FITP - Sede legale: Box 001 Centro Uffici (T) Viale Ammiraglio Del Bono, 20 - 00122 roma Segreteria del Presidente nazionale: Via San Nicola, 12 - 71013 - S. Giovanni rotondo - Tel. e fax 0882 441108 n. 1 ANNO XV gennaio / febbraio 2013 Rivista bimestrale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari Sarno celebra il sapere delle mani Brindisi ospita il folklore giovanile www.fitp.org Federazione Italiana Tradizioni Popolari Consulta Scientifica LIGUrIA CALABrIA Michele Putrino PrESIDENTE Mario Atzori LOMBArDIA CAMPANIA Francesco Coccaro MArCHE Mario Borroni EMILIA rOMAGNA Sauro Casali (commissario) VICEPrESIDENTE Patrizia resta SEGrETErIA PrESIDENZA NAZIONALE Via San Nicola, 12 71013 San Giovanni rotondo (FG) Tel. e Fax: 0882.441108 [email protected] UFFICIO TESSErAMENTO Via San Sebastiano, 16/18 98122 Messina Tel. e Fax: 090.771398 tesseramento@fitp.org SEGrETArIO GENErALE Contrada Chiusa Lotto 4/b Loc. Simeri Mare Villaggio Santa Lucia 88050 Simeri Crichi (CZ) Tel.: 0961.881609 - 0961.794388 Fax: 0961.881491 [email protected] UFFICIO TESOrErIA C.da Conca d’Oro, Garden Ville, 16 98168 Messina Tel.: 090.355604 [email protected] UFFICIO STAMPA Cdp Service - San Severo (FG) www.cdpservice.it Tel. e Fax: 0882 375761 ufficiostampa@fitp.org COMPONENTI Leonardo Alario Gian Luigi Bravo Pino Gala Ignazio Macchiarella Vincenzo Spera Luciano Della Costa Luigi Sara Giovanni Bossetti MOLISE PIEMONTE FrIULI VENEZIA GIULIA Giampiero Crismani Consiglio Nazionale PUGLIA LAZIO Ivo Di Matteo Fedele Zurlo Nino Agostino COOrDINATOrE NAZIONALE LIGUrIA Milena Medicina SArDEGNA LOMBArDIA Fabrizio Nicola Antonio Giuliani Bernardo Beisso Consiglieri Vittorio Fois Mario Pau Luigi Usai Daniel Meloni ABrUZZO SICILIA Maria L. De Dominicis Maria L. De Dominicis Antonella Castagna Santo Gitto MArCHE Pamela Trisciani MOLISE Michele Castrilli TOSCANA PIEMONTE Andrea Flamini Carmine Gentile Maria Teresa Portella UMBrIA PUGLIA Tommaso russo CAMPANIA VENETO SArDEGNA Giommaria Garau BASILICATA Pasquale Casaletto CALABrIA Fabio Del Mastro Leonardo Bianco Marco Fini Francesco Pilotti Gianni Marini EMILIA rOMAGNA Sauro Casali Presidenti Comitati Regionali FrIULI VENEZIA GIULIA ABrUZZO Fidio Bianchi LAZIO BASILICATA Pietro Basile Mario Srebotuyak Giuseppe d’Alessandro SICILIA Alfio russo TOSCANA Francesco Castelli UMBrIA Floriano Zangarelli VENETO Adriano Bissoli ILÊ FOLKLOREÊ DÕ ITALIA 6 Il Fanciullo e il Folklore Dal 12 al 14 aprile appuntamento a Brindisi I Padri del Folklore 12 A Sarno l’omaggio al sapere delle mani e dell’intelletto n.Ê 01Ê /Ê 2013 IL FOLKLORE D’ITALIA Bimestrale d‘informazione Anno XV n. 1 - GENNAIO / FEBBRAIO 2013 Registrazione al Tribunale di Foggia n. 9 dell’8 aprile 2008 DIRETTORE RESPONSABILE Benito Ripoli COORDINAMENTO RED.LE Antonio d’Amico Leo Conenno Elvira La Porta Rita Laguercia FOTOGRAFIE Ilaria Fioravanti PROGETTO GRAFICO Sinkronia studio STAMPA Grafiche Lucarelli - Ariano Irpino 16 FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARI PRESIDENTE NAZIONALE Benito Ripoli Rassegna Nazionale Musica Popolare Nella quarta edizione trionfano i gruppi “re pambanelle” e “SudTerranea” Iov - Italia 24 All’Assemblea nazionale di Sarno ospite d’eccezione il segretario mondiale 26 Bit 2013 Il ritorno al Salone mondiale del turismo è un “pieno” di consensi VICE PRESIDENTI Nino Indaimo, Luigi Scalas ASSESSORI EFFETTIVI Donatella Bastari, Gerardo Bonifati Fabrizio Cattaneo, Enzo Cocca Fabio Filippi, Gesualdo Pierangeli ASSESSORI SUPPLENTI Giuliano Ierardi, Renata Soravito SEGRETARIO GENERALE Franco Megna VICE SEGRETARIO GENERALE Giancarlo Castagna TESORIERE Tobia Rinaldo VICE TESORIERE Nicola Fabrizio COLLEGIO SINDACI REVISORI Francesco Fedele (presidente) Giovanni Soro (vicepresidente) Ancilla Cornali (membro effettivo) Giampiero Cannas (membro supplente) Francesco De Meo (membro supplente) COLLEGIO PROBIVIRI Gavino Fadda (membro effettivo) Franco Folzi (membro effettivo) Dionigi Garofoli (membro effettivo) Sauro Casali (membro supplente) Pietro Prencipe (membro supplente) COMITATO D’ONORE FITP Past President Lillo Alessandro Presidente Onorario Luciano Della Costa Comitato Dei Saggi Luciano Della Costa Aldo Secomandi www.fitp.org Staff del Presidente Bruno Bordoni, Mario Borroni, Monica Castrilli, Francesca Grella, Ivo Polo, Concetta Masciale Cerimoniere Michele Putrino 3 { editoriale Le bandiere multicolori della Pace non sventolano più di Benito Ripoli Presidente nazionale Fitp 4 Le ultime manifestazioni della Fitp, “I Padri del folklore” e la “Rassegna nazionale della musica popolare”, mi hanno provocato un contrastato stato d’animo, che mi ha indotto a meditare sull’incessante e qualificata attività della Federazione. Al grande successo, testimoniato da importanti presenze di artisti nella kermesse musicale e prestigiosi personaggi nella serata dei riconoscimenti, ha fatto da contraltare una banale e meschina polemica, voluta da qualcuno (corroborato dal comportamento, poco avveduto, di qualche dirigente nazionale), a suo dire, defraudato di un meritato podio. Non mi sono angustiato più di tanto ma… ho pensato. Ho constatato, con rammarico, che, anche per cose che dovrebbero essere un inno alla vita, all’amicizia e alla gioia, si vanno a cercare occasioni e argomenti di contrasto. Le bandiere multicolori della Pace non sventolano più, sono ormai sbiadite, sono sparite, anche dai nostri cuori. Avrete certamente capito che lo stato d’animo creatomi da quanto su esposto, è solo lo spunto, l’occasione, per poter parlare ai miei giovani di un argomento che, insieme, mai abbiamo toccato nelle nostre lettere aperte… La Pace. Siamo davanti ad una situazione difficile che minaccia di diventarlo ancora di più. L’economia ha ormai subito un crollo che sembra irreversibile. I disoccupati crescono giornalmente, i poveri aumentano. Lo stress ci vede vittime ogni giorno dell’affannarci e del correre, del non avere mai tempo. Ripetiamo in continuazione in famiglia, con i nostri cari, con le persone che incontriamo, davanti a ogni proposta “adesso non ho tempo devo correre… vediamoci un’altra volta”. Il mondo della politica è oggetto di polemiche, di diffidenza, di giudizi gratuiti e negativi. E’ troppo facile puntare il dito e condannare gli altri. Tutto nel nostro Paese è colpa degli altri. L’anno appena trascorso ha tante lezioni da darci. Soprattutto ci mette in guardia non dalla politica, senza la quale torneremo ai secoli bui, ma da chi la sfrutta per proprio tornaconto senza timore delle manette e di perdere la faccia. Il 2012 sarà, infatti, ricordato come il ritorno di una tangentopoli ancora più spudorata: soprattutto per corruzioni nelle Regioni, dove si è fatto man bassa nella sanità o rubando dalle casse dei partiti riempite di soldi pubblici. La scuola, la famiglia, la stessa chiesa, la magistratura, l’imprenditoria, tutto è facilmente condannabile, colpevole della situazione di sfascio. “O tempora o mores”, “mala tempora currunt”, si lamentavano già i nostri antichi padri romani. Il passato come epoca d’oro e il presente come tempo cattivo sono pensieri e giudizi vecchi come il mondo. In una terra senza pace, la Palesti- IL FOLKLORE D’ITALIA na, che viveva un tempo difficile, molto più difficile di quello in cui viviamo noi, è venuto al mondo Gesù. Dio si è incarnato e fatto uomo. Un impero, quello romano, teneva soggiogate intere popolazioni con la violenza del proprio dominio garantito dall’esercito. Amministrazione ladra e corrotta, popolazione povera e affamata. In questa realtà c’é stato il primo Natale. E’ nato il Salvatore. Ha risolto i problemi degli uomini? Ha eliminato la violenza, la povertà, la corruzione? Ha allontanato gli invasori dalle terre conquistate? Ha portato… la Pace? Niente di tutto questo. Ha fatto molto di più. Ha mostrato un modello di vita, ha indicato la via per educare le coscienze degli uomini alla giustizia, alla condivisione, all’accoglienza, al rispetto per gli altri, alla Pace. Ecco cosa vorrei da questo ultimo Santo Natale, appena passato, la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra. Si smetta di giudicare e di condannare gli altri con adolescenziale (e chiedo perdono agli adolescenti) superficialità, faciloneria e peccaminoso (quando si tratta di politica), populismo. E’ facile gettare un sasso nel fango, tanto qualcuno si sporca. Costruire, quindi, vera Pace e cominciare da se stessi, da dentro di sé, dal proprio cuore. Forse lo sbiadirsi e lo scomparire delle bandiere della Pace è conseguenza del fatto che abbiamo pensato che la Pace, quella vera, veniva da fuori di noi, che non era importante per noi convertirci ma che tutto era ed è colpa degli altri. Che i cattivi sono sempre gli altri. Sant’Agostino ammoniva: “Noli foras ire. In te ipsum redi. In interiore homine habitat veritas”. (“Non cercare fuori. Ritorna in te stesso. Nell’interiorità dell’uomo abita la libertà”). Libertà intesa come valori, verità, modelli da nutrire e partecipare agli altri. Essere uomini nel senso autentico della parola. San Francesco aveva scoperto nel cuore degli uomini questo segreto e tesoro, quando predicava e donava