Formazione dottoressa Sara Giacopuzzi 4 Aprile

Formazione 4 aprile 2008
A cura di Sara Giacopuzzi
Assistente Sociale
Definizione delle forme di abuso
Atti omissivi e/o commissivi che “turbano
gravemente il soggetto in crescita,
attentano alla sua integrità corporea, allo
sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e
morale” (Consiglio d’Europa, 1981)
Il corpo: il grande escluso?
• Il corpo è il teatro principale di drammatici
avvenimenti, luogo di accadimento primario
dell’evento traumatico
• Il bambino, vittima di abuso, subisce un
attacco diretto alla sua corporeità, il corpo
viene invaso nei suoi confini, trasformato o
addirittura annientato
Maurizio Stupiggia, in “Il corpo violato”
A volte è solo il corpo la chiave di accesso
all’esperienza di abuso e attraverso il quale la
memoria sepolta può riemergere
Chi subisce abuso può ricordare in seguito ad un
evento scatenante ma il più delle volte il “terrore è
muto”, ovvero l’emozione è difficile da
decodificare a livello verbale quanto può esserlo
più facilmente attraverso lo stato fisico e
comportamentale (non verbale)
Il ricordo dell’abuso ricevuto viene
“incistato, incapsulato” in una sorta di
“memoria corporea” e può riemergere anche
da semplici stimoli sensoriali (attraverso gli
sguardi, il tono della voce, il tocco del
corpo è possibile far riemergere alla
memoria vissuti traumatici).
• L’abuso è da intendersi come un “trauma
relazionale” che accade all’interno di una
relazione, spesso unica, asimmetrica di potere, di
forza.
• Il trauma dell’abuso spezza la vita di quel
bambino/a in due, crea un buco, una voragine
nella sua geografia esistenziale e lacera la trama
logica della percezione che ha della sua stessa vita
e della sua immagine corporea
Maurizio Stupiggia, in “Il corpo violato”
Con l’abuso viene minata quella capacità di
riconoscersi internamente, viene infranta
quella sorta di specchio interiore, che ci
permette di sentirci noi stessi, di percepire il
nostro corpo e i nostri pensieri in modo
famigliare: viene in sostanza sottratta la
sensazione di “sentirsi, essere a casa”
(l’abuso strappa il soggetto dalla sua casa)
Con l’abuso
• Viene lesa l’identità, il senso profondo del
sé (senso di umiliazione, vergogna,
disperazione, paura, rabbia)
• La persona diventa infatti estranea a sé
stessa, viene spiantata, esiliata da sé stessa,
dalle proprie sensazioni (diventa opaca la
conoscenza di sé stessi)
• La persona vive un senso di esposizione continua
alla vista e all’azione altrui tale da farla vivere in
uno stato di perenne agitazione, inquietudine,
incertezza per non poter controllare la situazione e
si alimenta il senso di impotenza
• Viene distrutto il senso di sicurezza, di protezione
(che aumenta l’ipersensibilità a qualsiasi
cambiamento, l’ipervigilanza)
• Vive un grande senso di ingiustizia, di un grande
imbroglio, inganno, tradimento (con l’abuso, alla
persona viene minata la fiducia di base nel mondo,
nelle relazioni, con conseguente sfiducia in sé
stessa).
• Avviene una trasformazione distruttiva delle
proprie
emozioni
e
una
frammentazione/distorsione
della
propria
immagine corporea
• Chi subisce abusi percepisce un altro dentro di sé:
c’è un senso di alienante alterità che occorre
ricomporre per dare identità a quella persona (la
persona abusata percepisce dubbiosa la propria
identità corporea come se fosse fuori da sé stesso e
il proprio corpo fosse luogo di passaggio o
permanenza dell’altro, come se le proprie membra
fossero mosse dall’altra persona)
• La persona vittima di abuso ha dentro un vissuto
di irreparabilità, di danneggiamento irreversibile
• Le persone traumatizzate e abusate possono
procurarsi dolore fisico o mettersi
continuamente in situazioni di pericolo
(graffiarsi, strapparsi i capelli, tagliuzzarsi o
