esperienze in laboratorio 5 maggio 2016 1 – tensione superficiale 2 – capillarità 3 - sedimentazione 1- tensione superficiale Scopo dell’esperimento è la misura della tensione superficiale di alcuni liquidi. Si adopera un anello sospeso ad un dinamometro (vedi figura) e si misura la forza (data dalla estensione del dinamometro) necessaria a sollevare l’anello dal liquido. La forza occorrente è proporzionale, secondo il coefficiente di tensione superficiale τ, alla lunghezza del contorno su cui essa agisce. F=2πrτ=πdτ con d il diametro dell’anello. In effetti, l’anello poggia sul liquido con un bordo la cui superficie presenta due diametri, uno interno ed uno esterno. In questo caso il bordo è estremamente sottile e la differenza fra i diametri è trascurabile; è sufficiente moltiplicare per un fattore 2 l’espressione della forza F, F = 2•2 π r τ = π d τ = 2 π d τ da cui si ricava τ= F 2πd modo di operare: Appendere l’anello al dinamometro. Leggere il valore della elongazione. Un becher con acqua è posto sotto il dinamometro, su un tavolinetto a pantografo. Mediante la manopola del tavolinetto alzare il becher fino a immergere l’anello nell’acqua. Mediante la stessa manopola abbassare il tavolinetto lentamente e leggere l’elongazione massima indicata dal dinamometro poco prima che l’anello si stacchi dal liquido. La forza F è data per differenza fra le due letture del dinamometro. Per il diametro dell’anello a disposizione chiedere al responsabile del laboratorio. Ripetere le operazioni con eventali altri liquidi a disposizione. Per ogni liquido fare più prove e dare la valutazione del coefficiente τ come media di più valori. Calcolare anche la deviazione standard τ = ∑ τ i n e s= ∑ (τ i - τ )2 n -1 2 – capillarità In un sistema a vasi comunicanti (vedi figura) il liquido si sistema allo stesso livello in tutti i vasi. Se, tuttavia, alcuni di questi sono capillari (ossia con raggi dell’ordine del millimetro o meno) si manifesta il fenomeno della capillarità: il liquido sale al di sopra del livello di equilibrio. L’altezza h a cui arriva il liquido dipende dal raggio del vaso in accordo alla legge di Borelli-Jurin, ottenuta considerando l’equilibrio fra le forze di tensione superficiale (responsabili della salita del liquido) e delle forze di gravità che ostacolano tale risalita. h= 2 τ cos ϑ ρ g r con ρ la densità del liquido, τ il suo coefficiente di tensione superficiale ed r il raggio del vaso. L’angolo ϑ rappresenta l’angolo con cui il liquido aderisce alla parete del vaso (vedi figura) ϑ Modo di operare: Assicurarsi che in ciascun vaso non sia presente acqua. Introdurre dell’acqua e misurarne l’altezza in ciascuno dei vasi capillari rispetto al livello nel vaso di maggior diametro. Dalla espressione precedente, calcolare il raggio r del vaso. Per la densità usare ρ = 1 gr/cm3 , e per τ il valore fornito qui in basso. Confrontare i valori ottenuti con quelli di fabbrica, ipotizzando che l’angolo ϑ sia nullo. I diametri sono, dal più piccolo al più grande, 0,4 mm, 0,8 mm, 1,2 mm e 2,2 mm. Verificare che il rapporto fra il dato ottenuto e il diametro nominale sia costante. (spiegare perché). Dai dati di fabbrica sui raggi e dalla misura dall’altezza h calcolare il valore dell’angolo ϑ, che deve essere lo stesso per ogni vaso capillare. [Poiché il valore del coefficiente di tensione superficiale è funzione della temperatura, misurare la temperatura ambiente nei pressi del punto di misura e valutare il coefficiente di tensione superficiale dell’acqua dalla seguente espressione, riferita alla misura a 20 °C: τ (dyn/cm) = 72,138 – 0,282 ∆t, con ∆t (°C) la differenza fra la temperatura ambiente e 20 °C] 3 – sedimentazione Un corpo che si muove in un fluido esperimenta una forza di attrito che, per basse velocità, è proporzionale alla propria velocità. Se il corpo cade, l’insieme delle forze agenti è costituito dalla forza peso, dalla spinta di Archimede e dalla forza di attrito. La forza risultante non è nulla e il corpo si muove di moto accelerato. L’intensità della forza d’attrito aumenta e di contro diminuisce il valore della risultante e della accelerazione. Per un certo valore della forza d’attrito l’accelerazione si annulla e, da quel momento in poi, il moto diventa rettilineo uniforme. La relazione fra le forze, in modulo, diventa p – A - Fa = 0 Nel caso di corpi sferici la espressione della forza di attrito, dovuta a Stokes, è ! ! F = - 6 π r η v ! dove r è il raggio e v la velocità del corpo, η la viscosità del liquido. Il segno “–“ indica il verso della forza rispetto al verso del movimento. Inserendo questa espressione della forza di attrito e sviluppando la massa come densità per volume, la velocità di sedimentazione si scrive v= 2 r2 (ρ - ρ l) g =Sg 9 η con ρ la densità della sferetta e ρl quella della glicerina. S è il coefficiente di sedimentazione modo di operare: sul banco di lavoro è pronto un recipiente cilindrico contenente glicerina ed una ciotolina con delle palline di acciaio. Tramite delle pinzette è possibile prendere le palline e lasciarle cadere dentro la glicerina. Fare molta attenzione poiché la glicerina unge molto. Il percorso prima che la velocità diventi uniforme è abbastanza breve. Dei traguardi sul recipiente indicano il tratto in cui la velocità è costante. Misurare la velocità delle palline dal tempo impiegato a percorrere lo spazio fra i traguardi sul cilindro. Calcolare la viscosità della glicerina. η= 2 r2 (ρ - ρ l) g 9 v Fare più misure e valutare η come media di più misure. Calcolare la deviazione standard η= ∑ η i n e s= ∑ (η i - η )2 n -1