Shalabasana (O Ardha Shalabasana con una gamba per volta) Shalabasana: la locusta (Shalaba = Locusta, cavalletta) Dalla posizione prona o Makarasana, portare le mani sotto il corpo, oltre il pube con i palmi rivolti al pavimento o le dita intrecciate (come evidenziato nella miniatura). I gomiti dovranno essere posizionati sotto le creste iliache anteriori che faranno da fulcro per potere sollevare le gambe. Eventualmente si possono mantenere la mani ai lati dei fianchi con i palmi rivolti al pavimento nel caso in cui sooto il bacino facessero male i gomiti. Le braccia potranno essere messe lateralmente al corpo e sollevarsi (come nella figura dell’anatomia dell’asana, una delle tante varianti di Shalabasana) Il mento sarà appoggiato al pavimento, non dovranno esserci tensioni o sforzi con la parte superiore del corpo, che rimarrà rilassato. Se ci sono problemi alle cervicali evitare di allontanare troppo il mento dallo sterno. Con i piedi ben uniti, per proteggere gli inguini, sollevare inspirando le gambe ben dritte. Si può effettuare la fase dinamica, ripetendo 5 volte, seguendo il respiro con la dovuta pausa fra una dinamica e l’altra. Continuare a respirare e mantenere la posizione fino a 30 secondi, 1 minuto nella fase statica della pratica. Nel caso in cui sia eccessivo lo sforzo con le due gambe assieme si può effettuare la pratica in ARDHA SHALABASANA. Il tutto verrà effettuato con una gamba per volta sia nella fase dinamica che nella fase statica. Bisogna fare attenzione che la zona lombare non venga inarcata eccessivamente, ma che sia solo il gluteo e la coscia ad effettuare lo sforzo. L’insegnante dovrà consigliare l’allievo in base alle reali capacità e possibilità del momento, capendo se è il caso di fargli fare la posizione completa oppure ardha shalabasana. A conclusione delle fasi dinamiche e quella statica si può prendere Makarasana oppure balasana per meglio rilassare e riportare equilibrio nella zona lombare. In Makarasana si sentirà il cuore pompare con forza, sintomo della forza che l’asana richiede e a sua volta sviluppa nel praticante. La consapevolezza sarà portata a Vishuddhi Chakra Questa Asana tonifica e regola il fegato e gli altri organi addominali, il Pancreas, l'intestino ed i Reni. Rinforza la parte bassa della schiena ed il Cuore, tonifica i nervi spinali. I maggiori gruppi muscolari interessati da questa asana sono. • • • • • • • • • • Romboide Infraspinato Grande rotondo Grande dorsale Deltoide Sacrospinale Trapezio Grande gluteo Medio gluteo Immagine tratta dal Libro: Anatomia dello Yoga. Di Abby Ellsworth. Elika Editrice La schiena, il lato oscuro del nostro corpo. Ciò che vive dietro e che corrisponde all’inconscio. Visualizzarlo ci rende più forti e stabili Claudio Conte (Tratto da Yoga Journal.it) Provate a visualizzare mentalmente il vostro corpo chiudendo gli occhi. Oppure prendete un foglio di carta e provate a disegnarlo. Quasi sicuramente in entrambi i casi avete rappresentato un’immagine che corrisponde a come vedete il vostro corpo a occhi aperti, abbassando lo sguardo o guardandovi in uno specchio. La conoscenza e la rappresentazione del proprio corpo raramente coincidono. La prima è una capacità cognitiva, intellettuale; la seconda indica l’atto con cui la coscienza riproduce un oggetto, esterno o interno, è un’elaborazione mentale di tutto ciò che è associato al corpo: percezioni, sensazioni, conoscenze, emozioni, ricordi, relazioni, movimenti. Cioè, implica una dimensione sensoriale ed emozionale oltre che cognitiva. Sappiamo di abitare un corpo tridimensionale (con un sopra e un sotto, un davanti e un dietro, un lato destro e uno sinistro), ma raramente corrisponde all’immagine interiore, prevalentemente inconscia, con cui lo rappresentiamo.Senza entrare nei dettagli delle teorie formulate da chi si è occupato di studiare l’immagine corporea (o “schema corporeo” come viene definito in psicologia e neuroscienze) possiamo, attraverso l’esperienza, renderci conto di come essa tende a essere bidimensionale, più o meno come una fotografia: davanti ricca di dettagli e dietro vuoto. Il lato dell’inconscio Lo yoga ha già, da