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Alcune note sui concerti per piano e archi
di
Domenico Scarlatti
(che Scarlatti ha finalmente scritto pur non avendoli …mai scritti)
La vita e l’opera del geniale compositore napoletano Domenico Scarlatti (16851757) presentano più di un aspetto misterioso e romanzesco. Non ultimo il fatto che
delle sue celebri 555 sonate solo 30 esistono nella sua versione autografa e che delle
altre 525 dobbiamo la fortunata (per tutti noi) sopravvivenza al mitico Farinelli, vera
e propria star del canto barocco. Fu lui infatti che per circostanze incredibili si trovò
a ricondurre in Italia i preziosi (unici) volumi contenenti le geniali invenzioni del
Maestro.
Proprio le 30 sonate di cui sopra sono al centro della vicenda che è l’oggetto di
questo concerto le cui tappe sono qui di seguito descritte.
1738. Vengono pubblicate a Londra col nome di Essercizi per Gravicembalo 30
sonate di “Don Domenico Scarlatti – Maestro dei Serenissimi Prencipe e Prencipessa
delle Asturie”. Le sonate ben presto divengono oggetto di ammirazione e diffusione
negli ambienti musicali. Le nota e ad esse si appassiona, tra gli altri, Charles Avison,
ottimo musicista e teorico, organista della cattedrale di Newcastle.
1744
Avison pubblica a Londra Dodici Concerti in Sette Parti per ensemble d’archi, dando
ad essi il nome di arrangiamenti. Si tratta in pratica della trasposizione dal
clavicembalo ad un doppio ensemble d’archi di un’ampia selezione di quelle sonate
(e di altre cui ebbe accesso). In pratica ognuno dei quattro movimenti in cui è
suddiviso ciascun concerto (due lenti e due a tempo rapido) è basato,
tematicamente e strutturalmente, su una sonata del Maestro napoletano. Avison
però, compositore a sua volta peraltro non privo di un certo mestiere, non si limita
ad orchestrare pedissequamente le sonate ma dovendo adattarle al linguaggio
strumentale degli archi e volendo farle corrispondere al suo gusto personale tratta il
materiale con molta libertà. Cambia per esempio in più di un caso la tonalità della
sonata rispetto all’originale, taglia intere sezioni delle stesse, aggiunge conclusioni
di frasi non presenti negli originali scarlattiani, modifica spesso il contorno delle
linee melodiche.
2007
Il pianista italiano Enrico Pieranunzi si (ri)appassiona alle sonate di Scarlatti, che
conosceva dall’epoca dei suoi studi di piano classico, decidendo di registrare un cd
che ne presenti una selezione. Diverse le particolarità di questo cd. La più
macroscopica è che Pieranunzi non è ufficialmente un concertista classico, anche
se ha compiuto e completato il corso accademico di pianoforte insegnando poi per
un quarto di secolo Pianoforte Principale (1973-1998) in vari Conservatori italiani e
svolgendo sporadicamente attività di solista.
L’altra è che per la prima volta nella storia della musica registrata le sonate di
Scarlatti divengono soggetto e oggetto di improvvisazione.
Il cd fa rumore in entrambi gli ambienti, classico e jazz, riscuote ottimo successo e
costituisce per Pieranunzi un duplice inizio. Il pianista italiano infatti dà vita, proprio
a partire da “Plays Scarlatti”, ad un approfondimento della prassi improvvisativa
applicata a materiali classici estendendola negli anni successivi dapprima alla
musica di Bach e Handel e poi a quella del compositore ceco Bohuslav Martinu (i
due cd contenenti queste musiche sono “1685”, del 2010 e “Autour de Martinu”,
del 2013). Più in particolare poi “Plays Scarlatti” costituisce il punto di partenza di
un “idillio creativo” con la musica del geniale compositore napoletano che è tuttora
in corso.
2012
Pieranunzi viene a conoscenza dei lavori di Avison e se ne procura le partiture.
Consapevole, con rammarico, che non esistono concerti per piano e archi dovuti
alla straordinaria mente musicale di Scarlatti e intrigato dai Concerti-arrangiamenti
di Avison gli viene l’idea di sostituire il pianoforte ad uno dei due gruppi d’archi
previsti da Avison nell’organico dei suoi concerti.
2013
Decide così di affidare la realizzazione di questa operazione a Francesco Fiore,
grande solista di viola, ex Prima Viola dell’orchestra del teatro dell’Opera di Roma e
musicista dotato di notevole abilità ed esperienza in questo genere di adattamenti.
Una volta che il lavoro di Fiore è completato vengono così alla luce per la prima volta
due concerti di Scarlatti per piano e archi, che il grande maestro napoletano…non ha
mai composto.
2017
Per la prima volta si potranno ascoltare in versione pubblica due
Domenico Scarlatti per piano e archi.
concerti di
Un’idea e un sogno di Enrico Pieranunzi che hanno preso finalmente forma sonora
e che lui stesso sarà felice di poter condividere col pubblico.
Enrico Pieranunzi
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