La chitarra irrompe sulla scena musicale europea alla fine del

La chitarra irrompe sulla scena musicale europea alla fine del Cinquecento; partendo dalla Spagna,
si diffonde nel Seicento come efficace alternativa al liuto, soprattutto per la realizzazione del «basso
continuo», ossia dell’accompagnamento estemporaneo alle musiche concertate, alle arie vocali e alle
monodie strumentali. Continuerà a rivestire questo ruolo per buona parte del Settecento,
sviluppando parallelamente un’autonoma capacità polifonica e mantenendo al tempo stesso,
soprattutto in territorio spagnolo, i caratteri dello strumento “pop”, adatto alle musiche tradizionali
e all’intrattenimento cantato e danzato. Per la realizzazione del non meglio specificato «basso» di
tanta produzione strumentale settecentesca, dunque, la chitarra rappresenta una soluzione
storicamente plausibile e artisticamente ineccepibile.
Il concerto si apre e si chiude con musiche di Luigi Boccherini. La sonata Gérard 6 fa parte di un
vasto gruppo di sonate per violoncello e basso contenute in un manoscritto del fondo Noseda del
Conservatorio di Milano: la fonte, pur non essendo autografa, è di sicura attendibilità. G 6 fu tra le
poche sonate boccheriniane a venir stampate vivente l’autore, grazie all’editore londinese Bremner;
in Francia fu invece diffusa soprattutto in una trascrizione per violino. Il più tardo quintetto La
musica notturna delle strade di Madrid non necessita di presentazione: la sua «passacalle» (come la
chiamò l’autore, con un goffo spagnolismo) descrive i cosiddetti «manolos», i bulli di strada
madrileni protagonisti di tante commedie di successo. L’uso di eseguire questo brano in duo ha
almeno un significativo precedente, ovvero la scena conclusiva del film di Peter Weir Master and
Commander.
Se Boccherini fu il più illustre compositore italiano attivo in Spagna nel secondo Settecento, a
dominare la scena musicale spagnola della prima metà del secolo fu un altro italiano, il napoletano
Domenico Scarlatti. Sesto figlio del celebre Alessandro, Scarlatti fu compositore prolifico e si
cimentò con l’opera e con la musica sacra; tuttavia, a lasciare un segno indelebile furono le oltre
550 sonate per clavicembalo (secondo il catalogo di Ralph Kirkpatrick, da cui deriva il numero di
«K» che individua ciascuna sonata). Tagliate in un unico movimento, le sonate di Scarlatti
costituiscono una summa dello strumentismo italiano settecentesco e un capolavoro formale non
meno “classico” dei futuri modelli viennesi.
Con Domenico Porretti (Domingo Porreti) ci accostiamo nuovamente all’ambiente
boccheriniano. Nativo del regno di Napoli, Porretti si stabilì a Madrid nel 1734 e fu apprezzato
soprattutto come violoncellista, tanto da venir assunto stabilmente presso la Cappella Reale; la
riscoperta della sua attività di compositore è invece acquisizione recente. Fu suocero di Boccherini,
che ne aveva sposato in seconde nozze la figlia Maria Pilar Joaquina.
Il parigino Jean-Pierre Duport fu il violoncellista più apprezzato della sua generazione. A partire
dal 1769 intraprese una vasta tournée in Europa, per approdare finalmente al servizio del principe
Federico Guglielmo di Prussia, successivamente re Federico Guglielmo II, che grazie agli
insegnamenti di Duport divenne un abile dilettante di violoncello. Come direttore della musica di
corte, Duport ebbe modo di conoscere assai bene le composizioni di Boccherini, il quale, pur
senza muoversi dalla Spagna, fu negli stessi anni «compositor di camera di Sua Maestà Prussiana».
Nel concerto sono incastonate, infine, due perle chitarristiche tardo-secentesche.
Di Antonio de Santa Cruz, virtuoso di chitarra e di vihuela (lo strumento a corde pizzicate del
rinascimento spagnolo) è noto il Libro donde se verán pazacalles…, una raccolta didattica di danze
tradizionali spagnole redatta introno all’anno 1700. In origine racconto cantato delle gesta di
ruffiani e prostitute, nel secolo XVII la Jácara diviene un genere poetico, non solo teatrale, legato
essenzialmente al ballo; in termini strettamente musicali, è un ciclo di variazioni su basso ostinato
simile alla passacaglia.
Originario della Bassa Aragona, Francisco Bartolomé Sanz Celma, più noto come Gaspar Sanz, fu
maestro di chitarra del figlio di Filippo IV; con i suoi scritti, è la figura chiave per comprendere
l’evoluzione della chitarra spagnola tra Sei e Settecento. Come nel caso della Jácara, anche le
Marionas sono variazioni su ostinato. La danza popolare detta Canarios, fatta di brevi sezioni
ripetute, è basata su quello che, a orecchie europee, suona come il “ritmo ispanico” per eccellenza.
Marco Mangani