I Linfomi Francesco Merli Ematologia ASMN-IRCCS Reggio Emilia Arcispedale S. Maria Nuova Dipartimento Oncologico e Tecnologie Avanzate Ematologia Cos’è un linfoma? LINFOMA: neoplasia complessa che deriva dall’espansione clonale di una determinata popolazione di linfociti B o T, che sono deputati alla difesa immunologica dell’organismo. L’espressività clinica dominante è l’AUMENTO DI VOLUME DEI LINFONODI SUPERFICIALI, PROFONDI E DELLA MILZA. I quadri clinici e la sintomatologia possono essere disparati e riflettono l’interessamento primitivo degli organi linfoidi secondari. I linfomi maligni comprendono Linfomi non-Hodgkin (LNH) Linfomi di Hodgkin (LH) A seconda dell’andamento clinico della malattia forme aggressive forme indolenti A seconda della cellula di origine forme B forme T/NK B-Cell Differentiation LYMPH NODE BONE MARROW PERIPHERAL BLOOD TdT CD10 CD19 cm CD5 CD23 B-Cell Precursor Naï Naïve B cell Plasmocito Immunoblast Cell Linfoplasmocytic Cell Follicular Zone CD5 ANTIGEN CL L tiple a l u M lom e y M Marrow IgM CD20 L DLC ALL CD38 CD138 ma o h p ym L c i cyt o lasm p o Linf Paracortex L MC Mantle cell itt Burk phoma Lym Folicular Blast Cell CD10 BclBcl-2 Centrocitic Cell r a l u ic Foll phoma Lym MZL L DLCCentroblast Cell IgA/IgG CD20CD20- Marginal Zone B-Cell Adaptado de Tumors of Haematopoietic and Lymphoid Tissues – WHO Classification of Tumors, 2001 EPIDEMIOLOGIA Le cause eziopatogenetiche sono nella maggior parte dei casi sconosciute. Esistono però correlazioni con -DIFETTI DEL SISTEMA IMMUNITARIO (AIDS, immunodeficienze ereditarie, trapianto d’organo) -INFEZIONI VIRALI/BATTERICHE (EBV, HTLV1, HHV8, HCV, H. pylori) -AGENTI AMBIENTALI (pesticidi, asbesto, diserbanti, benzene) La diffusione della malattia può avvenire -Per CONTINUITA’: il tumore supera la capsula linfonodale e si assiste al coinvolgimento extranodale di un parenchima. -Per VIA LINFATICA: vengono interessate dal linfoma stazioni linfatiche successive lungo il decorso dei vasi linfatici che drenano dal linfonodo colpito (modalità più frequente). -Per VIA EMATICA: è la modalità di diffusione generalmente più tardiva e porta ad una generalizzazione della malattia o all’interessamento di organi extralinfatici. LINFOMI EXTRANODALI: 20-30% dei casi la patologia neoplastica insorge in precursori della linfocitopoiesi che si trovano al di fuori degli organi linfoidi secondari. I più comuni sono - Cute - SNC - Testicolo - Tubo gastroenterico - Ghiandole salivari - Polmone CLASSIFICAZIONE DEI LINFOMI 1942 Gall-Mallory gigantofollicular lymphoma linfosarcoma reticolosarcoma 1954 Rappaport size growth pattern 1974 Lukes e Collins immunologic 1975 Kiel classification 1982 W. F. malignancy degree 1994 R.E.A.L. 29 type NHL 2000 WHO 2000 (ICD03) 38 type NHL and 6 HL 2008 WHO 2008 --------- CLASSIFICAZIONE WHO: Si basa sulle caratteristiche della cellula neoplastica a livello -Morfologico -Immunofenotipico -Molecolare Include tutte le malattie linfoproliferative (LNH, LH, MM) E’ un sistema aperto ed in continua evoluzione (REAL 1994, WHO 2000, WHO 2008) Distingue 3 categorie di linfomi: -Neoplasie dei linfociti B (LNH di derivazione dai precursori o dai linfociti B periferici) -Neoplasie a cellule T/NK (LNH di derivazione dai precursori o dai linfociti