DNCA Commento di mercato Igor de Maack novembre 2015_ITA

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Commento di mercato
Novembre 2015
di Igor de Maack
Gestore e portavoce della gestione
"Rallentamento
Rallentamento dell’economia mondiale
e mercati tenuti in sospeso dalle grandi
decisioni di politica monetaria "
Le
e pubblicazioni dei risultati societari per il terzo trimestre risultano modeste e
contrastanti. Alla fine la microeconomia si è riallineata con la macroeconomia. Se
a livello internazionale l’attività delle imprese è deludente, in Europa le attività
economiche
miche interne evidenziano risultati positivi, in un contesto monetario
caratterizzato da abbondanza di liquidità.
I risultati per il terzo trimestre confermano il rallentamento dell’economia globale. La
lettura delle pubblicazioni è inoltre complicata dalle
dalle turbolenze innescate dalle
fluttuazioni dei tassi di cambio.
Quando si verifica un cambiamento nel trend macroeconomico, sia al rialzo che al ribasso, con
un certo ritardo la microeconomia
economia finisce sempre per riallinearsi alla macroeconomia. La
sensazione
ione di rallentamento generalizzato è al momento tangibile, con le pubblicazioni dei
risultati societari per il terzo trimestre che sono state piuttosto deludenti (tra le peggiori dal
2008). Nonostante alcune attività interne siano state fonte di grande soddisfazione
soddisfazione (come ad
esempio il settore delle telecomunicazioni), non si deve sperare in una revisione al rialzo delle
stime sugli utili per l’anno in corso e per il prossimo. Nel 2016, alcuni settori, come quello delle
materie prime (petrolio,
etrolio, acciaio...),
acciaio , registreranno una situazione peggiore rispetto a quella del
2015.
La domanda
omanda della Cina ha ripercussioni sui grossi gruppi internazionali (produttori
(produ
di materie
prime, case automobilistiche o grandi gruppi nel settore dei consumi).
consumi Inoltre, le società globali
risentono degli effetti valutari sfavorevoli, a causa della continua pressione esercitata sulle valute
emergenti. Se da un lato l’Europa è favorita dall’effetto cambio rispetto al dollaro, dall’altro è
invece penalizzata dalle ricadute negative derivanti
derivanti dal calo delle monete emergenti rispetto
all’euro (es: real brasiliano).
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Tel. +39 02 0062281
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Sede legale |19, Place Vendôme 75001 Parigi Francia
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Commento di mercato
Novembre 2015
Il punto di incontro tra la macroeconomia e la microeconomia è stato quindi raggiunto. Il
problema per gli investitori è ormai capire se il ritmo del rallentamento aumenterà o meno. È
probabile che nel corso del terzo trimestre il PIL cinese abbia già toccato il minimo. Il problema
del rallentamento cinese e quello della solidità dell’economia statunitense sono fondamentali,
poiché l’Eurozona non è immune da shock esterni. Moltii investitori nutrono dubbi sulla solidità e
sulla sostenibilità della ripresa europea, in particolare poiché i dati sugli investimenti industriali
continuano a essere insoddisfacenti.
Tuttavia, le società europee, e in particolare quelle dell’Europa meridionale
meridionale (compresa la Francia),
prevedono aumenti a due cifre dei loro utili per il 2015 e il 2016. Non si tratta di un’anomalia,
poiché sono proprio questi paesi (Francia, Italia, Spagna) che risultano maggiormente dinamici in
termini di accelerazione economica,
nomica, anche se la crescita continua a essere più debole rispetto a
una ripresa tradizionale. La Germania, potenza esportatrice per definizione,
definizione risente
dell’indebolimento della domanda cinese, e in misura minore dello scandalo Volkswagen.
Malgrado esistano
no disparità all’interno dell’Eurozona, al momento la sua ripresa non sembra
minacciata dal contesto globale, nonostante i timori relativi alla Cina di quest’estate.
Mentre l’economia mondiale registra un rallentamento, e alcune società devono
affrontare revisioni al ribasso dei loro utili, i mercati ripongono tutte le speranze
nell’attivismo delle banche centrali, in particolare in Europa.
Il tasso di crescita dell’economia europea (+1,5% nel 2015) non consente di rassicurare
completamente la comunità finanziaria.
finanziaria Vale la pena continuare a stimolare la domanda interna
grazie alla politica monetaria accomodante della BCE, e questo è ciò che Mario Draghi ha lasciato
intendere per la prossima riunione del 3 dicembre.
I mercati azionari hanno immediatamente
immediatamente riconosciuto questo fattore di sostegno: la prospettiva,
già più o meno annunciata, di un nuovo quantitative easing (ampliamento
ampliamento, estensione, nuove
misure…) ha innescato un rapido rialzo dei mercati azionari europei. Questo eventuale annuncio
consentirebbe
ebbe probabilmente di ammortizzare una decisione contraria di inasprimento
monetario da parte degli Stati Uniti: il primo rialzo dei tassi statunitensi potrebbe infatti avvenire
il 4 dicembre.
