Appunti di estimo IL MERCATO – CAP. 6 In origine avveniva il baratto………………. La prima forma di scambio di beni tra le persone era costituita dal baratto. Le persone in possesso di abbondanti quantità di un certo bene erano disposte a cederlo a terzi in cambio di un bene di cui erano sprovvisti. Il meccanismo dello scambio avveniva secondo il principio dell’utilità marginale: - Un bene posseduto in quantità abbondante dava una scarsa utilità marginale; - Un bene che non si possiede, e di cui si sente il bisogno, fornisce una elevata utilità marginale. Questi due elementi erano alla base dello scambio. La differenza tra l’utilità marginale del bene ricevuto e quella del bene ceduto viene definita rendita del consumatore. ….poi nacquero le prime forme di mercato Il mercato in origine era identificato come il luogo fisico ove avvenivano gli scambi di beni, attorno al quale si costituiva solitamente il nucleo urbano della città. Oggigiorno il mercato ha un significato ben più ampio: viene definito come l’incontro tra domanda e offerta di un certo bene e non identifica più solo uno spazio fisico, ma qualcosa di articolato e complesso (es. l’acquisto di beni tramite e-commerce……). ….la specializzazione dei settori di produzione L’evoluzione del nostro sistema economico ha portato le imprese a specializzarsi in specifici settori: ognuna di esse offre solo particolari beni (es. chi vende scarpe, chi costruisce case, chi produce pane,…..). Solo le imprese che si sono specializzate riescono a competere nel mercato, offrendo beni di maggior qualità a prezzi contenuti, in quanto riescono a contenere i costi di produzione. ….perchè lo Stato interviene sul mercato? In linea teorica, in regime di libera concorrenza, il mercato dovrebbe autoregolarsi senza l’intervento dello Stato, generando una economia ricca, con una elevata propensione ai consumi, migliorando le condizioni di benessere e ricchezza delle persone. Poiché questo avviene solo in teoria, lo Stato ha il ruolo di intervenire sull’economia, cercando di “orientare” il mercato per far ripartire l’economia, soprattutto in quei settori in crisi. Stato Mercato Ridistribuzione della ricchezza operata dallo Stato, prelevando, con lo strumento fiscale Tipi di mercato MERCATO DELLE MERCI MERCATO DEL LAVORO E’ rappresentato da innumerevoli tipi di Ha per oggetto il lavoro umano, sia “merce”: manuale, sia intellettuale. - beni di consumo; - beni strumentali; - beni immobili; - titoli di credito; - ………. La vendita può avvenire: - all’ingrosso; al dettaglio. 17 Appunti di estimo La legge della domanda Per domanda si intende la quantità di un dato bene che degli acquirenti sono disposti ad acquistare ad un dato prezzo (Figura 1). Figura 1 - Curva della domanda Variazioni della domanda indipendenti dal prezzo E’ possibile che la variazione della domanda non comporti variazioni del prezzo: in questo caso l’intera curva viene traslata (Figura 2). Figura 2 - Variazione della domanda indipendente dal prezzo Le ragioni di questo sono: - Incremento del reddito dei consumatori; - Gusti del consumatore influenzati spesso dalla pubblicità; - Variazione del numero di consumatori (es. aumento della popolazione); - Aspettative dei prezzi futuri; - Prezzo dei beni complementari. Elasticità della domanda E’ espressa come la variazione che subisce la domanda al variare del prezzo (Figura 3). Si possono presentare: - Domanda elastica; - Domanda rigida. 18 Appunti di estimo Per valutare se una domanda è rigida o elastica bisogna conoscere il coefficiente di elasticità. e Q p e= coefficiente di elasticità ΔQ= variazione della domanda Δp= variazione del prezzo Figura 3 – Elasticità della domanda Si possono verificare i seguenti casi: - e>1 la domanda è elastica (piccole variazioni del prezzo comportano grandi variazioni della domanda); - e=1 a varazioni di prezzo corrispondono variazioni uguali della quantità domandata; - e<1 la domanda è rigida (grandi variazioni del prezzo comportano ridotte variazioni della quantità domandata). La domanda globale (pag. 58 libro di testo) La domanda individuale (pag. 59 libro di testo) La propensione al consumo e al risparmio 1. La propensione al consumo c 2. La propensione al risparmio Consumi Re ddito s Risparmio Re ddito (valore 0÷1) (valore 0÷1) Ovviamente si ha che Consumo + Risparmio = Reddito Pertanto c+s=1 19 Appunti di estimo La legge dell’offerta Per offerta si intende la quantità di bene che i produttori sono disposti a vendere ad un certo prezzo (Figura 4). Figura 4 – Curva dell’offerta Come per la domanda, anche per la curva dell’offerta si può verificare una traslazione della curva (e quindi della quantità offerta di un bene!!!) senza che il prezzo cambi (Figura 5). Ciò si verifica quando ci sono: - Variazioni