Tocilizumab: nuovo biologico nell’artrite reumatoide Le nuove terapie nella cura dell’artrite reumatoide (AR) si basano su l’uso di farmaci biologici, specie anticorpi monoclonali, il cui uso è limitato a causa del profilo di rischio/beneficio non molto elevato. Tali terapie hanno migliorato i risultati in quei pazienti che facevano uso di agenti non biologici, come i DMARDs (Disease-modifying antirheumatic drugs). Tra i nuovi farmaci biologici utilizzati nella cura dell’AR ricordiamo il tocilizumab, che agisce sul recettore dell’intereluchina-6. Quest’ultima è una glicoproteina composta da 212 aminoacidi con effetto pleiotropico su varie cellule tra cui i linfociti B, T, cellule del sistema ematopoietico, epatociti, megacariociti, osteoclasti, cheratinociti , cellule della sinovia e cellule mielomatose. In questo modo l’IL-6 ricopre diversi ruoli: regolazione della risposta immunitaria supporto dell’ematopoiesi oncogenesi generazione della fase acuta dell’infiammazione Le terapie che implicano il blocco delle funzioni dell’IL-6 hanno rappresentato una svolta nella cura di diverse malattie,specie autoimmuni quali l’AR, l’artrite idiopatica giovanile, la malattia di Castleman, il mieloma multiplo e il lupus eritematoso sistemico (LES). Vedremo ,ora, di sintetizzare il profilo di sicurezza ed efficacia del tocilizumab considerando vari trials clinici multicentrici effettuati. Meccanismo di azione e farmacocinetica Il tocilizumab (TCZ) determina il blocco del recettore dell’ IL-6, determinando una riduzione dell’attività della citochina. TCZ può legare sia il recettore solubile IL-6 che quello trans membrana,inibendo il legame con IL6. L’effetto è principalmente immunosoppressivo. Da studi sulla farmacocinetica si è visto come una singola dose di TCZ ha mostrato una clearance (5 e 50 mg/kg) molto lenta, con una emivita tra i 6 e 9 giorni. TCZ ha un t ½ lungo nel siero umano ( 240 h) dopo la terza dose di 8 mg/kg, cosi che può essere somministrato due volte a settimana, ma usualmente viene dato mensilmente. Efficacia ACR20 è un parametro clinico di risposta ad un trattamento farmacologico stabilito dall’’American College of Rheumatology, che indica una diminuzione ≥20 % del dolore e gonfiore delle articolazioni e un miglioramento del 20% dei cinque parametri, importanti per la determinazione della malattia : valutazione globale della malattia, funzionalità fisica, proteina C-reattiva e VES. Mentre ACR50 e ACR70 indicano un responso del 50 % e 70% rispettivamente. Diversi studi clinici suggerivano che il TCZ era completamente efficace nel trattamento dell’AR con più dell’80% di risposte positive . Di seguito elenchiamo i principali trials clinici che coinvolgevano il TCZ con le rispettive caratteristiche. Studio Popolazione N° pazienti Braccio di Durata comparazione SATORI MTX-IR 125 MTX solo 24 settimane SAMURAI DMARD-IR 306 DMARDs 52 settimane CHARISMA MTX-IR 359 TCZ+MTX; 16 settimane MTX solo STREAM DMARD-IR 143 N/A 5 anni Tab. 1 Studi TCZ in monoterapia Uso in monoterapia Nel trial di fase II ( doppio cieco, randomizzato) CHARISMA (the Chugai Humanized AntiHuman Recombinant Interleukin-6 Monoclonal Antibody), i pazienti con AR in fase attiva ed inadeguata risposta a MTX erano arruolati in quattro linee di trattamento: TCZ 2,4,8 mg/kg (n = 53, 54 e 52 rispettivamente; quattro infusioni ogni 4 settimane più MTX,placebo una volta a settimana) o MTX 10-25 mg/settimana più placebo (n =49). TCZ in monoterapia alla dose di 8 mg/kg era significativamente superiore al MTX solo nella riduzione dei punti DAS (disease activity score) e nella normalizzazione della proteina C-reattiva e VES. OPTION TOWARD Descrizione Riduzione dei Riduzione dello studio segni MTX-IR DMARD-IR AMBITION LITHE dei Riduzione dei Riduzione dei Danno e segni e sintomi sintomi Popolazione RADIATE sintomi e segni e strutturale segni sintomi Anti-TNF-IR 