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Scuola - a cura del Liceo Classico "D. Manin"
Teatro a scuola
La domanda che sorge spontanea è
“A cosa serve fare teatro a scuola?” La
risposta più immediata sarebbe: farsi
nuovi amici; ma il laboratorio teatrale, ovviamente, non è solo questo; è
molto di più.
Il nostro Istituto è impegnato da
anni nel valorizzare la capacità e la
creatività degli studenti, con il proposito di educarli al teatro e soprattutto di far scoprire loro l’eredità che la
letteratura ha trasmesso alle epoche
successive fino ai nostri giorni. Infatti
oltre che con la lezione tradizionale,
a scuola si insegna (o meglio si può
insegnare) anche attraverso il teatro
e si impara anche facendo teatro. Il
teatro si pone come un'esperienza
formativa di grande valore, un vero
laboratorio su testi, con i quali solitamente si entra in contatto solo attraverso la lettura, ma è anche il modo
in cui ci si impadronisce di tecniche
attraverso le quali si impara a lavorare in gruppo e a scoprire e gestire le
proprie capacità e le proprie risorse.
Un'occasione preziosa di crescita culturale, che passa attraverso la comunicazione e lo scambio di esperienze,
e sociale, perché insegna a stare con
se stessi e con gli altri, come individui
e come gruppo.
Il lavoro si svolge dagli inizi di Novembre, in seguito ad un’accurata
scelta delle parti da assegnare e ad
Foto di gruppo dopo lo spettacolo di Eros e Thanatos
Progetto Zero/18
Il teatro a scuola e … a scuola di teatro
Chi non ama rilassarsi con un bel film dopo una faticosa giornata? Ormai c’è
solo l’imbarazzo della scelta: il mondo dello spettacolo sforna ogni giorno nuove
idee, tra reality, fiction e film. È evidente che TV e cinema sono il risultato di un
bisogno dell’uomo moderno. Oggi preferiamo scegliere cosa vedere con un telecomando in mano, comodamente seduti nella poltrona di casa nostra. In passato,
invece, uno dei piaceri più grandi era proprio uscire per andare a teatro.
una appropriata e condivisa revisione del copione, fino ad Aprile-Maggio,
quando finalmente gli “attori in erba”
possono vedere il frutto dei loro sforzi
ed esibirsi su un palcoscenico vero e
proprio; senza contare che esistono
concorsi nazionali ed internazionali
per lo più di teatro classico, tenuti al
di fuori dalle mura cittadine, ai quali
spesso partecipiamo.
Ma lo spettacolo finale è solo l'ultima tappa di un lungo ed articolato
percorso, durante il quale ci si conosce, si instaurano rapporti nuovi, si annulla il distacco che c’è fra professore
e alunno, dal momento che vige la
regola della collaborazione: più volte
si discutono insieme battute, movimenti, gesti e posizioni sceniche.
Fra ragazzi di età e classi differenti, che, magari, non si erano mai visti
prima, scattano meccanismi inspiegabili, nascono nuove amicizie. Insieme
si riescono a fare cose bellissime e di
grande soddisfazione, proprio perché
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si coltiva un interesse comune. Non
mancano mai suggerimenti e grasse risate sui vari errori, sulle stecche e
sulle storture, che emergono provando e riprovando parti. Si scoprono,
così, lati della personalità di ognuno
insospettabili ed è incredibile come
in un’aula scolastica spoglia, grazie
all’immaginazione, ci si riesca a proiettare in qualsiasi epoca e situazione,
imparando ad immedesimarsi anche
nel folle, giovane spasimante della
compagna di banco, per l’occasione,
zitella decaduta.
Quella del laboratorio teatrale come
esperienza extracurriculare è, dunque,
una possibilità di grande importanza che la nostra scuola offre ai suoi
alunni, per insegnare loro a dare il
meglio di sé, ad improvvisare e a vincere la paura di esibirsi di fronte ad
un pubblico, in sintesi, per crescere e
affrontare il domani, poiché… “La vita
è un’opera di teatro che non ha prove
iniziali.” [C. Chaplin]
Eros e Thanatos, le donne del simposio
A scuola di teatro
Se la finalità dei laboratori teatrale
non cambia, mutano, invece, ogni anno, i lavori messi in scena.