secoli, espresso in modo simbolico lo stesso concetto: la parte anteriore del corpo viene associata all’Est (Purvottanasana, Posizione di stiramento dell’Est), luogo della luce da cui sorge il sole, zona visibil e conscia di noi stessi; quella posteriore associata all’Ovest (Paschimottanasana, Posizione di stiramento dell’Ovest), luogo delle tenebre dove il sole tramonta, non visibile e legata all’inconscio. La rappresentazione del corpo è un processo che in genere si completa nel bambino verso l’età puberale; rimane però un fenomeno dinamico, non statico, in continuo cambiamento ed evoluzione. Possiamo quindi intervenire per arricchirla, imparando non solo a conoscere, ma anche a essere consapevoli della nostra struttura posteriore e a poterla quindi rappresentare. Le Gambe Nelle posture di estensione (a partire dalle posizioni prone come quelle del Cobra o della Locusta) possiamo comprendere l’azione della muscolatura posteriore coinvolta in modo attivo, migliorando non solo la forza, ma anche la consapevolezza di questa regione. Quando solleviamo busto, bacino e gambe dal suolo (vedi disegno pag. 81) entrano in azione vari muscoli estensori, collocati sul retro del corpo. L’elevazione delle gambe è realizzata dai muscoli ischio-crurali (semi-membranoso, semi-tendinoso e bicipite femorale), situati nella zona posteriore della coscia, e dai glutei. Il sollevamento da terra del bacino e della parte superiore del tronco è prodotto dalla contrazione del quadrato dei lombi (muscolo spesso e fibroso che tappezza la regione lombare e che collega posteriormente la parte superiore del bacino con quella inferioredella gabbia toracica), alla cui azione si aggiunge quella del gran dorsale, che collega la regione lombare alle braccia. Il Tronco L’estensione totale della colonna vertebrale è assicurata dall’azione di muscoli più profondi: quello del dorso (più interno), quelli del collo e del capo, gli ileo-costali, i semispinali e gli spinali del dorso e del capo. Questi ultimi sono muscoli profondi che hanno inserzioni su ogni singola vertebra. Esercitano quindi un braccio di leva corto, muovendo la vertebra rispetto a quelle adiacenti. La loro azione nel sollevare il tronco in estensione dalla posizione prona è quindi limitata, hanno principalmente la funzione di garantire la precisione di movimento delle singole vertebre. L’elevazione e l’estensione del collo e della testa sono prodotte principalmente dallo splenio del capo e del collo, più profondi, e dal trapezio. Forti ed Elastici Quasi tutti i muscoli della parte posteriore del tronco e delle gambe hanno una funzione prevalentemente statica: assicurano cioè il mantenimento della posizione eretta. Sollecitarli in maniera dinamica, nell’eseguire volontariamente movimenti e posture, ne miglioranil tono e la forza, senza comprometterne l’elasticità. Spesso senza rendercene conto confondiamo forza con rigidità e flessibilità con mollezza. Al contrario, una muscolatura forte generalmente è anche elastica, mentre la debolezza si associa spesso alla rigidità. Mantenendo quindi la muscolatura dorsale forte ed elastica, miglioreremo notevolmente il nostro schema corporeo e, aspetto non trascurabile, l’attitudine che abbiamo nei confronti del mondo che ci circonda. Anche nel linguaggio popolare definiamo qualcuno privo di carattere come un “invertebrato”, un “mollusco”,nprivo di spina dorsale, rappresentazione figurata di una colonna vertebrale non sostenutanadeguatamente dalla muscolatura. Attenzione speciale Braccia e spalle meritano un discorso a parte. La posizione degli arti superiori, infatti,permette di sollecitare differenti gruppi muscolari in maniera più selettiva. Le braccia allungate dietro la schiena verso il bacino (vedi disegno pag. 81), in particolare con le mani allacciate, sollecitano soprattutto i romboidi (muscoli che avvicinan le scapole alla colonna vertebrale). Mettend le mani dietro la testa, o allungando le braccia oltre la testa, saranno sollecitati soprattutto il trapezio (muscolo che copre la zona dietro il collo e le spalle) e i deltoidi (muscoli sulla parte esterna della spalla che le danno la forma arrotondata).