Giovedì 4 e Martedì 9 dicembre 2014 ore 17,30 ROTONDA GLUCK DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA Dmitrij Šostakovič. Sonata for viola di Semen Aranovich e Aleksandr Sokurov (durata 75’) INGRESSO GRATUITO alle ore 17,15 e fino ad esaurimento della disponibilità di posti Sonata for viola è un film documentario interamente realizzato con immagini d’archivio che comprendono documenti rarissimi e sconvolgenti che coprono l’intera vita del compositore dal 1906 al 1975. La storia di questo film, che ci mostra Šostakovič in momenti della sua vita privata inserendoli nel contesto politico e sociale del suo tempo, è molto avventurosa e travagliata. Nel 1980, a cinque anni dalla scomparsa di Šostakovič il famoso sceneggiatore moscovita Boris Dobrodeev pensò che fosse giunto il momento di realizzare un film documentario su questo importante compositore e incaricò il regista Semen Aranovich, ex pilota militare riciclato nel cinema, noto per aver realizzato alcuni lungometraggi tra cui Un viaggio verso il mare in estate del 1978 e I siluristi del 1983. Il film sarebbe stato prodotto da LSDF, la casa di Produzione Documentaria di Leningrado che all’epoca era una grande impresa sovietica che annoverava numerosi cineasti importanti tra il suo personale permanente ed era nota per l’atmosfera di libertà che si respirava e che incoraggiava la creazione artistica, per questo motivo le produzioni di LSDF spesso non erano gradite al regime ma la saggia gestione, risoluta e diplomatica del direttore generale Vladen Kuzin tutelava il lavoro dei registi e sapeva difendere i suoi realizzatori e le loro opere nei conflitti con le autorità come ad esempio quello in occasione della ripresa dei funerali di Anna Akhmatova nel 1966. In quell’occasione Semen Aranovich, avendo saputo della morte della poetessa mentre si trovava in Ucraina, si recò d’urgenza a Leningrado e organizzò la ripresa dell’evento con una troupe di LSDF. Il negativo fu immediatamente confiscato dal KGB e scomparve per sempre ad eccezione di un paio di scatole che gli stessi operatori riuscirono a nascondere. Tutti i membri della squadra persero poi il posto di lavoro. Queste immagini superstiti furono poi utilizzate per la prima volta nel documentario Sonata for viola. Fu Vladen Kuzin, il direttore generale di LSDF a proporre ad Aranovich di realizzare il documentario su Šostakovič insieme a Aleksandr Sokurov dicendogli “Hai bisogno di sangue giovane” e Aranovich accettò. Sokurov aveva 29 anni ed era già noto per il documentario La voce solitaria dell’uomo realizzato per il suo diploma alla VGIK, la scuola di cinema di Mosca. Questo film era stato noleggiato da Andrey Tarkovsky sebbene la stessa amministrazione della scuola lo avesse vietato e avesse anche cercato di distruggere il negativo. Questo scandalo intorno al documentario, cui fece seguito il rifiuto di “Lenfilm”, una grande casa di produzione cinematografica di Leningrado, del suo cortometraggio Le Dégradé, contribuì a dare a Sokurov, suo malgrado, un’immagine di dissidente. Per Sokurov la sceneggiatura di Sonata for viola era debole e inadeguata, la struttura del film, con episodi della biografia intrecciati al resoconto dei suoi ultimi giorni, fu suggerita da uno dei consulenti: Tamara Kholodilina. Come dicevamo all’inizio, tranne alcune sequenze, che riprendono anche la datcha di Šostakovič e l’ospedale dove morì, il film è interamente realizzato con immagini d’archivio scelte da Sokurov. Dopo la prima proiezione del film gli amici dei registi dissero loro “Preparatevi ad avere guai”. Non esisteva un vero e proprio “comitato di censura”: tutte le istituzioni preposte al controllo erano composte da individui che avevano visioni molto diverse tra loro e Aranovich e Sokurov, sostenuti dal solito Kuzin, cercarono di sfruttare proprio la fragilità di questa rete, in modo da