L’investitore
tore deve ormai strutturare le proprie speculazioni in base a una fase macroeconomica e
a una microeconomia meno favorevoli, e in base a una divergenza in materia di politica
monetaria sempre più evidente: deve innanzitutto accettare psicologicamente la normalizzazione
monetaria negli Stati Uniti, che sembra
sembra inevitabile e positiva in termini di performance
dell’economia statunitense (si
si vedano gli ultimi dati sulla disoccupazione).
disoccupazione
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Inoltre l’Europa è oramai consapevole di disporre di una copertura della BCE, che si è
fermamente impegnata a cercare di rendere
rendere più dinamica la congiuntura economica europea,
più debole rispetto a quella degli Stati Uniti. Non sorprende che le politiche monetarie siano
divergenti, se le due economie si trovano in fasi diverse del ciclo economico. Non si tratta di una
totale mancanza
anza di sincronizzazione, ma di un ritardo nel ritmo di crescita.
È ancora prematuro trarre conclusioni sull’orientamento dei mercati finanziari nel 2016.
L’anno prossimo dovrebbe perlomeno essere contrassegnato da una maggiore divergenza
di politiche monetarie, e da una preferenza per l’Eurozona dovuta ai flussi di liquidità.
In quale modo i mercati assorbiranno la divergenza del ciclo economico e quella monetaria? La
Cina
a continuerà a creare turbolenze sui mercati globali? Per quanto riguarda il primo
pri
interrogativo, pare che gli investitori abbiano preso atto che le politiche monetarie dovrebbero e
potrebbero essere diverse. Finché esistono aree monetarie abbastanza ampie per investirci, che
godono di politiche monetarie accomodanti, gli investitori potranno dunque scegliere dove
investire la loro liquidità. Pertanto gli investitori statunitensi, operatori principali dei mercati
finanziari, dovrebbero con ogni probabilità privilegiare l’Eurozona, sostenuta dalla triplice
reflazione (prezzo basso del petrolio,
etrolio, euro debole e basso costo del denaro).
denaro
È tuttavia abbastanza difficile prevedere il percorso della crescita globale nel 2016, e di
conseguenza l’andamento dei titoli azionari su alcuni mercati. Come riscontrato nel 2015, l’evento
della svalutazione del renminbi cinese durante l’estate ha innescato
to una revisione al ribasso della
crescita da parte degli istituti internazionali.
I mercati obbligazionari degli Stati Uniti e dell’Europa saranno caratterizzati da un
disallineamento storico, e le misure saranno probabilmente opposte e concomitanti. Questo
Qu
non
si è mai verificato in passato. Si deve rammentare che il mercato obbligazionario europeo e
quello statunitense sono strettamente collegati (si
si vedano le ultime tensioni sui tassi lunghi),
lunghi e
nessuno può realmente prevedere quale sarà l’andamento della
della curva dei rendimenti in Europa,
rispetto all’andamento di quella negli Stati Uniti. Questo sarà probabilmente un problema
cruciale nel 2016.
La BCE farà
arà tutto il possibile per garantire che la situazione non incida negativamente sul
mercato obbligazionario,
ionario, e in particolare sul costo del denaro delle economie europee. È
pertanto ragionevole pensare che in futuro l’Europa potrebbe ancora essere l’area migliore dove
investire. Tuttavia in Europa il rischio istituzionale e quello politico continuano ad aleggiare,
anche se sono più distanti. Un esempio lampante è costituito dal referendum in Gran Bretagna,
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relativo alla permanenza o meno del paese nell’Unione Europea, e dalle recenti tensioni interne
al governo portoghese.
Non bisogna più farsi illusionii sulle politiche monetarie, dato che la prima conseguenza dei piani
di quantitative easing è quella di indebolire la valuta dell’area monetaria di riferimento, ma non
quella di riformare i sistemi economici in profondità. Une banca centrale può eludere alcuni
al
rischi (in
in particolare quello più pericoloso, il rischio sistemico), ma è la domanda finale che deve
prevalere, per innescare il ciclo virtuoso della creazione di valore nelle società: aumento dei
margini, miglioramento della redditività sui capitali investiti, crescita degli utili e investimenti
industriali. Gli agenti economici non possono sopravvivere all’infinito grazie alle immissioni di
liquidità. L’ottimismo,
ttimismo, tuttavia, dovrebbe continuare a regnare fino alla fine dell’anno. I temi
affrontati dai mercati sono noti, ma la novità, come sempre, risiede nel proiettarsi in un universo
monetario che è di per sé sconosciuto.
Testo redatto il 10 novembre 2015 da Igor de Maack, Portavoce
Port
per la Gestione.
“Il presente articolo non costituisce né un’offerta di sottoscrizione, né una consulenza di
investimento.
A proposito di DNCA Finance:
DNCA è una società di gestione con sede a Parigi, fondata nel 2000 da specialisti dell’approccio patrimoniale
alla gestione,
tione, per conto di investitori privati e istituzionali. Tramite un orientamento difensivo, la società
mira a ottimizzare il profilo rischio/rendimento dei portafogli. Grazie a un team di oltre 86 collaboratori,
DNCA ha sviluppato competenze nei titoli azionari
azionari europei e in quelli internazionali (“long only” e “absolute
return”), nella gestione diversificata, nelle obbligazioni convertibili e nelle obbligazioni della zona euro.
La qualità della gestione, periodicamente premiata dalla stampa specializzata, ha
ha consentito alla società di
crescere rapidamente negli ultimi quindici anni. Il patrimonio in gestione si attesta intorno ai 17,8 miliardi (al
30/10/2015).
Contatti ufficio stampa:
Melissa Lovisetto
Twister Communications Group
02 438114 200 / 334 6853262
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