I Linfomi
Francesco Merli
Ematologia ASMN-IRCCS
Reggio Emilia
Arcispedale S. Maria Nuova
Dipartimento Oncologico e Tecnologie Avanzate
Ematologia
Cos’è un linfoma?
LINFOMA:
neoplasia complessa che deriva dall’espansione
clonale di una determinata popolazione di linfociti B o
T, che sono deputati alla difesa immunologica
dell’organismo.
L’espressività clinica dominante è l’AUMENTO DI
VOLUME DEI LINFONODI SUPERFICIALI, PROFONDI E
DELLA MILZA. I quadri clinici e la sintomatologia
possono essere disparati e riflettono l’interessamento
primitivo degli organi linfoidi secondari.
I linfomi maligni comprendono
Linfomi non-Hodgkin (LNH)
Linfomi di Hodgkin (LH)
A seconda dell’andamento clinico della malattia
forme aggressive
forme indolenti
A seconda della cellula di origine
forme B
forme T/NK
B-Cell Differentiation
LYMPH NODE
BONE
MARROW
PERIPHERAL
BLOOD
TdT
CD10
CD19
cm
CD5
CD23
B-Cell
Precursor
Naï
Naïve B
cell
Plasmocito
Immunoblast Cell
Linfoplasmocytic Cell
Follicular Zone
CD5
ANTIGEN
CL L
tiple a
l
u
M
lom
e
y
M
Marrow
IgM
CD20
L
DLC
ALL
CD38
CD138
ma
o
h
p
ym
L
c
i
cyt
o
lasm
p
o
Linf
Paracortex
L
MC
Mantle cell
itt
Burk phoma
Lym
Folicular
Blast Cell CD10
BclBcl-2
Centrocitic
Cell
r
a
l
u
ic
Foll phoma
Lym
MZL
L
DLCCentroblast Cell
IgA/IgG
CD20CD20-
Marginal Zone
B-Cell
Adaptado de Tumors of Haematopoietic and Lymphoid Tissues – WHO Classification of Tumors, 2001
EPIDEMIOLOGIA
Le cause eziopatogenetiche sono nella maggior parte dei
casi sconosciute. Esistono però correlazioni con
-DIFETTI DEL SISTEMA IMMUNITARIO (AIDS,
immunodeficienze ereditarie, trapianto d’organo)
-INFEZIONI VIRALI/BATTERICHE (EBV, HTLV1, HHV8, HCV, H.
pylori)
-AGENTI AMBIENTALI (pesticidi, asbesto, diserbanti,
benzene)
La diffusione della malattia può avvenire
-Per CONTINUITA’: il tumore supera la capsula linfonodale e
si assiste al coinvolgimento extranodale di un parenchima.
-Per VIA LINFATICA: vengono interessate dal linfoma stazioni
linfatiche successive lungo il decorso dei vasi linfatici che
drenano dal linfonodo colpito (modalità più frequente).
-Per VIA EMATICA: è la modalità di diffusione generalmente
più tardiva e porta ad una generalizzazione della malattia o
all’interessamento di organi extralinfatici.
LINFOMI EXTRANODALI:
20-30% dei casi la patologia neoplastica insorge in
precursori della linfocitopoiesi che si trovano al di fuori degli
organi linfoidi secondari.
I più comuni sono
- Cute
- SNC
- Testicolo
- Tubo gastroenterico
- Ghiandole salivari
- Polmone
CLASSIFICAZIONE DEI LINFOMI
1942
Gall-Mallory
gigantofollicular lymphoma
linfosarcoma
reticolosarcoma
1954
Rappaport
size
growth pattern
1974
Lukes e Collins
immunologic
1975
Kiel
classification
1982
W. F.
malignancy degree
1994
R.E.A.L.