dei costi di produzione; - Variazioni del numero di produttori. Figura 5 – Variazione dell’offerta indipendente dal prezzo Elasticità dell’offerta Come per la domanda, anche la curva dell’offerta, in funzione del suo coefficiente di elasticità può essere: - e>1 l’offerta è elastica (piccole variazioni del prezzo comportano grandi variazioni della quantità di bene offerto); - e=1 a varazioni di prezzo corrispondono variazioni uguali della quantità offerta; - e<1 l’offerta è rigida (grandi variazioni del prezzo comportano ridotte variazioni della quantità di bene offerto). Il prezzo di equilibrio Si può definire prezzo di equilibrio il prezzo di un bene in cui la quantità domandata dai consumatori e quella offerta dai produttori siano uguali. Si verifica quindi una situazione di equilibrio (Figura 6). 20 Appunti di estimo Prezzo di equilibrio = prezzo di mercato Figura 6 – Curva della domanda e dell’offerta in regime di libera concorrenza Le diverse forme di mercato Il mercato dei beni è un qualcosa di estremamente complesso poiché si possono verificare situazioni diverse in grado di condizionare il prezzo di vendita/acquisto. In questo capitolo vedremo come la situazione ideale sarebbe quella del mercato perfetto (=di libera concorrenza), il quale nella realtà non esiste per una serie di motivi che vedremo. Vi sono tre tipi principali di mercato: 1. la concorrenza bilaterale 2. l’oligopolio 3. il monopolio La concorrenza bilaterale Si ha concorrenza bilaterale quando, per un certo bene, vi sono moltissimi produttori e moltissimi consumatori. Nessuno di essi, singolarmente, sarà in grado di influenzare il prezzo poiché la quantità di bene che ognuno è in grado di offrire/acquistare è minima rispetto alla quantità totale (es. se ci sono 10.000 produttori di pesche e 50.000 acquirenti, nessuno di essi avrà la forza di influenzare il prezzo). Con questa situazione si crea un mercato perfetto; per essere tale: - il mercato deve essere aperto a tutti, senza limitazioni per nessuno; - i beni offerti devono essere omogenei (es. se si tratta di pesche, devono avere le stesse caratteristiche); - il mercato deve essere trasparente, ossia tutti devono avere le stesse informazioni sul prodotto per poter fare le opportune scelte; - il mercato deve essere privo di preferenze (nessuno deve fare scelte dettate dalla comodità, moda, ecc……e nessun imprenditore deve trovarsi in posizione privilegiata rispetto agli altri, per esempio con campagne pubblicitarie). Il mercato perfetto è una situazione puramente teorica; tutti i beni che noi compriamo difficilmente seguiranno le condizioni indicate. I motivi che generano le deformazioni del mercato perfetto sono legate per esempio a: - la presenza di grandi imprenditori; - la pubblicità; 21 Appunti di estimo - - gli accordi illeciti tra imprenditori (cartelli); vantaggi fiscali a favore di taluni imprenditori; diversi costi di produzione da imprenditore a imprenditore: dalla Cina, per esempio, si importano beni e prezzi irrisori per via del basso costo della manodopera, della mancanza di tutela dei lavoratori………condizioni estremamente diverse per chi decidesse di produrre in Italia lo stesso bene; …….ecc……. La formazione del prezzo nel mercato perfetto In un mercato perfetto vi sono tre tipi di imprenditori: 1. Imprenditori ordinari: sono quelli dotati di medie capacità tecniche ed economiche; essi sono la maggior parte degli imprenditori; 2. Imprenditori incapaci: sono quelli che presto usciranno dal mercato, poiché, a causa della loro incapacità, producono in perdita (i costi sono maggiori dei ricavi); 3. Imprenditori capaci: sono l’eccellenza, ossia imprenditori molto preparati, lungimiranti, con doti imprenditoriali molto elevate. Nel lungo periodo: - gli imprenditori incapaci sono destinati a uscire dal mercato, in quanto per loro i costi sono maggiori dei ricavi; - la quantità di beni prodotti dai restanti imprenditori aumenta, poiché, ora che non ci sono più gli imprenditori incapaci, gli acquirenti di quest’ultimi acquisteranno dagli altri; - il prezzo di vendita diminuisce per via della concorrenza; - il prezzo di vendita continuerà a diminuire fino ad eguagliare il costo di produzione degli imprenditori ordinari (break-even) e il tornaconto sarà nullo (T=0). NB. non è possibile che il costo di produzione sia inferiore al prezzo di vendita in quanto, se gli imprenditori ordinari abbandonano il mercato, i restanti (imprenditori capaci) non hanno la forza di produrre le quantità di beni richieste dal mercato. L’oligopolio L’oligopolio è una forma di mercato in cui poche imprese offrono un dato bene ad una moltitudine di consumatori (oligopolio di offerta). Si ha oligopolio di domanda quando ci sono pochi consumatori e molte imprese che producono un certo bene. Si ha infine anche il caso in cui ci sono sia poche imprese che producono e pochi consumatori che comprano (oligopolio bilaterale). Nel linguaggio comune, quando si parla di oligopolio si fa riferimento al primo caso (poche imprese e molti consumatori: è il caso, per esempio, dei carburanti). Può capitare che gli oligopolisti, per massimizzare i loro profitti, facciano degli accordi illegali sul prezzo di vendita, ossia vendendo un prodotto allo stesso prezzo. Questo accordo è definito cartello. 