il suo PAX ET BONUM: la pace foriera di bene, di serenità, di gioia. E’ il cuore degli uomini la casa della pace. Un cuore di carne e non di pietra. La vera grotta in cui Dio deve nascere è il nostro cuore. Oggi ognuno di noi è inerme e bisognoso di tutto: di che nutrirsi, di che scaldarsi, di protezione, di carezze, di premure, di attenzioni, di un padre e di una madre, di amore. Di un mondo che, forse, (per noi è così) profuma di folklore, dove da sempre alberga, la gioia, la Pace. Io ci credo sempre più. Siamo stati precursori e messaggeri di pace ormai da tempo immemore. Chi non ricorda che già negli anni cinquanta, quando muri e barriere insormontabili separavano i po- n. 01 / 2013 poli (soprattutto Est e Ovest), i nostri gruppi folklorici, diffondevano con le note del cuore dei popoli, messaggi di fratellanza, anticamera di duratura Pace. Bisogna tornare a quella semplicità di mente e di cuore che rendeva gli uomini, fratelli, rispettosi gli uni degli altri. Bandire dal mondo il dio denaro, guardarlo come uno strumento e non come un fine, usarlo in modo giusto e non esserne schiavo, esso è “lo sterco del demonio”. Bisogna scrivere su tutte le bandiere del mondo le parole amicizia, gioia e pace e perché no anche sui vessilli della nostra grande famiglia del folklore italiano. Leopardi scriveva: “Io vo gridando: Pace, pace, pace”. (Italia mia). Ai tanti disperati (disoccupati e imprenditori uniti in questo tragico destino), che trovano una soluzione al proprio scoramento nel suicidio, a questi eroi dei nostri tempi, mi permetto di dire di sconfiggere le tenebre e ricercare, nel proprio io, quella luce, che guiderà il futuro alla speranza, alla Pace interiore. 5 UFFICIO DI PRESIDENZA, NUOVA SEDE Via San Nicola 12, 71013 San Giovanni Rotondo (Foggia) Restano invariati il numero di telefono: 0882-441108 e l’indirizzo e-mail: [email protected] COORDINATE BANCARIE Ricordiamo a tutti i gruppi folklorici affiliati il C/C della Federazione IBAN: IT50Y0503482100000000000026 Presso: BANCO POPOLARE SICILIANO Tutti i bonifici relativi ad operazioni di tesseramento, affiliazione, quote di partecipazione a manifestazioni ed ogni altro tipo di pagamento a favore della FITP, dovranno essere effettuati su questo nuovo C/C. www.fitp.org il fanciullo e il folklore Un Brindisi al folklore giovanile Dal 12 al 14 aprile in terra di Salento appuntamento con la Rassegna organizzata dalla Fitp La Cattedrale di Brindisi di Leo Conenno redazione FITP 6 BRINDISI - Da Alberobello a Brindisi. Dalla “Capitale dei trulli” alla “Città sul mare”. Sarà ancora la Puglia lo scenario de “Il Fanciullo e il folklore – Incontro con le nuove generazioni”. Dopo la tappa dello scorso anno in terra barese, la Rassegna internazionale di folklore giovanile organizzata dalla Fitp approda in Salento per la 29.ma edizione. L’appuntamento a Brindisi è dal 12 al 14 aprile. Anche quest’anno la kermesse si preannuncia ricca di fascino e interesse, grazie alla sinergia tra la Fitp e l’Amministrazione comunale salentina, guidata dal sindaco Mimmo Consales. Un connubio che si rinnova grazie al fattivo impegno a livello locale del consigliere nazionale della Fitp, Fedele Zurlo, presidente del Gruppo foklorico “Lu Scattusu”. Sono già diversi i gruppi folklorici che si sono iscritti; prevista la presenza di ensemble stranieri. Momento importante della kermesse è la Rassegna del documentario etnografico. L’appuntamento, giunto all’ottava edizione, è rivolto ai Gruppi folklorici, agli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, alle Università, ai Centri di documentazione, alle Associazioni, agli Istituti culturali e a singoli individui. Tema del 2013 “Il Carnevale” (vedi pagg. 8-11). Suggestive e ricche di storia le location che ospiteranno i vari appuntamenti: il Teatro “Impero”, il Nuovo Teatro “Verdi”, la Cattedrale, il Maxicinema “Andromeda”, la Scalinata Virgilio. Brindisi, terra pregna di fascino e di storia, candidata a Capitale Europea della cultura 2019, apre le porte al folklore giovanile. Una città da visitare. Un territorio ricco di storia e ospitalità. Nuovo Teatro Verdi I gruppi alloggeranno in villaggi **** Meditur Village - Carovigno Marina (Brindisi) Villaggio Vacanze Italiane - Santa Sabina (Brindisi) Info: Segreteria del Presidente nazionale 0882.441108; [email protected] Un gradito ritorno L’edizione 2013 de “Il Fanciullo e il folklore” rinnova il forte legame tra la Fitp e Brindisi. Il “nostro” mondo ha fatto tappa nella città salentina nel 2007 e nel 2010, rispettivamente con “La Scalinata del folklore” (col passare degli anni ribattezzata “Territori e folklore”) e la “Rassegna nazionale della musica popolare”. Due manifestazioni altrettanto importanti e prestigiose organizzate dalla Federazione presieduta da Benito Ripoli. La mente va subito alla Scalinata Virgilio, scenario del primo calendario artistico targato Fitp. Un prodotto frutto della manifestazione “Territori e folklore”. Una sfilata di abiti per esaltare i colori e tra- dizioni d’Italia. Uno spettacolo nello spettacolo. Tante adesioni in quella occasione e la caloro- sa presenza di pubblico che, per tutta la giornata, ha assiepato il palcoscenico naturale ai piedi delle Colonne Romane che ricordano il capolinea della Via Appia. Tre anni dopo, la sala 5 del Maxicinema “Andromeda” ha fatto da cornice alla “Rassegna nazionale della musica popolare”. Era la seconda edizione. Trionfò il Gruppo “Festa Farina e Folk” di San Marco in Lamis (Foggia). Passano gli anni, la Fitp gira ogni angolo dello “stivale”. A volte ritorna là dove regnano ospitalità e tradizione. E Brindisi ha questo dono. Il Fanciullo e il Folklore incontro con le nuove generazioni 29^ EDIZIONE Venerdi 12 aprile ore 16.00: Teatro Impero Cerimonia di apertura della Rassegna Internazionale Giovanile Il Fanciullo e il Folklore - Incontro con le nuove generazioni. A seguire spettacolo prima serata Sabato 13 aprile ore 9.30: Maxicinema Andromeda Rassegna del Documentario Etnografico. Tema: “Il Carnevale” ore 16.00: Nuovo Teatro Verdi Il Fanciullo e il Folklore - Incontro con le nuove generazioni. Spettacolo seconda serata 7 Domenica 14 aprile ore 10.00: Cattedrale / Santa Messa ore 10.30: Parata Internazionale della Gioia per le vie di Brindisi ore 11.30: Scalinata Virgilio Cerimonia di chiusura - Scambio doni e premiazioni B r i n d i s i 1 2 / 1 3 / 1 4 a p r i l e 2 0 1 3 www.fitp.org il fanciullo e il folklore Rassegna del documentario etnografico IL BANDO Art. 1: La Federazione Italiana Tradizioni Popolari indice, per l’8^ Edizione della Rassegna del Documentario Etnografico, un concorso a premi per promuovere ricerche e relativi documentari cinematografici, realizzati in supporto informatico (DVD) della durata massima di 15 minuti, sul patrimonio etnografico nazionale ed internazionale. Art. 2: Tema delle ricerche e dei documentari è il Carnevale nelle diverse attuali realizzazioni nei differenti contesti regionali e locali. Art. 3: Il concorso è distinto in due sezioni: Sezione “A”: possono partecipare singoli concorrenti che autoproducono la propria opera, Istituti delle Scuole dell’Obbligo, Associazioni o Gruppi, legalmente riconosciuti tramite atto pubblico, che si occupano REGOLAMENTO 8 Art. 1: La Federazione Italiana Tradizioni Popolari indice annualmente un concorso a premi definito “Rassegna del Documentario Etnografico”, tramite il quale sono promosse ricerche di Etnografia visuale inedite su realtà socio-culturali nazionali ed internazionali. Art. 2: Ogni edizione del suddetto concorso è a tema fisso; questo viene definito dalla Consulta Scientifica della FITP un anno prima della Rassegna e comunicato alla Giunta Federale che a sua volta lo divulgherà con un apposito bando ufficiale, nel quale verranno precisati i termini di presentazione, la tipologia dei supporti tecnici dei lavori e gli eventuali premi in palio. La Giunta dovrà predisporre una scheda di adesione nella quale vengono precisati i dati anagrafici del concorrente, una breve sintesi del soggetto, i luoghi e i tempi della documentazione e l’anno di di tradizioni popolari. Sezione “B”: possono partecipare Istituti superiori, Dipartimenti universitari, Centri e/o enti di ricerca e di produzione cinematografica istituzionalmente riconosciuti. Art. 4: Ai documentari prodotti dai partecipanti alla suddette sezioni sono riservati i seguenti premi: Sezione “A”: 1° premio: € 1.000,00 2° premio: € 800,00 3° premio: € 500,00 Sezione “B”: Premio unico: € 800,00 Art. 5: Per partecipare al concorso i documentari, realizzati in supporto DVD e della durata massima di 15 minuti, dovranno essere inviati, accompagnati da una breve scheda filmica e dagli opportuni riscontri bibliografici sul Carnevale documentato, al seguente indirizzo entro il 31/03/2013: realizzazione,inoltre il tipo di supporto tecnico col quale viene presentato e la sezione, di cui all’art. 3, alla quale si intende partecipare. Art. 3: In linea generale il concorso è rivolto ai gruppi folklorici, agli istituti scolastici di ogni ordine e grado, alle Università, ai centri di documentazione, alle associazioni e istituti