29 type NHL
2000
WHO 2000 (ICD03)
38 type NHL and 6 HL
2008
WHO 2008
---------
CLASSIFICAZIONE WHO:
Si basa sulle caratteristiche della cellula neoplastica a
livello
-Morfologico
-Immunofenotipico
-Molecolare
Include tutte le malattie linfoproliferative (LNH, LH, MM)
E’ un sistema aperto ed in continua evoluzione (REAL 1994,
WHO 2000, WHO 2008)
Distingue 3 categorie di linfomi:
-Neoplasie dei linfociti B (LNH di derivazione dai
precursori o dai linfociti B periferici)
-Neoplasie a cellule T/NK (LNH di derivazione dai
precursori o dai linfociti T periferici)
-LH
Distribuzione dei Linfomi secondo WHO:
LNH
%
LH
%
Diffuso a Grandi Cellule B
30
Sclerosi nodulare
75-80
Follicolare
22
Marginal-zone
8
20-25
Mantellare
5
Cellularità mista
Ricco in linfociti
Deplezione linfocitaria
Burkitt
3
PTCL Unspecified
7
Anaplastico
Primitivo del Mediastino
Linfoblastico T
3
altri
12
Linfoma di Hodgkin
SEER database 2006-2010
Età media alla diagnosi: 38 anni
Incidence Rates:
3.2 per 100,000 maschi
2.4 per 100,000 femmine
Età media al decesso: 64 anni
Linfoma Non Hodgkin
SEER database 2006-2010
Età media alla diagnosi: 66 anni
Incidence Rates:
23.9 per 100,000 maschi
16.4 per 100,000 femmine
Età media al decesso: 76 anni
LINFOMI
LNH
AGGRESSIVI
LH
INDOLENTI
I Linfomi a Reggio Emilia, 2007
LH
LNH
LH
LNH
Principali caratteristiche distintive
LH
LNH
• A lungo confinata in sedi linfo
Diffusione per contiguità
• 50% localizzata
• Mediastino 50%
• Rari tubo digerente, tonsille,
testicoli,SNC
• Fegato e MO rari all’esordio
• Nel 50% sintomatici
• Per breve tempo in sedi linfo
Esordio multifocale
• 10% localizzata
• Mediastino 20%
• Frequenti tubo digerente,
tonsille, testicoli, SNC
• Fegato e MO frequenti
all’esordio
• Nel 25% sintomatici
Decorso clinico
Quando sospettare
un linfoma?
…In caso di riscontro di
ADENOPATIE…..
SUPERFICIALI
- Riscontrate dal paziente
- Riscontrate dal medico di base
PROFONDE
- Riscontrate mediante esami strumentali eseguiti per
dolore addominale
stipsi ostinata
tumefazioni addominali
dolore toracico
dispnea
Possono essere espressione di
INFEZIONE/INFIAMMAZIONE
METASTASI DI NEOPLASIA SOLIDA
LINFOMA
Bagnolo, 20-21 marzo 2013 – F. Ilariucci, SC Ematologia ASMN
ADENOPATIE SUPERFICIALI
Adenopatie superficiali di
natura infettiva
Alla palpazione, di solito:
CONSISTENZA TESO-ELASTICA
MOBILI SUI PIANI SOTTOSTANTI
DOLENTI
Adenopatie superficiali di natura
neoplastica o linfomatosa
Alla palpazione, di solito
CONSISTENZA DURA
PIU’ O MENO ADESE AI PIANI SOTTOSTANTI
NON DOLENTI
Solitamente le metastasi di tumori primitivi solidi
(es: ka polmonare ---> linfonodi sovraclaveari)
hanno più accentuate le caratteristiche di fissità
e durezza
ADENOPATIE PROFONDE
Ecografia ---> TAC
TAC ---> Chirurgo ---> Generale adenopatie addominali
Toracico adenopatie mediastiniche
La biopsia è fondamentale in caso di sospetto
linfoma
Ambulatorio MMG: paziente con adenopatie ed un
quadro clinico di verosimile genesi INFETTIVA
FEBBRE
FARINGODINIA
Prescrivere esami (emocromo con formula, VES, ELF
sieroproteine, sierologia per CMV, Toxo, EBV, Bartonella) +/antibiotico +/- FANS + eventuale ecografia
Rivalutazione a 7-8 gg:
miglioramento ---> osservazione
stabile/peggioramento ---> richiesta di VISITA EMATOLOGICA
Ambulatorio MMG: paziente con adenopatie e
quadro clinico a verosimile genesi NON INFETTIVA
NON FEBBRE
NON FARINGODINIA
RICHIESTA DI VISITA EMATOLOGICA (URGENTE SE
VOLUME E PRESENTAZIONE DEI LINFONODI SONO
MOLTO SOSPETTI PER LINFOMA)
DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON
-Mononucleosi infettiva: adenopatia raramente isolata,
spesso pluristazionaria in sede laterocervicale, nel 50% dei casi
associata a splenomegalia. Si accompagna a leucocitosi fino a
40.000/mm3 ed a positività per IgM anti-EBV
-Linfoadenopatie granulomatose:
toxoplasmosi (linfonodi ascellari e nucali, sierologia positiva)
malattia da graffio di gatto (linfonodi ascellari ed inguinali)
sarcoidosi (linfonodi ascellari ed inguinali)
-HIV
…In caso di riscontro di
SINTOMI SISTEMICI…..