Nella nostra scuola aderiscono al
progetto per lo più alunni del triennio e i corsi vengono tenuti dalla prof.
ssa Arli, che lavora da sola nel caso di
teatro classico, e con la collaborazione di una vocal coach, Cristina Greco,
per quanto riguarda la creazione di
musical.
Per meglio comprendere i problemi
e le difficoltà che si incontrano e che
si devono superare, prendiamo come
esempio gli spettacoli del teatro classico, “Eros e Thanatos”, rappresentazione del 2010 e “Le Rane”, del 2011.
Eros e Thanatos, Amore e Morte, ha
richiesto un grande impegno per la
creazione di un copione che potesse
rappresentare la vicenda di dieci “eroine”, dal V sec. a.C. al XX d.C., tratte da
autori quali Euripide, Ovidio, Virgilio,
Dante, Boccaccio, Pavese...
rosa e quella della morte, con i conseguenti travagli interiori delle protagoniste, doveva, però, essere ben
calibrato, per non sfociare nè nel pa-
tetico, nel senso proprio del termine,
nè nell’apatia, al fine di coinvolgere
emotivamente il più possibile sia gli
artisti che gli spettatori.
Diversa è stata, invece, la messa in
scena de “Le Rane” di Aristofane. I giovani artisti si sono messi alla prova
cercando di penetrare profondamente lo spirito dell’opera e comprendere
pienamente i messaggi che l’autore
voleva trasmettere al pubblico di allora così da divertire e coinvolgere
anche gli spettatori di oggi. Ed è con
questo lavoro che il nostro gruppo
teatrale ha partecipato a ben due festival internazionali di teatro classico.
Ma prima di parlare di quest'ultima
esperienza, opportunamente corredata da foto, ci sia permesso citare
anche l'altro laboratorio che prende
vita ogni anno a scuola: il musical. Qui
si richiede agli “attori” non solo di recitare, ma anche di cimentarsi nel canto.
Un buon banco di prova per vincere
timidezze e per mettersi in gioco, come si suol dire a 360 gradi.
I problemi non mancano e non ci riferiamo solo alla recitazione e al canto: bisogna anche pensare ai costumi,
agli oggetti di scena, alle locandine, ai
progammi di sala… ma insieme ogni
difficoltà viene superata con successo e grande soddisfazione da parte di
tutti i partecipanti.
Eros e Thanatos, la locandina
Le difficoltà principali di un’opera
del genere sono, dunque, legate al fatto di tradurre in un linguaggio teatrale anche storie che conosciamo solo
sotto forma di narrazione e di trovare
un filo conduttore delle varie storie
tragiche. Per questo si è pensato ad
un simposio di donne nell’ Aldilà, che,
a turno, raccontano com’erano “morte
per amore”.
L’aspro contrasto tra la sfera amo-
NELLE FOTO: scene de Il Ventaglio di Carlo Goldoni
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Il teatro di Palazzolo Acreide
Un'esperienza
da raccontare
Magna Grecia, Sicilia, Siracusa. Questi nomi rievocano immedatamente
nella mente di ognuno non solo immagini di bellezze naturali, ma anche
il teatro greco. L'atmosfera particolare
che si respira in questi luoghi quando si assiste ad una rappresentazione
teatrale, o addirittura si è parte attiva della stessa, è a dir poco magica.
Noi, “attori in erba” abbiamo avuto questo privilegio: assistere alle rappresentazioni delle tragedie,
Andromaca e Filottete, nell’antico e
suggestivo teatro siracusano, dove
tutti gli anni si tiene il più importante e famoso festival del dramma
antico, e recitare nel teatro greco di
Palazzolo Acreide, località situata ad
una quarantina di Km. da Siracusa,
nell'ambito di un Festival Internazionale, cui si accede per selezione.
