SM, DALFAMPRIDINA MIGLIORA LA RESISTENZA AL CAMMINO PER 1 ANNO 16 novembre 2013 Secondo uno studio apparso sul Multiple Sclerosis Journal, nel trattamento dei pazienti con sclerosi multipla (SM), la somministrazione di dalfampridina a rilascio prolungato (dalfampridina-ER) si associa a un miglioramento a breve termine della velocità del cammino e della partecipazione alla vita sociale, e determina miglioramenti sostenuti nella resistenza al cammino e riguardo l'autopercezione dell'impatto della patologia sulla deambulazione per un anno. La dalfampridina-ER, ricordano gli autori della ricerca, guidati da Michelle H. Cameron, dell'Oregon Health and Science University and Portland Veteran Affairs (VA) Medical Center (USA), è una versione a rilascio prolungato della 4-aminopiridina, un bloccante dei canali del potassio che potenzia la conduzione nei nervi con demielinizzazione. «In trials a breve termine» spiegano gli autori «dalfampridina-ER ha dimostrato di migliorare il cammino nei pazienti con SM. Finora, però, la tollerabilità e gli effetti di questo farmaco nella pratica clinica non sono stati riferiti». Questi aspetti, assieme agli effetti di dalfampridina-ER sulla partecipazione alla comunità sono stati oggetto dell'attuale ricerca. «A tutti i pazienti in cura al Portland VA Medical Center ai quali era stata prescritta dalfampridinaER per un anno» proseguono Cameron e collaboratori «sono stati fatti completare, alla baseline alle visite di follow-up, il Timed 25-Foot Walk (T25FW), il Multiple Sclerosis Walking Scale-12 (MSWS-12), il Two-Minute Timed Walk (2MTW) e il Community Integration Questionnaire (CIQ). È stato analizzato l'uso in corso del farmaco e si sono effettuate le misurazioni lungo l'anno di studio». In totale, è stata prescritta dalfampridina-ER a 39 pazienti (età media: 56,5 anni; durata media di malattia: 19,5 anni; 82% maschi, 38% con SM recidivante-remittente, 62% con SM progressiva). Di questi, 24 (62%) hanno proseguito ad assumere dalfampridina-ER. Al primo follow-up previsto, tutte le misure sono migliorate in modo significativo rispetto al basale: T25FW: -2,7 sec, p=0,004; 2MTW: 41 piedi, p=0,002; MSWS-12: -11, p<0,001; CIQ: 1,2, p=0,003). A un anno, la resistenza al cammino e l'autopercezione del cammino sono ancora migliorate significativamente (2MTW: 33 piedi, p=0,03; MSWS-12: 5,9, p=0,007). «Questo studio» sottolineano gli autori «è il primo che dimostra, nell'attuale pratica clinica, gli effetti di dalfampridina-ER sul cammino fino a un anno in pazienti con SM. Ed è anche il primo che dimostra come lo stesso farmaco migliori la resistenza al cammino e l'integrazione sociale. Inoltre, questo trial conferma i risultati già verificati relativi al miglioramento della velocità di cammino e all'impatto sull'autopercezione al cammino (MSWS-12)». «Da notare» proseguono i ricercatori «che la nostra coorte come atteso, visto che si trattava di una popolazione della VA, rispetto a precedenti studi presentava una maggiore quota di maschi (82% vs 40%), un'età media più avanzata (56,5 vs 50,9 anni) e una superiore durata della SM (19,5 vs 12,7 anni). Simili, invece, erano le proporzioni tra forme recidivanti-remittenti e progressive, con queste ultime attestate nel nostro studio al 62% e nei pregressi trial al 71%». «Ciò» sostengono «fa ritenere che dalfampridina-ER possa offrire benefici nei pazienti con problemi di cammino affetti da SM progressiva e lunga durata di malattia, un sottogruppo in cui le terapie che modificano il decorso della malattia generalmente non hanno dato prove di efficacia». La più comune ragione di abbandono della terapia è stata la percezione di perdita di efficacia, riferita dal 20% dei pazienti. Non si sono registrati gravi eventi avversi. «In tutti I pazienti che hanno proseguito la terapia dopo le prime 3-4 settimane di somministrazione, la media globale aggiustata delle varie misure è risultata significativamente migliorata al primo follow-up previsto a 6-8 settimane dal basale» spiega il team. «Il 2MTW e l'MSWS-12 sono apparsi migliorati in modo significativo rispetto alla baseline». Questi risultati – concludono gli autori – suggeriscono che nei pazienti che registrano un miglioramento del cammino a 1 mese, questo effetto tipicamente persiste e influisce su velocità, resistenza e autopercezione del cammino, così come sull'integrazione sociale per i mesi successivi. I benefici a 1 anno indicano che dalfampridina-ER continua ad agire soprattutto nei pazienti che tollerano il farmaco e ne traggono benefici in fase iniziale. Arturo Zenorini