SINTOMI CLINICI
A: nessun sintomo clinico generale
B:
febbre o febbricola (prevalentemente serotina)
sudorazioni notturne profuse
calo ponderale (>10% negli ultimi 6 mesi)
prurito «sine materia»
I sintomi B sono presenti in poco meno del 50% dei LH e
nel 10-20% dei LNH
…In caso di riscontro di
ESAMI DI LABORATORIO
ALTERATI…..
- Formula invertita
- VES: solitamente aumentata nei LH
- LDH: solitamente elevato nei LNH aggressivi
- Beta2microglobulina: più frequentemente elevata nei
LNH indolenti
- Albumina: spesso bassa nei LH
La diagnosi di linfoma deve essere SEMPRE
patologicamente documentata a livello di
- morfologia
- immunoistochimica
- biologia molecolare
E’ un processo complesso che deve integrare
discipline diverse (anatomo patologo, biologo
molecolare, immunoistochimico, citogenetista,
citofluorimetrista)
Può essere effettuata su:
- biopsia linfonodale
- biopsia ossea
- biopsia tissutale
Il paziente arriva in EMATOLOGIA
Il percorso diagnostico prevede:
- VALUTAZIONE CLINICA: anamnesi patologica remota e
prossima, esame obiettivo, sintomi A/B, valutazione di eventuali
esami bioumorali e/o strumentali già eseguiti
- ESAMI STRUMENTALI: Rx torace (+/- TAC del distretto)
- SIEROLOGIA INFETTIVA: CMV, Bartonella, Toxo, Mono test
- AGOASPIRATO DI ADENOPATIA SUPERFICIALE: non è
diagnostico ma potenzialmente suggestivo per patologia
linfoproliferativa cronica ed esclude le metastasi
AGOASPIRATO o AGOBIOPSIA DI
LINFONODO
A CIELO COPERTO: DH Ematologico (solo citologico)
AGOASPIRATO O TRU-CUT IN ECOGUIDA:
Radiologia
Endocrinologia
Valutazione di istologia o citologia ed
immunofenotipo
Citologia ed immunofenotipo suggestivi per
LINFOMA
---> BIOPSIA LINFONODALE
Citologia ed immunofenotipo NON suggestivi
per LINFOMA:
- watch & wait (se combacia col sospetto
diagnostico)
- BIOPSIA LINFONODALE (se l’obiettività clinica
suggerisce la presenza di linfoma)
BIOPSIA LINFONODALE
E’ l’unico esame che consente la diagnosi certa di
linfoma e la definizione dell’istotipo
Al Santa Maria Nuova viene eseguita
- c/o ORL (adenopatia laterocervicale)
- c/o Chirurgia Toracica (massa mediastinica)
- c/o Chirurgia Generale (adenopatia ascellare,
sovraclaveare, inguinale o addominale profonda)
esame morfologico
valutazione immunoistochimica mediante specifici
anticorpi che consentono di definire con certezza
l’istotipo e la linea linfocitaria del linfoma (B o T)
valutazione di Ki67 ---> indica la velocità di
replicazione cellulare (aggressività del linfoma)
Una volta effettuata la
DIAGNOSI DI LINFOMA…
COLLOQUIO COL PAZIENTE: comunicazione della
diagnosi e del percorso di stadiazione
PERCORSO DI STADIAZIONE
PROPOSTA DEL PIANO TERAPEUTICO: standard o
proposta di studio clinico (firma del consenso
informato)
STADIAZIONE DEL LINFOMA
• Anamnesi (sintomi sistemici)
• Esame obiettivo (adenopatie, organomegalia)
• Tac toraco-addominale
• Biopsia osteo-midollare
• PET/TC total body
• Endoscopia
• Rachicentesi
Biopsia osteomidollare
STADIAZIONE (I-IV)
(Ann Arbor, 1971)
I
una singola stazione LN (I) o
una singola sede extralinfonodale (IE)
II
due o più stazioni linfonodali situate dallo stesso lato
del diaframma (II) o
due o più stazioni linfonodali ed una sede
extranodale (in forma localizzata) poste dallo stesso
lato del diaframma (IIE)