culturali e ai singoli individui. Nello specifico il concorso è suddiviso in due sezioni: a) Sezione del documentario amatoriale. b) Sezione del documentario professionale. Gli elaborati, selezionati da un’apposita giuria, di cui all’art. 4, verranno depositati nella Mediateca della Federazione e non saranno riconsegnati. Art. 4: La Consulta Scientifica elaborerà una scheda di valutazione e indicherà per ogni edizione i nomi (da 3 a 5) dei componenti della giuria, alla quale è affidata la preselezione dei migliori lavori di entrambe le sezioni da presentare nella ras- FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARI Concorso 8^ Rassegna del Documentario Etnografico a San Giovanni Rotondo (Fg), via San Nicola, 12. Art. 6: Un’apposita commissione di esperti in Antropologia Visuale farà la selezione per ammettere alla valutazione finale: SEZIONE A - Massimo 10 documentari, SEZIONE B - Massimo 6 documentari. La valutazione finale per proclamare i vincitori del concorso sarà realizzata da una giuria composta da etnoantropologi di chiara fama. Tale valutazione e la relativa premiazione si svolgeranno nei giorni 12, 13, 14 aprile 2013 in una località che verrà espressamente comunicata ai concorrenti selezionati. segna e la successiva valutazione dei documentari per la premiazione finale. I giudizi espressi dalla giuria sono insindacabili. Il voto che ogni componente della giuria esprimerà per ciascun elaborato sarà espresso in centesimi, così articolati nei rispettivi massimali: a) Qualità del documentario in riferimento alla metodologia dell’indagine etnografica e la coerenza con la realtà documentata: voto da 1 a 30. b) Qualità e originalità della struttura narrativa ed espositiva del documentario: voto da 1 a 30. c) Qualità del linguaggio etnocinematografico (fotografia, scenografia, montaggio, fonica, commento musicale e dei testi verbali): voto da 1 a 40. Art. 5: Spetta alla Giunta della FITP stabilire la tipologia e l’ammontare dei premi per i vincitori di ciascuna sezione, la sede della Rassegna e le modalità di promozione dell’evento e di consegna dei premi. e n o i z i d e ^ 8 Brindisi tema Il Carnevale SCHEDA FILMOGRAFICA DI ADESIONE ALLA “RASSEGNA DEL DOCUMENTARIO ETNOGRAFICO” DELLA FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARI 3 13 aprile 201 Edizione N° VIII Anno 2013 Dati anagra�ici del partecipante Cognome: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Nome: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Gruppo Folk o Associazione: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Residenza: Via/P.zza _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ N. _ _ _ _ C.A.P. _ _ _ _ _ _ _ _ Comune _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Prov. _ _ _ _ _ _ Tel.: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Fax: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Mobile _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Email: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Sito web: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ SCHEDA FILMICA Titolo del film/documentario: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Direzione/Regia: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Anni di realizzazione: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Anno di Produzione _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Tipologia del supporto: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Durata: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Riprese di: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Località: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ( _ _ ) Ricerca: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Collaborazioni tecniche: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Consulenza: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Produzione: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Proprietà: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 9 Testi di: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Sezione del concorso Sezione del documentario amatoriale Soggetto (breve descrizione della trama): DA COMPILARE IN STAMPATELLO E INVIARE VIA FAX ALLO 0882 441108 Sezione del documentario professionale ________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________ ✂ ________________________________________________________________________________ www.fitp.org il fanciullo e il folklore Significati e simboli delle maschere e del carnevale Suggerimenti per realizzare i documentari etnografici da presentare a Brindisi di Luigi Scalas e Carmela Deidda 10 I significati e le relative espressioni simboliche del Carnevale e delle maschere sono numerosi; sull’argomento esiste una vasta letteratura. Diversi sono anche gli utilizzi della maschera, sia nel campo religioso che in quello profano. Nell’antichità le maschere venivano utilizzate nei rituali celebrati in onore delle divinità. A seconda dei culti esse avevano sembianze antropomorfe oppure zoomorfe; nella realtà culturale del mondo classico, per esempio, sono significative le diverse raffigurazioni di Dioniso in Grecia e Bacco a Roma, dove le maschere di Marzio e Luperco esprimevano significati simbolici connessi alle antiche tradizioni religiose. Dall’ambito religioso rivolto verso le divinità uraniche o celesti, le maschere venivano trasferite anche alle divinità ctonie o sotter- rane e da tale contesto impiegate nei riti funebri, allo scopo di esorcizzare le paure del cosiddetto «regno dei morti» e il rischio che questi potessero ritornare in forme aggressive verso i vivi. Dalla trasfigurazione simbolica specifica del campo religioso, derivante dall’orizzonte del sacro, in tutti i contesti culturali, le maschere sono poi diventate anche elementi essenziali delle trasfigurazioni nelle rappresentazioni teatrali, nella misura in cui queste sono derivate dalle ritualità liturgiche proprie dei riti religiosi connessi ai diversi culti rivolti alle divinità sulle quali gli uomini, nelle differenti culture, hanno fondato le proprie credenze. Da qui si è arrivati alle diverse forme di teatralità popolare che solitamente trovano espressione, in tutti i contesti culturali, in momenti festivi che coincidono, di fatto, con specifiche antiche tradizioni come quelle del Carnevale; si pensi, per esempio, al Carnevale nella cultura di derivazione greco-latina in area mediterranea, oppure alle mascherate dei capodanni lunari delle tradizioni asiatiche elaborate in ambito indù, buddista e scintoista. Forme strutturalmente simili si riscontrano anche in ambito africano, sebbene nella maggioranza dei casi le maschere rientrino nel quadro dei culti e cerimonie per le divinità. A questo proposito sono famose le maschere dei Dogon documentate da Marcel Griaule nel 1938 a seguito della famosa missione etnografica Dakar Gibuti (Griaule, 1938). Si tratta di raffigurazioni che riproducono determinate divinità del Pantheon di quella popolazione. Da quanto fin qui si è sintetizzato, si può ricavare che le funzioni sociali e simboliche delle maschere e del Carnevale rientrano nel complesso processo di trasfigurazione, camuffamento e misconoscimento che gli uomini adottano, soprattutto nel campo religioso, per esprimere e definire realtà e situazioni che non colgono in pieno sul piano razionale o che ritengono sostanzialmente sconosciute e, quindi, rappresentabili tramite un’elaborazione fantastica: le iconografie statuarie e pittoriche delle divinità ne costituiscono i presupposti. Da qui il trasferimento alle maschere adottato dal corpo sacerdotale, così come quello impiegato dagli attori nel teatro fino a giungere alle trasfigurazioni praticate tramite le maschere dalle popolazioni in occasioni di feste ca- IL FOLKLORE D’ITALIA lendariali importanti, come sono i capodanni di tipo carnevalesco, nelle quali è necessario capovolgere simbolicamente, tramite il camuffamento delle maschere, le sorti e i ruoli sociali. In sostanza, la maschera, durante il Carnevale nella ritualità di quel tipo di festa, mistifica la reale identità di chi la indossa; di fatto, serve ad ingannare e a rappresentare simbolicamente qualcuno che, in quel momento, gioca un ruolo sociale determinante nell’azione liturgica, teatrale o festiva durante la quale essa viene indossata; in pratica, ha la funzione di rappresentare ed è, di fatto, un’espressione simbolicamente caratterizzata. Tali funzioni simboliche e sociali delle maschere e del momento carmevalesco, tuttavia, devono essere storicizzate, in quanto, sia nelle diverse epoche, sia nei diversi contesti culturali, esse hanno svolto funzioni differenziate ed adeguate alle differenti particolari situazioni. Da ciò deriva che, nel quadro culturale euromediterraneo, i carnevali e le maschere siano caratterizzate da loro specifiche storie che si diversificano nel corso delle differenti epoche, sebbene essi conservino, grazie alle comuni funzioni, caratteri simbolici costanti. Questo comporta che, nell’ambito festivo di inizio d’anno, nelle realtà culturali occidentali, dove si è storicamente passati dalle concezioni religiose del mondo classico al