L’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine in... UDINE GIUGNO 2010 4 pagine Suppl. a Pubblicamente Anno 5 N. 2 - Dicembre 2009 Reg. Trib. Trieste n. 1116 del 29/7/2005 Direttore responsabile: Riccardo De Toma Stampa: Compeditoriale srl - Mestre BOTTA E RISPOSTA CON... ...Giuseppe Todaro, infermiere in servizio alla 1ª Medica A ... Mafalda Ferletti, segretario generale Fp Cgil Fvg Le nostre vite in corsia, L’assessore Kosic? Si vede un lavoro difficile poco. E quando si vede... Nelle Medicine, ad esempio, pochi operatori, letti bis, turni pesanti. Le possibili soluzioni L avorare in un reparto di ospedale è spesso, troppo spesso, difficile e stressante. Cominciamo a vedere come e perché a partire dalle Mediche. Con qualche domanda a Giuseppe Todaro (nella foto), infermiere laureato, delegato sindacale Cgil, membro eletto del Comitato di Dipartimento di Medicina Interna. Giuseppe lavora in qualità di infermiere presso il reparto di 1ª Medica A. Secondo l’esperienza da te maturata nel corso di questi anni sono migliorate le condizioni di lavoro nel tuo reparto? Più che di miglioramento si può parlare di alcune modifiche apportate dal gruppo degli operatori come, ad esempio, il cambio dell’orario della visita medica che attualmente non si accavalla più con le altre attività. Dal punto di vista assistenziale però nulla è cambiato nonostante gli sforzi fatti da noi lavoratori per organizzare meglio il lavoro. Il personale in dotazione al reparto è sufficiente a garantire al meglio l’assistenza secondo il dettato della tua professione? No. Assolutamente No. Il lavoro è spesso portato avanti da pochi operatori che devono comunque garantire tutta una serie di attività routinarie, intervenire sulle eventuali urgenze/emergenze trascurando sempre di più il rapporto di relazione, tanto caro alla nostra professione, che gli infermieri devono avere con l’utente. L’attività svolta nel tuo reparto è sempre conforme alla normativa vigente sulla sicurezza sia degli utenti che dei lavoratori? Non mancano i problemi. I letti bis ad esempio riducono gli spazi utili di lavoro, impediscono il corretto accesso degli operatori che devono prestare le cure. A questo va aggiunta la mancanza di luce, del campanello di chiamata, il letto è collegato ad una ciabatta elettrica che è sul pavimento e spesso intralcia lo spostamento dei letti. Non c’è accesso all’ossigeno e all’impianto di aspirazione se non ricorrendo a prolunghe che tagliano in due la stanza di degenza aumentando il rischio di caduta degli utenti autonomi, ma anche del personale in servizio. In caso d’incendio poi, un reparto strapieno significa difficoltà maggiore di evacuazione, mentre i letti nel corridoio in caso di urgenza rappresentano un serio ostacolo, un vero “tappo” alle vie di fuga. A livello operativo, avere tanti pazienti in più rappresenta un potenziale pericolo di compiere errori generati dalla confusione che si crea in un reparto sovra affollato e dalla stanchezza che ne deriva. Cosa vorresti, Giuseppe, che fosse fatto per avere la giusta soddisfazione nel tuo lavoro? Bisogna ricalibrare il carico di lavoro al fine di metterci in condizione di lavorare con professionalità e serenità. Un no assoluto ai letti bis. Avere turni programmati per lungo tempo e non fatti di volta in volta. Avere un luogo di lavoro riservato solo per il personale di assistenza che consenta di lavorare rispettando la privacy degli utenti, scrivere le registrazioni senza essere continuamente distratti, fare le richieste degli esami ematici, dare ascolto ad un familiare che deve darci informazioni o riceverne. Infine, la medicina deve diventare un buon luogo di lavoro, attrattivo per i nostri colleghi come lo sono altre realtà in questa azienda. Un grazie a Giuseppe e speriamo che presto si possa tornare a parlare del tuo