III
più regioni linfonodali situate da entrambi i lati del
diaframma (III) o milza (IIIS) o
di un organo extranodale (IIIE) o di entrambi (IIIES)
IV
interessamento diffuso o disseminato di una o più
sedi extranodali con o senza compromissione
linfonodale
MASSA BULKY
Linfonodo o agglomerato di linfonodi il cui diametro
massimo supera i 10 cm (7 cm secondo Velasquez)
Una massa mediastinica viene
definita bulky se ad una
radiografia del torace il suo
diametro trasverso massimo è
superiore ad 1/3 del diametro
trasverso del torace all’altezza di
T5-T6
Massa bulky
mediastinica
all’Rx torace
FINALITA’ DELLA STADIAZIONE
• Definizione dell’estensione di malattia alla diagnosi, in
termini di numero di sedi e/o di eventuale presenza di sedi
bulky, nei confronti della quale valutare la risposta al
trattamento
• Individuazione del coinvolgimento di organi o strutture che
possono necessitare di trattamenti specifici (SNC, tubo
digerente, scheletro)
• Separazione tra stadi localizzati (I/II) ed avanzati (III/IV); tale
diversificazione appare dotata di una significativa valenza
prognostica nell’ambito di sistemi di score prognostici
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: TAC
Permette un’acquisizione di dati sulle sedi interessate da
malattia di tipo DIMENSIONALE e MORFO-STRUTTURALE
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: PET
Positron Emission Tomography
E’ una metodica di imaging FUNZIONALE che si basa
sull’elevato metabolismo glucidico che caratterizza
le cellule neoplastiche.
Il tessuto tumorale può essere caratterizzato
funzionalmente indipendentemente da parametri
morfologici e/o dimensionali.
Risulta superiore alle tecniche tradizionali di imaging in
vari step:
-Stadiazione
-Restaging precoce del linfoma durante la
chemioterapia
-Restaging finale del linfoma (è in grado di
discriminare la presenza di tessuto linfomatoso residuo
da tessuto fibroso e necrotico)
-Durante il follow-up (ruolo discusso)
Fattori Prognostici
Caratteristiche di presentazione alla diagnosi che
verosimilmente condizionano la prognosi
Sono stati associati tra loro per costituire degli indici
prognostici espressi da un numero
Il valore di questi indici può condizionare la scelta
terapeutica
IPI, aaIPI
FLIPI
LNH
MIPI
PIT
EORTC
Hasenclever
PET2
LH
IPI (LNH Aggressivi)
•
•
•
•
•
Età > 60 anni
Performance status scadente
LDH > valore normale
Stadio III o IV
Sedi extranodali > 1
IPI = 0-1
IPI = 2
IPI = 3
IPI = 4-5
rischio basso
rischio intermedio basso
rischio intermedio alto
rischio alto
Curve di sopravvivenza e mortalità per IPI
NEJM, 1993
FLIPI (Linfomi Follicolari)
• Età > 60 anni
• Stadio III-IV
• Hb > 12 g/dL
• Nr aree nodali > 4
• LDH > valore normale
FLIPI = 0-1
FLIPI = 2
FLIPI = >= 3
rischio basso
rischio intermedio
rischio alto
Curva di sopravvivenza per FLIPI
MIPI (Linfomi Mantellari)
Independent Prognostic Factors for shorter OS:
- Age
Survival After Diagnosis by MIPI
1.0
- LDH
- WBC count
Probability of OS
- ECOG
0.8
0.6
0.4
0.2
LR, median
not reached
IR, median: 51
HR, median: 29
0
MIPI score =
0
12
[0.03535 x age (yrs)] x age (yrs)]
+ 0.6978 (if ECOG > 1)
+ [1.367 x log10(LDH/ULN)]
+ [0.9393 X log10(WBC count)]
24
36
48
60
72
Mos Since Registration
84
96
Hoster E, et al. Blood. 2008;111:558-565.