Cristianesimo, le maschere abbiano assunto la particolare facies del carnevale che, in tale realtà, si contrappone, come è noto, alla quaresima e al tempo della quotidianità più in generale. Come ha proposto Paolo Toschi, nella metà degli anni ’50 del secolo appena trascorso, nel noto lavoro sulle origini del teatro popolare, a partire dalla fine del Medioevo con l’Umanesimo e il recupero della cultura classica, dopo gli slanci ascetici e fideistici del periodo precedente, sono state recuperate anche tutte le altre forme di teatralità e spettacolarità come le commedie e le feste di tradizione precristiana, nelle quali le maschere sono elementi caratterizzanti (Toschi, 1955). Vengono recuperati così la carnalità e, come sostiene il noto studioso russo Micheil Bacthin, viene assunto a simbolo carnevalesco «il basso ventre corporale», ovvero la sessualità nella forma più enfatica ed esasperata (Bacthin, 1979, pp. 107-135); da qui l’elaborazione di maschere con nasi enormi fallicamente prominenti posti al centro di un volto che spesso riproduce la parte pubica del corpo maschile (Burke, 1980, pp. 178-199). Nella tradizione festiva europea, il carnevale diventa un periodo che subentra alla grande festa del capodanno e che anticipa, come contrapposizione, la quaresima; n. 01 / 2013 infatti, se il carnevale e il capodanno, nel sistema produttivo della tradizione agro-pastorale euromediterranea, costituiscono un periodo di stasi dei lavori agricoli, come conseguenza della stagione invernale e della connessa interruzione del ciclo vegetativo, e quindi la possibilità e la necessità di usufruire di abbondanze alimentari, per converso, la quaresima segna la ripresa della vegetazione e l’inizio della rinascita nei confronti della quale è necessario compiere opportuni rituali purificatori con digiuni e astinenze di ogni genere. In tale quadro si collocano tutte le tradizioni carnevalesche europee e italiane; nelle diverse regioni sono state elaborate specifiche maschere che caratterizzano i diversi carnevali: Arlecchino, Pulcinella, Pantalone, Gianduia, Mamuthones, Merdules, Boes, Battileddu, ecc.; esse presentano elementi strutturali, formali e comportamentali che si riscontrano anche in diversi contesti carnevaleschi. Questo significa che l’invenzione carnevalesca, nel contesto culturale occidentale, nel quale si collocano le maschere della tradizione italiana, trova riferimenti costanti e simili nelle strutture formali che sono presenti in altri tipi di festività carnevalesche elaborate, in altre parti del mondo, da tradizioni culturali differenti da quelle mediterranee. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Bacthin M. (1979), L’opera di Rabeais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale, Einaudi, Torino. Burke P. (1980), Cultura popolare nell’Europa moderna, Mondatori, Milano. Griaule M. (1938), Masques Dogon, Institut d’Ethnologie, Paris. Lanternari V. (1959), La grande festa. Storia del Capodanno nelle civiltà primitive, Il Saggiatore, Milano. Toschi P. (1955), Le origini del teatro italiano, Einaidi, Torino. www.fitp.org 11 speciale sarno i padri del folklore IL SAPERE D di Antonio D’Amico redazione Fitp 12 L e mani. Quelle che trasudano saperi. Ma che “raccontano” anche storie, vite, che mostrano le rughe disegnate dal lavoro e dal tempo. Quelle mani che tramutano in realtà le tradizioni, le passioni, le arti. Quanto basta per celebrarle, esaltarne i significati in un contesto culturale e di ricerca senza eguali come “I Padri del folklore”, la Rassegna della Fitp che ogni anno celebra personalità nel campo delle tradizioni, quest’anno individuate tra coloro che han- no fatto dei “saperi delle mani” lo scopo della loro ricerca, della loro vita. Un’evoluzione importante anche per la Rassegna che così arricchisce il suo percorso, con un bagaglio storico e audiovisivo destinato a diventare un Archivio di grande valore per il mondo del folklore e delle tradizioni popolari. In un susseguirsi di attività artigianali che affondano la loro storia in quella dell’uomo che ora ne è divenuto testimone e custode. «Un progetto culturale vincente - commenta Benito Ripoli, presidente nazionale della Fitp -, una grande idea capace di stimolare la ricerca soprattutto tra i giovani, anche tra quelli che, a Sarno, sono stati semplici spettatori. Tre ore per un viatico pieno di fascino, spunti, occasioni, perché tutto diventi momento didattico e di valorizzazione di risorse umane, professionali e culturali che sono la vera essenza del nostro mondo. Grazie anche alla ormai sempre più incisiva azione della nostra Consulta scientifica guidata da Mario Atzori». Sì, vero. Un’idea vincente. In Campania il folklore - che non è solo musica e parole - ha messo in mostra un’altra faccia del suo valore, della sua essenza, capace di generare gioie ed emozioni. Apprezzando il “sapere delle mani” nel realizzare o utilizzare strumenti popolari noti o rari come tammorre, bufù, zampogne, pipite, lire calabresi, stetavajasse, triccheballacche, castagnette, marranzani, ciaramelle, flauti, tamburelli, friscalettu, chitarre battenti, organetti ma anche l’arte del ricamo “a tombolo” e nelle acconciature con la realizzazione della “raggiera di manzoniana memoria. «Un esempio per i giovani - aggiunge Franco Megna, segretario generale della Fitp - da coltivare e tutelare. E grazie alla sua capacità di suscitare curiosità la Rassegna di quest’anno si è trasformata in un veicolo di particolare importanza e valore didattico per il nostro IL FOLKLORE D’ITALIA n. 01 / 2013 DELLE MANI mondo». Tra le “personalità” premiate giovani e meno giovani (il folklore è uno straordinario elisir di lunga vita…). Tutte accomunate dalla passione e dall’amore per un passato che chiede a gran voce rispetto. Anche con l’uso delle mani e… dei suoi saperi. I video relativi alle abilità dei “Padri del folklore” 2012 proiettati a Sarno rientrano appieno tra i documenti iconici destinati ad amplificare la chiarezza e l’efficacia delle rappresentazioni. E’ vero che, a testimonianza dell’operato dei Padri, finora bastavano curriculum vitae e manufatti, ma oggi siamo indotti a fidarci più delle immagini che delle descrizioni verbali, seppur con l’ausilio di prove materiali. Perciò, solo tramite registrazioni visuali del “sapere delle mani” mentre viene messo in atto, costruttori, artigiani o esecutori possono concretamente dimostrare di meritare il titolo di Padri del folklore. L’interesse crescente da parte degli antropologi nell’utilizzo del metodo visivo è iniziato quando Marcel Mauss e altri antropologi hanno cominciato a sostenere la necessità di usare in maniera sistematica la macchina fotografica e la cinepresa durante l’osservazione e l’analisi etno-antropologica, fino ad oggi in cui l’antropologia visuale è considerata una modalità di investigazione fondamentale nei processi di “rivitalizzazione culturale” avviata da alcuni gruppi etnici. L’audiovisivo, infatti, può servire non solo come testimonianza da tramandare, ma anche per stimolare la riflessione sull’alterità, abituare le persone ad esprimere visualmente le proprie idee, educare ad un uso critico delle immagini. Sarno rappresenta quindi uno start up avviato mettendo in pratica l’indicazione dell’antropologa statunitense Margaret Mead: utilizzare documentazione audiovisuale per ri-appropriarsi del patrimonio culturale tradizionale integrando modelli culturali emergenti che ne facilitano la riscoperta e lo studio. Ilaria Fioravanti 13 Le moti speciale sarno i padri del folklore Fausto Moscardi (LAZIO) E’ componente del Gruppo folklorico “U Rembombu” di Nemi (Roma). da anni ad opera il “sapere delle sue mani” per abbellire gli abiti tradizionali del posto, dedicando una cura particolare alla acconciature, alla creazione di monili e gioielli di cui è anche un fine collezionista. In particolare il riconoscimento gli viene conferito per la sua raffinata arte dell’ago e del filo, appresa dalla madre, sarta diplomata. Grazie anche all’anziana zia Lisandra la sua competenza si estende alla lavorazione artigianale di merletti, alla modisteria e all’oreficeria. ______________________________________ Ettore Santoro 14 (CALABRIA) Appassionato di musica popolare, entra a far parte in qualità di ballerino e suonatore di pipita, prima del Gruppo folklorico “I Cosciantani”, poi del sodalizio “I Nuovi Zampognari” di Catanzaro. Con la guida del suocero, Giuseppe Mezzatesta, presidente de “I Nuovi Zampognari”, si dedica alla ricerca storica e alla costruzione di alcuni strumenti musicali calabresi: zampogne a chiave, pipite e lire. Il riconoscimento gli viene conferito per l’azione di recupero della lira calabrese, considerato uno dei più raffinati strumenti della musica popolare calabrese. Di tale strumento la figlia Federica, detta “Fedelira”, ne è una virtuosa esecutrice. ______________________________________ Ugo Maiorano (CAMPANIA) Figlio d’arte, nasce in una famiglia di musicisti. Con il padre studia fisarmonica frequentando i “vecchi della tradizione contadina”. Da questi apprende gli arcaici canti “a picco”, spesso intraducibili, le simboliche danze