compiere certi gesti di automutilazione o
assumere comportamenti sessuali a rischio)
• Hanno difficoltà a modulare la distanza personale
e il contatto corporeo: da un lato la persona
vittima di abuso può rifuggire il contatto fisico,
mostrarsi irrigidito (atteggiamento di ritiro,
evitamento da qualsiasi intimità affettivocorporeo); dall’altra ricercare il contatto fisico con
modalità distorte (aggressiva e/o erotizzata,
seduttiva), senza confini ed in maniera
indifferenziata
ABUSO FISICO “i genitori o le persone che si prendono cura
del bambino eseguono, permettono che si eseguano o mettono il
bambino in condizioni di subire lesioni fisiche” (F.Montecchi)
Segni fisici: il riconoscimento dipende da competenze medico-diagnostiche
• Lesioni cutanee e delle mucose (contusioni, ecchimosi, cicatrici multiple,
morsi, ustioni,graffi)
• Lesioni scheletriche (frattura ossa lunghe, cranio, costale)
• Lesioni degli organi interni (emorragie congiuntivali, retiniche, milza)
Segni emotivi e comportamentali
• Ansia diffusa (attenzione labile e incostante)
• Difficoltà di concentrazione e di apprendimento
• Difficoltà di relazione (ritiro – distruzione)
• Emozioni congelate (anestesia come difesa)
• Depressione, solitudine, isolamento, paura dell’altro (in età scolare)
• Aggressività, iperattività verso i più piccoli e/o l’adulto (oppositivo,
provocatorio)
• Comportamento vigile e allertato (rifiuto di svestirsi nelle visite mediche o
attività sportive)
• Difficoltà a modulare le emozioni (scoppi improvvisi di ira/pianto)
• Ambivalenza verso il contatto fisico (ricerca/rifiuto)
• Atteggiamenti affettivi inappropriati (soddisfazione per la risposta
violenta ricevuta/data)
• Ricercare più attenzioni degli altri
In
generale il bambino che subisce
maltrattamento fisico ha un inevitabile
danneggiamento nel rapporto con la fisicità
poiché ciò che ha imparato e che risulta per
lui “normale” è che la relazione con l’altro
passa attraverso il contatto fisico violento
Il bambino tenderà dunque a:
• Ripetere comportamenti aggressivi (picchia
a sua volta altri bambini, spesso più piccoli
di lui) – identificazione con l’aggressore;
• Rimanere nel ruolo di vittima subendo
perché non è in grado di contrastarli o
perché li ritiene “giusti”- identificazione
con la vittima.
Abuso sessuale
“Coinvolgimento di soggetti immaturi e dipendenti in attività sessuali
con assenza di completa consapevolezza e possibilità di scelta, in
violazione dei tabù familiari e/o delle differenze generazionali”
Tipologie:
• intrafamiliare o/e extrafamiliare
• manifesto
• mascherato (pratiche igieniche inconsuete, abuso
“assistito”)
• pseudoabuso (convinzione errata di un genitore, accusa
consapevole di un genitore contro l’altro, dichiarazione
non veritiera del bambino/adolescente)
• Sfruttamento sessuale (prostituzione, materiale
pedopornografico)
I segni fisici: rilevanti questioni medico-diagnostiche per la
rilevazione
Specifici (ferite, contusioni e lacerazioni area genitale/anale, presenza
liquido seminale, malattie sess. trasmesse, perdite emorragiche,
difficoltà a camminare e a sedersi, gravidanze precoci)
Segni comportamentali ed emotivi:
• Rifiuto di cambiarsi, di sottoporsi a visite mediche
• Conoscenza precoce sessualità tipica degli adulti (gesti, disegni,
parole)
• Allusioni ad attività sessuali (richieste a coetanei, adulti)
• Erotizzazione dei rapporti sociali
• Masturbazione coatta (eccitamento con angoscia)
• Introduzione di oggetti in vagina, ano in prepubertà
• Inibizione sfera sessuale (disgusto, negazione)
• Distorsione immagine corporea (vissuto di danneggiamento)
• Disturbi psicosomatici sfera alimentare e sfinterica (enuresi,
encopresi)
• Adultomorfismo
• Sintomi fobico-ossessivi (vissuto di intrusione,
sporcizia), depressione, patologie del sonno (incubi),
flashback.
