L’ARTE PREISTORICA L’uomo di Neanderthal fu il primo a rappresentare il mondo che vedeva intorno a lui. Le testimonianze arrivate fino a noi sono piccoli oggetti, statuine e soprattutto i dipinti e i graffiti che gli archeologi hanno ritrovato sulle pareti di grotte e caverne. LE MANI Ad alcune impronte mancano una e due dita e gli archeologici pensano che potrebbero essere state amputate per rituali magici oppure che le dita siano semplicemente state piegate per comunicare come in un linguaggio in codice. Le mani però possono anche essere simboli di possesso della caverna e degli animali. LE FIGURE © Mariagrazia Bertarini In seguito compaiono le prime figure: mammut, bisonti, cervi, renne e uomini. Sono scene di caccia in cui spesso un animale è colpito da una lancia. I reperti più antichi sono le mani: impronte di mani in positivo, realizzate intingendo una mano nel colore e poi premendola sulla roccia, oppure, impronte in negativo realizzate appoggiando una mano sulla roccia e soffiando poi del colore con una canna in modo da farne risaltare il contorno. Dipingere un animale già catturato è come prevedere, sapere in anticipo che la caccia andrà bene e quindi era un augurio di buona fortuna e un rito magico. La grotta non era solo il luogo in cui viveva il gruppo, ma anche un tempio in cui gli uomini preistorici si rivolgevano agli spiriti per avere la forza necessaria durante la caccia. © Mariagrazia Bertarini LE TECNICHE IL ROSSO Per realizzare queste opere di pittura rupestre, gli antichi usavano carboncini e gessi naturali che cercavano tra le rocce. In seguito, svilupparono anche una certa tecnica nella realizzazione del colore. Usavano ad esempio tuorli d’uovo per il giallo, sangue di animale per il rosso, latte per il bianco, terra mista a grasso animale e succhi vegetali per l’ocra. Le incisioni venivano invece fatte con selce scheggiata, la stessa pietra con cui costruivano armi e utensili. Le pitture rupestri dei preistorici diminuirono bruscamente circa 10 mila anni fa quando il cambiamento del clima portò gli uomini fuori dalle grotte. Ti servono: una barbabietola rossa lessata, l’albume di un uovo, un po’ di farina. Spremi il succo di una barbabietola rossa, aggiungi l’albume e mischia energicamente. Aggiungi farina fino a quando avrai ottenuto una consistenza tipo tempera. Prova anche tu a realizzare sostanze coloranti con prodotti naturali. © Mariagrazia Bertarini IL GIALLO IL VERDE Ti servono: un uovo intero e un po’ di farina. Sbatti l’uovo e, mischiando, aggiungi a poco a poco la farina. Ti servono: alcune foglie verde scuro, l’albume di un uovo. Trita e frulla le foglie poi aggiungi l’albume e mischia il tutto. IL BIANCO © Mariagrazia Bertarini Ti servono: l’albume di un uovo, un po’ di farina e dell’acqua. Mischia l’acqua e la farina. Aggiungi a poco a poco, sempre mischiando, l’albume. Se vuoi conservare per qualche tempo i tuoi colori, tienili in vasetti ben chiusi nel frigorifero, in modo che non si secchino. Ecco come poteva essere la tavolozza dei colori di un uomo preistorico. Ora cerca altre sostanze e prova a realizzare colori diversi. Stai attento però… USA SOLO QUELLO CHE UN UOMO PREISTORICO POTEVA TROVARE IN NATURA.