DI SILVANO GUIDI - PHOTO VISION 190 mila nuovi casi all’anno in Europa di carcinoma prostatico C’ è una notizia confortante per la popolazione maschile di una certa età che teme per la salute della prostata. Un timore che non è né ipocondria né ossessione salutistica, ma comportamento responsabile a fronte di cifre e dati statistici un po’ inquietanti. I numeri che non piacciono e che al tempo stesso non possono essere ignorati segnalano 15 mila diagnosi positive ogni anno in Italia. E se la parola tumore spalanca baratri di ansietà in chi viene colpito, è pur sempre vero che quello prostatico è solitamente un tumore a lenta crescita, contro il quale sono possibili vari interventi e buone aspettative di successo; che però dipende da diagnosi precoce, livello di aggressività del carcinoma, età e condizioni fisiche del paziente. Oggi, fra le varie opzioni terapeutiche sta diffondendosi un tipo di intervento meno traumatico rispetto ai più tradizionali (asportazione radicale della prostata, terapia ormonale, radioterapia, crioterapia, ecc.). Si tratta della terapia con Hifu (High intensity focused ultrasound, ultrasuoni focalizzati ad alta intensità), una tecnica che usa un’apparec- 29% dei tumori maschili è rappresentato da quello alla prostata [LA ZONA VERDE] chiatura in grado di emettere ultrasuoni di alta energia che vanno a generare una necrosi coagulativa nella zona tumorale. Il trattamento è mininvasivo, viene effettuato in anestesia spinale e il paziente può lasciare l’ospedale il giorno dopo l’intervento. In uso timidamente da una dozzina d’anni, la terapia con Hifu sta crescendo soprattutto in Europa, dove sono attivi 170 centri, di cui 20 in Italia (per esempio al Policlinico Gemelli di Roma, al Centro oncologico di Aviano, all’ospedale S. Anna di Como, in quello di Casale Monferrato, di Bari, Cagliari e in altri ancora). In uno di questi centri, unico a Milano, presso la Clinica Columbus, opera, con la sua équipe, il dottor Carlo Bellerofonte, pioniere da anni anche nell’impiego di una apparecchiatura elettromagnetica non invasiva per la diagnosi del carcino씮 A sinistra: Carlo Bellerofonte mostra il Trimprob, lo scanner che individua la neoplasia dall’esterno. Sotto: il medico con alcuni pazienti IL TUMORE CHE SPAVE NTA I MASCHI Quello alla prostata è in aumento in tutto il mondo. TUTTO QUELLO CHE SI PUÒ FARE 쎲 Prostatectomia radicale. È il più classico intervento chirurgico a cielo aperto per l’asportazione totale della prostata. È proponibile nel caso in cui il tumore sia localizzato, ma è più difficilmente effettuabile su pazienti che abbiano superato i 65 anni, per l’invasività dell’intervento stesso. Effetti collaterali: 120 SETTEMBRE 2008 CLUB3 notevoli perdite di sangue, incontinenza urinaria (nel 30 per cento dei casi), impotenza coeundi (80 per cento dei casi). 쎲 Radioterapia esterna. È un ciclo terapeutico di 6 settimane da effettuare se l’intervento chirurgico non è proponibile. Ha percentuali di successo inferiori alla chirurgia, preclude o rende molto rischioso l’intervento chirurgico in un secondo tempo in caso di recidiva, richiede un’attesa di 18-24 mesi per un riscontro circa l’esito. In caso di insuccesso non può essere ripetuta. 쎲 Brachiterapia. È un’altra forma di terapia radiante che consiste nell’inserimento di semi radioattivi all’interno della prostata. Può essere effettuata solo in collaborazione tra urologo, fisico e radiologo. La sua diffusione è limitata e in ogni caso i risultati globali non appaiono essere migliori di quelli della radioterapia esterna tradizionale. 쎲 Terapia ormonale. Viene proposta quando la malattia è così avanzata da non consentire altro. Non cura, ma controlla la Ma oggi ci sono anche nuove armi per combatterlo crescita del tumore per un certo periodo di tempo e comporta una serie di contraccolpi negativi sulla sfera psicofisica del paziente: perdita della potenza sessuale e del desiderio, sudorazione, rigonfiamento delle mammelle. A lungo andare può rivelarsi inefficace per la progressiva riduzione della risposta dell’organismo agli ormoni. 쎲 Terapia con Hifu. Le relazioni presentate ai più importanti congressi mondiali di urologia indicano grandi vantaggi di questo trattamento con ultrasuoni rispetto alle altre terapie. In particolare: distrugge con estrema precisione la zona tumorale e solo quella; agisce come terapia di salvataggio nel caso di fallimento della radioterapia; presenta un tasso bassissimo di effetti collaterali e non produce impasse terapeutica, nel senso che, in caso di necessità, qualsiasi altro intervento è possibile dopo il trattamento con Hifu. 