LA FISICA DEI LIQUIDI BIOLOGICI: LA DIFFUSIONE L’OSMOSI LA FILTRAZIONE GLI EQUILIBRI CHIMICI IL POTENZIALE ELETTRICO TENSIONE SUPERFICIALE E CAPILLARITA’ La diffusione Disponendo di due soluzioni con diversa concentrazione di soluto, separate da una membrana permeabile, si osserva una fase transitoria, in cui c’è passaggio netto di soluto attraverso la membrana, e una fase finale di equilibrio. Nota che la concentrazione c = N/V può essere definita in termini di : -concentrazione ‘in numero’ ( 1/cm3) -concentrazione ‘in massa’ ( g/ cm3) -concentrazione ‘in moli’ (n° moli/ cm3) molecole equilibrio non equilibrio flusso netto ≠ 0 c1 c2 c c1 cf c2 t Le curve sono esponenziali e sono caratterizzate dalla costante di tempo τ necessaria a raggiungere circa 1/3 del valore di equilibrio. J= -D grad C grad C = ΔC/ Δx , ossia rappresenta la variazione nello spazio Δx della concentrazione C. J qui è Δx è lo spessore del setto C1 ΔC=C1-C2 C2 Diamo i numeri….. Calcolare il numero di moli di glicerina che attraversano in un s una membrana di acqua spessa 7.5 10-9 m e di area 102 cm2 quando la differenza di concentrazione è 10-1 micromoli/l. Il coefficiente di diffusione vale 7.2 10-6 cm2 s-1. J = n /t S = D dc/dx n = D dc t S / dx = (7.2 10-6 cm2 s-1 10-7moli/103 cm31 s 102 cm2) / 7.5 10-7cm = 0.96 10-7 moli Es: calcolare il numero di moli n e di molecole N contenute in 4.5 l di acqua. Acqua: H 2 O -- PM = 2 x 1 + 16 = 18 uma 1 mole --- 18 g Dunque: 4.5 l 4.5 kg 4.5 10 3 g / 18 g = 250 moli 1 mole contiene Na molecole , con Na = 6 10 23 Dunque 4.5 l 250 x 6 10 23 = 1.5 10 26 molecole Attenzione: Talvolta la legge di Fick viene scritta anche nella forma: J = p* Δc Dove p* è detto coefficiente di permeabilità ed è legato al coefficiente di diffusione D come p* = D/d, essendo d lo spessore della membrana. PRESSIONE OSMOTICA dh t c1 c2 Membrana semipermeabile c1 > c2 Diamo i numeri…. Determinare la concentrazione del sale NaCl ( supposto dissociato in ioni ) nell’ oceano, se la pressione osmotica dell’ acqua di mare è di 22 atm a 300 K°. Poiché π = cRT, Si ha c = π / RT = 22 atm / 0.082 atm l /mol K 300 K = 0.89 moli/l Poiché questa è la concentrazione ionica, per conoscere la Concentrazione molecolare occorre dividere per 2: C (NaCl) = 0.445 moli/l Usando ora la legge di Van’t Hoff si ottiene: L = nRT ln (V2/V1) = nRT ln (p1/p2) = nRT ln(C1/C2) diamo i numeri….. Diamo i numeri…. Calcoliamo il lavoro necessario per concentrare 0.333 moli di urea, sapendo che la sua concentrazione nel plasma è pari a 0.005 moli/l e quella nell’urina è pari a 0.333 moli/l. La pressione osmotica e il sangue Ci sono 2 importanti applicazioni della pressione osmotica che riguardano il sangue: 1) IL CONCETTO DI ISOTONICITA’ CON IL PLASMA 2) LA PRESSIONE ONCOTICA Se πext > πglob πglob Se πext < πglob 0.082 310 = 6.5 10-3 moli/l Vediamo ad es il primo caso: π = 0.31 osmolare = 0.31 22.4 atm = 6.94 atm C= π / d R T = 6.94 atm / (1.86 0.082 atm l /moli °K 310 K°)=moli/ =0.147 moli/l Poiché 1 mole 58.5 g Avremo: c = 0.147 58.5 = 8.6 g/l La pressione oncotica Le pareti dei capillari non sono permeabili alle proteine, dunque queste avranno una loro pressione osmotica. Ad es. supponiamo che in un litro di plasma sanguigno ci siano 60 g di proteine, che la loro pressione osmotica valga 30 mmHg e la temperatura sia 37 °C. Potremo calcolarci la massa molecolare media delle proteine nel modo seguente: C= π / RT = 30 133 Pa / (8.31 Pa m3 /mol °K 310 °K) = = 1.55 moli/ m3 = 1.55 10 –3 moli/l Poiché PM = m/moli = 60 g / l / 1.55 10 –3 moli/l = 38710 Diamo i numeri…. La linfa contiene circa l’ 1% in peso di saccarosio (C12H22O11). Se la temperatura è di 25 °C, calcolare di quanto risale la linfa negli alberi a primavera. PM = 12x12 + 22x1 + 11 x 16 = 342 uma m/M=n PM/d V = 10-2 ---> n/V=10-2 d/PM PO= n/V R T = d g h dunque h = 10-2 d R T /(PM d g) = (10-2 8.31 298)/ (342 10-3 10)= 7.2 m LA FILTRAZIONE