Risk Stratification: MIPI biological
Age
ECOG
LDH
WBC (at diagnosis)
+ ki-67
Indice EORTC (LH localizzati)
FATTORI DI RISCHIO
Bulky mediastino
Età ≥ 50 aa
VES ≥ 50 senza sintomi B o ≥ 30 con sintomi B
≥ 4 sedi linfonodali
FAVOREVOLI
Nessun fattore di rischio
SFAVOREVOLI
Se presente almeno uno dei fattori di rischio
Hasenclever (LH avanzati)
• Emoglobina < 10,5 g/dl
• Età > 40 anni
• Sesso maschile
• Linfociti < 8%
• Albumina < 4g/dl
• Leucociti > 15000/mmc
• Stadio IV
NEJM, 1998
PET2 (LH)
Rivalutazione PRECOCE della malattia tramite PET in coda al 2° ciclo di
chemioterapia (ABVD).
Si è dimostrata un fattore prognostico rilevante per la predizione della
risposta alla terapia.
Gallamini et al, Hematologica 2006
Hutchings M et al. Blood 2006
108 pazienti LH stadio IIA-IVB; 2y. PFS 96% (PET-2-) vs. 6% (PET-2+)
Gallamini et al, Hematologica 2006
77 pazienti LH stadi IA-IVB; 2-y.PFS 96% (PET-2-) vs. 0 (PET-2+)
Gallamini A, Rigacci L, Merli F et al: Haematologica 2006, 91; 475 - 481
Hutchings: Blood 2006, 107; 52- 59
Hutchings M et al. Blood 2006
PROPOSTA DEL PIANO
TERAPEUTICO
Le decisioni terapeutiche si basano su
• Istologia del linfoma
• Stadio di malattia (localizzata vs avanzata)
• Indice prognostico (favorevole vs sfavorevole)
• Età e comorbidità del paziente
• Possibilità di arruolamento in studio clinico
Guarigione e cura
# Per guarigione si intende la completa
eradicazione della malattia che dura nel
tempo.
# Per cura si intende il controllo di una
malattia che inesorabilmente tende a
ripresentarsi nel tempo.
Una guarigione è possibile per il 60% circa dei
LNH Aggressivi e per circa l’80% dei LH
Una cura è possibile per il 70-80% dei pazienti
con LNH indolente
«ARMI» TERAPEUTICHE…
Chemioterapia
Anticorpi monoclonali
Radioterapia
Radioimmunoconiugati
Antibioticoterapia
Trapianto autologo ed allogenico
CHEMIOTERAPIA
Impiega farmaci che distruggono le cellule tumorali
agendo generalmente sull’alterazione del loro DNA in
modo che diventino incapaci di crescere e sopravvivere.
Il successo della chemioterapia dipende dal fatto che le
cellule tumorali, avendo un elevato indice proliferativo,
sono più sensibili a queste sostanze rispetto alla cellule
sane.
Massima efficacia per tempi e dosi ottimali (doseintensity).
Solitamente si impiegano schemi a più farmaci (polichemio)
con meccanismi d’azione differenti somministrati e.v.
