FITP - Sede legale: Box 001 Centro Uffici (T) Viale Ammiraglio Del Bono, 20 - 00122 roma
Segreteria del Presidente nazionale: Via San Nicola, 12 - 71013 - S. Giovanni rotondo - Tel. e fax 0882 441108
n. 1
ANNO XV
gennaio / febbraio 2013
Rivista bimestrale della Federazione Italiana Tradizioni Popolari
Sarno celebra
il sapere delle mani
Brindisi ospita
il folklore giovanile
www.fitp.org
Federazione
Italiana
Tradizioni
Popolari
Consulta
Scientifica
LIGUrIA
CALABrIA
Michele Putrino
PrESIDENTE
Mario Atzori
LOMBArDIA
CAMPANIA
Francesco Coccaro
MArCHE
Mario Borroni
EMILIA rOMAGNA
Sauro Casali
(commissario)
VICEPrESIDENTE
Patrizia resta
SEGrETErIA
PrESIDENZA NAZIONALE
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71013 San Giovanni rotondo (FG)
Tel. e Fax: 0882.441108
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98122 Messina
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SEGrETArIO GENErALE
Contrada Chiusa Lotto 4/b
Loc. Simeri Mare Villaggio Santa Lucia
88050 Simeri Crichi (CZ)
Tel.: 0961.881609 - 0961.794388
Fax: 0961.881491
[email protected]
UFFICIO TESOrErIA
C.da Conca d’Oro,
Garden Ville, 16
98168 Messina
Tel.: 090.355604
[email protected]
UFFICIO STAMPA
Cdp Service - San Severo (FG)
www.cdpservice.it
Tel. e Fax: 0882 375761
ufficiostampa@fitp.org
COMPONENTI
Leonardo Alario
Gian Luigi Bravo
Pino Gala
Ignazio Macchiarella
Vincenzo Spera
Luciano Della Costa
Luigi Sara
Giovanni Bossetti
MOLISE
PIEMONTE
FrIULI VENEZIA
GIULIA
Giampiero Crismani
Consiglio
Nazionale
PUGLIA
LAZIO
Ivo Di Matteo
Fedele Zurlo
Nino Agostino
COOrDINATOrE
NAZIONALE
LIGUrIA
Milena Medicina
SArDEGNA
LOMBArDIA
Fabrizio Nicola
Antonio Giuliani
Bernardo Beisso
Consiglieri
Vittorio Fois
Mario Pau
Luigi Usai
Daniel Meloni
ABrUZZO
SICILIA
Maria L. De Dominicis
Maria L. De Dominicis
Antonella Castagna
Santo Gitto
MArCHE
Pamela Trisciani
MOLISE
Michele Castrilli
TOSCANA
PIEMONTE
Andrea Flamini
Carmine Gentile
Maria Teresa Portella
UMBrIA
PUGLIA
Tommaso russo
CAMPANIA
VENETO
SArDEGNA
Giommaria Garau
BASILICATA
Pasquale Casaletto
CALABrIA
Fabio Del Mastro
Leonardo Bianco
Marco Fini
Francesco Pilotti
Gianni Marini
EMILIA rOMAGNA
Sauro Casali
Presidenti
Comitati Regionali
FrIULI VENEZIA
GIULIA
ABrUZZO
Fidio Bianchi
LAZIO
BASILICATA
Pietro Basile
Mario Srebotuyak
Giuseppe d’Alessandro
SICILIA
Alfio russo
TOSCANA
Francesco Castelli
UMBrIA
Floriano Zangarelli
VENETO
Adriano Bissoli
ILÊ FOLKLOREÊ DÕ ITALIA
6
Il Fanciullo e il Folklore
Dal 12 al 14 aprile appuntamento a Brindisi
I Padri del Folklore
12
A Sarno l’omaggio al sapere
delle mani e dell’intelletto
n.Ê 01Ê /Ê 2013
IL FOLKLORE D’ITALIA
Bimestrale d‘informazione
Anno XV n. 1 - GENNAIO / FEBBRAIO 2013
Registrazione al Tribunale di Foggia n. 9
dell’8 aprile 2008
DIRETTORE RESPONSABILE
Benito Ripoli
COORDINAMENTO RED.LE
Antonio d’Amico
Leo Conenno
Elvira La Porta
Rita Laguercia
FOTOGRAFIE
Ilaria Fioravanti
PROGETTO GRAFICO
Sinkronia studio
STAMPA
Grafiche Lucarelli - Ariano Irpino
16
FEDERAZIONE ITALIANA
TRADIZIONI POPOLARI
PRESIDENTE NAZIONALE
Benito Ripoli
Rassegna Nazionale
Musica Popolare
Nella quarta edizione trionfano i gruppi
“re pambanelle” e “SudTerranea”
Iov - Italia
24
All’Assemblea nazionale di Sarno
ospite d’eccezione il segretario mondiale
26
Bit 2013
Il ritorno al Salone mondiale del turismo
è un “pieno” di consensi
VICE PRESIDENTI
Nino Indaimo, Luigi Scalas
ASSESSORI EFFETTIVI
Donatella Bastari, Gerardo Bonifati
Fabrizio Cattaneo, Enzo Cocca
Fabio Filippi, Gesualdo Pierangeli
ASSESSORI SUPPLENTI
Giuliano Ierardi, Renata Soravito
SEGRETARIO GENERALE
Franco Megna
VICE SEGRETARIO GENERALE
Giancarlo Castagna
TESORIERE
Tobia Rinaldo
VICE TESORIERE
Nicola Fabrizio
COLLEGIO SINDACI REVISORI
Francesco Fedele (presidente)
Giovanni Soro (vicepresidente)
Ancilla Cornali (membro effettivo)
Giampiero Cannas (membro supplente)
Francesco De Meo (membro supplente)
COLLEGIO PROBIVIRI
Gavino Fadda (membro effettivo)
Franco Folzi (membro effettivo)
Dionigi Garofoli (membro effettivo)
Sauro Casali (membro supplente)
Pietro Prencipe (membro supplente)
COMITATO D’ONORE FITP
Past President
Lillo Alessandro
Presidente Onorario
Luciano Della Costa
Comitato Dei Saggi
Luciano Della Costa
Aldo Secomandi
www.fitp.org
Staff del Presidente
Bruno Bordoni, Mario Borroni, Monica Castrilli,
Francesca Grella, Ivo Polo, Concetta Masciale
Cerimoniere
Michele Putrino
3
{
editoriale
Le bandiere
multicolori della Pace
non sventolano più
di Benito Ripoli
Presidente nazionale Fitp
4
Le ultime manifestazioni della Fitp, “I Padri del folklore” e la
“Rassegna nazionale della musica
popolare”, mi hanno provocato un
contrastato stato d’animo, che mi
ha indotto a meditare sull’incessante e qualificata attività della
Federazione. Al grande successo,
testimoniato da importanti presenze di artisti nella kermesse
musicale e prestigiosi personaggi
nella serata dei riconoscimenti,
ha fatto da contraltare una banale e meschina polemica, voluta da qualcuno (corroborato dal
comportamento, poco avveduto,
di qualche dirigente nazionale), a
suo dire, defraudato di un meritato podio. Non mi sono angustiato
più di tanto ma… ho pensato.
Ho constatato, con rammarico,
che, anche per cose che dovrebbero essere un inno alla vita, all’amicizia e alla gioia, si vanno a cercare
occasioni e argomenti di contrasto.
Le bandiere multicolori della Pace
non sventolano più, sono ormai
sbiadite, sono sparite, anche dai
nostri cuori. Avrete certamente
capito che lo stato d’animo creatomi da quanto su esposto, è solo
lo spunto, l’occasione, per poter
parlare ai miei giovani di un argomento che, insieme, mai abbiamo
toccato nelle nostre lettere aperte… La Pace.
Siamo davanti ad una situazione
difficile che minaccia di diventarlo
ancora di più. L’economia ha ormai
subito un crollo che sembra irreversibile. I disoccupati crescono
giornalmente, i poveri aumentano.
Lo stress ci vede vittime ogni giorno dell’affannarci e del correre, del
non avere mai tempo. Ripetiamo
in continuazione in famiglia, con
i nostri cari, con le persone che
incontriamo, davanti a ogni proposta “adesso non ho tempo devo
correre… vediamoci un’altra volta”.
Il mondo della politica è oggetto di
polemiche, di diffidenza, di giudizi
gratuiti e negativi. E’ troppo facile
puntare il dito e condannare gli altri. Tutto nel nostro Paese è colpa
degli altri.
L’anno appena trascorso ha tante lezioni da darci. Soprattutto ci
mette in guardia non dalla politica,
senza la quale torneremo ai secoli
bui, ma da chi la sfrutta per proprio tornaconto senza timore delle
manette e di perdere la faccia. Il
2012 sarà, infatti, ricordato come
il ritorno di una tangentopoli ancora più spudorata: soprattutto
per corruzioni nelle Regioni, dove
si è fatto man bassa nella sanità o
rubando dalle casse dei partiti riempite di soldi pubblici. La scuola,
la famiglia, la stessa chiesa, la magistratura, l’imprenditoria, tutto è
facilmente condannabile, colpevole della situazione di sfascio. “O
tempora o mores”, “mala tempora
currunt”, si lamentavano già i nostri antichi padri romani. Il passato come epoca d’oro e il presente
come tempo cattivo sono pensieri
e giudizi vecchi come il mondo. In
una terra senza pace, la Palesti-
IL FOLKLORE D’ITALIA
na, che viveva un tempo difficile,
molto più difficile di quello in cui
viviamo noi, è venuto al mondo
Gesù. Dio si è incarnato e fatto
uomo. Un impero, quello romano,
teneva soggiogate intere popolazioni con la violenza del proprio
dominio garantito dall’esercito.
Amministrazione ladra e corrotta,
popolazione povera e affamata. In
questa realtà c’é stato il primo Natale. E’ nato il Salvatore.
Ha risolto i problemi degli uomini?
Ha eliminato la violenza, la povertà, la corruzione? Ha allontanato
gli invasori dalle terre conquistate? Ha portato… la Pace? Niente di
tutto questo. Ha fatto molto di più.