T periferici) -LH Distribuzione dei Linfomi secondo WHO: LNH % LH % Diffuso a Grandi Cellule B 30 Sclerosi nodulare 75-80 Follicolare 22 Marginal-zone 8 20-25 Mantellare 5 Cellularità mista Ricco in linfociti Deplezione linfocitaria Burkitt 3 PTCL Unspecified 7 Anaplastico Primitivo del Mediastino Linfoblastico T 3 altri 12 Linfoma di Hodgkin SEER database 2006-2010 Età media alla diagnosi: 38 anni Incidence Rates: 3.2 per 100,000 maschi 2.4 per 100,000 femmine Età media al decesso: 64 anni Linfoma Non Hodgkin SEER database 2006-2010 Età media alla diagnosi: 66 anni Incidence Rates: 23.9 per 100,000 maschi 16.4 per 100,000 femmine Età media al decesso: 76 anni LINFOMI LNH AGGRESSIVI LH INDOLENTI I Linfomi a Reggio Emilia, 2007 LH LNH LH LNH Principali caratteristiche distintive LH LNH • A lungo confinata in sedi linfo Diffusione per contiguità • 50% localizzata • Mediastino 50% • Rari tubo digerente, tonsille, testicoli,SNC • Fegato e MO rari all’esordio • Nel 50% sintomatici • Per breve tempo in sedi linfo Esordio multifocale • 10% localizzata • Mediastino 20% • Frequenti tubo digerente, tonsille, testicoli, SNC • Fegato e MO frequenti all’esordio • Nel 25% sintomatici Decorso clinico Quando sospettare un linfoma? …In caso di riscontro di ADENOPATIE….. SUPERFICIALI - Riscontrate dal paziente - Riscontrate dal medico di base PROFONDE - Riscontrate mediante esami strumentali eseguiti per dolore addominale stipsi ostinata tumefazioni addominali dolore toracico dispnea Possono essere espressione di INFEZIONE/INFIAMMAZIONE METASTASI DI NEOPLASIA SOLIDA LINFOMA Bagnolo, 20-21 marzo 2013 – F. Ilariucci, SC Ematologia ASMN ADENOPATIE SUPERFICIALI Adenopatie superficiali di natura infettiva Alla palpazione, di solito: CONSISTENZA TESO-ELASTICA MOBILI SUI PIANI SOTTOSTANTI DOLENTI Adenopatie superficiali di natura neoplastica o linfomatosa Alla palpazione, di solito CONSISTENZA DURA PIU’ O MENO ADESE AI PIANI SOTTOSTANTI NON DOLENTI Solitamente le metastasi di tumori primitivi solidi (es: ka polmonare ---> linfonodi sovraclaveari) hanno più accentuate le caratteristiche di fissità e durezza ADENOPATIE PROFONDE Ecografia ---> TAC TAC ---> Chirurgo ---> Generale adenopatie addominali Toracico adenopatie mediastiniche La biopsia è fondamentale in caso di sospetto linfoma Ambulatorio MMG: paziente con adenopatie ed un quadro clinico di verosimile genesi INFETTIVA FEBBRE FARINGODINIA Prescrivere esami (emocromo con formula, VES, ELF sieroproteine, sierologia per CMV, Toxo, EBV, Bartonella) +/antibiotico +/- FANS + eventuale ecografia Rivalutazione a 7-8 gg: miglioramento ---> osservazione stabile/peggioramento ---> richiesta di VISITA EMATOLOGICA Ambulatorio MMG: paziente con adenopatie e quadro clinico a verosimile genesi NON INFETTIVA NON FEBBRE NON FARINGODINIA RICHIESTA DI VISITA EMATOLOGICA (URGENTE SE VOLUME E PRESENTAZIONE DEI LINFONODI SONO MOLTO SOSPETTI PER LINFOMA) DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON -Mononucleosi infettiva: adenopatia raramente isolata, spesso pluristazionaria in sede laterocervicale, nel 50% dei casi associata a splenomegalia. Si accompagna a leucocitosi fino a 40.000/mm3 ed a positività per IgM anti-EBV -Linfoadenopatie granulomatose: toxoplasmosi (linfonodi ascellari e