• Impotenza, vergogna, paura, rabbia, tradimento
• Caduta rendimento scolastico
• Perdita dei parametri affidabili di giudizio
• Remissività/ aggressività
• Isolamento
Il corpo sia per la vittima di abuso fisico quanto per
l’abuso sessuale può essere vissuto in modo
separato, combinato e/o alternato come:
1) oggetto consolatorio, fonte di gratificazione e
sensazioni piacevoli (come nella masturbazione
coatta) sempre però associata ad ansia elevata se
non ad angoscia
2) oggetto di vergogna, associato ad un senso di
sporco, che non bisogna guardare, toccare e tanto
più mostrare perché può suscitare desideri altrui
Abuso psicologico/emozionale: “atteggiamenti volti a umiliare,
svalutare, denigrare il bambino in modo continuato e duraturo nel
tempo: separazioni coniugali conflittuali, violenza domestica
(testimoni)” (Montecchi, 2004)
Il danneggiamento è relativo alla valutazione di sé, alla percezione degli
altri nel mondo: relazioni con i coetanei.…nel tempo anche l’area
intellettiva
Segni emotivi e comportamentali:
• Diffuso senso di inadeguatezza, incapacità personale, non accettazione
di sé
• Disistima di sé e dell’altro (sfiducia verso il mondo)
• Percezione minacciosa del mondo (insicurezza)
• Tristezza, mancanza di slancio vitale
• Comportamento inibito, poco interessato, timoroso e ansioso
(vittima: si lascia fare di tutto), aggressivo ( umilia, denigra)
LA PATOLOGIA DELLE CURE:
“inadeguatezza o insufficienza di cure fisiche/psicologiche fornite al
bambino, in rapporto al suo momento evolutivo, da parte di coloro che ne
sono i legali rappresentanti”
• Incuria: cure insufficienti
• Discuria: cure distorte
• Ipercura:cure eccessive
Incuria (trascuratezza): segni fisici
• Scarsa igiene e trascuratezza generale dello stato di salute
(notizie anamnestiche mancanti o parziali, assenza
monitoraggio condizioni di salute, patologie croniche non
curate adeguatamente o problemi medici non riconosciuti
dai genitori che possono aggravarsi nel tempo (occhi,
orecchie)
• Rallentamento della crescita con bassa statura (scarso
nutrimento affettivo)
• Distorsione delle abitudini alimentari (denutrizioneipernutrizione)
Segni comportamentali ed emotivi
• Scarso rendimento scolastico
• Affettività “vischiosa” (ricerca costante di attenzioni)
• Iperattività e disturbo dell’attenzione (assenza di regole e di contenimento
affettivo)
DISCURIA “cure fornite in modo distorto”, anacronistico rispetto al momento
evolutivo del bambino. Si realizza attraverso:
• Richieste precoci di prestazioni superiori alle capacità del bambino (leggere a 4
anni)
• Accudimento “regressivo” ( biberon a 6 anni)
• Iperprotettività (mantenimento rapporto fusionale)
• Aspettative irrazionali (il genio della famiglia)
Segni comportamentali ed emotivi
• Bambino “adultomorfo” : indipendente
• Bambino immaturo (ritardo psicomotorio, del linguaggio, dell’autonomia in
generale): dipendente
• Disturbi nella sfera alimentare, sfinterica, del sonno ( dorme solo a letto con i
genitori)
• Ansia diffusa, percezione minacciosa del mondo, isolamento, difficoltà/assenza
relazioni con i coetanei
Ipercura: “cure eccessive
medicalizzazione persistente
associata a una
e
dannosa”:
• Sindrome di Munchausen per procura (induzione della
malattia nel figlio)
• Abuso chimico (anomala somministrazione di farmaci)
• Medical shopping per procura (continue e ripetute visite)
• Sindromi patologiche (convinzioni deliranti) che
necessitano di specifiche competenze mediche per la
rilevazione dei segni
• Errate convinzioni sullo stato di salute del figlio
• Comparsa dei sintomi solo in presenza del genitore
(madre)
• Ripetute visite e ricoveri, turn-over personale medico
Segni emotivi e comportamentali:
• Relazione simbiotica con la madre totalizzante e un paterno
assente/disimpegnato (difficoltà a separarsi dalla madre, assenti
relazioni sociali, scarsa/assente frequenza scolastica)
• Disturbi dell’immagine/percezione corporea (incapacità di riconoscere i
segnali corporei – probabile sviluppo anoressico/bulimico, ansia
generalizzata verso la propria salute)
• Gioco e descrizioni a tema prevalente (di sintomi che non hanno
testimoni oculari) , specialismo del bambino in ambito medico
• La malattia come mezzo per improntare la relazione affettiva
• Disturbi del pensiero e delle emozioni: incapacità di differenziare i
propri pensieri da quelli della madre, appiattimento sui bisogni emotivi
della madre per avere in cambio garanzie affettive
• Probabile destino psicotico
VIOLENZA ASSISTITA:
“atti di violenza fisica, verbale, psicologica,
sessuale ed economica compiute su figure
di riferimento o sul altre figure adulte o
minori di cui il bambino può fare esperienza
diretta o indiretta” (Cismai, 1999)
Importante per il professionista e’