Ha mostrato un modello di vita, ha
indicato la via per educare le coscienze degli uomini alla giustizia,
alla condivisione, all’accoglienza,
al rispetto per gli altri, alla Pace.
Ecco cosa vorrei da questo ultimo Santo Natale, appena passato, la fine di un’epoca e l’inizio di
un’altra. Si smetta di giudicare e
di condannare gli altri con adolescenziale (e chiedo perdono agli
adolescenti) superficialità, faciloneria e peccaminoso (quando si
tratta di politica), populismo. E’
facile gettare un sasso nel fango,
tanto qualcuno si sporca.
Costruire, quindi, vera Pace e cominciare da se stessi, da dentro di
sé, dal proprio cuore.
Forse lo sbiadirsi e lo scomparire
delle bandiere della Pace è conseguenza del fatto che abbiamo
pensato che la Pace, quella vera,
veniva da fuori di noi, che non era
importante per noi convertirci ma
che tutto era ed è colpa degli altri.
Che i cattivi sono sempre gli altri.
Sant’Agostino ammoniva: “Noli foras ire. In te ipsum redi. In interiore homine habitat veritas”. (“Non
cercare fuori. Ritorna in te stesso.
Nell’interiorità dell’uomo abita la
libertà”). Libertà intesa come valori, verità, modelli da nutrire e
partecipare agli altri. Essere uomini nel senso autentico della parola.
San Francesco aveva scoperto nel
cuore degli uomini questo segreto e tesoro, quando predicava e
donava il suo PAX ET BONUM: la
pace foriera di bene, di serenità,
di gioia. E’ il cuore degli uomini la
casa della pace. Un cuore di carne
e non di pietra.
La vera grotta in cui Dio deve nascere è il nostro cuore. Oggi ognuno di noi è inerme e bisognoso di
tutto: di che nutrirsi, di che scaldarsi, di protezione, di carezze,
di premure, di attenzioni, di un
padre e di una madre, di amore.
Di un mondo che, forse, (per noi è
così) profuma di folklore, dove da
sempre alberga, la gioia, la Pace. Io
ci credo sempre più.
Siamo stati precursori e messaggeri di pace ormai da tempo immemore.
Chi non ricorda che già negli anni
cinquanta, quando muri e barriere insormontabili separavano i po-
n. 01 / 2013
poli (soprattutto Est e Ovest), i nostri gruppi folklorici, diffondevano
con le note del cuore dei popoli,
messaggi di fratellanza, anticamera di duratura Pace.
Bisogna tornare a quella semplicità di mente e di cuore che rendeva
gli uomini, fratelli, rispettosi gli
uni degli altri. Bandire dal mondo
il dio denaro, guardarlo come uno
strumento e non come un fine,
usarlo in modo giusto e non esserne schiavo, esso è “lo sterco del
demonio”.
Bisogna scrivere su tutte le bandiere del mondo le parole amicizia, gioia e pace e perché no anche
sui vessilli della nostra grande
famiglia del folklore italiano. Leopardi scriveva: “Io vo gridando:
Pace, pace, pace”. (Italia mia).
Ai tanti disperati (disoccupati e
imprenditori uniti in questo tragico destino), che trovano una
soluzione al proprio scoramento
nel suicidio, a questi eroi dei nostri tempi, mi permetto di dire di
sconfiggere le tenebre e ricercare, nel proprio io, quella luce, che
guiderà il futuro alla speranza, alla
Pace interiore.
5
UFFICIO DI PRESIDENZA, NUOVA SEDE
Via San Nicola 12, 71013 San Giovanni Rotondo (Foggia)
Restano invariati il numero di telefono: 0882-441108
e l’indirizzo e-mail: [email protected]
COORDINATE BANCARIE
Ricordiamo a tutti i gruppi folklorici affiliati il C/C della Federazione
IBAN: IT50Y0503482100000000000026
Presso: BANCO POPOLARE SICILIANO
Tutti i bonifici relativi ad operazioni di tesseramento, affiliazione, quote
di partecipazione a manifestazioni ed ogni altro tipo di pagamento a
favore della FITP, dovranno essere effettuati su questo nuovo C/C.
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il fanciullo e il folklore
Un Brindisi
al folklore
giovanile
Dal 12 al 14 aprile in terra di Salento
appuntamento con la Rassegna
organizzata dalla Fitp
La Cattedrale di Brindisi
di Leo Conenno
redazione FITP
6
BRINDISI - Da Alberobello a Brindisi. Dalla “Capitale dei trulli” alla
“Città sul mare”. Sarà ancora la Puglia lo scenario de “Il Fanciullo e il
folklore – Incontro con le nuove generazioni”. Dopo la tappa dello scorso anno in terra barese, la Rassegna
internazionale di folklore giovanile
organizzata dalla Fitp approda in
Salento per la 29.ma edizione. L’appuntamento a Brindisi è dal 12 al 14
aprile.
Anche quest’anno la kermesse si
preannuncia ricca di fascino e interesse, grazie alla sinergia tra la Fitp
e l’Amministrazione comunale salentina, guidata dal sindaco Mimmo
Consales. Un connubio che si rinnova grazie al fattivo impegno a livello locale del consigliere nazionale
della Fitp, Fedele Zurlo, presidente
del Gruppo foklorico “Lu Scattusu”.
Sono già diversi i gruppi folklorici
che si sono iscritti; prevista la presenza di ensemble stranieri. Momento importante della kermesse
è la Rassegna del documentario
etnografico. L’appuntamento, giunto all’ottava edizione, è rivolto ai
Gruppi folklorici, agli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, alle
Università, ai Centri di documentazione, alle Associazioni, agli Istituti
culturali e a singoli individui. Tema
del 2013 “Il Carnevale” (vedi pagg.
8-11). Suggestive e ricche di storia
le location che ospiteranno i vari
appuntamenti: il Teatro “Impero”, il
Nuovo Teatro “Verdi”, la Cattedrale,
il Maxicinema “Andromeda”, la Scalinata Virgilio. Brindisi, terra pregna
di fascino e di storia, candidata a Capitale Europea della cultura 2019,
apre le porte al folklore giovanile.
Una città da visitare. Un territorio
ricco di storia e ospitalità.
Nuovo Teatro Verdi
I gruppi alloggeranno in villaggi ****
Meditur Village - Carovigno Marina (Brindisi)
Villaggio Vacanze Italiane - Santa Sabina (Brindisi)
Info: Segreteria del Presidente nazionale
0882.441108; [email protected]
Un gradito ritorno
L’edizione 2013 de “Il Fanciullo e
il folklore” rinnova il forte legame tra la Fitp e Brindisi. Il “nostro” mondo ha fatto tappa nella
città salentina nel 2007 e
nel 2010, rispettivamente
con “La Scalinata del folklore” (col passare degli anni
ribattezzata “Territori e
folklore”) e la “Rassegna
nazionale della musica popolare”. Due manifestazioni altrettanto importanti
e prestigiose organizzate
dalla Federazione presieduta da Benito Ripoli. La mente
va subito alla Scalinata Virgilio,
scenario del primo calendario
artistico targato Fitp. Un prodotto frutto della manifestazione
“Territori e folklore”. Una sfilata
di abiti per esaltare i colori e tra-
dizioni d’Italia. Uno spettacolo
nello spettacolo. Tante adesioni
in quella occasione e la caloro-
sa presenza di pubblico che, per
tutta la giornata, ha assiepato il
palcoscenico naturale ai piedi
delle Colonne Romane che ricordano il capolinea della
Via Appia. Tre anni dopo, la
sala 5 del Maxicinema “Andromeda” ha fatto da cornice alla “Rassegna nazionale
della musica popolare”. Era
la seconda edizione. Trionfò il Gruppo “Festa Farina e
Folk” di San Marco in Lamis
(Foggia). Passano gli anni, la
Fitp gira ogni angolo dello
“stivale”. A volte ritorna là dove
regnano ospitalità e tradizione.
E Brindisi ha questo dono.
Il Fanciullo e il Folklore
incontro con le nuove generazioni
29^ EDIZIONE
Venerdi 12 aprile
ore 16.00: Teatro Impero
Cerimonia di apertura della Rassegna Internazionale Giovanile
Il Fanciullo e il Folklore - Incontro con le nuove generazioni.
A seguire spettacolo prima serata
Sabato 13 aprile
ore 9.30: Maxicinema Andromeda
Rassegna del Documentario Etnografico. Tema: “Il Carnevale”
ore 16.00: Nuovo Teatro Verdi
Il Fanciullo e il Folklore - Incontro con le nuove generazioni.
Spettacolo seconda serata
7
Domenica 14 aprile
ore 10.00: Cattedrale / Santa Messa
ore 10.30: Parata Internazionale della Gioia per le vie di Brindisi
ore 11.30: Scalinata Virgilio
Cerimonia di chiusura - Scambio doni e premiazioni
B r i n d i s i
1 2 / 1 3 / 1 4
a p r i l e
2 0 1 3
www.fitp.org
il fanciullo e il folklore
Rassegna del documentario etnografico
IL BANDO
Art. 1: La Federazione Italiana Tradizioni Popolari indice, per l’8^ Edizione della Rassegna del Documentario
Etnografico, un concorso a premi per
promuovere ricerche e relativi documentari cinematografici, realizzati
in supporto informatico (DVD) della durata massima di 15 minuti, sul
patrimonio etnografico nazionale ed
internazionale.
Art. 2: Tema delle ricerche e dei documentari è il Carnevale nelle diverse
attuali realizzazioni nei differenti contesti regionali e locali.
Art. 3: Il concorso è distinto in due
sezioni:
Sezione “A”: possono partecipare
singoli concorrenti che autoproducono la propria opera, Istituti delle
Scuole dell’Obbligo, Associazioni o
Gruppi, legalmente riconosciuti tramite atto pubblico, che si occupano
REGOLAMENTO
8
Art. 1: La Federazione Italiana Tradizioni Popolari indice annualmente
un concorso a premi definito “Rassegna del Documentario Etnografico”, tramite il quale sono promosse
ricerche di Etnografia visuale inedite su realtà socio-culturali nazionali
ed internazionali.