dalle remote e irreperibili movenze e l’uso virtuoso degli strumenti umili: tammorra, stetavajasse, triccheballacche, castagnette, marranzano e, per motivi di ricerca chitarra battente e italiana. Il riconoscimento gli viene conferito perché negli anni è considerato uno dei più prestigiosi costruttori di tammorra, diventando, quindi, il “tammorrano” dell’Agro per antonomasia. Fonda prima il “Gruppo Madonna dei Bagni”, poi i “Taurania” e, infine, la Paranza dell’Agro” di Sarno (Salerno). Rosario Altadonna (SICILIA) E’ membro del Gruppo folklorico “Mata e Grifone” di Messina, dove ha ricoperto i ruoli prima di ballerino e, successivamente, di suonatore di friscalettu, flauto a canna diritto a bocca zeppata. Col tempo, oltre ad essere uno dei più esperti suonatori, fa attività di ricerca sulle metodologie di costruzione di alcuni importanti strumenti musicali della tradizione siciliana: zampogne, ciaramelle, flauti, tamburelli, zampogna a paro, pifara, tamburelli a cornice. Il riconoscimento gli viene conferito perché gli strumenti musicali, costruiti dalle sue mani sapienti, sono unanimemente riconosciuti come beni di cultura materiale, fedelmente ricostruiti secondo tecniche artigianali della tradizione siciliana. ______________________________________ Lavinia Fanini (MARCHE) E’ componente del Gruppo folklorico “La Mannola” di Amandola (Fermo) e collabora con la costumista del sodalizio nella ricostruzione dell’abito tradizionale locale. Il riconoscimento le viene conferito per la sua abilità nel ricamo così detto “A Tombolo”, arte antichissima, già risalente al periodo etrusco. Lavinia ha appreso l’arte del tombolo sin da bambina, all’età di 5 anni, specializzandosi, ivazioni IL FOLKLORE D’ITALIA n. 01 / 2013 Domenico Gialluisi successivamente nel recupero della lavorazione dei merletti che oggi ornano i grembiulini, i mutandoni, le sotto gonne, le camicie e i copri capo degli abiti del sodalizio marchigiano presieduto da Giuliano Ciattoni. ______________________________________ (PUGLIA) E’ responsabile del Gruppo di musica popolare “Santu Pietru cu tutte le chiai” di San Pietro Vernotico (Brindisi). Il riconoscimento gli viene conferito perché abile costruttore artigianale di tammorre e di tali strumenti musicali è suonatore e insegnante. In particolare, la sua passione per la pizzica lo ha portato negli Antonio Scalas (SARDEGNA) E’ membro dell’Associazione culturale “Città di Assemini” (Cagliari) e membro fondatore dell’Associazione Centro internazionale “Ethnostudi”. Il riconoscimento gli viene conferito perché ha contribuito alla nascita del Museo dell’Arte ethnica internazionale di Assemini che, nelle varie sezio- anni a realizzare un’idea che aveva maturato sin dalla giovinezza: recuperare e far conoscere le metodologie per la costruzione artigianale dei tamburelli salentini. Per questa sua peculiarità è un punto di riferimento per tutti i suonatori di tamburello e per tutti i cultori della musica popolare salentina. ______________________________________ Nicolino Pasquale ni, raccoglie centinaia di manufatti popolari e rari manufatti che, di volta in volta vengono esposti in mostre a tema, in Italia e all’estero. E’ un virtuoso suonatore di organetto; del resto, allievo di alcuni tra i maggiori organettisti della Sardegna, inizia la sua carriera artistica all’età di 10 anni. (MOLISE) E’ socio del Gruppo folklorico “La Morgia” di Pietracatella (Campobasso). Fin dall’infanzia, ha fatto parte delle squadre delle “maitunate”, che animano il Capodanno Pietracatellese, prima come assistente dei suonatori di “Bufù” (tamburo a frizione), con la mansione di “acquaiolo”, poi come suonatore di questo importante strumento. Il riconoscimento gli viene conferito perché, nel tempo, apprendendo le tecniche di costruzione e manutenzione, è diventato un esperto costruttore di “Bufù”, trasferendo questo suo sapere ai giovani del gruppo. ______________________________________ Luigi Sara (LOMBARDIA) E’ responsabile dell’Associazione folklorica “Renzo e Lucia” di Milano e consigliere nazionale della Fitp. Il riconoscimento gli viene conferito perché, sin da ragazzo, apprendendo dal padre Giuseppe le tecniche per accorciare il capo delle donne brianzole con la cosiddetta ”raggiera”, il più caratteristico argento da testa della tradizione Lombarda, ha rivolto il suo impegno verso la ricerca storica e la ricostruzione di questo prezioso ornamento. Le raggiere di Luigi Sara, in argento, avorio, madreperla e ottone argentato, sono esposte in molti musei, in primis la casa Manzoni di Milano, nella quale ha allestito dei laboratori didattici informando i visitatori sui metodi di acconciature e praticandoli sulle occasionali donne presenti in sala. www.fitp.org 15 speciale sarno rassegna musica popolare Suoni magici di Leo Conenno redazione Fitp 16 Quando il pubblico presente anticipa il verdetto finale, vuol dire che la manifestazione è riuscita. E’ quanto successo presso il Centro sociale di Sarno, in occasione della quarta edizione della “Rassegna nazionale della musica popolare” organizzata dalla Fitp con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali. Ben 18 i gruppi partecipanti, compresi i due ensemble fuori concorso, “I Gargarensi” di San Giovanni Rotondo (Foggia) e i “Ditirambo” di Torre del Greco (Napoli). Anche la quarta edizione della “Rassegna” è stata caratterizzata dalla partecipazione di tanti giovani. «E’ questo il vero trionfo», hanno evidenziato i dirigenti della Fitp. Una Rassegna che cresce di interesse ed entusiasmo di anno in anno, senza mai trascurare gli intenti base: valorizzare le tradizioni popolari di tutto il territorio nazionale e fornire occasioni d’incontro tra le varie realtà artistiche, culturali e dilettantistiche del settore. Alto il livello artisti- Ben sedici i gruppi in concorso. “SudTerranea” e “Re Pambanelle” i vincitori delle rispettive sezioni co: un crescendo col passare delle edizioni. Sempre più qualificata la commissione, a Sarno composta da esperti e studiosi del settore: Ignazio Macchiarella, Pino Gala, entrambi della Consulta scientifica della Fitp, Nicola Di Lecce, Ugo Maiorano, presidenti di due sodalizi della Federazione e, per quanto concerne la rappresentanza istituzionale, Amilcare Mancusi e Francesco Squillante, rispettivamente sindaco e vicesindaco della “Città dell’acqua”. La gara. Ciascuna formazione ha interpretato due brani, uno all’esame della commissione presieduta da Mario Atzori, presidente della Consulta scientifica della Fitp, l’altro no. Per la sezione “Gruppi folklorici”, si è aggiudicato il primo posto “Re Pambanelle” di Bitonto (Bari), con la canzone “U stagnare”. Alle spalle del gruppo pugliese, “Serra Folk” di Cermignano (Teramo). A completare il podio, “Calabria Citra” di Morano Calabro (Cosenza). Tra i “Gruppi etnici”, il gradino più alto del podio è andato ai “SudTerranea” di Foglianise (Benevento), che hanno cantato “A Tammurriata va”. Secondo posto per il “Duo Federica e Simonetta” di Catanzaro. Podio completato da “Tracc insèmbe-Orchestral temporary ensemble” di Bergamo. Questi gli altri gruppi che hanno preso parte all’appuntamento in terra di Campania: “Li matti de Montecò” di Montecosaro (Macerata), “Nuovi Zampognari” di Catanzaro, “Pratapapumpa Folk” di Apricena, “Fortuna Folianensis” di Foglianise (Benevento) “Sonus Antigus” di Tuili (Medio Campodano), “Mata e Grifone” di Messina, “Santu Pietru cu tutte le chiai” di San Pietro Vernotico (Brindisi), “Etnomusicantes” di Mattinata (Foggia), “La Mannola” di Amandola (Fermo), “I Giovani della Tammorra di Bagni” di Scafati (Salerno). Un “pieno” di applausi a tutti. «La musica senza la passione non ha motivo di esistere», è stato il “coro” unanime dei giurati. Tutti molto soddisfatti della qualità delle interpretazioni. Quanti ospiti e curiosità alla “due giorni” di Sarno Tanti gli ospiti e i dirigenti della Fitp presenti alla “due giorni” di Sarno, fortemente voluta dalla locale Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Amilcare Mancusi, sempre presente insieme al vicesindaco Francesco Squillante, che ha “sposato” in pieno il progetto della Federazione presieduta da Benito Ripoli. Tanto da proseguire nel cammino intrapreso. Tra gli ospiti, spicca la presenza di Rina Lazar, segretario Iov-World, che ha apprezzato l’acoglienza ricevuta. Per la Fitp, in terra di Campania, oltre a Ripoli, erano presenti il vicepresidente Gigi Scalas, gli assessori Donatella Bastari, Fabrizio Cattaneo, Enzo Cocca e Fabio Filippi, il segretario generale Franco Megna (ha letto le motivazioni de “I Padri del folklore”, con le due serate presentate da Francesca Grella, dello staff del presidente), il vice segretario generale Giancarlo Castagna, i consiglieri nazionali Luigi Sara e Fedele Zurlo, i presidenti dei comitati regionali della Campania (Francesco Coccaro), del Lazio (Ivo Di Matteo) e della Lombardia (Fabrizio Nicola). Presenti per la Consulta scientifica il presidente Mario Atzori e i componenti Pino Gala e Ignazio Macchiarella. Tante anche le curiosità e le storie da raccontare. Riconoscimenti a chi si è distinto nel campo delle tradizioni