reparto in maniera diversa da quello che è ora. Claudio Di Ottavio A proposito di organici ridotti, risorse tagliate, porte e portoni aperti al Privato S ulla Sanità – e non solo – i rapporti tra la Cgil e la Giunta Regionale sono molto tesi. Per capire bene i “perché” abbiamo fatto qualche domanda a Mafalda Ferletti (nella foto), segretario generale della Funzione Pubblica del FVG. Come si potrebbe definire con un termine la situazione della sanità in FVG? Critica. Ci sono parecchi elementi che ce la fanno descrivere così. Il primo è il blocco delle assunzioni che depaupera a colpi di scure la qualità e la quantità delle prestazioni che il Servizio Sanitario Regionale rivolge ai suoi cittadini. Il secondo è che nulla si è ancora fatto sul versante dell’applicazione del contratto nazionale di lavoro per le parti che lo stesso demanda al livello regionale, una parte economica ma soprattutto la parte che riguarda i lavoratori precari, che dopo un primo importante accordo di stabilizzazione di qualche anno fa, sono riaumentati nel numero e nelle funzioni. Eppure non si riesce a dialogare con l’Assessore, nemmeno su questo punto, nemmeno per censire quanti sono e FRASI CELEBRI “Ci penserò domani” (Rossella O’Hara in “Via col vento”) “Stare a casa dopo il parto? Un privilegio” (Maria Stella Gelmini, ministro) “Se dovessi acclarare irregolarità, lascerò la casa. Non posso abitare in una casa pagata da altri” (Claudio Scaiola, ministro) FAI LA CLASSIFICA Manda una mail a [email protected] e indica 1°, 2° e 3° posto tra le tre frasi dove lavorano. Come sono i rapporti con la Giunta regionale ed in specifico con l’assessore Kosic? Dire non buoni sarebbe usare un eufemismo, l’Assessore nel tempo che si “concede” per gli incontri con le Organizzazioni Sindacali - pochissimi gli incontri avuti finora, tant’è che si potrebbero contare sulle dita di una mano monca - si limita ad illustrare decisioni già prese, come nel caso delle dotazioni organiche consegnandoci dati parziali e fuorvianti. Così anche nel caso delle Risorse Aggiuntive Regionali, le cosidette RAR (vedi scheda a pagina 3) che servono a retribuire il personale che svolge una serie di importanti attività con risorse che ,appunto, si aggiungono al salario gìà previsto dal Contratto Nazionale : la sua proposta è stata una sorta di prendere o lasciare e poi, trascorsi 15 minuti, l’Assessore ha dato segni di insofferenza e ha chiuso il confronto. Non è così che si fanno le trattative!! Cosa accade sulle RAR? Le RAR sono state negli anni scorsi un importante strumento di intervento verso le criticità del sistema sanitario regionale. Ora , nell’incontro avuto il 25 maggio, l’Assessore ha proposto verbalmente un forte incremento delle risorse vincolate a progetti specifici, limitandone per contro fortemente il numero. Ma così la proposta dell’Assessore lascia fuori quasi tutta la progettualità della sanità territoriale, affrontando solo alcune – e per di più poche - criticità degli ospedali. Noi vorremmo piuttosto che a livello aziendale sia la contrattazione tra parti sociali ad indicare le specificità alle quali dar risposta con lo strumento1 delle RAR. D’altra parte la lentezza delle risposte alle nostre richieste, dimostra quanto in realtà questo Assessore voglia confrontarsi su questo strumento. AFFOSSARE il pubblico per poi aprire porte e portoni al privato, è la logica che sta dietro a queste proposte limitate e limitanti. I cittadini del FVG hanno molto da perdere da questa scelta poiché la nostra sanità che è sempre stata un modello per le altre regioni e non solo, si è sempre basata sul ruolo pubblico di questi servizi ed è proprio questo che ha consentito,finora, di avere una buona sanità accessibile a tutti. L’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine in... 2 4 pagine Benzina su (+16,7%!!) e