Art. 2: Ogni edizione del suddetto
concorso è a tema fisso; questo
viene definito dalla Consulta Scientifica della FITP un anno prima
della Rassegna e comunicato alla
Giunta Federale che a sua volta lo
divulgherà con un apposito bando
ufficiale, nel quale verranno precisati i termini di presentazione, la
tipologia dei supporti tecnici dei
lavori e gli eventuali premi in palio.
La Giunta dovrà predisporre una
scheda di adesione nella quale
vengono precisati i dati anagrafici
del concorrente, una breve sintesi del soggetto, i luoghi e i tempi
della documentazione e l’anno di
di tradizioni popolari.
Sezione “B”: possono partecipare
Istituti superiori, Dipartimenti universitari, Centri e/o enti di ricerca e
di produzione cinematografica istituzionalmente riconosciuti.
Art. 4: Ai documentari prodotti dai
partecipanti alla suddette sezioni
sono riservati i seguenti premi:
Sezione “A”:
1° premio: € 1.000,00
2° premio: € 800,00
3° premio: € 500,00
Sezione “B”:
Premio unico: € 800,00
Art. 5: Per partecipare al concorso i
documentari, realizzati in supporto
DVD e della durata massima di 15 minuti, dovranno essere inviati, accompagnati da una breve scheda filmica e
dagli opportuni riscontri bibliografici
sul Carnevale documentato, al seguente indirizzo entro il 31/03/2013:
realizzazione,inoltre il tipo di supporto tecnico col quale viene presentato e la sezione, di cui all’art.
3, alla quale si intende partecipare.
Art. 3: In linea generale il concorso
è rivolto ai gruppi folklorici, agli istituti scolastici di ogni ordine e grado, alle Università, ai centri di documentazione, alle associazioni e
istituti culturali e ai singoli individui.
Nello specifico il concorso è suddiviso in due sezioni:
a) Sezione del documentario amatoriale. b) Sezione del documentario professionale.
Gli elaborati, selezionati da un’apposita giuria, di cui all’art. 4, verranno depositati nella Mediateca della
Federazione e non saranno riconsegnati.
Art. 4: La Consulta Scientifica elaborerà una scheda di valutazione e
indicherà per ogni edizione i nomi
(da 3 a 5) dei componenti della giuria, alla quale è affidata la preselezione dei migliori lavori di entrambe
le sezioni da presentare nella ras-
FEDERAZIONE ITALIANA
TRADIZIONI POPOLARI
Concorso 8^ Rassegna del Documentario Etnografico a San Giovanni
Rotondo (Fg), via San Nicola, 12.
Art. 6: Un’apposita commissione di
esperti in Antropologia Visuale farà
la selezione per ammettere alla valutazione finale: SEZIONE A - Massimo
10 documentari, SEZIONE B - Massimo 6 documentari.
La valutazione finale per proclamare i
vincitori del concorso sarà realizzata
da una giuria composta da etnoantropologi di chiara fama.
Tale valutazione e la relativa premiazione si svolgeranno nei giorni 12,
13, 14 aprile 2013 in una località che
verrà espressamente comunicata ai
concorrenti selezionati.
segna e la successiva valutazione
dei documentari per la premiazione
finale. I giudizi espressi dalla giuria
sono insindacabili. Il voto che ogni
componente della giuria esprimerà
per ciascun elaborato sarà espresso in centesimi, così articolati nei
rispettivi massimali:
a) Qualità del documentario in riferimento alla metodologia dell’indagine etnografica e la coerenza con
la realtà documentata: voto da 1 a
30.
b) Qualità e originalità della struttura narrativa ed espositiva del documentario: voto da 1 a 30.
c) Qualità del linguaggio etnocinematografico (fotografia, scenografia, montaggio, fonica, commento
musicale e dei testi verbali): voto da
1 a 40.
Art. 5: Spetta alla Giunta della FITP
stabilire la tipologia e l’ammontare
dei premi per i vincitori di ciascuna
sezione, la sede della Rassegna e le
modalità di promozione dell’evento
e di consegna dei premi.
e
n
o
i
z
i
d
e
^
8
Brindisi
tema
Il Carnevale
SCHEDA FILMOGRAFICA DI ADESIONE
ALLA “RASSEGNA DEL DOCUMENTARIO ETNOGRAFICO”
DELLA FEDERAZIONE ITALIANA TRADIZIONI POPOLARI
3
13 aprile 201
Edizione N° VIII
Anno 2013
Dati anagra�ici del partecipante
Cognome: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Nome: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Gruppo Folk o Associazione: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Residenza: Via/P.zza _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ N. _ _ _ _
C.A.P. _ _ _ _ _ _ _ _ Comune _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Prov. _ _ _ _ _ _
Tel.: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Fax: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Mobile _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Email: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Sito web: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
SCHEDA FILMICA
Titolo del film/documentario: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Direzione/Regia: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Anni di realizzazione: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Anno di Produzione _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Tipologia del supporto: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Durata: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Riprese di: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Località: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ( _ _ )
Ricerca: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Collaborazioni tecniche: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Consulenza: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Produzione: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Proprietà: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
9
Testi di: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Sezione del concorso
Sezione del documentario amatoriale
Soggetto (breve descrizione della trama):
DA COMPILARE IN STAMPATELLO E INVIARE VIA FAX ALLO 0882 441108
Sezione del documentario professionale
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✂
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www.fitp.org
il fanciullo e il folklore
Significati
e simboli
delle maschere
e del carnevale
Suggerimenti per realizzare i documentari
etnografici da presentare a Brindisi
di Luigi Scalas
e Carmela Deidda
10
I significati e le relative espressioni simboliche del Carnevale e
delle maschere sono numerosi;
sull’argomento esiste una vasta
letteratura. Diversi sono anche
gli utilizzi della maschera, sia
nel campo religioso che in quello
profano. Nell’antichità le maschere venivano utilizzate nei rituali
celebrati in onore delle divinità.
A seconda dei culti esse avevano
sembianze antropomorfe oppure
zoomorfe; nella realtà culturale
del mondo classico, per esempio,
sono significative le diverse raffigurazioni di Dioniso in Grecia e
Bacco a Roma, dove le maschere
di Marzio e Luperco esprimevano
significati simbolici connessi alle
antiche tradizioni religiose.
Dall’ambito religioso rivolto verso le divinità uraniche o celesti, le
maschere venivano trasferite anche alle divinità ctonie o sotter-
rane e da tale contesto impiegate
nei riti funebri, allo scopo di esorcizzare le paure del cosiddetto
«regno dei morti» e il rischio che
questi potessero ritornare in forme aggressive verso i vivi. Dalla
trasfigurazione simbolica specifica del campo religioso, derivante
dall’orizzonte del sacro, in tutti
i contesti culturali, le maschere
sono poi diventate anche elementi essenziali delle trasfigurazioni
nelle rappresentazioni teatrali,
nella misura in cui queste sono
derivate dalle ritualità liturgiche
proprie dei riti religiosi connessi
ai diversi culti rivolti alle divinità sulle quali gli uomini, nelle
differenti culture, hanno fondato
le proprie credenze. Da qui si è
arrivati alle diverse forme di teatralità popolare che solitamente trovano espressione, in tutti
i contesti culturali, in momenti
festivi che coincidono, di fatto,
con specifiche antiche tradizioni
come quelle del Carnevale; si pensi, per esempio, al Carnevale nella
cultura di derivazione greco-latina in area mediterranea, oppure
alle mascherate dei capodanni
lunari delle tradizioni asiatiche
elaborate in ambito indù, buddista e scintoista. Forme strutturalmente simili si riscontrano anche
in ambito africano, sebbene nella
maggioranza dei casi le maschere rientrino nel quadro dei culti e cerimonie per le divinità. A
questo proposito sono famose le
maschere dei Dogon documentate da Marcel Griaule nel 1938 a
seguito della famosa missione etnografica Dakar Gibuti (Griaule,
1938). Si tratta di raffigurazioni
che riproducono determinate divinità del Pantheon di quella popolazione.
Da quanto fin qui si è sintetizzato, si può ricavare che le funzioni sociali e simboliche delle
maschere e del Carnevale rientrano nel complesso processo di
trasfigurazione, camuffamento e
misconoscimento che gli uomini
adottano, soprattutto nel campo
religioso, per esprimere e definire realtà e situazioni che non colgono in pieno sul piano razionale
o che ritengono sostanzialmente
sconosciute e, quindi, rappresentabili tramite un’elaborazione
fantastica: le iconografie statuarie e pittoriche delle divinità ne
costituiscono i presupposti. Da
qui il trasferimento alle maschere adottato dal corpo sacerdotale,
così come quello impiegato dagli
attori nel teatro fino a giungere alle trasfigurazioni praticate
tramite le maschere dalle popolazioni in occasioni di feste ca-
IL FOLKLORE D’ITALIA
lendariali importanti, come sono
i capodanni di tipo carnevalesco,
nelle quali è necessario capovolgere simbolicamente, tramite il
camuffamento delle maschere, le
sorti e i ruoli sociali.
In sostanza, la maschera, durante il Carnevale nella ritualità di
quel tipo di festa, mistifica la reale identità di chi la indossa; di
fatto, serve ad ingannare e a rappresentare simbolicamente qualcuno che, in quel momento, gioca
un ruolo sociale determinante
nell’azione liturgica, teatrale o festiva durante la quale essa viene
indossata; in pratica, ha la funzione di rappresentare ed è, di fatto,
un’espressione simbolicamente
caratterizzata.
Tali funzioni simboliche e sociali delle maschere e del momento
carmevalesco, tuttavia, devono
essere storicizzate, in quanto, sia
nelle diverse epoche, sia nei diversi contesti culturali, esse hanno svolto funzioni differenziate
ed adeguate alle differenti particolari situazioni. Da ciò deriva
che, nel quadro culturale euromediterraneo, i carnevali e le
maschere siano caratterizzate da
loro specifiche storie che si diversificano nel corso delle differenti
epoche, sebbene essi conservino,
grazie alle comuni funzioni, caratteri simbolici costanti. Questo
comporta che, nell’ambito festivo
di inizio d’anno, nelle realtà culturali occidentali, dove si è storicamente passati dalle concezioni
religiose del mondo classico al
Cristianesimo, le maschere abbiano assunto la particolare facies
del carnevale che, in tale realtà,
si contrappone, come è noto, alla
quaresima e al tempo della quotidianità più in generale.