nel caso in cui siano presenti entrambi i processi visti prima, ossia la diffusione di sostanze cui la parete è permeabile e l’osmosi per le sostanze cui la parete non è permeabile, si parla di filtrazione. La legge che lega il flusso alla differenza di pressione idrostatica Δp e osmotica Δπ è data da: J = C S (Δp - σ Δπ ) dove C è la conduttanza idraulica ( ossia l’inverso della resistenza ), S la superficie filtrante e σ il coeff di riflessione delle sostanze osmoticamente attive. J = C S (Δp - σ Δπ ) È responsabile della Diffusione di molecole E liquidi È responsabile del Richiamo di liquidi Modello di Starling dei capillari Π cap= 28 mmHg Pcap=45 mmHg Pcap=15 mmHg Pint=2 mmhg Π int= 5 mmHg Estremità arteriosa del capillare: Estremità venosa del capillare: Pcap – P int = 43 mmHg Pcap – P int = 13 mmHg Πcap – Π int = 23 mmHg Πcap – Π int = 23 mmHg Ma Ma J = P – Π = 20 mmHg J = P – Π = -10 mmHg Prevalgono le forze che tendono a Spingere il liquido fuori dal capillare Prevalgono le forze che tendono A richiamare il liquido nel capillare Come risultato, una piccola parte del volume del plasma che entra Nei capillari filtra nello spazio interstiziale: la maggioranza viene riassorbita, il restante viene drenato dai vasi linfatici. Quando il meccanismo non funziona correttamente siamo in Presenza di EDEMA. Ci sono dunque tre possibili cause di edema: - aumento della pressione idrostatica capillare (es aumento della pressione venosa per ostruzione, ecc.) -diminuzione della pressione colloidosmotica del plasma (es: perdita di proteine) - aumento della permeabilità di parete - (es: ustioni) Oltre ad eventuali problemi del circolo linfatico Il sistema renale utilizza lo stesso principio per depurare il Plasma: nel glomerulo parte del plasma viene espulso, nel Tubulo viene riassorbito. Il liquido di scarto viene drenato nel sistema urinario. Diamo i numeri…. Nelle 24 ore i reni filtrano circa 180 litri di liquido. Poiché la diuresi quotidiana è di circa 1.8 l, significa che: - con le urine viene espulso solo l’ 1% di questo volume, - I restanti 178.2 litri tornano in circolo. Per ottenere una buona filtrazione (elevato flusso) occorre dunque: 1) un’ elevata conducibilità idraulica (bassa resistenza= molti tubi in parallelo!) 2) una grande area filtrante 3) un’elevata pressione di filtrazione. Il RENE realizza tutte 3 queste funzioni, grazie al fatto che le resistenze vascolari renali sono molto basse e che il sangue percorre una rete di capillari in parallelo. Dal sito: www.nonsolofitness.it Nel rene sono presenti due tipi di membrane: quella del sistema glomerulare e quella del sistema tubulare. Nel glomerulo il sangue è separato dalla capsula di Bowman da una membrana semipermeabile (permeabile ai cristalloidi e impermeabile ai colloidi). In questa fase di formazione dell’urina si ha soltanto una filtrazione di liquido e cristalloidi dal sangue alla capsula di Bowman. diamo i numeri….. p cg = 45 mmHg π cg = 25 mmHg all’inizio e 35 mmHg alla fine e lo spazio di Bowman o urinifero: p b = 10 mmHg πb=0 si assuma S= 1.5 m2 e C= 10 moli/m4 min mmHg Naturalmente σ dipende dalle diverse sostanze: esso vale 0 per le sostanze che devono essere filtrate ( acqua, sodio, urea, glucosio,…e per l’inulina) ed ha un valore prossimo a 1 per le proteine plasmatiche, che non devono venire perdute L’efficienza della filtrazione viene misurata nell’uomo tramite l’ESTRAZIONE RENALE (ER) ER = quantità in uscita con l’urina/ quantità in ingresso con il flusso plasmatico e varia tra 0.15 e 0.30. Normalmente la quantità totale in uscita con le urine si determina con il cd FILTRATO GLOMERULARE, per cui si misura il flusso di una sostanza che passa liberamente attraverso il filtro glomerulare, come ad es l’ inulina. Al contrario, la quantità totale in ingresso richiede la conoscenza del FLUSSO PLASMATICO RENALE, che si determina usando una sostanza che viene completamente estratta