쎲 Crioterapia. Si basa sul principio che temperature estremamente basse, inferiore a -20 gradi, seguite da lento scongelamento, causano uno shock termico con conseguente danno alle membrane e morte cellulare. L’introduzione della nuova chirurgia, basata sull’uso di sonde transperineali sotto controllo ecografico transrettale e l’uso di speciali dispositivi per il riscaldamento uretrale, hanno notevolmente ridotto la morbilità e la probabilità di eventi avversi (fistole retto-uretrali e incontinenza). CLUB3 121 SETTEMBRE 2008 [LA ZONA VERDE] “ ” L’uso degli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità ha cambiato radicalmente il panorama degli interventi 1 uomo su 5 nel corso della vita è candidato a sviluppare un tumore alla prostata, che è anche la seconda causa di morte per cancro, dopo quello al polmone 122 SETTEMBRE 2008 CLUB3 씮 ma prostatico. È proprio a lui che chiediamo chiarimenti. Dottore, ci faccia capire con parole semplici cos’è l’Hifu. «Gli specialisti che hanno messo a punto questa nuova tecnica di intervento sono gli stessi che hanno ideato il litotritore, macchina che distrugge i calcoli renali: il professor Chaussy di Lione e il professor Thuroff di Monaco di Baviera. Una sonda ecografica viene inserita per via transrettale nel paziente e con l’emissione di impulsi di ultrasuoni di alta energia si riesce a disintegrare tanta parte di prostata quanto è necessario. L’uso dell’Hifu cambia radicalmente il panorama degli interventi sul tumore della prostata, così come il litotritore ha rivoluzionato la guerra ai calcoli renali». Quali sono i principali vantaggi dell’Hifu rispetto ai metodi più tradizionali? «Dopo l’intervento, l’assenza o quasi di incontinenza urinaria e una buona percentuale di salvaguardia della potenza sessuale». L’Hifu viene utilizzato solo nel tumore della prostata? «No. Può essere impiegato anche contro tumori in altri organi, ad esempio al seno. Sono convinto che la tecnologia stia per esplodere e che distruggere un tumore dall’esterno, senza tagliare, sia il futuro» Le diffidenze sono giustificate o si tratta di resistenze di tradizionalisti? «Forse, più semplicemente, sono solo iniziali perplessità di fronte a una metodica e a uno strumento che “eliminano” la figura del chirurgo; né più né meno di quanto successo con i primi impieghi del litotritore, ai cui comandi sedeva un giovane tecnico laureato. È probabile che l’urologo non esegua direttamente la distruzione del carcinoma, ma si limiti a supervisionare». Lei è stato il primo in Italia a usare un’apparecchiatura in grado di diagnosticare l’esistenza di un carcinoma alla pro- stata “dall’esterno”. Come funziona e qual è il suo grado di affidabilità? «Si tratta del Trimprob (Tissue resonance Interaction Method prob) ed è costituita da una sonda di scansione, che viene mossa intorno alla regione perineale, e da un ricevitore per l’acquisizione e l’elaborazione dei dati. La macchina non “vede” il tumore in senso fisico, ma misura le anomalie elettromagnetiche rispetto al tessuto normale. Funziona un po’ come il detector di un aeroporto: se non scatta l’allarme il passeggero non ha con sé niente di metallico; quando il Trimprob non registra anomalie, l’esclusione del tumore raggiunge valori del 98-99 per cento. Lo abbiamo verificato su oltre 25 mila pazienti, portatori di patologia prostatica sia benigna sia maligna. Il cavallo di battaglia del Trimprob è l’attendibilità». Il vecchio Psa, l’antigene prostatico specifico, è destinato allora ad andare in soffitta? «Assolutamente no. Il Psa è considerato ancora il marcatore biochimico da utilizzare di routine in questa patologia. Tuttavia il riscontro di un valore di Psa maggiore rispetto alla norma non costituisce di per sé elemento di sicura diagnosi tumorale. Finora per decidere sui casi dubbi si è fatto ricorso a strumentazioni diagnostiche invasive, quali l’ecografia prostatica transrettale e l’agobiopsia ecoguidata. Adesso abbiamo a disposizione anche il Trimprob, in grado di segnalare un’alterazione. Allora, e solo allora, andiamo a vedere ecograficamente e a cercare ulteriore conferma con una biopsia mirata: la sequenza temporale è veloce, la diagnosi di conseguenza rapida e la probabilità di guarigione maggiore». Il campo di applicazione della macchina è solo la prostata o serve per altri organi? «La si può usare per la diagnosi di tumori in varie parti del corpo. In collaborazione con l’Unità oncologica dell’ospedale di Rho, diretta dal professor Bollina, stiamo aprendo un centro sperimentale di diagnostica elettromagnetica per i tumori di retto, mammella, pancreas, polmone e cute. Dal momento che la macchina è in grado di “vedere” i casi di negatività, si rifletta su quante colonscopie inutili si potrebbero evitare, facendo solo quelle indicate dal Trimprob come necessarie, andando a prendere i tumori iniziali, con tutti i vantaggi della diagnosi precoce». 왎