Come ha proposto Paolo Toschi,
nella metà degli anni ’50 del secolo appena trascorso, nel noto
lavoro sulle origini del teatro
popolare, a partire dalla fine del
Medioevo con l’Umanesimo e il
recupero della cultura classica,
dopo gli slanci ascetici e fideistici del periodo precedente, sono
state recuperate anche tutte le
altre forme di teatralità e spettacolarità come le commedie e
le feste di tradizione precristiana, nelle quali le maschere sono
elementi caratterizzanti (Toschi,
1955). Vengono recuperati così la
carnalità e, come sostiene il noto
studioso russo Micheil Bacthin,
viene assunto a simbolo carnevalesco «il basso ventre corporale»,
ovvero la sessualità nella forma
più enfatica ed esasperata (Bacthin, 1979, pp. 107-135); da qui
l’elaborazione di maschere con
nasi enormi fallicamente prominenti posti al centro di un volto
che spesso riproduce la parte pubica del corpo maschile (Burke,
1980, pp. 178-199).
Nella tradizione festiva europea,
il carnevale diventa un periodo
che subentra alla grande festa del
capodanno e che anticipa, come
contrapposizione, la quaresima;
n. 01 / 2013
infatti, se il carnevale e il capodanno, nel sistema produttivo
della tradizione agro-pastorale
euromediterranea, costituiscono
un periodo di stasi dei lavori agricoli, come conseguenza della stagione invernale e della connessa
interruzione del ciclo vegetativo,
e quindi la possibilità e la necessità di usufruire di abbondanze
alimentari, per converso, la quaresima segna la ripresa della vegetazione e l’inizio della rinascita
nei confronti della quale è necessario compiere opportuni rituali
purificatori con digiuni e astinenze di ogni genere.
In tale quadro si collocano tutte le
tradizioni carnevalesche europee
e italiane; nelle diverse regioni
sono state elaborate specifiche
maschere che caratterizzano i
diversi carnevali: Arlecchino,
Pulcinella, Pantalone, Gianduia,
Mamuthones, Merdules, Boes,
Battileddu, ecc.; esse presentano elementi strutturali, formali e
comportamentali che si riscontrano anche in diversi contesti
carnevaleschi.
Questo significa che l’invenzione
carnevalesca, nel contesto culturale occidentale, nel quale si
collocano le maschere della tradizione italiana, trova riferimenti
costanti e simili nelle strutture
formali che sono presenti in altri
tipi di festività carnevalesche elaborate, in altre parti del mondo,
da tradizioni culturali differenti
da quelle mediterranee.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Bacthin M. (1979), L’opera di Rabeais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale, Einaudi, Torino.
Burke P. (1980), Cultura popolare nell’Europa moderna, Mondatori, Milano.
Griaule M. (1938), Masques Dogon, Institut d’Ethnologie, Paris.
Lanternari V. (1959), La grande festa. Storia del Capodanno nelle civiltà primitive, Il Saggiatore, Milano.
Toschi P. (1955), Le origini del teatro italiano, Einaidi, Torino.
www.fitp.org
11
speciale sarno
i padri del folklore
IL SAPERE D
di Antonio D’Amico
redazione Fitp
12
L
e mani. Quelle che trasudano saperi. Ma che “raccontano” anche storie,
vite, che mostrano le rughe disegnate dal lavoro e dal tempo.
Quelle mani che tramutano in
realtà le tradizioni, le passioni, le
arti. Quanto basta per celebrarle,
esaltarne i significati in un contesto culturale e di ricerca senza
eguali come “I Padri del folklore”, la Rassegna della Fitp che
ogni anno celebra personalità nel
campo delle tradizioni, quest’anno individuate tra coloro che han-
no fatto dei “saperi delle mani” lo
scopo della loro ricerca, della loro
vita. Un’evoluzione importante
anche per la Rassegna che così
arricchisce il suo percorso, con
un bagaglio storico e audiovisivo
destinato a diventare un Archivio
di grande valore per il mondo del
folklore e delle tradizioni popolari. In un susseguirsi di attività
artigianali che affondano la loro
storia in quella dell’uomo che ora
ne è divenuto testimone e custode. «Un progetto culturale vincente - commenta Benito Ripoli,
presidente nazionale della Fitp
-, una grande idea capace di stimolare la ricerca soprattutto tra
i giovani, anche tra quelli che, a
Sarno, sono stati semplici spettatori. Tre ore per un viatico pieno
di fascino, spunti, occasioni, perché tutto diventi momento didattico e di valorizzazione di risorse
umane, professionali e culturali
che sono la vera essenza del nostro mondo. Grazie anche alla
ormai sempre più incisiva azione
della nostra Consulta scientifica
guidata da Mario Atzori». Sì, vero.
Un’idea vincente. In Campania il
folklore - che non è solo musica e
parole - ha messo in mostra un’altra faccia del suo valore, della sua
essenza, capace di generare gioie
ed emozioni. Apprezzando il “sapere delle mani” nel realizzare
o utilizzare strumenti popolari
noti o rari come tammorre, bufù,
zampogne, pipite, lire calabresi,
stetavajasse, triccheballacche, castagnette, marranzani, ciaramelle, flauti, tamburelli, friscalettu,
chitarre battenti, organetti ma
anche l’arte del ricamo “a tombolo” e nelle acconciature con
la realizzazione della “raggiera
di manzoniana memoria. «Un
esempio per i giovani - aggiunge
Franco Megna, segretario generale della Fitp - da coltivare e tutelare. E grazie alla sua capacità di
suscitare curiosità la Rassegna di
quest’anno si è trasformata in un
veicolo di particolare importanza
e valore didattico per il nostro
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 01 / 2013
DELLE MANI
mondo». Tra le “personalità” premiate giovani e meno giovani (il
folklore è uno straordinario elisir
di lunga vita…). Tutte accomunate dalla passione e dall’amore per
un passato che chiede a gran voce
rispetto. Anche con l’uso delle
mani e… dei suoi saperi.
I
video relativi alle abilità
dei “Padri del folklore”
2012 proiettati a Sarno rientrano appieno tra i documenti
iconici destinati ad amplificare la
chiarezza e l’efficacia delle rappresentazioni. E’ vero che, a testimonianza dell’operato dei Padri, finora bastavano curriculum
vitae e manufatti, ma oggi siamo
indotti a fidarci più delle immagini che delle descrizioni verbali, seppur con l’ausilio di prove
materiali. Perciò, solo tramite
registrazioni visuali del “sapere
delle mani” mentre viene messo in atto, costruttori, artigiani o
esecutori possono concretamente dimostrare di meritare il titolo
di Padri del folklore.
L’interesse crescente da parte
degli antropologi nell’utilizzo del
metodo visivo è iniziato quando
Marcel Mauss e altri antropologi
hanno cominciato a sostenere la
necessità di usare in maniera sistematica la macchina fotografica
e la cinepresa durante l’osservazione e l’analisi etno-antropologica, fino ad oggi in cui l’antropologia visuale è considerata una
modalità di investigazione fondamentale nei processi di “rivitalizzazione culturale” avviata da
alcuni gruppi etnici.
L’audiovisivo, infatti, può servire
non solo come testimonianza da
tramandare, ma anche per stimolare la riflessione sull’alterità,
abituare le persone ad esprimere visualmente le proprie idee,
educare ad un uso critico delle
immagini.
Sarno rappresenta quindi uno
start up avviato mettendo in pratica l’indicazione dell’antropologa statunitense Margaret Mead:
utilizzare documentazione audiovisuale per ri-appropriarsi del
patrimonio culturale tradizionale integrando modelli culturali
emergenti che ne facilitano la riscoperta e lo studio.
Ilaria Fioravanti
13
Le moti
speciale sarno
i padri del folklore
Fausto Moscardi
(LAZIO)
E’ componente del Gruppo folklorico “U Rembombu” di Nemi
(Roma). da anni ad opera il “sapere delle sue mani” per abbellire gli abiti tradizionali del posto,
dedicando una cura particolare
alla acconciature, alla creazione
di monili e gioielli di cui è anche
un fine collezionista. In particolare il riconoscimento gli viene
conferito per la sua raffinata arte
dell’ago e del filo, appresa dalla
madre, sarta diplomata. Grazie
anche all’anziana zia Lisandra la
sua competenza si estende alla lavorazione artigianale di merletti,
alla modisteria e all’oreficeria.
______________________________________
Ettore Santoro
14
(CALABRIA)
Appassionato di musica popolare, entra a far parte in qualità di
ballerino e suonatore di pipita,
prima del Gruppo folklorico “I
Cosciantani”, poi del sodalizio “I
Nuovi Zampognari” di Catanzaro.
Con la guida del suocero, Giuseppe Mezzatesta, presidente de “I
Nuovi Zampognari”, si dedica alla
ricerca storica e alla costruzione
di alcuni strumenti musicali calabresi: zampogne a chiave, pipite
e lire. Il riconoscimento gli viene
conferito per l’azione di recupero
della lira calabrese, considerato
uno dei più raffinati strumenti
della musica popolare calabrese.
Di tale strumento la figlia Federica, detta “Fedelira”, ne è una virtuosa esecutrice.
______________________________________
Ugo Maiorano
(CAMPANIA)
Figlio d’arte, nasce in una famiglia
di musicisti. Con il padre studia fisarmonica frequentando i “vecchi
della tradizione contadina”.
Da questi apprende gli arcaici
canti “a picco”, spesso intraducibili, le simboliche danze dalle
remote e irreperibili movenze
e l’uso virtuoso degli strumenti
umili: tammorra, stetavajasse,
triccheballacche,
castagnette,
marranzano e, per motivi di ricerca chitarra battente e italiana.