dal sangue ( es il PAI). Nel sistema tubulare l’urina di prima formazione viene concentrata o diluita. Quando viene concentrata, come avviene più di frequente, l’acqua deve ritornare dal rene al sangue, cioè da un compartimento a minore pressione osmotica ad uno a maggiore pressione osmotica>>>il sistema tubulare compie lavoro. Anche una parte del filtrato viene poi RIASSORBITA nei tubuli renali (con meccanismi attivi e passivi ), che sono anche in grado di secernere sostanze. Queste funzioni sono essenziali, come vedremo, anche per regolare l’ equilibrio acido-base del plasma. Per capire meglio in termini quantitativi il meccanismo di filtrazione conviene studiare in dettaglio la dialisi. Il rene artificiale In natura il rene svolge un’importante funzione di eliminazione delle sostanze di scarto (urea, creatinina,..) dal plasma sanguigno e di filtrazione del liquido in eccesso. Quando processi patologici di diversa natura riducono tale funzione, è possibile supportarla con la cosiddetta dialisi. Essa si basa sulle leggi fisiche della diffusione: compartimento 1 C1(t) compartimento 2 C2(t) Membrana di area A e permeabilità P J=P (C1 - C2 ) Il numero di moli cambia nei 2 compartimenti: N1(t)=C1(t) V1 N2(t)=C2(t) V2 C(t) C1(t) Cinf C2(t) τ t Le due concentrazioni tendono ad eguagliarsi nei due compartimenti. La velocità con cui questo accade è tanto maggiore quanto più è piccola la costante di tempo che, nel caso di V2>>V1, è data da τ = V1/A P Questo significa che possiamo fare diminuire la concentrazione di una sostanza nel plasma mettendolo in contatto con una soluzione a bassa concentrazione tramite una membrana di giusta superficie e permeabilità per gli ioni in questione. Caratteristiche del sistema: - τ non deve superare 1 ora, in modo che le sostanze vengano completamente eliminate in poche ore, - V1 non corrisponde al solo volume di plasma, ma al volume totale dei liquidi dell’organismo ( ca 40 l), - le sostanze che non devono essere rimosse devono essere contenute in concentrazione fisiologica nel liquido dializzante, per le altre occorre che la membrana abbia una permeabilità appropriata: ad es per il cellophane: Soluto P x 104 cm/s urea creatinina acido urico saccarosio albumina 5.6 3.0 2.8 0.95 0.00022 Si noti che imponendo i valori precedenti si ottiene una stima della superficie di scambio, che nel caso dell’urea è di circa 2 m2. Quando le molecole presentano un difetto o un eccesso di elettroni esse si dicono IONI ( rispettivamente + e - ). In tal caso si comportano come cariche elettriche del corrispondente segno. • Cariche elettriche di uguale segno si respingono: - - la forza è repulsiva • Cariche elettriche di segno opposto si attraggono la forza è attrattiva + F = q*E = (1/4πε)*q*Q/r2 La forza è tanto più intensa quanto più: -le cariche sono grandi -le cariche sono vicine Es: se raddoppio la carica q : q’ = 2q F’ = 2F Se dimezzo la distanza r : r’ = r/2 F’ = 4F Anche la costante dielettrica ha la sua importanza: Ad esempio il campo generato dalla carica considerata posta nell’aria è 80 volte più intenso di quello che genererebbe nell’ acqua, perché il rapporto tra le rispettive costanti dielettriche è pari ad 80. Questo spiega perché in acqua è possibile dissociare le molecole polari: Na+ Cl- GLI EQUILIBRI CHIMICI Il ns metabolismo produce CO2 : esso viene normalmente espulso tramite la respirazione ma la quota libera nel plasma, dà luogo ad una reazione: CO2 + H2O -->< --H2CO3 -->< --H+ + HCO3La concentrazione di H+ nel plasma ne determina l’acidità: Ricordiamo che nel caso dell’ acqua: H2O -----> H + + OH <-------- la costante di dissociazione è molto piccola, il che comporta: [ H+ ] = [ OH- ] = 10 -7 definendo il pH come: pH = 1 / log [ H+] si ottiene che il pH dell’ acqua vale 7. fatto pari a 7 il pH dell’acqua distillata, un aumento di concentrazione idrogenionica (quale quello dovuto a uno sforzo intenso con produzione