Il teatro fu riportato alla luce da Gabriele Iudica nella campagna di scavi
del 1824: sembra sia stato edificato a
metà del II sec. a.C. Esso non è scavato
nella roccia, come quello siracusano,
ma è adagiato su un pendio naturale opportunamente preparato con
pietrame a secco, su cui poggiano,
sovrapponendosi, i blocchi delle gradinate, che, secondo i canoni dell’antichità classica, guardano a settentrione.
Qui ogni anno nel mese di maggio
si svolge il Festival Internazionale dei
giovani, promosso dall'INDA (Istituto
Nazionale del Dramma Antico): ragazzi provenienti da ogni parte dell'Europa si scambiano i ruoli: da spettatori
ad attori: assistono agli spettacoli di
altre scuole e poi essi stessi diventano
protagonisti e mostrano ai loro coetanei cosa hanno messo in scena.
Ma sfatiamo subito una “leggenda
metropolitana”: a maggio in Sicilia
può piovere e fare freddo! Il teatro è
all'aperto...Quindi se piove, bisogna
trovare un altro luogo dove poter
recitare. La nostra rappresentazione
(abbiamo messo in scena “Le Rane”
di Aristofane) è stata spostata, causa
maltempo, ... nella sala da pranzo di
un albergo! Per fortuna abbiamo avu-
Il gruppo nel teatro di Taormina
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Le Rane, alcune scene dell'opera
to un poco di tempo per una prova
generale nel teatro greco prima che
si scatenasse il diluvio: l'emozione è
stata indescrivibile.
Il giorno successivo sotto un acquazzone tremendo siamo partiti alla
volta di Taormina. Qui abbiamo visto
un teatro unico nel suo genere, sospeso tra il mare e la città.
Dopo una veloce passeggiata tra
le caratteristiche vie della città, siamo volati in Puglia per partecipare
ad un altro Festival teatrale Internazionale di teatro classico. Da spettatori abbiamo assistito, tra l'altro,
alla messa in scena dell’“Antigone”
di Sofocle/Anhouil da parte di ragazzi russi: e grande è stato lo stupore nel sentirli recitare in italiano.
Anche noi abbiamo messo in scena il
nostro lavoro durato quasi sette mesi
ed i risultati si sono visti.
E questa è stata la nostra ultima
rappresentazione: e se alcuni di noi
già si interrogano sul lavoro che verrà
loro proposto per il prossimo anno,
altri cominciano a vivere di ricordi:
per loro, che lasceranno quest'anno il
Manin, è davvero l'ultimo spettacolo!
Come dimenticare la nostra esperienza nel teatro greco di Palazzolo
Acreide, acqua compresa, la splendida ospitalità delle famiglie dei ragazzi del Liceo Cagnazzi ad Altamura e
l'emozione per aver rappresentato
anche al di fuori delle mura cittadine
la nostra fatica?
Tornare a casa e riprendere le “dure
fatiche” quotidiane, tipiche di ogni povero studente non è stato facile: sono
sicuramente stati utili per consolarci i
"Pesiamo la poesia", sul palco allestito
nell'atrio del Liceo Cagnazzi
taralli, il pane, le orecchiette, le paste
di mandorla ed altre leccornie che le
famiglie ci hanno regalato, accompagnate dai nostri indelebili ricordi.
L'anno scolastico si è appena concluso e noi tutti stiamo già pregustando
le meritate vacanze. Anche il progetto
Zero/18 è arrivato in porto. Ci sia permesso chiudere questa esperienza con
un semplice, ma sentito GRAZIE: grazie
a chi, ideando questo progetto, ci ha
permesso di entrare in un mondo così
esclusivo, grazie a chi si è messo a nostra disposizione per aiutarci a realizzare i nostri lavori, grazie per l'attenzione e la disponibilità di tutto lo staff di
Cremona Produce, e grazie per questa
splendida opportunità...chissà! Forse
un domani potreste leggere in veste
professionale gli articoli di qualcuno di noi su un giornale o una rivista.
Grazie e buone vacanze.
La classe II A classico del Liceo Ginnasio Statale “Daniele Manin” di Cremona.
Le Rane, Coro degli Iniziati
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