nucali, sierologia positiva) malattia da graffio di gatto (linfonodi ascellari ed inguinali) sarcoidosi (linfonodi ascellari ed inguinali) -HIV …In caso di riscontro di SINTOMI SISTEMICI….. SINTOMI CLINICI A: nessun sintomo clinico generale B: febbre o febbricola (prevalentemente serotina) sudorazioni notturne profuse calo ponderale (>10% negli ultimi 6 mesi) prurito «sine materia» I sintomi B sono presenti in poco meno del 50% dei LH e nel 10-20% dei LNH …In caso di riscontro di ESAMI DI LABORATORIO ALTERATI….. - Formula invertita - VES: solitamente aumentata nei LH - LDH: solitamente elevato nei LNH aggressivi - Beta2microglobulina: più frequentemente elevata nei LNH indolenti - Albumina: spesso bassa nei LH La diagnosi di linfoma deve essere SEMPRE patologicamente documentata a livello di - morfologia - immunoistochimica - biologia molecolare E’ un processo complesso che deve integrare discipline diverse (anatomo patologo, biologo molecolare, immunoistochimico, citogenetista, citofluorimetrista) Può essere effettuata su: - biopsia linfonodale - biopsia ossea - biopsia tissutale Il paziente arriva in EMATOLOGIA Il percorso diagnostico prevede: - VALUTAZIONE CLINICA: anamnesi patologica remota e prossima, esame obiettivo, sintomi A/B, valutazione di eventuali esami bioumorali e/o strumentali già eseguiti - ESAMI STRUMENTALI: Rx torace (+/- TAC del distretto) - SIEROLOGIA INFETTIVA: CMV, Bartonella, Toxo, Mono test - AGOASPIRATO DI ADENOPATIA SUPERFICIALE: non è diagnostico ma potenzialmente suggestivo per patologia linfoproliferativa cronica ed esclude le metastasi AGOASPIRATO o AGOBIOPSIA DI LINFONODO A CIELO COPERTO: DH Ematologico (solo citologico) AGOASPIRATO O TRU-CUT IN ECOGUIDA: Radiologia Endocrinologia Valutazione di istologia o citologia ed immunofenotipo Citologia ed immunofenotipo suggestivi per LINFOMA ---> BIOPSIA LINFONODALE Citologia ed immunofenotipo NON suggestivi per LINFOMA: - watch & wait (se combacia col sospetto diagnostico) - BIOPSIA LINFONODALE (se l’obiettività clinica suggerisce la presenza di linfoma) BIOPSIA LINFONODALE E’ l’unico esame che consente la diagnosi certa di linfoma e la definizione dell’istotipo Al Santa Maria Nuova viene eseguita - c/o ORL (adenopatia laterocervicale) - c/o Chirurgia Toracica (massa mediastinica) - c/o Chirurgia Generale (adenopatia ascellare, sovraclaveare, inguinale o addominale profonda) esame morfologico valutazione immunoistochimica mediante specifici anticorpi che consentono di definire con certezza l’istotipo e la linea linfocitaria del linfoma (B o T) valutazione di Ki67 ---> indica la velocità di replicazione cellulare (aggressività del linfoma) Una volta effettuata la DIAGNOSI DI LINFOMA… COLLOQUIO COL PAZIENTE: comunicazione della diagnosi e del percorso di stadiazione PERCORSO DI STADIAZIONE PROPOSTA DEL PIANO TERAPEUTICO: standard o proposta di studio clinico (firma del consenso informato) STADIAZIONE DEL LINFOMA • Anamnesi (sintomi sistemici) • Esame obiettivo (adenopatie, organomegalia) • Tac toraco-addominale • Biopsia osteo-midollare • PET/TC total body • Endoscopia • Rachicentesi Biopsia osteomidollare STADIAZIONE (I-IV) (Ann Arbor, 1971) I una singola stazione LN (I) o una singola sede extralinfonodale (IE) II due o più stazioni