di acido lattico) determina una riduzione del pH. Ad es, se raddoppiasse la concentrazione di H+ il corrispondente pH sarebbe 1 / log ( 2 10 -7) ossia - ( -7 + log 2) = 6.7 Il controllo del pH è affettuato sia dal sistema respiratorio sia da quello renale, tramite la regolazione dei bicarbonati nel sangue. Esistono però dei meccanismi ‘immediati’ che evitano variazioni improvvise del pH, e sono detti TAMPONI. IL POTENZIALE DI RIPOSO Dal sito:neuroscience for kids Le cellule nervose e muscolari di mammifero presentano, in condizioni di riposo, una differenza di potenziale elettrica tra interno ed esterno: + V = - 90 mV - Si dice che esse sono ‘polarizzate’ L’origine fisica di questa differenza di potenziale si deve alla ‘competizione’ tra : -la tendenza a diffondere attraverso la membrana cellulare delle sostanze che si trovano a diversa concentrazione all’interno ed all’esterno della cellula e per cui la membrana è permeabile . Questa forza tenderebbe ad eguagliare le concentrazioni ma…. - gli ioni sono dotati di carica elettrica, dunque esercitano tra loro forze repulsive che contrastano il passaggio per diffusione + - + + - - + + - + + + + - - + + + - + + - + - -di riposo la membrana è permeabile per gli In condizioni ioni K+ e Cl-. ne risulta una configurazione di equilibrio che non è - né con la medesima concentrazione ionica intra ed extra cellulare, -né elettricamente neutra C K+ = 4 C Cl- = 4 C K+ = 155 C Cl- = 120 All’ equilibrio si raggiungono questi valori di concentrazione degli ioni K+ e Cl-. (concentrazioni date in µm/cm3) C K+ = 4 C Cl- = 4 C K+ = 155 C Cl- = 120 L’equazione di Nerst descrive la relazione tra differenza di concentrazione e V: V =segno dello ione x 61 log C out/ C in (mV) Derivazione dell’ eq di Nerst _ _ L’eq di Fick stabilisce che J = -D grad C, se ciascun ione ha una carica pari a Ze si avrà un flusso di carica elettrica pari a ZeJ. _ _ D’altra parte la legge di Ohm stabilisce la relazione Jc = σ E, dove E = gradV. Ricordando ora che D = µ kT e che σ = µ C Z2e2 avremo la condizione di equilibrio quando i due flussi di carica si annullano: kT grad C = - Ze grad V. Nel semplice caso 1-D: dV = -kT/Ze (dC/C), che integrato fornisce l’eq di Nerst! C K+ = 4 C Cl- = 4 C K+ = 155 Dunque : C Cl- = 120 V K+ = 61 log 4 /155 = -97 mV V Cl- = - 61 log 120/4 = -90 mV Oltre ai meccanismi PASSIVI visti finora, esistono anche dei meccanismi di scambio ATTIVI ( che richiedono spesa di energia). Uno dei più importanti è rappresentato dalla cosiddetta POMPA Na-K. Diamo i numeri….. E’ noto che anche la concentrazione del Na è diversa : essa vale 12 µm/cm3 nel liquido intracellulare e 145 nel liquido extracellulare. Qual è il suo potenziale di Nerst? V = 61 log C out/ C in (mV) = 61 log ( 145 / 12) = = + 66 mV NB a riposo non dà contributo perché la membrana è impermeabile al Na! C K+ = 4 C Cl- = 4 C K+ = 155 C Na+ = 12 C Cl- = 120 C Na+ = 145 Se opportunamente stimolata, la membrana cellulare diventa permeabile al Na, che entrando nella cellula ‘inverte’ il segno del potenziale elettrico: la cellula si ‘depolarizza’ V ------------------+++++++++++ +++++++++++ ------------------- +40 mV +++++++++++ ------------------------------------+++++++++++ +++++++++++ -------------------------------------+++++++++++ t DEPOLARIZZAZIONE RIPOLARIZZAZIONE -90 mV TENSIONE SUPERFICIALE E CAPILLARITA’ (TRATTO DA VARIO MATERIALE DEI SITI http://www.galenotech.org/chimfis2.htm ishtar.df.unibo.it/mflu/html/capill.html Quest’insetto si appoggia sulla superficie dell’ acqua come su di una lamina grazie alla tensione superficiale Dalla figura sotto, si vede che le molecole adiacenti la superficie del recipiente sono attirate all'interno del liquido; quindi la tensione superficiale esiste ovunque vi sia una superficie di separazione tra due o più fasi diverse definizione operativa di tensione superficiale Dopo aver individuato le principali proprietà della