Il riconoscimento gli viene conferito perché negli anni è considerato uno dei più prestigiosi costruttori di tammorra, diventando,
quindi, il “tammorrano” dell’Agro
per antonomasia. Fonda prima il
“Gruppo Madonna dei Bagni”, poi
i “Taurania” e, infine, la Paranza
dell’Agro” di Sarno (Salerno).
Rosario Altadonna
(SICILIA)
E’ membro del Gruppo folklorico “Mata e Grifone” di Messina,
dove ha ricoperto i ruoli prima
di ballerino e, successivamente,
di suonatore di friscalettu, flauto
a canna diritto a bocca zeppata.
Col tempo, oltre ad essere uno dei
più esperti suonatori, fa attività
di ricerca sulle metodologie di
costruzione di alcuni importanti
strumenti musicali della tradizione siciliana: zampogne, ciaramelle, flauti, tamburelli, zampogna a
paro, pifara, tamburelli a cornice.
Il riconoscimento gli viene conferito perché gli strumenti musicali,
costruiti dalle sue mani sapienti,
sono unanimemente riconosciuti
come beni di cultura materiale,
fedelmente ricostruiti secondo
tecniche artigianali della tradizione siciliana.
______________________________________
Lavinia Fanini
(MARCHE)
E’ componente del Gruppo folklorico “La Mannola” di Amandola
(Fermo) e collabora con la costumista del sodalizio nella ricostruzione dell’abito tradizionale
locale. Il riconoscimento le viene
conferito per la sua abilità nel ricamo così detto “A Tombolo”, arte
antichissima, già risalente al periodo etrusco. Lavinia ha appreso
l’arte del tombolo sin da bambina,
all’età di 5 anni, specializzandosi,
ivazioni
IL FOLKLORE D’ITALIA
n. 01 / 2013
Domenico Gialluisi
successivamente nel recupero
della lavorazione dei merletti che
oggi ornano i grembiulini, i mutandoni, le sotto gonne, le camicie
e i copri capo degli abiti del sodalizio marchigiano presieduto da
Giuliano Ciattoni.
______________________________________
(PUGLIA)
E’ responsabile del Gruppo di
musica popolare “Santu Pietru
cu tutte le chiai” di San Pietro
Vernotico (Brindisi). Il riconoscimento gli viene conferito perché abile costruttore artigianale
di tammorre e di tali strumenti
musicali è suonatore e insegnante. In particolare, la sua passione
per la pizzica lo ha portato negli
Antonio Scalas
(SARDEGNA)
E’ membro dell’Associazione culturale “Città di Assemini” (Cagliari) e membro fondatore dell’Associazione Centro internazionale
“Ethnostudi”. Il riconoscimento
gli viene conferito perché ha contribuito alla nascita del Museo
dell’Arte ethnica internazionale
di Assemini che, nelle varie sezio-
anni a realizzare un’idea che aveva maturato sin dalla giovinezza: recuperare e far conoscere le
metodologie per la costruzione
artigianale dei tamburelli salentini. Per questa sua peculiarità è
un punto di riferimento per tutti i
suonatori di tamburello e per tutti i cultori della musica popolare
salentina.
______________________________________
Nicolino Pasquale
ni, raccoglie centinaia di manufatti popolari e rari manufatti che, di
volta in volta vengono esposti in
mostre a tema, in Italia e all’estero. E’ un virtuoso suonatore di organetto; del resto, allievo di alcuni tra i maggiori organettisti della
Sardegna, inizia la sua carriera
artistica all’età di 10 anni.
(MOLISE)
E’ socio del Gruppo folklorico “La
Morgia” di Pietracatella (Campobasso). Fin dall’infanzia, ha
fatto parte delle squadre delle
“maitunate”, che animano il Capodanno Pietracatellese, prima
come assistente dei suonatori di
“Bufù” (tamburo a frizione), con
la mansione di “acquaiolo”, poi
come suonatore di questo importante strumento. Il riconoscimento gli viene conferito perché, nel
tempo, apprendendo le tecniche
di costruzione e manutenzione, è
diventato un esperto costruttore
di “Bufù”, trasferendo questo suo
sapere ai giovani del gruppo.
______________________________________
Luigi Sara
(LOMBARDIA)
E’ responsabile dell’Associazione
folklorica “Renzo e Lucia” di Milano e consigliere nazionale della
Fitp. Il riconoscimento gli viene
conferito perché, sin da ragazzo,
apprendendo dal padre Giuseppe le tecniche per accorciare il
capo delle donne brianzole con
la cosiddetta ”raggiera”, il più caratteristico argento da testa della
tradizione Lombarda, ha rivolto il
suo impegno verso la ricerca storica e la ricostruzione di questo
prezioso ornamento. Le raggiere
di Luigi Sara, in argento, avorio,
madreperla e ottone argentato,
sono esposte in molti musei, in
primis la casa Manzoni di Milano,
nella quale ha allestito dei laboratori didattici informando i visitatori sui metodi di acconciature
e praticandoli sulle occasionali
donne presenti in sala.
www.fitp.org
15
speciale sarno
rassegna musica popolare
Suoni magici
di Leo Conenno
redazione Fitp
16
Quando il pubblico presente anticipa il verdetto finale, vuol dire
che la manifestazione è riuscita. E’
quanto successo presso il Centro
sociale di Sarno, in occasione della quarta edizione della “Rassegna
nazionale della musica popolare”
organizzata dalla Fitp con il patrocinio del Ministero per i beni e le
attività culturali. Ben 18 i gruppi
partecipanti, compresi i due ensemble fuori concorso, “I Gargarensi” di San Giovanni Rotondo
(Foggia) e i “Ditirambo” di Torre
del Greco (Napoli).
Anche la quarta edizione della
“Rassegna” è stata caratterizzata
dalla partecipazione di tanti giovani. «E’ questo il vero trionfo»,
hanno evidenziato i dirigenti della
Fitp. Una Rassegna che cresce di
interesse ed entusiasmo di anno
in anno, senza mai trascurare gli
intenti base: valorizzare le tradizioni popolari di tutto il territorio nazionale e fornire occasioni
d’incontro tra le varie realtà artistiche, culturali e dilettantistiche
del settore. Alto il livello artisti-
Ben sedici i gruppi in concorso.
“SudTerranea” e “Re Pambanelle”
i vincitori delle rispettive sezioni
co: un crescendo col passare delle
edizioni. Sempre più qualificata la
commissione, a Sarno composta
da esperti e studiosi del settore:
Ignazio Macchiarella, Pino Gala,
entrambi della Consulta scientifica della Fitp, Nicola Di Lecce,
Ugo Maiorano, presidenti di due
sodalizi della Federazione e, per
quanto concerne la rappresentanza istituzionale, Amilcare Mancusi
e Francesco Squillante, rispettivamente sindaco e vicesindaco della
“Città dell’acqua”.
La gara. Ciascuna formazione
ha interpretato due brani, uno
all’esame della commissione presieduta da Mario Atzori, presidente della Consulta scientifica
della Fitp, l’altro no. Per la sezione
“Gruppi folklorici”, si è aggiudicato il primo posto “Re Pambanelle”
di Bitonto (Bari), con la canzone
“U stagnare”. Alle spalle del gruppo pugliese, “Serra Folk” di Cermignano (Teramo). A completare il
podio, “Calabria Citra” di Morano
Calabro (Cosenza). Tra i “Gruppi etnici”, il gradino più alto del
podio è andato ai “SudTerranea”
di Foglianise (Benevento), che
hanno cantato “A Tammurriata va”. Secondo posto per il “Duo
Federica e Simonetta” di Catanzaro. Podio completato da “Tracc
insèmbe-Orchestral temporary
ensemble” di Bergamo. Questi
gli altri gruppi che hanno preso
parte all’appuntamento in terra
di Campania: “Li matti de Montecò” di Montecosaro (Macerata),
“Nuovi Zampognari” di Catanzaro,
“Pratapapumpa Folk” di Apricena,
“Fortuna Folianensis” di Foglianise (Benevento) “Sonus Antigus” di
Tuili (Medio Campodano), “Mata
e Grifone” di Messina, “Santu Pietru cu tutte le chiai” di San Pietro
Vernotico (Brindisi), “Etnomusicantes” di Mattinata (Foggia), “La
Mannola” di Amandola (Fermo), “I
Giovani della Tammorra di Bagni”
di Scafati (Salerno). Un “pieno” di
applausi a tutti. «La musica senza
la passione non ha motivo di esistere», è stato il “coro” unanime
dei giurati. Tutti molto soddisfatti
della qualità delle interpretazioni.
Quanti ospiti e curiosità
alla “due giorni” di Sarno
Tanti gli ospiti e i dirigenti della
Fitp presenti alla “due giorni” di
Sarno, fortemente voluta dalla
locale Amministrazione comunale,
guidata dal sindaco Amilcare
Mancusi,
sempre
presente
insieme al vicesindaco Francesco
Squillante, che ha “sposato” in
pieno il progetto della Federazione
presieduta da Benito Ripoli.
Tanto da proseguire nel cammino
intrapreso. Tra gli ospiti, spicca la
presenza di Rina Lazar, segretario
Iov-World, che ha apprezzato
l’acoglienza ricevuta. Per la Fitp,
in terra di Campania, oltre a Ripoli,
erano presenti il vicepresidente
Gigi Scalas, gli assessori Donatella
Bastari, Fabrizio Cattaneo, Enzo
Cocca e Fabio Filippi, il segretario
generale Franco Megna (ha letto le
motivazioni de “I Padri del folklore”,
con le due serate presentate da
Francesca Grella, dello staff del
presidente), il vice segretario
generale Giancarlo Castagna, i
consiglieri nazionali Luigi Sara
e Fedele Zurlo, i presidenti dei
comitati regionali della Campania
(Francesco Coccaro), del Lazio
(Ivo Di Matteo) e della Lombardia
(Fabrizio Nicola). Presenti per la
Consulta scientifica il presidente
Mario Atzori e i componenti Pino
Gala e Ignazio Macchiarella.