popolari e a chi si farà strada durante gli anni. Targa speciale a Luca Tardivi del Gruppo folklorico “Antica Vescia” di Santi Cosma e Damiano (Latina), il più piccolo tesserato della Fitp per l’anno 2011. Un riconoscimento speciale è stato conferito a Rosario Altadonna del Gruppo folklorico “Mata e Grifone” di Messina: Vict–Iov Italia (Valore identificato culturale tradizionale), quale miglior esecutore di brano musicale con strumento tradizionale. Sul palco durante la “due giorni” i protagonisti sono stati soprattutto i giovani, ma anche i più navigati nel mondo del folklore non sono stati da meno. Bello vedere cantare e danzare una donna in attesa del suo bebè. www.fitp.org 17 speciale sarno fotogallery rassegna 1. Calabria Citra 2. Ditirambo 3. Duo Federica e Simonetta 4. I giovani della Tammorra di Bagni 5. La Mannola 6. Serra Folk 7. Tracc insèmbe-Orchestral temporary ensemble” 8. Sonus Antigus 1 2 18 3 4 IL FOLKLORE D’ITALIA n. 01 / 2013 5 6 19 7 8 www.fitp.org speciale sarno fotogallery rassegna 1 2 3 4 20 1. Etnomusicantes 2. Fortuna Folianensis 3. Li matti de Montecò 4. Garganensi 5. Mata e Grifone 6. Nuovi zampognari 7. Prapatapumpa Folk 8. Re pambanelle 9. Santu Pietru cu tutte le chiai 10.SudTerranea 5 IL FOLKLORE D’ITALIA n. 01 / 2013 6 7 8 21 9 10 www.fitp.org la ricerca Come documentare le tradizioni popolari dalle foto di famiglia Quando i “clic” diventano testimonianza importante e significativa di momenti da tramandare di Simone Ligas Dottorando in Antropologia Università Sassari 22 L’etnografia in quanto disciplina olistica utilizza dati raccolti non solo da esperti e studiosi nel settore, ma qualsiasi documento utile a far emergere gli usi e costumi di una data cultura. Per questo motivo, nelle ricerche di antropologia visuale, possono essere molto interessanti ed utili le cosiddette “fotografie di famiglia”. Queste possono essere considerate dati etnografici passivi, in quanto non nascono dalla necessità di uno studioso di documentare un fenomeno, ma dalla pratica comune dell’uomo di ri- trarre momenti significativi del- una raccolta di tutto il suo materiale fotografico può ricostruire la propria vita. Deriva così che la fotografia pri- i differenti tratti culturali che vata diventi importante e signi- nello scorrere del tempo ne hanficativa a livello sociale; in un no caratterizzato l’identità. Per certo senso impressionare la esempio, pensiamo all’abbigliapropria immagine su una pelli- mento popolare, all’artigianato, cola serve a certificare la propria all’architettura e a tutti quei dati esistenza, si sente la necessità di materiali che possono far parte, avere le fotografie per paura di perdere i ricordi di particolari momenti vissuti. Da questa semplice considerazione si può affermare che questo genere di fotografia è essenziale nella ricostruzione storica o in quella di un fenomeno etnografico, specialmente se si indaga su una comunità che non ha mai “subito” particolari attenzioni da studiosi. Una piccola comunità Particolare di gioielli, Tortol• (OG) anni Ô 60 infatti, attraverso ILÊ FOLKLORE FOLKLOREÊ DÕ ITALIA Un momento del matrimonio Ogliastrino negli anni Ô 60 in primo o in secondo piano della specificità di una fotografia di famiglia. La ricognizione di questo genere di materiale fotografico è strettamente legata al progresso tecnico del mezzo che ne determina la diffusione. È logico pensare che agli albori della fotografia era difficile poter effettuare fotografie in gran numero in quanto le macchine avevano tempi di esposizione lunghissimi, erano enormi e difficili da trasportare e la definizione dell’immagine era piuttosto scar- sa; inoltre, i supporti che venivano impressionati erano lastre ricoperte da composti chimici di materiali costosi come l’argento. Il fotografo doveva quindi essere dotato di competenze nel campo della chimica e di risorse economiche per sostenere i costi dei materiali. Pertanto, le macchine fotografiche di allora non erano destinate a chiunque e la diffusione era limitata; nelle ricerche etnografiche, erano impiegate da viaggiatori e da studiosi. Per i gruppi n.Ê 01Ê /Ê 2013 folklorici rintracciare le fotografie d’epoca e di famiglia non costituisce un impegno complesso; in primo luogo, è necessario ricercare tra i ricordi di famiglia, i vecchi album, dove sono conservati i momenti più significativi, in particolare le occasioni festive: matrimoni, battesimi, feste paesane, gite, ecc. In quelle vecchie fotografie sono documentati non momenti ma anche situazioni e ambienti di un tempo ormai diventato storia. In alcune immagini sono presenti abbigliamenti tradizionali indossati per quella particolare occasione festiva. Ovviamente, il mezzo fotografico, nei piccoli centri è arrivato con maggiore lentezza rispetto alla città. Questo si è verificato soprattutto nel Meridione; tuttavia anche nelle realtà contadine non è difficile ritracciare fotografie d’epoca, per esempio a partire dai primi anni del Novecento. Sappiamo che agli inizi del secolo scorso oltre ai visitatori stranieri, esistevano fotografi di professione che con la loro opera coprivano vaste zone. Le loro fotografie, fatte per immortalare gruppi di famiglia o per fissare gli avvenimenti di una festa, oppure per riprendere avvenimenti di cronaca, spesso da inviare ai giornali, sono materiali utili dai quali si possono trarre suggerimenti per riproporre, nelle rappresentazioni dei gruppi, scene di un passato orami desueto. La riproposizione, nella rappresentazione scenica, deve essere espressa con linguaggi moderni in cui il documento del passato abbia una trasposizione attuale. www.fitp.org 23 l’appuntamento Iov-Italia Tanti i progetti nel cassetto Fabrizio Cattaneo e Rina Lazar di Leo Conenno redazione Fitp 24 SARNO (Salerno) – Un ospite graditissimo ha partecipato all’Assemblea nazionale dello Iov-Italia, presieduto da Fabrizio Cattaneo. E’ Rina Lazar, segretario Iov-World. La tappa in terra di Campania è stata anche l’occasione di tenere il confronto annuale con i vari iscritti al sodalizio. Un appuntamento molto produttivo in termini di argomenti e consensi, con l’adesione All’Assemblea nazionale c’era anche il segretario mondiale di nuovi associati, che certifica il lavoro svolto da Cattaneo e dalla sua squadra, ad un anno dall’insediamento. La presenza della Lazar (presidente della Federazione dei gruppi folklorici di Israele) ha entusiasmato tutti e stimolato dirigenti e affiliati a crescere ancor di più. Cattaneo ha ribadito l’entusiasmo di questa nuova esperienza al timone dello Iov-Italia, a stretto contatto con tutte le altre organizzazioni del folklore. Dalla Fitp, di cui è assessore nazionale, alla Fisb con la Fic e altre di rilevanza regionale. Il presidente dello Iov-Italia si è soffermato sui punti fermi del suo mandato: l’importanza dell’organizzazione, il logo Iov-Italia, il senso di appartenenza e il nuovo Statuto. Mission condivisa da tutta la squadra Iov-Italia. La riunione degli amatori delle tradizioni popolari e della cultura popolare è stata fissata in concomitanza con due manifestazioni nazionali Fitp: “I Padri del folklore” e la “Rassegna nazionale della musica popolare”. Una “due giorni” che ha conquistato Rina Lazar. Emozionata e davvero entusiasta per i due appuntamenti. Dal presidente nazionale della Fitp, Benito Ripoli, ai dirigenti e ai partecipanti al doppio appuntamento di Sarno. Simpatico il “fuori programma” di Luigi Sara, uno dei “Padri del folklore”, che ha confezionato una raggiera con cui ha adornato i capelli dell’ospite israeliano per tutta la durata dei lavori del Consiglio Iov. «Tutto molto bello, mi ha sorpresa la passione dei partecipanti, sempre con il sorriso. Per quanto riguarda lo IovItalia l’invito è a continuare sulla strada intrapresa». di Ilaria Fioravanti redazione Fitp TerrAnima ed Effetto Paradosso La musica etno-folk al cinema E’ dei TerrAnima la colonna sonora di Effetto Paradosso, l’ultimo film di Carlo Fenizi nelle sale dalla scorsa primavera, dove compaiono anche come attori nel ruolo di sé stessi. Il gruppo della FITP, nato dal sodalizio tra musicisti professionisti, ballerine e amore per i suoni della propria terra, persegue l’obiettivo di riproporre la musica popolare del Gargano in chiave etno-folk al grande pubblico italiano ed estero. Contaminazione, tradizione, innovazione sono le caratteristiche di questa band che ha incrociato la strada del Cinema già con l’album d’esordio “La Tarantolata”, utilizzato come colonna sonora in documentari quali “La strada dell’olio” e “Mare nostrum”, e poi nel 2009 quando hanno musicato La luce dell’ombra, il primo film di Fenizi. Cosa può dare il Cinema alla musica popolare e viceversa? Il cinema può offrire una certa divulgazione alla musica popolare, usufruendo al tempo stes- so di sonorità e ritmi particolari propri della musica tradizionale che non si limitano solamente ad accompagnare le immagini, ma diventano parte integrante della pellicola stessa. Cosa ha guidato il gruppo, e soprattutto Gianpio Notarangelo, nella composizione della colonna sonora? Il brano Arianna, dedicato da Gianpio Notarangelo ad Arianna