tensione superficiale, occorre definire un metodo per poterla determinare quantitativamente. Consideriamo (figura sotto) un telaio metallico (costituito da un sottile filo di ferro) munito di un lato mobile, l, al cui interno è trattenuta una lamina liquida costituita da acqua saponata. Tirando con una piccola forza, F, il lato mobile, la lunghezza della lamina aumenterà della misura Δs. Ricordando che, per definizione, il lavoro di una forza è dato dal prodotto scalare L = F · s, possiamo facilmente calcolare il lavoro necessario per aumentare l'area superficiale della lamina. L=γ· ΔA La forza applicata, F, dovrà vincere le forze unitarie di tensione superficiale, γ, che trattengono il lato mobile di lunghezza, l. Quindi, si può scrivere: L = γ · l · Δs tenendo conto che il prodotto l · Δs rappresenta l'incremento Δ A di superficie prodottosi nella lamina, si ottiene che si può esprimere la tensione superficiale anche come rapporto fra forza e lunghezza [γ] = [dine]/[cm]. γ = F /l la formula così ottenuta, è valida come definizione operativa in generale; tuttavia, la determinazione della tensione superficiale con il metodo del telaio mobile fornirebbe per γ un valore doppio di quanto ottenibile con lo stalagmometro (v. avanti). La ragione è da tenere bene a mente: in effetti, poiché la lamina di acqua saponata ha uno spessore dato dalla misura del raggio d'azione molecolare, durante il suo stiramento, si avrà un mutuo scorrimento delle molecole che costituiscono le facce inferiori e superiori della lamina; questo significa che l'incremento della superficie deve essere considerato raddoppiato: L = 2 γ · ΔA determinazione della tensione superficiale con lo stalagmometro Per determinare la tensione superficiale di un liquido si ricorre allo stalagmometro (figura a sinistra): è costituito da un tubicino contenente il liquido di cui si vuole determinare la tensione superficiale. Il liquido fuoriesce molto lentamente in quanto la tensione superficiale è sufficiente ad equilibrare il piccolo peso di ogni goccia finquando questa raggiunge un volume critico. Le gocce che si formano alla bocca del tubicino, hanno una curvatura tale che le componenti verticali delle forze di tensione superficiale (tangenti alla superficie della goccia), sono puntate verso l'alto e parallele (come una palizzata) alla generatrice del tubicino. La condizione di equilibrio, può essere espressa dalla relazione: mg = 2 π R γ θ dove: mg = peso della goccia di liquido (massa per accelerazione di gravità); 2 π R = perimetro del tubicino di raggio R; π = tensione superficiale del liquido; θ = angolo formato dalle forze di tensione superficiale e la superficie verticale del tubicino note: 1. si noti che nel ricavare la condizione di equilibrio, non si è moltiplicato per 2 il risultato ottenuto (come visto a proposito del telaio). In questo caso, infatti, non si verifica un mutuo scorrimento molecolare in quanto la goccia non è una struttura laminare: si verifica solo un aumento del raggio d'azione molecolare conseguente all'espansione della goccia. 2. nella determinazione della tensione superficiale, non è necessario conoscere l'angolo teta, θ, in quanto via via che la goccia si avvicina al volume critico, θ 0º e dunque cos 0º = 1; 3. il valore della tensione superficiale ricavato con il metodo dello stalagmometro, richiede la conoscenza del raggio R, determinabile con difficoltà, per cui in pratica si opera come nell'esempio seguente. esempio applicativo: Fate gocciolare lentamente da un contagocce l'acqua e determinate il peso di un certo numero di gocce (per es., 30). Il peso medio delle gocce, Pm, è proporzionale alla tensione superficiale del liquido: Pm = γ · K, dove K è una costante (valida solo per il contagocce che avete utilizzato) che si può determinare usando acqua distillata a 20 °C di cui si conosce la tensione superficiale. LA CAPILLARITÀ Tubi di sezione molto piccola (del