Tante anche le curiosità e le storie da raccontare. Riconoscimenti
a chi si è distinto nel campo delle
tradizioni popolari e a chi si farà
strada durante gli anni. Targa speciale a Luca Tardivi del Gruppo
folklorico “Antica Vescia” di Santi
Cosma e Damiano (Latina), il più
piccolo tesserato della Fitp per
l’anno 2011.
Un riconoscimento speciale è stato
conferito a Rosario Altadonna del
Gruppo folklorico “Mata e Grifone”
di Messina: Vict–Iov Italia (Valore
identificato culturale tradizionale),
quale miglior esecutore di brano
musicale con strumento tradizionale. Sul palco durante la “due
giorni” i protagonisti sono stati
soprattutto i giovani, ma anche i
più navigati nel mondo del folklore
non sono stati da meno. Bello vedere cantare e danzare una donna
in attesa del suo bebè.
www.fitp.org
17
speciale sarno
fotogallery rassegna
1. Calabria Citra
2. Ditirambo
3. Duo Federica e Simonetta
4. I giovani della Tammorra di Bagni
5. La Mannola
6. Serra Folk
7. Tracc insèmbe-Orchestral
temporary ensemble”
8. Sonus Antigus
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1. Etnomusicantes
2. Fortuna Folianensis
3. Li matti de Montecò
4. Garganensi
5. Mata e Grifone
6. Nuovi zampognari
7. Prapatapumpa Folk
8. Re pambanelle
9. Santu Pietru cu tutte le chiai
10.SudTerranea
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la ricerca
Come documentare
le tradizioni popolari
dalle foto di famiglia
Quando i “clic” diventano testimonianza
importante e significativa di momenti da tramandare
di Simone Ligas
Dottorando in
Antropologia Università Sassari
22
L’etnografia in quanto disciplina olistica utilizza dati raccolti
non solo da esperti e studiosi nel
settore, ma qualsiasi documento
utile a far emergere gli usi e costumi di una data cultura.
Per questo motivo, nelle ricerche di antropologia visuale, possono essere molto interessanti
ed utili le cosiddette “fotografie
di famiglia”.
Queste possono essere considerate dati etnografici passivi, in
quanto non nascono dalla necessità di uno studioso di documentare un fenomeno, ma dalla
pratica comune dell’uomo di ri-
trarre momenti significativi del- una raccolta di tutto il suo materiale fotografico può ricostruire
la propria vita.
Deriva così che la fotografia pri- i differenti tratti culturali che
vata diventi importante e signi- nello scorrere del tempo ne hanficativa a livello sociale; in un no caratterizzato l’identità. Per
certo senso impressionare la esempio, pensiamo all’abbigliapropria immagine su una pelli- mento popolare, all’artigianato,
cola serve a certificare la propria all’architettura e a tutti quei dati
esistenza, si sente la necessità di materiali che possono far parte,
avere le fotografie per paura di
perdere i ricordi
di particolari momenti vissuti.
Da questa semplice considerazione
si può affermare
che questo genere di fotografia è
essenziale nella
ricostruzione storica o in quella
di un fenomeno
etnografico, specialmente se si
indaga su una comunità che non ha
mai “subito” particolari attenzioni
da studiosi. Una
piccola comunità
Particolare di gioielli, Tortol• (OG) anni Ô 60
infatti, attraverso
ILÊ FOLKLORE
FOLKLOREÊ DÕ ITALIA
Un momento del matrimonio Ogliastrino negli anni Ô 60
in primo o in secondo piano della
specificità di una fotografia di famiglia. La ricognizione di questo
genere di materiale fotografico è
strettamente legata al progresso
tecnico del mezzo che ne determina la diffusione.
È logico pensare che agli albori
della fotografia era difficile poter
effettuare fotografie in gran numero in quanto le macchine avevano tempi di esposizione lunghissimi, erano enormi e difficili
da trasportare e la definizione
dell’immagine era piuttosto scar-
sa; inoltre, i supporti che venivano impressionati erano lastre
ricoperte da composti chimici di
materiali costosi come l’argento.
Il fotografo doveva quindi essere
dotato di competenze nel campo
della chimica e di risorse economiche per sostenere i costi dei
materiali.
Pertanto, le macchine fotografiche di allora non erano destinate a chiunque e la diffusione era
limitata; nelle ricerche etnografiche, erano impiegate da viaggiatori e da studiosi. Per i gruppi
n.Ê 01Ê /Ê 2013
folklorici rintracciare le fotografie d’epoca e di famiglia non costituisce un impegno complesso;
in primo luogo, è necessario ricercare tra i ricordi di famiglia, i
vecchi album, dove sono conservati i momenti più significativi,
in particolare le occasioni festive: matrimoni, battesimi, feste
paesane, gite, ecc.
In quelle vecchie fotografie sono
documentati non momenti ma
anche situazioni e ambienti di un
tempo ormai diventato storia. In
alcune immagini sono presenti
abbigliamenti tradizionali indossati per quella particolare occasione festiva.
Ovviamente, il mezzo fotografico, nei piccoli centri è arrivato
con maggiore lentezza rispetto
alla città. Questo si è verificato
soprattutto nel Meridione; tuttavia anche nelle realtà contadine
non è difficile ritracciare fotografie d’epoca, per esempio a
partire dai primi anni del Novecento. Sappiamo che agli inizi del
secolo scorso oltre ai visitatori
stranieri, esistevano fotografi di
professione che con la loro opera coprivano vaste zone. Le loro
fotografie, fatte per immortalare
gruppi di famiglia o per fissare
gli avvenimenti di una festa, oppure per riprendere avvenimenti di cronaca, spesso da inviare ai
giornali, sono materiali utili dai
quali si possono trarre suggerimenti per riproporre, nelle rappresentazioni dei gruppi, scene
di un passato orami desueto.
La riproposizione, nella rappresentazione scenica, deve essere
espressa con linguaggi moderni
in cui il documento del passato
abbia una trasposizione attuale.
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l’appuntamento
Iov-Italia
Tanti i progetti
nel cassetto
Fabrizio Cattaneo e Rina Lazar
di Leo Conenno
redazione Fitp
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SARNO (Salerno) – Un ospite graditissimo ha partecipato
all’Assemblea nazionale dello
Iov-Italia, presieduto da Fabrizio Cattaneo. E’ Rina Lazar, segretario Iov-World. La tappa in
terra di Campania è stata anche
l’occasione di tenere il confronto
annuale con i vari iscritti al sodalizio. Un appuntamento molto
produttivo in termini di argomenti e consensi, con l’adesione
All’Assemblea nazionale
c’era anche il segretario mondiale
di nuovi associati, che certifica il
lavoro svolto da Cattaneo e dalla
sua squadra, ad un anno dall’insediamento.
La presenza della Lazar (presidente della Federazione dei
gruppi folklorici di Israele) ha
entusiasmato tutti e stimolato
dirigenti e affiliati a crescere ancor di più.
Cattaneo ha ribadito l’entusiasmo di questa nuova esperienza al timone dello Iov-Italia, a
stretto contatto con tutte le altre
organizzazioni del folklore. Dalla Fitp, di cui è assessore nazionale, alla Fisb con la Fic e altre
di rilevanza regionale. Il presidente dello Iov-Italia si è soffermato sui punti fermi del suo
mandato: l’importanza dell’organizzazione, il logo Iov-Italia,
il senso di appartenenza e il
nuovo Statuto. Mission condivisa da tutta la squadra Iov-Italia.
La riunione degli amatori delle
tradizioni popolari e della cultura popolare è stata fissata in
concomitanza con due manifestazioni nazionali Fitp: “I Padri
del folklore” e la “Rassegna nazionale della musica popolare”.
Una “due giorni” che ha conquistato Rina Lazar.
Emozionata e davvero entusiasta per i due appuntamenti. Dal
presidente nazionale della Fitp,
Benito Ripoli, ai dirigenti e ai
partecipanti al doppio appuntamento di Sarno.
Simpatico il “fuori programma”
di Luigi Sara, uno dei “Padri del
folklore”, che ha confezionato
una raggiera con cui ha adornato i capelli dell’ospite israeliano
per tutta la durata dei lavori del
Consiglio Iov. «Tutto molto bello, mi ha sorpresa la passione dei
partecipanti, sempre con il sorriso. Per quanto riguarda lo IovItalia l’invito è a continuare sulla
strada intrapresa».
di Ilaria Fioravanti
redazione Fitp
TerrAnima
ed Effetto
Paradosso
La musica
etno-folk
al cinema
E’ dei TerrAnima la colonna sonora di Effetto Paradosso, l’ultimo
film di Carlo Fenizi nelle sale dalla scorsa primavera, dove compaiono anche come attori nel ruolo
di sé stessi. Il gruppo della FITP,
nato dal sodalizio tra musicisti
professionisti, ballerine e amore
per i suoni della propria terra,
persegue l’obiettivo di riproporre la musica popolare del Gargano in chiave etno-folk al grande
pubblico italiano ed estero. Contaminazione, tradizione, innovazione sono le caratteristiche
di questa band che ha incrociato
la strada del Cinema già con l’album d’esordio “La Tarantolata”,
utilizzato come colonna sonora
in documentari quali “La strada
dell’olio” e “Mare nostrum”, e poi
nel 2009 quando hanno musicato
La luce dell’ombra, il primo film
di Fenizi.
Cosa può dare il Cinema alla
musica popolare e viceversa?
Il cinema può offrire una certa
divulgazione alla musica popolare, usufruendo al tempo stes-
so di sonorità e ritmi particolari
propri della musica tradizionale
che non si limitano solamente ad
accompagnare le immagini, ma
diventano parte integrante della
pellicola stessa.
Cosa ha guidato il gruppo, e soprattutto Gianpio Notarangelo,
nella composizione della colonna sonora?
Il brano Arianna, dedicato da
Gianpio Notarangelo ad Arianna
Salvemini, voce storica del gruppo nonché sua compagna nella
vita, è stato composto per accompagnare la parte introspettiva ed emozionale della pellicola,
mentre Effetto Paradosso per descrivere in maniera leggermente
fiabesca i personaggi e dipingere
l’immagine di una Daunia progressista ed irriverente.
Quanta ricerca c’è nella vostra
musica?