stipendi giù Ad aprile 2010 i dati Istat dicono che la benzina verde è aumentata, su base annua, del 16,7%!! Ad aprile 2010, invece, le nostre buste paga sono ferme o quasi ferme!! Per di più l’ac- Giugno 2010 Loro evadono noi paghiamo Loro evadono 110/120 MILIARDI ALL’ANNO. Noi paghiamo anche per loro. La Cgil chiede una netta inversione: far pagare gli evasori, ridurre le tasse ai lavoratori e ai pensionati. cordo che Cisl, Uil e Ugl hanno firmato sui contratti futuri prevede un indice (IPCA) che NON tiene conto dell’aumento della benzina. Quell’accordo – che la Cgil NON ha firmato – deve essere radicalmente cambiato. ��������������������� E come se non bastasse, ora il Governo vuole mettere tutto... Il Governo vuole √ smantellare i servizi pubblici ai cittadini √ mandare in pensione le donne del pubblico impiego a 65 anni (dal 2012!) √ bloccare gli stipendi fino al 2013 √ bloccare il turn over √ licenziare i precari ����������������������������� ����������������������������������� LA CGIL DICE BASTA! dopo la grande manifestazione nazionale Cgil di sabato 12 giugno a Roma, la Cgil proclama lo SCIOPERO GENERALE per VENERDÌ 25 GIUGNO 2010 con manifestazioni in tutta Italia. Il Friuli Venezia Giulia manifesta a Trieste (ore 9.30 concentramento in piazza della Libertà, a seguire corteo e comizio finale in Piazza dell’Unità d’Italia). Le categorie della Funzione Pubblica scioperano l’intera giornata o turno di lavoro. STAI CON LA CGIL CAMBIAMO LA MANOVRA DEL GOVERNO Gli effetti della manovra del Governo sugli stipendi e sugli organici L’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine in... Giugno 2010 ZOOM sulle 4 pagine 3 Risorse Regionali Aggiuntive (R.A.R.) In Friuli Venezia Giulia, gli accordi tra Sindacato e Assessorato sanità prevedono lo stanziamento di quasi 16 milioni di euro in aggiunta alle risorse previste dal Contratto nazionale di lavoro. Attualmente le R.A.R. sono utilizzate come risulta dalla tabella seguente. E’ in corso la trattativa per il rinnovo dell’accordo. 8 milioni di euro circa aumentano l’importo di una serie di indennità già previste dal CCNL L’importo dell’incentivo regionale è pari a: - Incentivo per il lavoro notturno e - € 9,71 per ciascun turno notturno di effettivo servizio festivo - € 5,42 per ciascun turno festivo di effettivo servizio L’incremento dell’indennità giornaliera prevista dal CCNL per il personale che svolge l’attività in servizi articolati su due e tre turni è il seguente: - € 1,00 per ciascuna giornata di effettivo servizio su due turni - € 4,49 per ciascuna giornata di effettivo servizio su tre turni - Incentivo turno (sulle 12 e 24 ore) per quanto concerne l’incentivo del personale che svolge l’attività sui due turni sono mantenuti gli accordi di miglior favore già sottoscritti nel 2003 e si possono prevedere nelle altre aziende - laddove non esistenti - anche incentivi superiori e comunque complessivamente non maggiori a € 2,07 compatibilmente con le risorse assegnate a ciascuna azienda. - Incentivi personale OTA/OSS Al personale OTA e OSS che presta servizio nelle terapie intensive, subintensive, sale operatorie, servizi di nefrologia/dialisi e servizi di malattie infettive, viene riconosciuto il seguente incentivo: - € 1,50 per ciascuna giornata di effettivo servizio per il personale OTA - € 2,58 per ciascuna giornata di effettivo servizio per il personale OSS 330 mila euro circa per il personale distaccato ai corsi di laurea area sanitaria (coordinatori e tutor di primo livello 5 milioni di euro circa che si aggiungono ai fondi aziendali per essere ripartiti tra il personale in base agli accordi aziendali 2 milioni e mezzo di euro che si � possono riguardare una o più delle se� generici etc.); 4) Distretti; 5) Piano sangue; 6) Sicurezza sul lavoro ; 7) Programma screening tumore colonrettale; 