salvare il film. La risposta che si sentirono dare fu “Non è stato perdonato nulla a Šostakovič”. Andarono anche a trovare Tikhon Khrennikov, il dirigente dell’unione dei compositori che aveva svolto un ruolo piuttosto sinistro nella vita di diversi musicisti “Cosa vi aspettate da me? So benissimo dove volete arrivare mostrando la mia faccia qui dentro”, Khrennikov era perfettamente consapevole del fatto che il film distingueva bene il ruolo occupato dalla musica di Šostakovič rispetto a quello occupato dalla sua e nonostante tutto diede un parere positivo sul film, ma il colpo mortale venne da un’altra parte. C’era quindi bisogno del parere e del sostegno di un compositore importante ma ufficiale, che osasse rischiare esprimendo un parere positivo sul film. Finalmente un compositore conosciuto e tutt’ora attivo a San Pietroburgo accettò di visionarlo a patto d’essere solo nella sala. Terminato il film se ne andò dicendo solo “Arrivederci”. Alcuni conoscenti dissero poi che non dormì tutta la notte e che il giorno successivo prese la decisione di chiamare il Comitato Regionale del Partito (Obkom) per fare denuncia. L’Obkom trasmise automaticamente l’informazione al KGB i cui agenti si precipitarono a LSDF con il mandato di sequestro del film. Sokurov, che era stato informato un’ora prima del loro arrivo, decise di assumersi rischi smisurati e dopo aver consultato Kuzin, decise di sacrificare il negativo per salvare la copia positiva a cui era già stato aggiunto l’audio. Nei pochi minuti che rimanevano, Sokurov tagliò la copia in vari pezzi che nascose nei bagni di tre piani diversi di LSDF confidando sul fatto che tali luoghi erano spesso molto disordinati. Il KGB requisì il negativo ma, non avendo intenzione di spendere soldi per farne delle copie, insistette perché fosse proiettato a LSDF. Per evitare guai a Kuzin, Sokurov montò in sole 24 ore una versione più corta ed edulcorata del film che battezzò come Dmitrij Šostakovič, che finì negli archivi di LSDF e non fu mai distribuita. Alcuni giorni dopo il vero positivo fu recuperato dai bagni e nascosto prima nella piccola camera che Sokurov occupava in un appartamento insieme ad altre persone e poi nella datcha di un suo ignaro amico. Questo non fu né il primo né l’ultimo dei conflitti di Sokurov con le autorità al potere, e questo episodio descrive solo uno dei divieti che colpirono il lavoro del regista all’inizio degli anni ’80 tanto che fino al 1986 nessuna sua opera fu autorizzata. Solo con l’arrivo di Gorbatchev, ma non immediatamente, furono promulgati nel 1986 da Elem Klimov al congresso dell’Unione dei Cineasti che presiedeva, i principi che portarono alla liberalizzazione del cinema sovietico e nel 1986/87 Sonata for viola rivedette la luce. Il KGB non rispose alla richiesta di restituire il negativo e fu realizzato un internegativo partendo dalla copia positiva. Il film fu mostrato al pubblico per la prima volta nel 1987 e alcune copie in 16mm furono realizzate per i cinema ambulanti, le unità dell’esercito di terra e le navi militari. I canali televisivi russi ignorarono il film e la distribuzione nelle sale cinematografiche crollò all’inizio degli anni ’90. Anche precedentemente un disaccordo tra Aranovich e Sokurov aveva portato al ritiro del film dal festival e il film cadde nell’oblio. Fu solo nel 2000, dopo la morte di Aranovich, quando la società francese “Idéale Audience”cominciò a riunire tutti i documentari di Aleksandr Sokurov che il regista autorizzò l’uscita internazionale del film. Nel 2005 Irina Šostakovič, vedova del compositore, suggerì che il film fosse restaurato in occasione del centenario della nascita di Dmitrij Dmitrievič Šostakovič ed è questo il film che vedrete nelle eccezionali proiezioni che si terranno nella Rotonda Gluck del Teatro Comunale il 4 e il 9 dicembre alle 17,30. Vi aspettiamo. Nicola Sani