Dietro i nostri brani c’è una ricerca musicale molto attenta, poiché
il nostro obiettivo primario, al di
là del genere proposto, è quello
di offrire un prodotto musicalmente valido e per nulla scontato.
Inoltre, chi ha fondato il gruppo
ha militato per diversi anni nei
gruppi folklorici, quindi possiede
un certo background culturale da
questo punto di vista.
Secondo voi la contaminazione musicale e quella tra forme
d’arte sono le uniche vie per evitare il dimenticatoio alla cultura popolare?
La contaminazione ha permesso
alla musica popolare di rinnovarsi e di rivolgersi ad un pubblico
più ampio ma, affinché questa
resti duratura nel tempo, è ne-
cessario che i gruppi di contaminazione viaggino parallelamente
a quelli della tradizione, offrendo
una proposta musicale variegata
che non risulti scialba come certa musica leggera. Non a caso, il
fatto che Fabio Fazio abbia proposto un Festival di Sanremo alternativo probabilmente conferma la bontà delle considerazioni
appena fatte.
Nel brano Balla Taranta parlate di “musica nuova”: cosa pensate dei gruppi folklorici che
ripropongono la musica popolare con schemi tradizionali?
In Balla Taranta parliamo di “ritmo antico e “musica nuova” tra
virgolette, riferendoci alla musica
popolare che fino a qualche anno
fa era considerata un genere di
nicchia prerogativa di pochi cultori. Per quanto riguarda i gruppi
folklorici, se riusciranno a cavalcare l’onda dell’entusiasmo verso la musica etnica, proponendo
in maniera professionale musica
di qualità, non necessariamente
relegata a fare da contorno alle
coreografie e ai costumi tradizionali, probabilmente avranno l’opportunità di crescere e perdurare
nel tempo.
Prossime tappe?
Stiamo accompagnando con un
assaggio del nostro concerto il
regista ed il cast in alcune prime
del film e contemporaneamente
lavoriamo alla preparazione del
tour che come al solito prevede
un ricco calendario di date. A giugno uscirà il nostro secondo videoclip, mentre da ottobre saremo
al lavoro per la realizzazione del
nuovo film di Carlo Fenizi.
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la vetrina
La Fitp si rimette
in mostra alla Bit
NelleÊ fotoÊ
diÊ LuiginaÊ
Mannocchi,
laÊ presentazioneÊ
delleÊ pubblicazioniÊ
targateÊ Fitp
Momenti istituzionali e artistici catturano l’attenzione
di addetti ai lavori e visitatori
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RHO (Milano) – E’ di nuovo Bit
per la Fitp. Dopo un solo anno di
assenza (il 2012), la Federazione italiana tradizioni popolari è
stata di nuovo protagonista alla
Borsa internazionale del turismo
di Rho, in provincia di Milano,
grazie al comitato regionale della
Lombardia, presieduto da Fabrizio Nicola.
Fattiva, come sempre in questi
appuntamenti, la collaborazione
dell’assessore in giunta nazionale, Fabrizio Cattaneo. Rinnovata
la sinergia con la Regione Lombardia, che ha concesso alla Fitp
due specifici momenti per la presentazione delle ultime pubblicazioni. La prima opera, già per
altro in distribuzione, è il numero speciale de “Folklore d’Italia”
dedicato alla Lombardia, mentre
il secondo volume presentato è
“Giovanni Paolo II - I Gruppi Folklorici e i canti mariani della tradi-
zione popolare”, raccolta di canti,
fotografie e ricordi dell’incontro
fra il Santo Padre e i gruppi folklorici affiliati alla Fitp. Entrambi
editi dalla Cdp Service.
Momenti istituzionali importanti
a cui hanno presenziato anche il
presidente nazionale della Fitp,
Benito Ripoli e il consigliere nazionale Mario Borroni (presidente regionale delle Pro Loco marchigiane). E anche presso gli spazi
della Regione Marche la Fitp ha
trovato “casa”, proseguendo con
alcune autorità e realtà associative un rapporto iniziato negli anni
scorsi.
La partecipazione della Fitp alla
Bit è stata caratterizzata anche da
momenti artistici e di intrattenimento. Ovviamente immancabili.
Protagonisti i gruppi lombardi
“Tencitt” di Cunardo (Varese),
“Gioppini” di Bergamo, “Renzo e
Lucia” di Milano e “Ortensia” di
Ortezzano (Fermo).
vita dei gruppi
La Puglia ha il suo calendario
BITONTO (Bari) – Un calendario
regionale, oltre a quello nazionale. La sede del Gruppo folklorico
“Re Pambanèlle” di Bitonto ha fatto da cornice alla presentazione
del primo calendario Fitp-Puglia
sul tema “Territorio, tradizioni
e folklore della nostra terra”. Un
progetto ideato dal presidente
regionale, Tommaso Russo e realizzato con la partecipazione del
presidente del comitato provinciale Fitp-Foggia, Antonio Russo (grafico Pasquale Pio Russo).
Un lavoro che ha come obiettivo
quello di far conoscere attraverso
le foto eseguite nel comune di residenza dei gruppi partecipanti,
le loro tradizioni, i loro costumi,
territorio e notizie degli stessi
ensemble e delle attività che svolgono. Ecco i gruppi protagonisti:
“Città dei Trulli” di Alberobello
(Bari), “Città di Palagianello” (Taranto), “Skaria di Deliceto (Foggia), “Re Pambanèlle” di Bitonto
(Bari), “L’ Eco del Gargano” di San
Giovanni Rotondo (Foggia), “Le
Faitare” di Faeto (Foggia), “Pizzeche e Muzzeche” di Vieste (Foggia), “Lycosa” di Lesina (Foggia),
“Piccolo Teatro” di Grottaglie (Taranto), “Motl’ la Fnodd di Mottola
(Taranto), “Prapatapumpa Folk”
di Apricena (Foggia), “Lu Barcarulu” di Ostuni (Brindisi).
Alla presentazione del calendario
hanno partecipato il presidente
nazionale, Benito Ripoli, il presidente del comitato regionale
pugliese, Tommaso Russo, il presidente del comitato provinciale
di Foggia, Antonio Russo, il presidente del Gruppo “Re Pambanèlle”, Concetta Masciale, e il consigliere nazionale Nino D’ Agostino.
“Mata e Grifone”
festeggia 30 anni
MESSINA - Un percorso lungo
trent’anni che non ha affievolito
la passione e l’entusiasmo per lo
studio, la ricerca e la divulgazione
delle tradizioni popolari della Sicilia. Un segno della validità culturale di un popolo, che ancora oggi
rappresentano il filo conduttore
del Gruppo. Per festeggiare i 30
anni di attività trascorsi con impegno e dedizione, l’Associazione
culturale Gruppo folklorico “Mata
e Grifone” di Messina, presieduta
da Orazio Grasso, ha organizzato
delle manifestazioni celebrative.
Il Salone degli specchi Palazzo dei
Leoni ha ospitato un convegno sugli usi, costumi e tradizioni popolare del Santo Natale in Sicilia, con
relatori lo studioso Nino Arcoraci
e il poeta cantore Gianni Argurio.
Il Teatro Palacultura “Antonella
da Messina” ha fatto da cornice
al concerto “Li nuveni da nascita
Santa”, canti e musiche natalizie
eseguiti da cantori e suonatori di
zampogne dell’ensemble messinese Grasso, a nome dell’Associazione, ha ricevuto una targa
celebrativa, donata dai gruppi
folklorici della Fitp “I Cariddi”, “La
Madonnina”, “I Picciotti Missinisi”,
presieduti rispettivamente da Tobia Rinaldo, Nino Merrino e Stello
Mangano. Presente anche Giuseppe Santalco, presidente dell’Associazione di volontariato “Progetto
Colapesce onlus”, omaggiato di
una zampogna dal costruttore di
strumenti popolari, Rosario Altadonna, componente del “Mata e
Grifone”.
Lo spettacolo è stato presentato
dalla poetessa Silvana Foti.
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vita dei gruppi
Danza siciliana
Che passione
NICOLOSI (Catania) - Massiccia
la partecipazione
allo Stage di danza tradizionale
siciliana per la
formazione degli
insegnanti di 1°
livello , organizzato dal presidente del comitato regionale Fitp, Alfio Russo.
Lo stage è stato tenuto da Pino
Gala, ricercatore etncoreutico,
dell’Università di Sassari e membro della Consulta scientifica
Fitp, da Tiziana Miniati, ricercatrice etnocoreutica, e da Sergio
Bonanzinga, docente all’Univer-
sità di Palermo. Nelle tre giornate, si sono alternate lezioni teoriche di Etnocorelogia, Didattica
della danza, Etnomusicologia e
lezioni pratiche riguardanti la
tecnica del ballo.
Gli stessi “prof” sono rimasti colpiti in modo positivo dai partecipanti e dall’accurata organizzazione.
«La logistica, il trattamento di accoglienza e di soggiorno – anno
commentato -, la conduzione delle lezioni e il clima generale che
si è creato e che tutti hanno vissuto nelle tre giornate intense di
lezioni teoriche, di lezioni di ballo e di dibattito sono stati molto
“La Basulata”
10 anni di musica
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BAIA E LATINA (Caserta) - Dieci
anni di attività per il Gruppo folklorico “La Basulata”. I festeggiamenti
hanno visto alternarsi vari momenti, tutti toccanti: a partire dai membri che sono venuti a mancare nel
tempo, fino alla consegna di alcuni riconoscimenti destinati ai vari
ex-componenti del sodalizio; dalla
anamnesi storica della carriera del
Gruppo stesso (effettuata dal direttore artistico Pasquale Maiello),
fino alla consegna dei riconoscimenti ufficiali destinati ai membri
fondatori originari e ai vari collaboratori esterni (coreografi, musicisti,
costumisti, tecnici) che hanno contribuito al successo dei concerti de
“La Basulata” in Italia e nel mondo.