Monochemioterapia
Agenti alchilanti (Chlorambucil…)
Alcaloidi della Vinca (vincristina, vinblastina)
Fludarabina
Steroidi
Polichemioterapia
Combinazioni senza antracicline (es: CVP)
Combinazioni con antracicline (es: CHOP, MACOP-B, FND
somministrati a cicli, mediamente ogni 2-3 settimane
ogni ciclo può essere diviso in più somministrazioni
un programma chemioterapico viene completato
mediamente nell’arco di 4-6 mesi
(NB: per il trattamento con antracicline, cardiotossiche, va
valutata la frazione di eiezione mediante ecocardiogramma )
Tossicità della chemioterapia
Tossicità acuta
• Nausea, vomito
• Febbre da farmaci
• Reazioni allergiche
• Reazioni da stravaso
Tossicità a lungo termine
• Sterilità
• Cardiotossicità
• Secondi tumori
Tossicità a medio termine
• Alopecia
• Infezioni
• Anemia
• Mucosite
• Cardiotossicità
• Trombosi
ANTICORPI MONOCLONALI
Sono molecole biologiche che riconoscono antigeni
cellulari specifici, per cui svolgono un’azione antiblastica
mirata.
Ridotta tossicità/buona tollerabilità
Alta tecnologia di produzione/alti costi
Lunga emivita
Gli antigeni-bersaglio sono svariati
-tessuto-specifici
-di differenziazione
-recettori di fattori di crescita
-Markers di superficie
-Antigeni idiotipici specifici delle immunoglobuline
Possono essere coniugati con una molecola
radioattiva, in modo da irradiare direttamente le
cellule tumorali (radioimmunoterapia. Es: Zevalin)
Vengono spesso impiegati in combinazione con
la chemioterapia (chemioimmunoterapia. Es: RCHOP)
Un esempio per tutti…
RITUXIMAB
anticorpo chimerico anti-human CD20
approvato per il trattamento dei linfomi a cellule B
attivo nei linfomi indolenti ed aggressivi, in
monoterapia ed in combinazione con chemioterapia
numerosi pazienti sviluppano resistenza
Espressione del CD20 nello sviluppo
delle cellule B
Midollo Osseo
Cellula
staminale
pluripotente
Cellula
staminale
linfoide
Sangue, linfa
Cellula
pre-B
Cellula B
Cellula B
attivata
Plasma
cellula
CD20
Press OW, Semin Oncol 1999; 265 (suppl 14): 5858-65
Legame rituximab-CD20
RADIOTERAPIA
Radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule
tumorali, cercando nello stesso tempo di preservare
quelle sane circostanti.
E’ in genere un trattamento localizzato. Può essere l’unica
modalità di trattamento per linfomi in stadio molto
precoce.
Può essere somministrata in combinazione alla
chemioterapia (solitamente in coda, per consolidare una
buona risposta).
Tossicità della radioterapia
PRECOCE
• nausea/vomito
• mucosite
• fibrosi polmonare
• mielite spinale
• mielodepressione
TARDIVA
• fibrosi polmonare
• seconda neoplasia
NB: schermatura di tiroide, campi polmonari, testicoli, ovaie
RADIOIMMUNOTERAPIA (RIT)
Veicola radiazioni continue a basse dosi alle cellule tumorali.
Legando un Ab con una particella radioattiva si produce un
beneficio terapeutico sinergico che è superiore a quello
dell’anticorpo non coniugato.
Si blocca la progressione del ciclo cellulare oltre la fase G2,
con conseguente aumento della citotossicità (vengono inibiti
i meccanismi di riparazione del DNA).
Le radiazioni veicolate alle cellule nella RIT distruggono anche
le cellule tumorali vicine (cross-fire effect)
Zevalin®
Ibritumomab Tiuxetano marcato con ittrio-90
•
MAb
MAb
Ibritumomab:
–
•
Tiuxetano:
–
•
Ittrio-90
Ittrio-90
Radiazione
Radiazione
beta
beta
Chelante ad alta affinità che
assicura un legame stabile tra Mab
e ittrio-90
Ittrio-90 (90Y):
–
Tiuxetano
Tiuxetano
Anticorpo murino anti-CD20 che si
lega alle cellule B maligne
Emette radiazioni beta che
raggiungono le cellule B maligne; il
90% delle radiazioni viene assorbito
entro 5 mm
(lunghezza di
percorso max 11 mm)
Chinn PC, et al. Int J Oncol 1999; 15: 10171017-1025
ANTIBIOTICOTERAPIA
E’ utile nel trattamento iniziale di casi in cui un’infezione
batterica è “causa” del linfoma.