6 mesi MTX- MTX-IR free Trattamento TCZ+MTX TCZ+DMARDs TCZ+MTX TCZ vs MTX TCZ+MTX Durata 6 mesi 6 mesi 6 mesi 2 anni 6 mesi Tab.2 Trials di fase III Nello studio AMBITION (multicentrico, randomizzato, doppio-cieco), venivano reclutati pazienti con AR in fase attiva da moderata a severa, i quali non avevano fallito la terapia con MTX o terapie biologiche. Essi erano reclutati e randomizzati per ricevere TCZ (8 mg/kg ogni 4 settimane, n=286) o MTX (7.5 mg/settimana n=284) per 24 settimane. Dallo studio si evinse come il TCZ era superiore in efficacia al MTX in monoterapia. Il trattamento con TCZ per 24 settimane normalizzava i livelli di proteina C-reattiva (CRP <0.3 mg/dl;89% con TCZ e 31% con MTX). Migliorava i livelli di emoglobina (cambiamento medio :1.2 g/dl contro 0.1 g/dl con MTX) e tali effetti sono più grandi rispetto a quelli del trattamento con solo MTX. Anche altri trials clinici mostravano che nella monoterapia con TCZ si riducevano i sintomi clinici, migliorava lo stato di salute e si normalizzavano i livelli dei markers infiammatori (3,4). Risultati in terapia combinata Nello studio OPTION (doppio-cieco, randomizzato, placebo-controllo) sono stati reclutati 623 pazienti con AR in fase attiva da moderata a severa per ricevere TCZ 8 o 4 mg/kg (n =205 e 214 rispettivamente), o il placebo (n=204) i.v., ogni 4 settimane, con MTX alla dose di 10-25 mg/settimana per 24 settimane. Dopo 24 settimane, un maggior numero di pazienti del gruppo placebo (34 %) che del gruppo TCZ (15% e 9%) cambiarono terapia. Similmente ad altri studi, il TCZ 8 mg/kg normalizzava i livelli della proteina C-reattiva e VES dopo 2 settimane di trattamento. Lo studio TOWARD (Tocilizumab in cOmbination With traditional modifying anti-rheumatic drug therapy ) esaminava l’efficacia del TCZ in combinazione con DMARDs per il trattamento dell’AR in fase attiva di grado da moderato a severo con inadeguata risposta a tali agenti. Un totale di 1220 pazienti, che avevano ricevuto una dose stabile di DMARDs per >8 settimane prima di entrare nello studio, erano randomizzati per ricevere TCZ 8mg/kg o il placebo ogni 4 settimane per 24 settimane. In tutto, 751 pazienti del gruppo TCZ e 370 pazienti del gruppo controllo completarono il trattamento delle 24 settimane. Alla 24°settimana, il gruppo TCZ aveva una più grande risposta ACR20 rispetto al placebo. Non solo, il gruppo del TCZ aveva anche una più grande risposta ACR50 e ACR70 (21 contro 3%, P <0.0001) rispetto al gruppo placebo. Effetto sulle modifiche strutturali Gli studi OPTION e LITHE esaminavano gli effetti della terapia con TCZ+MTX sull’erosione cartilaginea, sulla restrizione dello spazio intra-articolare, sui markers biochimici e sul Total Sharp Score (TTS) dai raggi X. Dopo un anno, il trattamento con TCZ (4 o 8 mg/kg i.v. ogni 4 settimane) riduceva tali fattori. Comparato al placebo (solo MTX), si vide come il trattamento con TCZ+MTX induceva una significativa riduzione di un marker infiammatorio, l’ICTP (collagene dipo-I carbossi-terminal telo peptide) a 16-24 settimane di trattamento (5). Sicurezza e tollerabilità’ Le più comuni reazioni avverse (ADR) durante lo studio AMBITION furono le infezioni (TCZ, 34.4% vs MTX 37.3%). La percentuale di infezioni per paziente/anno era simile nei due gruppi (TCZ, 1.06% vs MTX,1.09%). Le infezioni maggiori erano quelle che colpivano pelle e tessuti sottocutanei (TCZ 4.1% vs MTX 0.7%). L’incidenza di infezioni erpetiche era simile in entrambi i gruppi (1.7 % vs 1.4%).Nel gruppo del TCZ non era riportata nessuna infezione fungina, a differenza del gruppo con MTX (1.8%). La seconda ADR più comune era data dai disordini gastrointestinali, che si verificavano con frequenza simile in entrambi i gruppi. Reazioni al sito di infusione si verificavano nel 5.6 % dei pazienti del gruppo TCZ e nel 1.8% dei pazienti del gruppo MTX (P=0.0158). Nella