8) Assistenza farmaceutica; 9) Pronto soccorso; 10) Personale amministrativo e tecnico Flash sui DIRITTI: maternità I� questo numero del giornale - ne ricorderemo i principali. Cominciamo con i diritti legati alla MATERNITÀ. CONGEDO DI MATERNITÀ • 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo (fa fede la data presunta); • anticipazione a 3 mesi prima se si è adibiti a lavori faticosi; • è possibile astenersi dal lavoro 1 mese prima del parto (se non ci sono complicazioni) e fruire di 4 mesi dopo lo stesso Trattamento economico: 100% CONGEDO PARENTALE • Per ogni bambino fino a 8 anni di vita si ha diritto a periodo di astensione fino ad un massimo di 10 mesi complessivi per entrambi i genitori • La durata massima è di 6 mesi per genitore sempre nel totale dei 10 mesi • Se il padre fruisce di almeno 3 mesi di congedo, lo stesso può arrivare a complessivi 7 mesi elevando a 11 il periodo massimo complessivo per entrambi i genitori • In caso di genitore “solo” il periodo massimo è di 10 mesi Trattamento economico • Durante il congedo parentale il trattamento economico è il seguente: - per il 1° mese: 100% - i mesi successivi: 30% ALLATTAMENTO Le “ultime” sulle fasce orarie di controllo per malattia Le fasce di reperibilità per le visite fiscali previste attualmente sono: dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 18 di ogni giorno, incluse le giornate non lavorative e festive. Esclusione dell’obbligo di reperibilità, dopo l’effettuazione della prima visita fiscale. • Durante l’allattamento la madre ha diritto alla fruizione di permessi retribuiti nelle seguenti misure: - 2 ore di riposo giornaliero (anche cumulative) se l’orario è pari o superiore alle 6 ore - 1 ora di riposo giornaliero se l’orario è inferiore alle 6 ore. • Anche il padre può fruirne se la madre non ne ha diritto o non ne fruisce. MALATTIA DEL BAMBINO • Se insorge la malattia, padre o madre possono assentarsi: - fino a 3 anni: per i primi 30 giorni all’anno con pagamento del 100% dello stipendio; - dai 3 agli 8 anni: 5 giorni all’anno non retribuiti. LAVORO NOTTURNO • La lavoratrice non può essere adibita al lavoro notturno dall’accertamento della gravidanza e fino ad 1 anno di vita del bambino • Esenzione, se richiesta, dal lavoro notturno fino al compimento dei 3 anni del bambino • In caso di genitore “solo” l’esenzione può essere chiesta fino al compimento dei 12 anni DIVIETI E PRESCRIZIONI • Divieto di licenziamento dall’accertamento della gravidanza fino a 1 anno di vita del bambino • Divieto di svolgere lavori faticosi, pericolosi e insalubri dall’accertamento della gravidanza e fino a 7 mesi dopo il parto (se ciò non è possibile è obbligatorio lo spostamento ad altre mansioni oppure l’interdizione dal lavoro) • Controlli prenatali con permessi retribuiti • Interdizione dal lavoro per complicanze gestazione (viene dichiarata dall’Ispettorato del Lavoro) L’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine in... 4 4 pagine Giugno 2010 Intervista a Lorenzo Gorasso, leader della delegazione Fp Cgil dell’A.O.U. di Udine Orario di lavoro: la Cgil chiede... ...turni programmati almeno tre mesi prima, basta turni in quarta, cambio divise in orario di lavoro ed altro ancora. Da dodici anni in questa Azienda non si assiste ad alcuna contrattazione sull’orario di lavoro. Su questo tema abbiamo intervistato Lorenzo Gorasso, leader della delegazione trattante Fp Cgil. Secondo la CGIL, cosa si intende per orario di lavoro? Si tratta di un insieme di aspetti, i più vari, tutti strettamente legati alla vita delle persone, in Azienda e a casa con la propria famiglia: significa prendere in considerazione i turni, la flessibilità in ingresso e uscita, il cambio divisa, la reperibilità, le pause e molto altro. Quali sono gli aspetti dell’orario di lavoro che più possono influenzare