22 Appunti di estimo Perché in un certo settore produttivo si genera l’oligopolio? La situazione di oligopolio si genera soprattutto per quei settori in cui i costi di produzione sono talmente elevati che le piccole imprese non sarebbero in grado di sopportarli. Solo “la grande dimensione” delle aziende fa si che esse siano in grado di generare economie di scala, e quindi ammortizzare meglio i costi di produzione (si pensi per esempio l’enorme costo delle tecnologie utilizzate dalle aziende petrolifere, o dalle case farmaceutiche). Il monopolio Si ha monopolio quando esiste un solo produttore di un dato bene ed una miriade di acquirenti. Per taluni beni vi può essere addirittura un solo produttore ed un solo compratore (monopolio bilaterale). Oppure ancora vi possono essere molti produttori ed un solo compratore (monopsonio): è il caso, ad esempio, in cui un produttore di gas naturale lo vende all’unico Paese collegato con il gasdotto (il suo unico cliente). Monopolio Un solo produttore e molti compratori Monopolio bilaterale Un solo produttore ed un solo compratore Monopsonio Molti produttori e un solo compratore Tipi di monopolio Monopolio delle risorse Monopolio naturale Monopolio legale Monopolio di fatto Un solo imprenditore detiene in maniera esclusiva un determinato fattore della produzione (es. il giacimento di un particolare minerale). Un solo imprenditore produce un certo bene per via degli elevati costi di produzione. Non sarebbe conveniente per nessuno frazionare la produzione fra più imprenditori (es. è impensabile avere un acquedotto con due condutture di acqua parallele con due diversi gestori). Lo Stato autorizza un solo imprenditore a vendere un determinato bene (brevetti e diritti d’autore). Oppure lo Stato è il monopolista nella gestione di un servizio (es. la pubblica sicurezza). Un imprenditore particolarmente abile riesce a eliminare tutti i concorrenti, “facendoli” fallire o acquisendo le loro aziende (fusione di aziende) Nel sistema monopolista il prezzo non è definito dal mercato (=incontro tra domanda e offerta), ma unicamente dal monopolista; decide lui a quanto vendere il suo prodotto, non maniera casuale, ma in base alla curva della domanda (…..attenzione!!!!...non la curva dell’offerta!!!), individuando su di essa il punto di Cournot, rappresentato da uno specifico punto in cui si ha il massimo profitto del monopolista. 23 Appunti di estimo La politica dei prezzi A quale prezzo un imprenditore decide di vendere un suo prodotto? Quando un imprenditore immette sul mercato un nuovo bene dovrà fare delle riflessioni per decidere il prezzo di vendita; la sua scelta non sarà causale, ma sarà legata a: - chi sono i suoi potenziali clienti; - a quale ceto sociale appartengono (sono persone abbienti?); - quanti sono i suoi potenziali clienti; - gli altri imprenditori producono un bene simile; - a quanto ammonta il costo di produzione unitario; - qual è il profitto che vuole ricavare (% sul prezzo di vendita); - ……………………….. Tutte le riflessioni sopra elencate rientrano nella disciplina di marketing. Il marketing è quindi una parte dell’economia che studia il modo in cui si arriva a definire i prezzi di vendita; oltre a ciò studia anche le modalità per incrementare le vendite, ampliando il numero dei clienti. La definizione del prezzo di vendita da parte di un imprenditore può seguire due vie Prima via: calcola i costi di produzione e aggiunge un margine percentuale (profitto); così definisce il prezzo di vendita. Seconda via: stima il prezzo al quale, secondo lui, un prodotto può essere venduto; dopodiché deve riuscire a produrlo ad un costo inferiore al prezzo di vendita, tale da garantirgli un profitto. 24 Appunti di estimo Tipi di prezzo - Prezzi alla produzione, all’ingrosso e al dettaglio; - prezzi imposti, consigliati o controllati dal produttore; - prezzi civetta; - prezzi calmierati dallo Stato (per beni di prima necessità); - prezzi pubblici (per beni offerti dallo Stato). Prezzo, costo e valore….non sono sinonimi - Prezzo: corrisponde al prezzo di vendita di un bene; - Costo: si riferisce alla somma dei costi di produzione di un bene; - Valore: esprime il valore di un bene derivante da una stima; di questo se ne occupa l’estimo. 25