maggioranza dei casi ciò si verificava durante le prima delle due infusioni . Da sottolineare che non erano segnalati casi di reazioni anafilattiche o reazioni serie all’infusione del farmaco. Sempre nello studio AMBITION 4 pazienti morirono per cause diverse tra loro: 1 nel gruppo TCZ (carcinoma polmonare) e 3 nel gruppo MTX (emorragia gastro-intestinale, ischemia cardiaca, arresto cardio-respiatorio in un pz con storia di asma e aritmia). Aumento dei livelli di alanino-aminotransferasi (ALT) di 3 volte al di sopra del normale, era osservato nel gruppo del TCZ vs MTX. L’1% dei pazienti TCZ-gruppo vs 2.5% dei pazienti MTX-gruppo svilupparono un aumento di 3 e 5 volte superiore dei livelli di ALT. Non si riscontrarono, però, segni clinici o sintomi di epatiti o disfunzioni epatiche. L’aumento del colesterolo totale >240 mg/dL si verificava nel TCZ-gruppo (13.2% vs 0.4% MTXgruppo). Nessun paziente di entrambi i gruppi ha avuto cambiamenti nei livelli dei trigliceridi; non ci sono stati casi di sintomi od eventi cardiovascolari connessi con tali farmaci. Più pazienti presentarono un grado 3 di neutropenia ( <1000->500 cell/mm3) con TCZ ,3.1% vs MTX 0.4%. Sito Azione Infezioni cutanee e tessuti molli Terapia antibiotica Funzionalità epatica abnormale Monitoraggio mensile della funzionalità epatica (AST, ALT) Ipercolesterolemia Monitoraggio 2-3 volte nei primi 6 mesi e annualmente, poi. In seguito, uso di statine se i livelli sono elevati Neutropenia Monitoraggio mensile emocromo per i primi 6 mesi. Anafilassi Monitoraggio paziente durante le prime 6 infusioni Tab.3 Principali ADRs con TCZ ed azioni intraprese La percentuale di infezioni serie era bassa in tutti gli studi (OPTION, TOWARD, LITHE e RADIATE), poco più alta nel gruppo trattato con TCZ rispetto al gruppo-placebo. La tubercolosi non era osservata in tutti questi studi, a differenza di quanto si nota con gli anti-TNF α. Casi di infezioni serie erano associati a pazienti che avevano fatto uso di corticosteroidi, e che quindi leggermente più immunocompromessi. L’aumento di AST e ALT risultava più alto nei pazienti che facevano uso della terapia combinata con TCZ rispetto a quelli che venivano trattati solo con DMARDs. L’aumento dei livelli di colesterolo totale (TC) , delle lipoproteine a bassa e alta densità (LDL e HDL) e trigliceridi era osservato entro le 6 settimane dal trattamento e persistevano fino alla 24° settimana. Per il controllo dei livelli di LDL trovano, infatti, impiego le statine, il cui uso deve essere limitato al tempo di trattamento con TCZ. Il potenziale sviluppo di anticorpi anti-tocilizumab (HAHAs) e i loro effetti sull’efficacia ed incidenza di reazioni allergiche era stato valutato in tutti e quattro trials (OPTION, TOWARD, RADIATE,AMBITION). L’incidenza di anticorpi neutralizzanti HAHAs era più alta nei pazienti trattati con TCZ(8 mg/kg +DMARDs con n =16) comparato con quelli trattati con TCZ(4mg/kg +DMARDs con n=1) o con quelli trattati solo con TCZ (8mg/kg con n=1). L’efficaci rimaneva inalterata comunque, nonostante la formazione di HAHAs (6,7). In conclusione Il tocilizumab è il primo farmaco che ha mostrato una superiorità al MTX in monoterapia nel controllo dei segni e sintomi dell’artrite reumatoide. Ha mostrato,altresì, efficacia anche in combinazione con DMARDs già nel giro di 2-4 settimane. Per ciò che riguarda la tossicità del farmaco, si evidenzia una tossicità epatica di poco più comune con TCZ rispetto al MTX solo o in combinazione. In alcuni trials si evidenzia un aumento dei livelli di LDL, HDL,ma nello studio AMBITION solo le LDL erano aumentate. BIBLIOGRAFIA 1. Ogata A, Hirano T, Hishitani Y, Tanaka T.; Safety and efficacy of tocilizumab for the treatment of rheumatoid arthritis. Clin Med Insights Arthritis Musculoskelet Disord. 2012;5:27-42. Epub 2012 Mar 5. 2. 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