la vita quotidiana dei lavoratori? Direi che il primo aspetto da valutare è quello dei turni: sempre tenendo in considerazione le logiche di servizio. È assolutamente indispensabile che si dia ai lavoratori il modo di organizzare la propria vita, comunicando i turni con un anticipo di almeno 3 mesi, e non alla fine del mese precedente, come accade di norma in questa Azienda. E’ inoltre necessario che l’orario di tutti i dipendenti venga organizzato in modo da tendere il più possibile a quello base di 36 ore settimanali di media. I turni in quarta devono essere aboliti, poiché pregiudicano gravemente la qualità della vita delle persone: al lavoro per la obiettiva spossatezza, e a casa per l’impossibilità di condurre una normale vita familiare. Quali altri aspetti prende in considerazione la CGIL? E’ fondamentale che l’Azienda sia anche capace di farsi carico del disagio dei lavoratori, nei momenti particolari di difficoltà durante la vita lavorativa, legati alla famiglia, ai figli. Per esempio? La richiesta di un dipendente, in un periodo di difficoltà personali, di svolgere solo turni che gli consentano di poter essere presente a casa nei momenti di bisogno; rispondere positivamente a questa richiesta potrebbe risolvere il suo problema fino al rientro nei turni normali, sempre programmato insieme all’Azienda. E per quanto riguarda il disagio che stiamo vivendo tutti quotidianamente? E’ necessario riflettere sul contesto in cui stiamo vivendo: è un momento in cui il personale è sempre più carente (vedi Brunetta, vedi la nostra Giunta Regionale), in cui si dovrà lavorare un numero di anni sempre maggiore per poter andare in pensione; in Azienda la possibilità di richiedere il part-time è praticamente nulla, dunque in caso di difficoltà non si può ricorrere nemmeno a quella forma di flessibilità. In questo contesto, è prioritario che noi otteniamo una sorta di compensazione a questo inesorabile peggioramento delle nostre condizioni di lavoro, per poter vivere quanto più dignitosamente e serenamente possibile i lunghi anni che trascorreremo in Azienda. Cosa intendete per banca delle ore? In questo momento in Azienda c’è una grande confusione sul modo di considerare le ore svolte in più, gli straordinari, il cambio divise, e c’è una disparità di trattamento, legata alla sensibilità individuale dei Responsabili, tra le diverse strutture. E’ allora indispensabile chiarire delle linee generali, pur lasciandone poi l’applicazione a livello di SOC: il cambio divise deve essere effettuato in orario di lavoro; quanto alle ore svolte in più, devono essere considerate in I SERVIZI CGIL A UDINE Inca - via Bassi 36 - tel. 0432550212-213 lun. merc. ven. 8.30-13.30 / mart. giov. sab. 8.30-12 mart. giov. 14-18 (il 2° mart. di ogni mese ufficio chiuso) Ufficio Vertenze - via Malignani 8 - tel. 0432550300 lun. merc. 16.30-18, ven. 9.30-12 Sunia - via Bassi 36 - tel. 0432550326 mart. e giov. 15-18 Alef Ufficio diritti - via Bassi 36 - tel. 0432550350 lun. 9-12 e 15-18, ven. 14.30-16.30 Caaf Nordest - via Malignani 10 - 04324989907 mart. 15-18, giov. 9-12 e 15-18 Federconsumatori - via Torino 64 Paderno - tel. 043245673 modo univoco: gli straordinari devono essere per tutti fattibili solo su indicazione preventiva scritta, oppure per tutti effettuati liberamente in base al carico di lavoro e comunicati il giorno successivo. Se non vengono considerate al fine degli straordinari, le ore svolte in più devono essere tenute a disposizione del dipendente - una sorta di banca delle ore – per poterle utilizzare con una certa flessibilità legata sì alle proprie esigenze, ma anche ai carichi di lavoro, garantendo così più serenamente la propria disponibilità in situazioni di maggiore impegno; e questo deve essere garantito anche ai turnisti, che, magari non in momenti difficili come le