linfonodali situate dallo stesso lato del diaframma (II) o due o più stazioni linfonodali ed una sede extranodale (in forma localizzata) poste dallo stesso lato del diaframma (IIE) III più regioni linfonodali situate da entrambi i lati del diaframma (III) o milza (IIIS) o di un organo extranodale (IIIE) o di entrambi (IIIES) IV interessamento diffuso o disseminato di una o più sedi extranodali con o senza compromissione linfonodale MASSA BULKY Linfonodo o agglomerato di linfonodi il cui diametro massimo supera i 10 cm (7 cm secondo Velasquez) Una massa mediastinica viene definita bulky se ad una radiografia del torace il suo diametro trasverso massimo è superiore ad 1/3 del diametro trasverso del torace all’altezza di T5-T6 Massa bulky mediastinica all’Rx torace FINALITA’ DELLA STADIAZIONE • Definizione dell’estensione di malattia alla diagnosi, in termini di numero di sedi e/o di eventuale presenza di sedi bulky, nei confronti della quale valutare la risposta al trattamento • Individuazione del coinvolgimento di organi o strutture che possono necessitare di trattamenti specifici (SNC, tubo digerente, scheletro) • Separazione tra stadi localizzati (I/II) ed avanzati (III/IV); tale diversificazione appare dotata di una significativa valenza prognostica nell’ambito di sistemi di score prognostici DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: TAC Permette un’acquisizione di dati sulle sedi interessate da malattia di tipo DIMENSIONALE e MORFO-STRUTTURALE DIAGNOSTICA PER IMMAGINI: PET Positron Emission Tomography E’ una metodica di imaging FUNZIONALE che si basa sull’elevato metabolismo glucidico che caratterizza le cellule neoplastiche. Il tessuto tumorale può essere caratterizzato funzionalmente indipendentemente da parametri morfologici e/o dimensionali. Risulta superiore alle tecniche tradizionali di imaging in vari step: -Stadiazione -Restaging precoce del linfoma durante la chemioterapia -Restaging finale del linfoma (è in grado di discriminare la presenza di tessuto linfomatoso residuo da tessuto fibroso e necrotico) -Durante il follow-up (ruolo discusso) Fattori Prognostici Caratteristiche di presentazione alla diagnosi che verosimilmente condizionano la prognosi Sono stati associati tra loro per costituire degli indici prognostici espressi da un numero Il valore di questi indici può condizionare la scelta terapeutica IPI, aaIPI FLIPI LNH MIPI PIT EORTC Hasenclever PET2 LH IPI (LNH Aggressivi) • • • • • Età > 60 anni Performance status scadente LDH > valore normale Stadio III o IV Sedi extranodali > 1 IPI = 0-1 IPI = 2 IPI = 3 IPI = 4-5 rischio basso rischio intermedio basso rischio intermedio alto rischio alto Curve di sopravvivenza e mortalità per IPI NEJM, 1993 FLIPI (Linfomi Follicolari) • Età > 60 anni • Stadio III-IV • Hb > 12 g/dL • Nr aree nodali > 4 • LDH > valore normale FLIPI = 0-1 FLIPI = 2 FLIPI = >= 3 rischio basso rischio intermedio rischio alto Curva di sopravvivenza per FLIPI MIPI (Linfomi Mantellari) Independent Prognostic Factors for shorter OS: - Age Survival After Diagnosis by MIPI 1.0 - LDH - WBC count Probability of OS - ECOG 0.8 0.6 0.4 0.2 LR, median not reached IR, median: 51 HR, median: 29 0 MIPI score = 0 12 [0.03535 x age (yrs)] x age (yrs)] + 0.6978 (if ECOG > 1) + [1.367 x log10(LDH/ULN)] + [0.9393 X log10(WBC count)] 24 36 48 60 72 Mos Since Registration 84 96 Hoster E, et al. Blood. 