diametro di qualche decimo di millimetro) sono detti vasi capillari:per questi non vale più il principio dei vasi comunicanti. Nei tubi capillari l'innalzamento o la depressione del livello del liquido dipende dal tipo di liquido (nel disegno sotto (a) è il caso dell'acqua che tende a salire nei tubi e (b) quello del mercurio, che invece tende a scendere) ed è inversamente proporzionale al raggio del tubo. Se la superficie del liquido è concava verso l'alto la tensione superficiale in corrispondenza delle pareti del tubo sarà diretta verso il centro della superficie curva formata dal liquido e quindi avrà una componente diretta verso l'alto. Il liquido, grazie a questa forza, salirà nel tubo finché la forza verso l'alto dovuta appunto alla tensione superficiale non sarà equilibrata dal peso del liquido. È questa forza, quindi, che fa salire il liquido nei tubi a sezione molto piccola o in materiali porosi. Il fenomeno è spiegato dal fatto che in un liquido esistono forze di coesione che fanno sì che molecole simili si attraggano tra loro. La forza tra la molecola di un liquido e un'altra sostanza (come il vetro della parete di un recipiente che contenga il liquido stesso) è detta forza di adesione. Si dice che il liquido bagna la superficie di un'altra sostanza quando le forze di adesione sono grandi rispetto le forze di coesione: in questo caso la superficie di una colonna di liquido in un tubo (ad esempio acqua in vetro) presenta una concavità verso l'alto (a) e si ha la risalita del fluido in questione lungo un tubo capillare. Se le forze di adesione sono piccole rispetto quelle di coesione (mercurio in vetro) la superficie del liquido in un tubo è convessa (b) ed il livello del fluido in un sistema di vasi capillari comunicanti tende a decrescere al diminuire della sezione dei vasi. Questo fenomeno è chiamato capillarità. L'ASCENSIONE CAPILLARE Quando un liquido bagna la superficie di un'altra sostanza le forze di adesione tra le molecole che lo costituiscono sono grandi rispetto a quelle di coesione: la superficie di una colonna di liquido in un tubo è concava verso l'alto. Vediamo di spiegare meglio il fenomeno. Se la superficie del liquido è concava verso l'alto la tensione superficiale in corrispondenza delle pareti del tubo sarà diretta verso l'alto (la forza F della figura):la componente verticale di questa forza è quella che sorregge il liquido ed ha modulo , dove l'angolo è quello indicato in figura ed è detto angolo di contatto. Visto che la linea di contatto è lunga . la forza verticale è Trascurando la lieve curvatura sulla superficie, il volume del liquido nel capillare è e uguagliando la forza diretta verso l'alto al peso del fluido si ha : che ci permette di trovare l'altezza h raggiunta dal liquido : Se = 90°, allora h = 0 ed il fluido non si innalza né si abbassa. Se è maggiore di 90°, cos è negativo e così anche h: questo significa che il liquido si abbassa. L'altezza h è proporzionale a , per cui più grande è il valore del coefficiente di tensione superficiale, maggiore è l'effetto della capillarità e, al contrario, dipendendo dall'inverso del raggio, l'effetto si accentua quando r è piccolo. Diamo i numeri….. Sotto la spinta del flusso sanguigno i due menischi di una bolla D’aria orizzontale si deformano come mostrato in figura: rd 60° rs 30° Se la tensione superficiale del sangue vale γ = 0.45 10-2 N/m, quale deve essere il diametro massimo dell’ arteriola affinchè si abbia arresto della circolazione per embolia se la pressione del sangue a sin è di 2 mmHg più alta che a destra? La forza verso destra è data da Fd= 2πd / 2 γ cos 60° , quella verso sin da Fs = 2πd / 2 γ cos 30° , dunque la foro differenza vale: dF = 2πd / 2 γ (1/2 – sqrt(3)/2). Tale forza deve essere uguagliata dalla differenza di pressione: F = 2 133 πd2 /4 Dunque: 2 133 πd2 /4 = 2πd / 2 γ (1/2 – sqrt(3)/2) e d= 4 / 2 γ (1/2 – sqrt(3)/2) 2 133 = 0.0247 mm