notti, devono poter uscire un’ora prima, recuperando in un contesto più tranquillo le ore in più effettuate in una giornata pesante. Si parla dunque anche di organizzazione del lavoro in senso più ampio. Certamente. L’orario ha profondamente a che fare con l’efficienza del servizio agli utenti: ci vuole per esempio una maggiore armonizzazione, in determinate fasce di orario di lavoro, tra medici e operatori sanitari. Faccio un esempio: attualmente accade che il personale della sala operatoria sia già disponibile alle 7 di mattina, ma l’attività non cominci prima delle 9. La conseguenza automatica è che poi gli infermieri devono fare gli straordinari per portare COME ERAVAMO Inviate le vostre foto “d’altri tempi” alla mail [email protected]. Le pubblicheremo Un’ausiliaria del Santa Maria Misericordia negli anni ‘60. I DELEGATI CGIL Problemi? Rivolgiti ai delegati Cgil GORASSO LORENZO [email protected] BAITA BARBARA c/o Chirurgia CAPUANO MASSIMILIANO c/o Ortopedia CIARAVELLA FRANCESCO [email protected] CROATTO FULVIA [email protected] DI OTTAVIO CLAUDIO [email protected] D’ESTE MARIA (detta MIRIAM) [email protected] DE LUCA MATTEO [email protected] FABBRONI FRANCESCA c/o Economato TONIZZO PIER PAOLO [email protected] TODARO GIUSEPPE [email protected] TRENGA ADRIANA [email protected] Oppure rivolgiti alla sede sindacale dell’A.O.U. e chiedi di DONATELLA MINEN (cellulare 340-8764205). Per l’ospedale di Cividale rivolgiti a: SCALON PAOLO e STENDARDO GIULIA. a termine la seduta programmata. È un’organizzazione del lavoro che non tiene conto dei dipendenti, ma nemmeno delle esigenze di servizio. Altro problema: le reperibilità; in caso di reperibilità molto frequenti, e che prevedano molte ore di presenza una volta chiamati in servizio, è necessario che siano trasformate in guardia attiva. Riassumendo, quali sono le questioni che stanno a cuore della CGIL? Sostanzialmente: turni più umani, comunicati con l’anticipo di almeno tre mesi; flessibilità a favore del dipendente, sempre senza sottovalutare le esigenze di servizio, secondo i carichi di lavoro e le difficoltà del lavoratore; regolamentazione degli straordinari e delle reperibilità. Non è sufficiente però regolamentare l’orario, se non cambia profondamente l’organizzazione del lavoro. Prendiamo ad esempio il disagio dei lavoratori delle Mediche: non è risolvibile solo incidendo sull’orario di lavoro, ma rivedendo tutta l’organizzazione, a partire dall’ingresso del paziente in Pronto Soccorso, seguendolo fino al suo arrivo alle Mediche, specificando modi e tempi, nonché il livello di diagnosi. – a questo proposito è necessario sia stabilito con certezza quanti pazienti il reparto possa ospitare, opponendosi fermamente al fenomeno grave e diffuso dei letti-bis - continuando a seguirlo nel suo ricovero e nella predisposizione delle sua dimissioni anche attraverso accordi preventivi con il territorio e con le RSA. A seguito di parecchie discussioni mi sento addirittura di proporre che nelle Mediche intervenga, almeno per un paio di anni, una figura di Dirigente Amministrativo di Dipartimento per governare questo processo con uno sguardo più “laico” di quello che può avere un medico, che è comprensibilmente attento a tutt’altre problematiche. E cosa chiede ai lavoratori? Di rendersi conto dell’importanza di queste questioni per la vita di ogni lavoratore, e di non delegarne la risoluzione, ma di pretendere informazione e risultati. Lasciare sola la delegazione nella trattativa porterebbe a soluzioni non pienamente soddisfacenti, non di lungo respiro, e ad un accordo appiattito sulle proposte di pochi; è invece più che mai necessario che queste questioni vengano risolte attraverso la partecipazione del maggior numero di lavoratori, ovvero di chi ogni giorno vive questi problemi sulla sua pelle. Francesca Fabbroni