– Terapia eradicante dell’ Helicobacter nel MALT
gastrico
– Terapia anti-HCV nel Linfoma Splenico
Può fare regredire un processo linfomatoso in una
minima percentuale di casi.
TRAPIANTO DI MIDOLLO
AUTOTRAPIANTO O TRAPIANTO AUTOLOGO
consiste nella reinfusione di cellule staminali (CD34) del
paziente dopo chemioterapia ad alte dosi
ALLOTRAPIANTO O TRAPIANTO ALLOGENICO
consiste nella reinfusione di cellule staminali periferiche
di un donatore
L’allotrapianto può essere:
► Trapianto singenico (da gemello omozigote)
► Trapianto da familiare HLA identico (fratello)
► Trapianto aploidentico (da familiare compatibile per il
50%; es. genitore)
► Trapianto MUD (Marrow Unrelated Donor): donatore da
registro
► Trapianto da cellule cordonali
CURA DEI PAZIENTI CON LINFOMA
Standard of care
Terapia standard comunemente riconosciuta ed impiegata per
ogni specifica forma di linfoma (per es: R-CHOP per DLBCL
CD20+; ABVD nei LH)
Studio clinico
Si offre un’opportunità al paziente
farmaci sperimentali
nuove combinazioni terapeutiche
Studi clinici
c/o Ematologia dell’ASMN sui linfomi sono attivi
numerosi protocolli sperimentali
INTERVENTISTICI : 26 (5 per LH, 21 per LNH)
OSSERVAZIONALI: 5
Un approccio di tipo olistico al paziente…
Piattaforma Anziano
Centro coordinatore: Reggio Emilia
La VGM (Valutazione Geriatrica Multidimensionale) effettuata prima
dell’inizio del trattamento è uno strumento fondamentale per il
clinico al fine di effettuare la scelta terapeutica più adeguata per
ogni singolo paziente.
E’ stata predisposta una piattaforma informatizzata (accessibile
dall’area riservata del sito della FIL – Fondazione Italiana Linfomi) che
permette di registrare il paziente e di eseguire on-line i questionari
della VGM; il sistema calcola automaticamente lo score di ogni
paziente e restituisce in maniera chiara e veloce la categoria di
appartenza (fit-unfit-frail).
Piattaforma Anziano
accesso dal portale FIL
VGM in onco-ematologia:
definizione di FIT, UNFIT, FRAIL
PAZIENTI «FIT»: proposte terapeutiche con intento
curativo, come per i pazienti giovani (con eventuale
attenzione alla tossicità cardiaca da antracicline)
PAZIENTI «UNFIT»: proposte terapeutiche con schemi
«alleggeriti» rispetto alla chemioimmunoterapia
convenzionale ma comunque con intenti eradicanti la
malattia di base
PAZIENTI «FRAIL»: proposte terapeutiche con schemi
particolarmente «light», confacenti alla fragilità del
paziente (anche palliazione)
PAZIENTI IN FOLLOW-UP
Terminata la terapia i pazienti con linfoma vengono seguiti in
Ematologia per alcuni anni (il numero è variabile a seconda
dell’istotipo, dell’aggressività o indolenza, della partecipazione o
meno ad uno studio clinico del paziente).
E’ pertanto compito del MMG tenere monitorati con una certa
frequenza e cura i pazienti che hanno avuto un linfoma
-dall’Ematologo in caso di sospetto di una recidiva di malattia
-individuare le tossicità tardive ed indirizzare il paziente dallo
Specialista di pertinenza (Cardiologo, Pneumologo, Endocrinologo,
Oncologo)
…CONCLUSIONI…
I Linfomi rappresentano una patologia complessa a livello biologico
e clinico.
Rappresentano un insieme di patologie tra loro diverse che è
necessario identificare e tenere distinte.
L’applicazione di metodi standardizzati per diagnosi e stadiazione
consente di «controllare» la complessità della patologia.
La sinergia tra MMG ed Ematologo è fondamentale per la corretta
gestione del paziente con linfoma, sia in fase di sospetto diagnostico
che in corso di terapia che durante il follow-up.