie difficoltà economiche (crisi finanziaria) inoltre la ribadiva il proprio monopolio industriale vietando di fatto lo sviluppo autonomo delle colonie, preoccupandosi, com'era ovvio, non tanto dei loro particolari interessi, quanto degli interessi globali dell'impero. Né da una parte né dall'altra esisteva di fatto un'aperta volontà di scontro e le colonie servivano come pura fonte di materie prime utili allo sviluppo inglese. Essa si trova anche padrona di un vasto impere che, per difenderlo, iniziò ad esercitare un controllo più stretto emanando nuove leggi tra cui: -> estensione alle colonie una tassa del bollo, per la quale ogni uso della carta, nei giornali, nei documenti commerciali, negli atti legali, eccetera, era sottoposto a un tributo, che veniva pagato mediante l'apposizione di un bollo (questo documento passò alla storia sotto il nome di "Stamp Act"). << i coloni rifiutarono questa imposta sulla carta inviando al Parlamento dei rappresentanti che riuscirono ad eliminare questa legge sostituendola con:>> -> imposte indirette su alcune merci (carta, vernici, piombo, tè), che le colonie importavano dall'Inghilterra. Nel 1773 la Compagnia Inglese delle Indie Orientali ottenne dal Parlamento il diritto di vendere in esclusiva, e mediante i suoi stessi agenti, il tè ch'essa importava dalla Cina, tagliando fuori gli intermediari americani che avevano fino ad allora goduto di un ampio e fruttuoso giro di affari.I commercianti americani di tè, sostenuti dall'opinione pubblica e dalle organizzazioni popolari dei Figli della libertà, organizzarono di rimando il boicottaggio delle merci inglesi: questa azione culminò in un episodio particolarmente clamoroso, quando alcuni Figli della libertà, travestiti da Indiani, assalirono le navi della Compagnia alla fonda nel porto di Boston e gettarono in mare il carico di tè . L'ulteriore limitazione della libera espansione territoriale dei coloni, che l'Inghilterra voleva in sostanza confinare a oriente dei monti Appalachi, in favore degli indigeni che abitavano il resto del territorio, furono percepite come un atto di dispotismo e di inaccettabile limitazione della libertà dei coloni, che pretendevano di essere liberi – fra l'altro – di sterminare le popolazioni indigene per impadronirsi del «deserto» e trasformarlo in terre fertili coltivate: infatti, non solo gli indigeni erano ritenuti dei selvaggi inferiori, ma la loro terra non era considerata tale perché non lavorataL'Inghilterra sembrava privilegiare gli interessi dei selvaggi (e in seguito quelli degli schiavi) rispetto a quelli dei bianchi, limitando la libertà di quest'ultimi di fare dei primi e della loro terra quello che volevano. Da questo momento in poi inizia una guerra civile e , nel Secondo Congresso Continentale si decide la formazione di un esercito comune comandato da George Washington. La guerra fu vinta da G. Washington nella battaglia di York Town. Il 4 luglio 1776 il congresso continentale approvò una Dichiarazione d'Indipendenza che diverrà l'atto di nascita degli Stati Uniti d'America USA. Dopo vari conflitti avvenuti dopo la dichiarazione d'indipendenza, le 13 colonie nel Trattato di Versailles riescono riescono a diventare indipendenti. Qui iniziarono i primi problemi politici. >Il potere legislativo era esercitato da 2 camere: ->i rappresentanti si interessavano delle questioni finanziarie ->il Senato il controllo sulla politica estera >Il protere giudiziario veniva posto sotto il controllo di una corte suprema federale composta da giudici > Il potere esecutivo