All’evento e al successivo concerto
(che, per una curiosa coincidenza,
è stato il 100.mo nella carriera del
gruppo) hanno presenziato il Gruppo folk “Laurianum” di San Castrese di Sessa Aurunca, l’organettista
Michele Gentile, la coreografa Adele Bassi (già ballerina per artisti
positivi, proficui e funzionali per
tutti. Noi docenti, in accordo con
tutta la Consulta scientifica nazionale della Fitp, ci impegneremo a far sì che l’esempio siciliano
venga presto imitato dai gruppi
di altre regioni, affinché la Fitp
stessa sia promotrice delle competenze tecniche appropriate e
della qualità delle performance
dei propri aderenti».
I sodalizi, rappresentati da alcuni componenti, che hanno preso
parte allo Stage di formazione
sono stati “Voce dell’Etna”di Catania, “Trinacria” di Agira (Enna),
“Viginti Millys”di Lascari (Palermo), “Sikilia” di Santa Teresa
Riva (Messina), “Città di Milazzo”
(Messina), “A Musetta” di Troina
(Enna), “Bellarrosa” di Villarosa
(Enna), “Picciotti di Raffadali” di
Rafadali (Agrigento), “Canterini
della Riviera Jonica” di Roccalumera (Messina), “Sicilia Antica”
di Mandanici (Messina), “Gurafo”
di Petralia Soprana (Palermo),
“Naxos” di Giardini Naxos (Messina), “Gallodoro” di Milena (Caltanisetta).
del calibro di Eugenio Bennato), il
duo Dino e Domenico Mastroianni
(rispettivamente, prima fisarmonica della “Fisorchestra Liberina”
e promessa della chitarra clasica,
il tecnico Tony Palumbo (attualmente in tour con Katia Ricciarelli
e i ragazzi del programma Tv “Io
canto”) e il fonico Mario Rapa (batterista del gruppo di Enzo Avitabile). Presenti, tra gli altri, il sindaco
di Baia e Latina, Michele Santoro e
il presidente provinciale della Fitp,
Pasquale Di Meo.
La messa di Aggius
nella Basilica San Pietro
AGGIUS (Olbia-Tempio) - Cantare
la messa tradizionale aggese nella Basilica di San Pietro a Roma,
in occasione del trentennale della
propria fondazione e del Pellegrinaggio della gente dello spettacolo
viaggiante, culminato con l’Udienza di Papa Benedetto XVI. Una
“due giorni” nella “Città eterna”
con i gruppi folklorici della Fitp.
Un’emozione forte per il Coro di
Aggius “Galletto di Gallura”, presieduto da Giampiero Cannas, componente del collegio dei sindaci revisori della Federazione. L’ensemble
sardo ha preso posto nella Cappella di San Domenico a destra dell’Altare Maggiore accanto alla tomba
di San Pietro; solitamente è lo spa-
zio riservato al Coro della Cappella
Sistina. Alla tastiera che collega i
quattro principali organi Giampiero Leoni pronto a premere i tasti, i
registri, i pomelli, i pedali e a stabilire gli accordi per cantare il Kyrie e
il Gloria. «E’ difficile - commentano
dal Coro - spiegare l’emozione di
quei momenti in cui si canta in ambienti solenni e importanti come
quelli della Basilica di San Pietro.
Sembra che in quelle circostanze
non bastino le esperienze e le prove di aver più volte cantato quelle
melodie. Ma l’esito poi emerge sicuro con l’armonia delle voci che si
fonde a quella dell’organo». Il Coro
ha cantato tutta la messa: Kyrie,
Gloria, Sanctus e Agnus Dei. Inol-
tre, si è alternato, eseguendo canti
dell’offertorio e della comunione,
con musiche di diverse bande che
hanno sonato insieme all’organo.
Particolarmente toccante è stato
l’Alleluia Pasquale, cantato a voci
secche ed intervallato dal suono
dell’organo che ha accompagnato
un cantore nel versetto evangelico “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. L’esecuzione
è stata ripetuta più volte per permettere alla processione di raggiungere l’Ambone per il rituale
dell’incensamento e la lettura del
passo del Vangelo. Alla conclusione della messa il complesso rituale
si è chiuso con il canto pasquale del
Regina Coeli.
“Spoletino” in Ungheria
SPOLETO (Perugia) - C’era anche il Gruppo folklorico “Spoletino” di Spoleto (Perugia), al “6th International festival of Budapest, Hungary”. Alla manifestazione erano presenti sodalizi di Grecia, Serbia, Ungheria, Bosnia &
Herzegovina e altri Paesi dell’Est Europa. L’ensemble umbro, presieduto da
Francesco Pilotti (consigliere nazionale della Fitp), ha rappresentato l’Italia
sfoggiando folklore, colori e tradizioni della propria terra. Soddisfazione è
stata espressa dagli organizzatori: il gruppo umbro è stato l’unico a esibirsi
con strumenti dal vivo, fisarmoniche organetti e quant’altro di tipico.
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vita dei gruppi
“I Cariddi”, 40 anni
di storia e tradizione
MESSINA - Quarant’anni di attività per il Gruppo folklorico “I
Cariddi”. Durante la erata e ha celebrato la fondazione, ospitata dal
Palazzo della cultura di Mesina, il
presidente Tobia Rinaldo (tesoriere della Fitp) ha tracciato l’excursus storico, ripercorrendo le tappe
di un’intensa attività che ha visto
il gruppo messinese operare per
la riscoperta e la diffusione delle
30
tradizioni popolari isolane con la
riproposizione, negli oltre millecinquecento spettacoli presentati in giro per il mondo, di canti,
musiche, balletti e quadri teatrali
incentrati sulla terra di Sicilia. La
kermesse celebrativa, condotta da
Salvatore La Porta, si è aperta con
l’esibizione de “I Cariddi”, che hanno presentato uno spettacolo di
canti e danze popolari siciliane. La
manifestazione è stata arricchita
dalla partecipazione, con relativa
esibizione, dei gruppi folklorici “Il
Meliuso”, “Città di Milazzo”, “Picciotti missinisi”, “Mata e Grifone”,
che in questi quarant’anni hanno
condiviso con “I Cariddi” alcuni
momenti storici e significativi.
Messaggi augurali sono giunti da
diverse formazioni folkloriche nazionali e da tutto il mondo, ai quali
si sono aggiunti anche quelli del
presidente nazionale della Fitp,
Benito Ripoli, del past president
Igf e Fitp, Lillo Alessandro e del
presidente regionale, Alfio Russo.
La manifestazione si è conclusa
con la premiazione di alcuni componenti del Gruppo, fra gli oltre
ottocento che si sono alternati dal
1972 al 2012. E la storia continua
con ancora tante pagine da scrivere nel panorama del folklore nazionale e internazionale.
Giorgia, benvenuta nella Fitp
TROPEA (Vibo Valentia) - Una
new entry nel mondo del folklore
e nella famiglia della Fitp.
E’ Giorgia Addolorato, figlia di
Andrea Addolorato e Concetta
Lorenzo, rispettivamente presidente e direttrice artistica del
Gruppo folklorico “Città di Tropea” (Vibo Valentia). Giorgia,
nata il 19 dicembre 2011, è la più
piccola tesserata dell’ensemble
calabrese. Sicuramente ha an-
che l’onore di essere una delle
più piccole di tutta la Federazione, essendo stata iscritta il 6 giugno 2012. Il tesseramento della
piccola Giorgia certifica l’amore
di mamma e papà, ma anche di
tutto il sodalizio, per le tradizioni
popolari.
“Città di Tropea” che con rinnovato entusiasmo ha dato vita al
gruppo dei piccoli, dove tra i protagonisti ci sarà anche Giorgia.
La Fitp
“saluta”
il Papa
Uno degli ultimi eventi che ha visto protagonista la
Fitp è stato il pellegrinaggio a Roma con la partecipazione all’Udienza del Santo Padre. E’ di alcuni giorni
la notizia che Papa Benedetto XVI ha rassegnato le dimissioni. Una decisione “bomba” che ha suscitato tanto clamore in tutto il mondo. Anche in quello della Federazione italiana tradizioni popolari. Tra i dirigenti
e gruppi folklorici resta vivo il ricordo di quella “due
giorni” nella Capitale. Uno dei protagonisti dell’esperienza nella “Città eterna” è stato il vicepresidente
della Fitp, Nino Indaimo.
La notizia delle dimissioni del Papa ha suscitato in me delle riflessioni e delle
considerazioni contrastanti. Subito ho pensato ad uno scherzo: per me come per
la maggioranza la figura del Papa è direttamente collegata all’eternità. Quando
grazie alla Fitp ho avuto il grande privilegio di incontrarlo uno dei pensieri di
quell’attimo è stato quello di essere di fronte ad “una personalità” nominata dagli
uomini, ma da loro non “destituibile” e quindi “eterno”. Quindi, sono andato con
la mente a ricercare le sensazioni di quegli attimi visti alla luce di questi nuovi
eventi. Mi sono ricordato della “stima” e dell’“affetto” per una realtà, quella dello
spettacolo tradizionale, viaggiante, delle bande, che nel Suo intervento ha rivelato
di conoscere bene. Soprattutto i valori tradizionali. «Nel vostro ambiente - disse
il Santo Padre - si conserva vivo il dialogo tra generazioni, il senso dell’amicizia,
il gusto dello stare insieme: Accoglienza e ospitalità vi sono proprie. Del resto la
vostra attività richiede responsabilità e perseveranza,coraggio e generosità virtù
che la società odierna non sempre apprezza, ma che hanno contribuito a formare,
nella vostra famiglia,intere generazioni». Ho pensato alla “Sua serenità”, alle richieste di informazioni sulla pubblicazione da noi donata, all’interesse mostrato
alla vista della foto di Giovanni Paolo II sulla copertina del libro. La stessa serenità,
a mio modesto modo di vedere, mostrata nei confronti di una scelta così importante. E’ un gesto che va apprezzato per l’alto senso di responsabilità. E’ un gesto,
per quanto mi riguarda, di grande modernità. Esprime la concezione del mandato
come servizio spirituale fino a riconoscere come uomo di non avere più le forze
fisiche per ricoprirlo.
Per concludere è un messaggio molto alto ma alla portata di tutti gli uomini.
Nino Indaimo - Vicepresidente Fitp