2008;111:558-565. Risk Stratification: MIPI biological Age ECOG LDH WBC (at diagnosis) + ki-67 Indice EORTC (LH localizzati) FATTORI DI RISCHIO Bulky mediastino Età ≥ 50 aa VES ≥ 50 senza sintomi B o ≥ 30 con sintomi B ≥ 4 sedi linfonodali FAVOREVOLI Nessun fattore di rischio SFAVOREVOLI Se presente almeno uno dei fattori di rischio Hasenclever (LH avanzati) • Emoglobina < 10,5 g/dl • Età > 40 anni • Sesso maschile • Linfociti < 8% • Albumina < 4g/dl • Leucociti > 15000/mmc • Stadio IV NEJM, 1998 PET2 (LH) Rivalutazione PRECOCE della malattia tramite PET in coda al 2° ciclo di chemioterapia (ABVD). Si è dimostrata un fattore prognostico rilevante per la predizione della risposta alla terapia. Gallamini et al, Hematologica 2006 Hutchings M et al. Blood 2006 108 pazienti LH stadio IIA-IVB; 2y. PFS 96% (PET-2-) vs. 6% (PET-2+) Gallamini et al, Hematologica 2006 77 pazienti LH stadi IA-IVB; 2-y.PFS 96% (PET-2-) vs. 0 (PET-2+) Gallamini A, Rigacci L, Merli F et al: Haematologica 2006, 91; 475 - 481 Hutchings: Blood 2006, 107; 52- 59 Hutchings M et al. Blood 2006 PROPOSTA DEL PIANO TERAPEUTICO Le decisioni terapeutiche si basano su • Istologia del linfoma • Stadio di malattia (localizzata vs avanzata) • Indice prognostico (favorevole vs sfavorevole) • Età e comorbidità del paziente • Possibilità di arruolamento in studio clinico Guarigione e cura # Per guarigione si intende la completa eradicazione della malattia che dura nel tempo. # Per cura si intende il controllo di una malattia che inesorabilmente tende a ripresentarsi nel tempo. Una guarigione è possibile per il 60% circa dei LNH Aggressivi e per circa l’80% dei LH Una cura è possibile per il 70-80% dei pazienti con LNH indolente «ARMI» TERAPEUTICHE… Chemioterapia Anticorpi monoclonali Radioterapia Radioimmunoconiugati Antibioticoterapia Trapianto autologo ed allogenico CHEMIOTERAPIA Impiega farmaci che distruggono le cellule tumorali agendo generalmente sull’alterazione del loro DNA in modo che diventino incapaci di crescere e sopravvivere. Il successo della chemioterapia dipende dal fatto che le cellule tumorali, avendo un elevato indice proliferativo, sono più sensibili a queste sostanze rispetto alla cellule sane. Massima efficacia per tempi e dosi ottimali (doseintensity). Solitamente si impiegano schemi a più farmaci (polichemio) con meccanismi d’azione differenti somministrati e.v. Monochemioterapia Agenti alchilanti (Chlorambucil…) Alcaloidi della Vinca (vincristina, vinblastina) Fludarabina Steroidi Polichemioterapia Combinazioni senza antracicline (es: CVP) Combinazioni con antracicline (es: CHOP, MACOP-B, FND somministrati a cicli, mediamente ogni 2-3 settimane ogni ciclo può essere diviso in più somministrazioni un programma chemioterapico viene completato mediamente nell’arco di 4-6 mesi (NB: per il trattamento con antracicline, cardiotossiche, va valutata la frazione di eiezione mediante ecocardiogramma ) Tossicità della chemioterapia Tossicità acuta • Nausea, vomito • Febbre da farmaci • Reazioni allergiche • Reazioni da stravaso Tossicità a lungo termine • Sterilità • Cardiotossicità • Secondi tumori Tossicità a medio termine • Alopecia • Infezioni • Anemia • Mucosite • Cardiotossicità • Trombosi ANTICORPI MONOCLONALI Sono molecole biologiche che riconoscono antigeni cellulari specifici, per cui svolgono un’azione antiblastica mirata. Ridotta tossicità/buona tollerabilità Alta tecnologia di produzione/alti costi Lunga emivita Gli antigeni-bersaglio sono svariati -tessuto-specifici -di differenziazione -recettori di fattori di crescita -Markers di superficie -Antigeni idiotipici specifici delle immunoglobuline Possono essere coniugati con una molecola radioattiva, in modo da irradiare direttamente le cellule tumorali (radioimmunoterapia. Es: Zevalin) Vengono spesso impiegati in combinazione con la chemioterapia (chemioimmunoterapia. Es: RCHOP) Un esempio per tutti… RITUXIMAB anticorpo chimerico anti-human CD20 approvato per il trattamento dei linfomi a cellule B attivo nei linfomi indolenti ed aggressivi, in monoterapia ed in combinazione con chemioterapia numerosi pazienti sviluppano resistenza Espressione del CD20 nello sviluppo delle cellule B Midollo Osseo Cellula staminale pluripotente Cellula staminale linfoide Sangue, linfa Cellula pre-B Cellula B Cellula B attivata Plasma cellula CD20 Press OW, Semin Oncol 1999; 265 (suppl 14): 5858-65 Legame rituximab-CD20 RADIOTERAPIA Radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali, cercando nello stesso tempo di preservare quelle sane circostanti. E’ in genere un trattamento localizzato. Può essere l’unica modalità di trattamento per linfomi in stadio molto precoce. Può essere somministrata in combinazione alla chemioterapia (solitamente in coda, per consolidare una buona risposta). Tossicità della radioterapia PRECOCE • nausea/vomito • mucosite • fibrosi polmonare • mielite spinale • mielodepressione TARDIVA • fibrosi polmonare • seconda neoplasia NB: schermatura di tiroide, campi polmonari, testicoli, ovaie RADIOIMMUNOTERAPIA (RIT) Veicola radiazioni continue a basse dosi alle cellule tumorali. Legando un Ab con una particella radioattiva si produce un beneficio terapeutico sinergico che è superiore a quello dell’anticorpo non coniugato. Si blocca la progressione del ciclo cellulare oltre la fase G2, con conseguente aumento della citotossicità (vengono inibiti i meccanismi di riparazione del DNA). Le radiazioni veicolate alle cellule nella RIT distruggono anche le cellule tumorali vicine (cross-fire effect) Zevalin® Ibritumomab Tiuxetano marcato con ittrio-90 • MAb MAb Ibritumomab: – • Tiuxetano: – • Ittrio-90 Ittrio-90 Radiazione Radiazione beta beta Chelante ad alta affinità che assicura un legame stabile tra Mab e ittrio-90 Ittrio-90 (90Y): – Tiuxetano Tiuxetano Anticorpo murino anti-CD20 che si lega alle cellule B maligne Emette radiazioni beta che raggiungono le cellule B maligne; il 90% delle radiazioni viene assorbito entro 5 mm (lunghezza di percorso max 11 mm) Chinn PC, et al. Int J Oncol 1999; 15: 10171017-1025 ANTIBIOTICOTERAPIA E’ utile nel trattamento iniziale di casi in cui un’infezione batterica è “causa” del linfoma. – Terapia eradicante dell’ Helicobacter nel MALT gastrico – Terapia anti-HCV nel Linfoma Splenico Può fare regredire un processo linfomatoso in una minima percentuale di casi. TRAPIANTO DI MIDOLLO AUTOTRAPIANTO O TRAPIANTO AUTOLOGO consiste nella