• avere la consapevolezza che nessun indicatore da
solo e’ decisivo per una diagnosi di abuso (nessuno
è portatore di una verità univoca) e che solo la
concomitanza di piu’ elementi puo’ aiutare a
confermare il sospetto: occorre per questo ampliare
l’osservazione e non fermarsi al primo elemento
che insorge
• ascoltare le emozioni attivate da quanto osservato
(emozione come “bussola”)
• Agire
nell’ottica
dell’interdisciplinarietà:
nessuno può affrontare e risolvere da solo un
situazione di abuso all’infanzia
Il lavoro di “rete”
• Facilita la realizzazione di interventi coerenti e la
‘costruzione di un senso comune’
• Aiuta a prevenire rischi di frammentazione degli interventi
• Aiuta a sostenere gli aspetti emotivi del professionista e ad
‘usarli’ come indicatori significativi
• Produce una rielaborazione dei nodi problematici emersi
• Aiuta a controllare la tendenza delle famiglie ad
‘esportare’ il conflitto nella rete dei servizi
Per questo nei casi di disagio
e sospetto abuso
è necessario che il professionista:
•
Osservi attentamente le condizioni psicofisiche generali del bambino
(prendendo appunti sistematici su comportamenti, stati emotivi e, nel
caso di rivelazione diretta, riportando anche i “verbatim” del bambino)
•
Si confronti con i colleghi sugli elementi di disagio raccolti
•
Informi e segnali ai servizi socio-sanitari (es. Npi o Servizio Sociale)
territorialmente competenti e/o eventualmente coinvolti di quanto di
preoccupante ha osservato
•
Si rivolga, richiedendo una consulenza, al Centro Specialistico “Il Faro”
•
Effettui, ma solo nei casi in cui NON si ravvisi una ipotesi di reato*, un
colloquio con i genitori del bambino sul disagio osservato, esprimendo
preoccupazione per il benessere del bambino, formulando domande aperte e
non intrusive o intime, osservando il tipo di reazione emotiva, mimica e
verbale dei genitori
•
Segnali direttamente alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni i casi
che appaiono molto preoccupanti
*Particolarità vuole che di fronte a situazioni
di sospetto abuso sessuale intrafamigliare,
di maltrattamento, altri reati intra-famigliari
o comunque per tutte quelle situazioni in cui
si rende sconsigliabile un coinvolgimento
della famiglia perché di pregiudizio per il
minore sia da evitare l’informazione ed il
coinvolgimento della famiglia
COME SEGNALARE
•
•
La segnalazione deve essere inoltrata per iscritto e firmata dai
professionisti che hanno osservato i segnali di preoccupazione del b/o ( non
può essere fatta in forma anonima).
Nella segnalazione devono essere citati e descritti tutti gli elementi
che hanno portato l’operatore a formulare l’ipotesi che il bambino si
trovi in una situazione di rischio o pregiudizio.
•
•
Deve fornire riferimenti temporali e nominativi, quando possibile
Non deve contenere ipotesi e/o accuse di alcun tipo
•
Quando l’operatore che rileva una situazione di disagio fa parte di
un’istituzione o una organizzazione pubblica o privata la
responsabilità della segnalazione non deve ricadere in toto sul singolo
operatore, ma dovrà essere assunta in modo collegiale dall’istituzione
stessa.
Perché Il Faro?
Il Faro si pone come servizio pubblico, specialistico sull’abuso,
collocato nella USL e quindi con funzione di “ponte” tra i diversi
servizi sociali, sanitari territoriali, ospedalieri.
La richiesta di consulenza al servizio specialistico vuole essere uno
spazio per pensare agli interventi, per significare dubbi ed
emozioni in una cornice multiprofessionale.
multiprofessionale
Essa permette infatti:
1.
2.
3.
4.
5.
l’avvio del lavoro multidisciplinare integrato, necessario per
l’intervento sull’abuso
l’attuazione di un intervento graduale (per evitare falsi allarmismi)
l’organizzazione della strategia d’intervento
il confronto con altri servizi territoriali
l’eventuale passaggio della verifica della situazione di sospetto abuso
ad altri servizi, permettendo ai professionisti già coinvolti di
continuare a svolgere il loro compito nei confronti del bambino
Gli articoli 19 e 39 della Convenzione di New York sui
diritti del fanciullo, del 20 novembre 1989, ratificata
dall’Italia con legge 27 maggio 1991, n. 176, sottolineano
l’importanza di attivare interventi polisettoriali per tutelare
efficacemente il minore, poiché il maltrattamento, lo
sfruttamento e l’abuso sessuale sono fenomeni complessi
che richiedono un approccio multidisciplinare da parte di
ogni operatore e settore operante nelle cinque funzioni
fondamentali di tutela: la prevenzione, la rilevazione, la
diagnosi, la protezione, la cura/trattamento degli effetti
a breve e lungo termine del trauma.
Come contattare Il Faro:
dal lunedì al venerdì
Tel: 051-4141611
Fax:051-4141601
Tel mobile: 348-1409449
e-mail: [email protected]
sito internet: www.ilfarobologna.info