Pellegrinaggio notturno in occasione della Festa di S. Chiara Perché questo cammino nella notte? Per proporre a giovani e adulti di vivere la notte come luogo di incontro, di dialogo e di ascolto. Simbolicamente la notte è il momento della confidenza, dell’incontro intimo in cui ci si svela all’altro cuore a cuore. E’ il luogo della intimità, con noi stessi, con la nostra storia, con Dio. Anche per Gesù spesse volte la notte è stato il luogo dell’incontro: si ritirava nella notte a pregare e vivere l’incontro di comunione con il Padre; lo stesso incontro con Nicodemo (Gv 3) è stato vissuto nella notte, come momento appunto di intimità e confidenza. Di notte si sono consumati anche il suo processo e la sua condanna: la notte, allora, diventa anche il luogo della salvezza, del dono di una vita. Il cammino di notte diventa anche simbolicamente la condizione dell’uomo: siamo esseri in cammino, la nostra vita può essere pensata e descritta come un cammino. Un cammino che a volte viene vissuto nella notte, nella oscurità, nell’incertezza, nella precarietà, nel non sapere bene dove andare. Ma dentro tutto questo, noi sappiamo di poter trovare dei segnali che ci guidano, delle stelle che ci aiutano a ritrovare il senso delle cose, la giusta direzione. Che ci aiutano a non smarrirci, a non perderci. E una di queste stelle, per noi francescani, è Chiara d’Assisi. La sua vita, il suo essersi donata nella contemplazione e nella ricerca di Dio, sono per noi, pellegrini dell’Eterno, una stella che ci aiuta a ritrovare la strada verso Dio, verso l’Assoluto. Ci aiuta a ritrovare una direzione, un orizzonte verso cui guardare e dirigerci, e questo orizzonte è il Signore Gesù e l’amore che Dio Padre ha per l’umanità. Camminare nella notte, allora, per farci guidare dalle stelle, dai santi, nostri fratelli nella fede che ci aiutano a ritrovare la nostra strada verso Dio e verso il senso della vita.