reinfusione di cellule staminali (CD34) del paziente dopo chemioterapia ad alte dosi ALLOTRAPIANTO O TRAPIANTO ALLOGENICO consiste nella reinfusione di cellule staminali periferiche di un donatore L’allotrapianto può essere: ► Trapianto singenico (da gemello omozigote) ► Trapianto da familiare HLA identico (fratello) ► Trapianto aploidentico (da familiare compatibile per il 50%; es. genitore) ► Trapianto MUD (Marrow Unrelated Donor): donatore da registro ► Trapianto da cellule cordonali CURA DEI PAZIENTI CON LINFOMA Standard of care Terapia standard comunemente riconosciuta ed impiegata per ogni specifica forma di linfoma (per es: R-CHOP per DLBCL CD20+; ABVD nei LH) Studio clinico Si offre un’opportunità al paziente farmaci sperimentali nuove combinazioni terapeutiche Studi clinici c/o Ematologia dell’ASMN sui linfomi sono attivi numerosi protocolli sperimentali INTERVENTISTICI : 26 (5 per LH, 21 per LNH) OSSERVAZIONALI: 5 Un approccio di tipo olistico al paziente… Piattaforma Anziano Centro coordinatore: Reggio Emilia La VGM (Valutazione Geriatrica Multidimensionale) effettuata prima dell’inizio del trattamento è uno strumento fondamentale per il clinico al fine di effettuare la scelta terapeutica più adeguata per ogni singolo paziente. E’ stata predisposta una piattaforma informatizzata (accessibile dall’area riservata del sito della FIL – Fondazione Italiana Linfomi) che permette di registrare il paziente e di eseguire on-line i questionari della VGM; il sistema calcola automaticamente lo score di ogni paziente e restituisce in maniera chiara e veloce la categoria di appartenza (fit-unfit-frail). Piattaforma Anziano accesso dal portale FIL VGM in onco-ematologia: definizione di FIT, UNFIT, FRAIL PAZIENTI «FIT»: proposte terapeutiche con intento curativo, come per i pazienti giovani (con eventuale attenzione alla tossicità cardiaca da antracicline) PAZIENTI «UNFIT»: proposte terapeutiche con schemi «alleggeriti» rispetto alla chemioimmunoterapia convenzionale ma comunque con intenti eradicanti la malattia di base PAZIENTI «FRAIL»: proposte terapeutiche con schemi particolarmente «light», confacenti alla fragilità del paziente (anche palliazione) PAZIENTI IN FOLLOW-UP Terminata la terapia i pazienti con linfoma vengono seguiti in Ematologia per alcuni anni (il numero è variabile a seconda dell’istotipo, dell’aggressività o indolenza, della partecipazione o meno ad uno studio clinico del paziente). E’ pertanto compito del MMG tenere monitorati con una certa frequenza e cura i pazienti che hanno avuto un linfoma -dall’Ematologo in caso di sospetto di una recidiva di malattia -individuare le tossicità tardive ed indirizzare il paziente dallo Specialista di pertinenza (Cardiologo, Pneumologo, Endocrinologo, Oncologo) …CONCLUSIONI… I Linfomi rappresentano una patologia complessa a livello biologico e clinico. Rappresentano un insieme di patologie tra loro diverse che è necessario identificare e tenere distinte. L’applicazione di metodi standardizzati per diagnosi e stadiazione consente di «controllare» la complessità della patologia. La sinergia tra MMG ed Ematologo è fondamentale per la corretta gestione del paziente con linfoma, sia in fase di sospetto diagnostico che in corso di terapia che durante il follow-up.