Salvemini, voce storica del gruppo nonché sua compagna nella vita, è stato composto per accompagnare la parte introspettiva ed emozionale della pellicola, mentre Effetto Paradosso per descrivere in maniera leggermente fiabesca i personaggi e dipingere l’immagine di una Daunia progressista ed irriverente. Quanta ricerca c’è nella vostra musica? Dietro i nostri brani c’è una ricerca musicale molto attenta, poiché il nostro obiettivo primario, al di là del genere proposto, è quello di offrire un prodotto musicalmente valido e per nulla scontato. Inoltre, chi ha fondato il gruppo ha militato per diversi anni nei gruppi folklorici, quindi possiede un certo background culturale da questo punto di vista. Secondo voi la contaminazione musicale e quella tra forme d’arte sono le uniche vie per evitare il dimenticatoio alla cultura popolare? La contaminazione ha permesso alla musica popolare di rinnovarsi e di rivolgersi ad un pubblico più ampio ma, affinché questa resti duratura nel tempo, è ne- cessario che i gruppi di contaminazione viaggino parallelamente a quelli della tradizione, offrendo una proposta musicale variegata che non risulti scialba come certa musica leggera. Non a caso, il fatto che Fabio Fazio abbia proposto un Festival di Sanremo alternativo probabilmente conferma la bontà delle considerazioni appena fatte. Nel brano Balla Taranta parlate di “musica nuova”: cosa pensate dei gruppi folklorici che ripropongono la musica popolare con schemi tradizionali? In Balla Taranta parliamo di “ritmo antico e “musica nuova” tra virgolette, riferendoci alla musica popolare che fino a qualche anno fa era considerata un genere di nicchia prerogativa di pochi cultori. Per quanto riguarda i gruppi folklorici, se riusciranno a cavalcare l’onda dell’entusiasmo verso la musica etnica, proponendo in maniera professionale musica di qualità, non necessariamente relegata a fare da contorno alle coreografie e ai costumi tradizionali, probabilmente avranno l’opportunità di crescere e perdurare nel tempo. Prossime tappe? Stiamo accompagnando con un assaggio del nostro concerto il regista ed il cast in alcune prime del film e contemporaneamente lavoriamo alla preparazione del tour che come al solito prevede un ricco calendario di date. A giugno uscirà il nostro secondo videoclip, mentre da ottobre saremo al lavoro per la realizzazione del nuovo film di Carlo Fenizi. www.fitp.org 25 la vetrina La Fitp si rimette in mostra alla Bit NelleÊ fotoÊ diÊ LuiginaÊ Mannocchi, laÊ presentazioneÊ delleÊ pubblicazioniÊ targateÊ Fitp Momenti istituzionali e artistici catturano l’attenzione di addetti ai lavori e visitatori 26 RHO (Milano) – E’ di nuovo Bit per la Fitp. Dopo un solo anno di assenza (il 2012), la Federazione italiana tradizioni popolari è stata di nuovo protagonista alla Borsa internazionale del turismo di Rho, in provincia di Milano, grazie al comitato regionale della Lombardia, presieduto da Fabrizio Nicola. Fattiva, come sempre in questi appuntamenti, la collaborazione dell’assessore in giunta nazionale, Fabrizio Cattaneo. Rinnovata la sinergia con la Regione Lombardia, che ha concesso alla Fitp due specifici momenti per la presentazione delle ultime pubblicazioni. La prima opera, già per altro in distribuzione, è il numero speciale de “Folklore d’Italia” dedicato alla Lombardia, mentre il secondo volume presentato è “Giovanni Paolo II - I Gruppi Folklorici e i canti mariani della tradi- zione popolare”, raccolta di canti, fotografie e ricordi dell’incontro fra il Santo Padre e i gruppi folklorici affiliati alla Fitp. Entrambi editi dalla Cdp Service. Momenti istituzionali importanti a cui hanno presenziato anche il presidente nazionale della Fitp, Benito Ripoli e il consigliere nazionale Mario Borroni (presidente regionale delle Pro Loco marchigiane). E anche presso gli spazi della Regione Marche la Fitp ha trovato “casa”, proseguendo con alcune autorità e realtà associative un rapporto iniziato negli anni scorsi. La partecipazione della Fitp alla Bit è stata caratterizzata anche da momenti artistici e di intrattenimento. Ovviamente immancabili. Protagonisti i gruppi lombardi “Tencitt” di Cunardo (Varese), “Gioppini” di Bergamo, “Renzo e Lucia” di Milano e “Ortensia” di Ortezzano (Fermo). vita dei gruppi La Puglia ha il suo calendario BITONTO (Bari) – Un calendario regionale, oltre a quello nazionale. La sede del Gruppo folklorico “Re Pambanèlle” di Bitonto ha fatto da cornice alla presentazione del primo calendario Fitp-Puglia sul tema “Territorio, tradizioni e folklore della nostra terra”. Un progetto ideato dal presidente regionale, Tommaso Russo e realizzato con la partecipazione del presidente del comitato provinciale Fitp-Foggia, Antonio Russo (grafico Pasquale Pio Russo). Un lavoro che ha come obiettivo quello di far conoscere attraverso le foto eseguite nel comune di residenza dei gruppi partecipanti, le loro tradizioni, i loro costumi, territorio e notizie degli stessi ensemble e delle attività che svolgono. Ecco i gruppi protagonisti: “Città dei Trulli” di Alberobello (Bari), “Città di Palagianello” (Taranto), “Skaria di Deliceto (Foggia), “Re Pambanèlle” di Bitonto (Bari), “L’ Eco del Gargano” di San Giovanni Rotondo (Foggia), “Le Faitare” di Faeto (Foggia), “Pizzeche e Muzzeche” di Vieste (Foggia), “Lycosa” di Lesina (Foggia), “Piccolo Teatro” di Grottaglie (Taranto), “Motl’ la Fnodd di Mottola (Taranto), “Prapatapumpa Folk” di Apricena (Foggia), “Lu Barcarulu” di Ostuni (Brindisi). Alla presentazione del calendario hanno partecipato il presidente nazionale, Benito Ripoli, il presidente del comitato regionale pugliese, Tommaso Russo, il presidente del comitato provinciale di Foggia, Antonio Russo, il presidente del Gruppo “Re Pambanèlle”, Concetta Masciale, e il consigliere nazionale Nino D’ Agostino. “Mata e Grifone” festeggia 30 anni MESSINA - Un percorso lungo trent’anni che non ha affievolito la passione e l’entusiasmo per lo studio, la ricerca e la divulgazione delle tradizioni popolari della Sicilia. Un segno della validità culturale di un popolo, che ancora oggi rappresentano il filo conduttore del Gruppo. Per festeggiare i 30 anni di attività trascorsi con impegno e dedizione, l’Associazione culturale Gruppo folklorico “Mata e Grifone” di Messina, presieduta da Orazio Grasso, ha organizzato delle manifestazioni celebrative. Il Salone degli specchi Palazzo dei Leoni ha ospitato un convegno sugli usi, costumi e tradizioni popolare del Santo Natale in Sicilia, con relatori lo studioso Nino Arcoraci e il poeta cantore Gianni Argurio. Il Teatro Palacultura “Antonella da Messina” ha fatto da cornice al concerto “Li nuveni da nascita Santa”, canti e musiche natalizie eseguiti da cantori e suonatori di zampogne dell’ensemble messinese Grasso, a nome dell’Associazione, ha ricevuto una targa celebrativa, donata dai gruppi folklorici della Fitp “I Cariddi”, “La Madonnina”, “I Picciotti Missinisi”, presieduti rispettivamente da Tobia Rinaldo, Nino Merrino e Stello Mangano. Presente anche Giuseppe Santalco, presidente dell’Associazione di volontariato “Progetto Colapesce onlus”, omaggiato di una zampogna dal costruttore di strumenti popolari, Rosario Altadonna, componente del “Mata e Grifone”. Lo spettacolo è stato presentato dalla poetessa Silvana Foti. 27 vita dei gruppi Danza siciliana Che passione NICOLOSI (Catania) - Massiccia la partecipazione allo Stage di danza tradizionale siciliana per la formazione degli insegnanti di 1° livello , organizzato dal presidente del comitato regionale Fitp, Alfio Russo. Lo stage è stato tenuto da Pino Gala, ricercatore etncoreutico, dell’Università di Sassari e membro della Consulta scientifica Fitp, da Tiziana Miniati, ricercatrice etnocoreutica, e da Sergio Bonanzinga, docente all’Univer- sità di Palermo. Nelle tre giornate, si sono alternate lezioni teoriche di Etnocorelogia, Didattica della danza, Etnomusicologia e lezioni pratiche riguardanti la tecnica del ballo. Gli stessi “prof” sono rimasti colpiti in modo positivo dai partecipanti e dall’accurata organizzazione. «La logistica, il trattamento di accoglienza e di soggiorno – anno commentato -, la conduzione delle lezioni e il clima generale che si è creato e che tutti hanno vissuto nelle tre giornate intense di lezioni teoriche, di lezioni di ballo e di dibattito sono stati molto “La Basulata” 10 anni di musica 28 BAIA E LATINA (Caserta) - Dieci anni di attività per il Gruppo folklorico “La Basulata”. I festeggiamenti hanno visto alternarsi vari momenti, tutti toccanti: a partire dai membri che sono venuti a mancare nel tempo, fino alla consegna di alcuni riconoscimenti destinati ai vari ex-componenti del sodalizio; dalla anamnesi storica della carriera del Gruppo stesso (effettuata dal direttore artistico Pasquale Maiello), fino alla consegna dei riconoscimenti ufficiali destinati ai membri fondatori originari e ai vari collaboratori esterni (coreografi, musicisti, costumisti, tecnici) che hanno contribuito al successo dei concerti de “La Basulata” in Italia e nel mondo. All’evento e al successivo concerto (che, per una curiosa coincidenza, è stato il 100.mo nella carriera del gruppo) hanno presenziato il Gruppo folk “Laurianum” di San Castrese di Sessa Aurunca, l’organettista Michele Gentile, la coreografa Adele Bassi (già ballerina per artisti positivi, proficui e funzionali per tutti. Noi docenti, in accordo con tutta la Consulta scientifica nazionale della Fitp, ci impegneremo a far sì che l’esempio siciliano venga presto imitato dai gruppi di altre regioni, affinché la Fitp stessa sia promotrice delle competenze tecniche appropriate e della qualità delle performance dei propri aderenti». I sodalizi, rappresentati da alcuni componenti, che hanno preso parte allo Stage di formazione sono stati “Voce dell’Etna”di Catania, “Trinacria” di Agira (Enna), “Viginti Millys”di Lascari (Palermo), “Sikilia” di Santa Teresa Riva (Messina), “Città di Milazzo” (Messina), “A Musetta” di Troina (Enna), “Bellarrosa” di Villarosa (Enna), “Picciotti di Raffadali” di Rafadali (Agrigento), “Canterini della Riviera Jonica” di Roccalumera (Messina), “Sicilia Antica” di Mandanici (Messina), “Gurafo” di Petralia Soprana (Palermo), “Naxos” di Giardini Naxos (Messina), “Gallodoro” di Milena (Caltanisetta). del calibro di Eugenio Bennato), il duo Dino e Domenico Mastroianni (rispettivamente, prima fisarmonica della “Fisorchestra Liberina” e promessa della chitarra clasica, il tecnico Tony Palumbo (attualmente in tour con Katia Ricciarelli e i ragazzi del programma Tv “Io canto”) e il fonico Mario Rapa (batterista del gruppo di Enzo Avitabile). Presenti, tra gli altri, il sindaco di Baia e Latina, Michele Santoro e il presidente provinciale della Fitp, Pasquale Di Meo. La messa di Aggius nella Basilica San Pietro AGGIUS (Olbia-Tempio) - Cantare la messa tradizionale aggese nella Basilica di San Pietro a Roma, in occasione del trentennale della propria fondazione e del Pellegrinaggio della gente dello spettacolo viaggiante, culminato con l’Udienza di Papa Benedetto XVI. Una “due giorni” nella “Città eterna” con i gruppi folklorici della Fitp. Un’emozione forte per il Coro di Aggius “Galletto di Gallura”, presieduto da Giampiero Cannas, componente del collegio dei sindaci revisori della Federazione. L’ensemble sardo ha preso posto nella Cappella di San Domenico a destra dell’Altare Maggiore accanto alla tomba di San Pietro; solitamente è lo spa- zio riservato al Coro della Cappella Sistina. Alla tastiera che collega i quattro principali organi Giampiero Leoni pronto a premere i tasti, i registri, i pomelli, i pedali e a stabilire gli accordi per cantare il Kyrie e il Gloria. «E’ difficile - commentano dal Coro - spiegare l’emozione di quei momenti in cui si canta in ambienti solenni e importanti come quelli della Basilica di San Pietro. Sembra che in quelle circostanze non bastino le esperienze e le prove di aver più volte cantato quelle melodie. Ma l’esito poi emerge sicuro con l’armonia delle voci che si fonde a quella dell’organo». Il Coro ha cantato tutta la messa: Kyrie, Gloria, Sanctus e Agnus Dei. Inol- tre, si è alternato, eseguendo canti dell’offertorio e della comunione, con musiche di diverse bande che hanno sonato insieme all’organo. Particolarmente toccante è stato l’Alleluia Pasquale, cantato a voci secche ed intervallato dal suono dell’organo che ha accompagnato un cantore nel versetto evangelico “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. L’esecuzione è stata ripetuta più volte per permettere alla processione di raggiungere l’Ambone per il rituale dell’incensamento e la lettura del passo del Vangelo. Alla conclusione della messa il complesso rituale si è chiuso con il canto pasquale del Regina Coeli. “Spoletino” in Ungheria SPOLETO (Perugia) - C’era anche il Gruppo folklorico “Spoletino” di Spoleto (Perugia), al “6th International festival of Budapest, Hungary”. Alla manifestazione erano presenti sodalizi di Grecia, Serbia, Ungheria, Bosnia & Herzegovina e altri Paesi dell’Est Europa. L’ensemble umbro, presieduto da Francesco Pilotti (consigliere nazionale della Fitp), ha rappresentato l’Italia sfoggiando folklore, colori e tradizioni della propria terra. Soddisfazione è stata espressa dagli organizzatori: il gruppo umbro è stato l’unico a esibirsi con strumenti dal vivo, fisarmoniche organetti e quant’altro di tipico. 29 vita dei gruppi “I Cariddi”, 40 anni di storia e tradizione MESSINA - Quarant’anni di attività per il Gruppo folklorico “I Cariddi”. Durante la erata e ha celebrato la fondazione, ospitata dal Palazzo della cultura di Mesina, il presidente Tobia Rinaldo (tesoriere della Fitp) ha tracciato l’excursus storico, ripercorrendo le tappe di un’intensa attività che ha visto il gruppo messinese operare per la riscoperta e la diffusione delle 30 tradizioni popolari isolane con la riproposizione, negli oltre millecinquecento spettacoli presentati in giro per il mondo, di canti, musiche, balletti e quadri teatrali incentrati sulla terra di Sicilia. La kermesse celebrativa, condotta da Salvatore La Porta, si è aperta con l’esibizione de “I Cariddi”, che hanno presentato uno spettacolo di canti e danze popolari siciliane. La manifestazione è stata arricchita dalla partecipazione, con relativa esibizione, dei gruppi folklorici “Il Meliuso”, “Città di Milazzo”, “Picciotti missinisi”, “Mata e Grifone”, che in questi quarant’anni hanno condiviso con “I Cariddi” alcuni momenti storici e significativi. Messaggi augurali sono giunti da diverse formazioni folkloriche nazionali e da tutto il mondo, ai quali si sono aggiunti anche quelli del presidente nazionale della Fitp, Benito Ripoli, del past president Igf e Fitp, Lillo Alessandro e del presidente regionale, Alfio Russo. La manifestazione si è conclusa con la premiazione di alcuni componenti del Gruppo, fra gli oltre ottocento che si sono alternati dal 1972 al 2012. E la storia continua con ancora tante pagine da scrivere nel panorama del folklore nazionale e internazionale. Giorgia, benvenuta nella Fitp TROPEA (Vibo Valentia) - Una new entry nel mondo del folklore e nella famiglia della Fitp. E’ Giorgia Addolorato, figlia di Andrea Addolorato e Concetta Lorenzo, rispettivamente presidente e direttrice artistica del Gruppo folklorico “Città di Tropea” (Vibo Valentia). Giorgia, nata il 19 dicembre 2011, è la più piccola tesserata dell’ensemble calabrese. Sicuramente ha an- che l’onore di essere una delle più piccole di tutta la Federazione, essendo stata iscritta il 6 giugno 2012. Il tesseramento della piccola Giorgia certifica l’amore di mamma e papà, ma anche di tutto il sodalizio, per le tradizioni popolari. “Città di Tropea” che con rinnovato entusiasmo ha dato vita al gruppo dei piccoli, dove tra i protagonisti ci sarà anche Giorgia. La Fitp “saluta” il Papa Uno degli ultimi eventi che ha visto protagonista la Fitp è stato il pellegrinaggio a Roma con la partecipazione all’Udienza del Santo Padre. E’ di alcuni giorni la notizia che Papa Benedetto XVI ha rassegnato le dimissioni. Una decisione “bomba” che ha suscitato tanto clamore in tutto il mondo. Anche in quello della Federazione italiana tradizioni popolari. Tra i dirigenti e gruppi folklorici resta vivo il ricordo di quella “due giorni” nella Capitale. Uno dei protagonisti dell’esperienza nella “Città eterna” è stato il vicepresidente della Fitp, Nino Indaimo. La notizia delle dimissioni del Papa ha suscitato in me delle riflessioni e delle considerazioni contrastanti. Subito ho pensato ad uno scherzo: per me come per la maggioranza la figura del Papa è direttamente collegata all’eternità. Quando grazie alla Fitp ho avuto il grande privilegio di incontrarlo uno dei pensieri di quell’attimo è stato quello di essere di fronte ad “una personalità” nominata dagli uomini, ma da loro non “destituibile” e quindi “eterno”. Quindi, sono andato con la mente a ricercare le sensazioni di quegli attimi visti alla luce di questi nuovi eventi. Mi sono ricordato della “stima” e dell’“affetto” per una realtà, quella dello spettacolo tradizionale, viaggiante, delle bande, che nel Suo intervento ha rivelato di conoscere bene. Soprattutto i valori tradizionali. «Nel vostro ambiente - disse il Santo Padre - si conserva vivo il dialogo tra generazioni, il senso dell’amicizia, il gusto dello stare insieme: Accoglienza e ospitalità vi sono proprie. Del resto la vostra attività richiede responsabilità e perseveranza,coraggio e generosità virtù che la società odierna non sempre apprezza, ma che hanno contribuito a formare, nella vostra famiglia,intere generazioni». Ho pensato alla “Sua serenità”, alle richieste di informazioni sulla pubblicazione da noi donata, all’interesse mostrato alla vista della foto di Giovanni Paolo II sulla copertina del libro. La stessa serenità, a mio modesto modo di vedere, mostrata nei confronti di una scelta così importante. E’ un gesto che va apprezzato per l’alto senso di responsabilità. E’ un gesto, per quanto mi riguarda, di grande modernità. Esprime la concezione del mandato come servizio spirituale fino a riconoscere come uomo di non avere più le forze fisiche per ricoprirlo. Per concludere è un messaggio molto alto ma alla portata di tutti gli uomini. Nino Indaimo - Vicepresidente Fitp