Comunicato Stampa 27 settembre 2012 Presentato lo scorso 27

Comunicato Stampa
27 settembre 2012
Presentato lo scorso 27 settembre in Camera di Commercio dal Presidente Dott. Giovanni Tricca,
dal Segretario generale Dott. Giuseppe Salvini e dal Prof. Luigi Biggeri il report sulla situazione
economica dell'economia aretina nel primo semestre 2012.
“ Approfittando della disponibilità del Prof. Luigi Biggeri – ha premesso il Presidente della
Camera di Commercio di Arezzo Giovanni Tricca – attuale Presidente del Polo Universitario
Aretino vorremmo presentare la relazione economica riferita al primo semestre 2012. Si tratta di
un report, peraltro espressamente previsto da disposizioni normative, che permette all’Ente
Camerale di monitorare con tempestività gli effetti dell’evoluzione economica sui modelli e sui
livelli di sviluppo del territorio. Il quadro economico locale che è fotografato dal nostro rapporto
non può che non essere direttamente e pesantemente influenzato dalle vicende internazionali e dalla
situazione economica italiana. Il nostro sistema imprenditoriale , sopratutto quello composto dalle
PMI è ancora in sofferenza anche se non mancano importanti segnali positivi ad iniziare
dall'export.”
“ Nei primi mesi del 2012 – ha sottolineato il Dott. Giuseppe Salvini, Segretario Generale
dell'Ente– Nei primi mesi del 2012 il quadro economico internazionale è stato caratterizzato da
una fase di crescita a ritmi moderati, frenata dai sostenuti rincari delle commodities prodottisi nel
2011 e dalle conseguenze della crisi finanziaria europea. Lo scenario globale, pur mantenendosi
lungo un trend di sviluppo, ha così evidenziato sintomi di rallentamento, estesi anche ad alcuni
paesi emergenti. Infatti fra i paesi che avevano guidato lo sviluppo degli anni duemila, i cosiddetti
“BRIC”, ben tre – Brasile, Cina e India - mostrano sintomi di chiara decelerazione. Un’ulteriore
decelerazione appare probabile nel corso dei trimestri centrali dell’anno. Anche la crescita del
commercio mondiale ha decelerato dalla seconda metà del 2011, soprattutto a causa della
contrazione delle importazioni dei paesi dell’area dell’euro.”
“Particolarmente delicata la situazione dei mercati del lavoro – ha continuato il Segretario generale
dell'Ente - che in alcuni paesi iniziano a caratterizzarsi per tassi di disoccupazione molto elevati. Vi
è il rischio che la maggiore disoccupazione incida sulle aspettative delle famiglie, determinando una
correzione marcata del livello dei consumi. In generale, appare probabile che nei prossimi trimestri
l’area euro registri una ripresa modesta, e condizionata dalla tenuta del quadro economico
internazionale. Difatti, l’unico vero impulso alla crescita in questa fase non può che derivare dal
recupero delle esportazioni. In questo quadro generale, i divari di crescita fra le economie europee
resteranno ampi. In particolare, Spagna e Italia resteranno in recessione anche il prossimo anno,
mentre Germania e Francia presenteranno variazioni del Pil di segno positivo anche se in netta
decelerazione. L’ipotesi di un miglioramento del quadro europeo, con un ritorno nel 2013 su
variazioni leggermente positive del Pil dell’area riflette evidentemente l’assunzione di una
attenuazione delle tensioni finanziarie. .”
“In Italia la contrazione del Pil nel 2012 – ha proseguito Salvini - potrebbe risultare intorno al 2 per
cento, e quella del 2013 dello 0.4. Nella prima metà del 2012 si è poi manifestata quella recessione
che gli indicatori avevano cominciato a segnalare già dallo scorso autunno. A farne le spese, ancora
una volta, sono soprattutto industria e costruzioni, ma anche i servizi non sono stati risparmiati. La
produzione industriale sta risentendo dell’estrema debolezza della domanda interna. Ne è derivata
una nuova caduta dei livelli produttivi: se il 2011 si è chiuso in discesa, il 2012 non è proseguito
meglio. Interventi correttivi sono stati in questi mesi attivati dalla nuova fase della politica
economica italiana che ha messo in cantiere alcune importanti interventi: il decreto sulle
liberalizzazioni, la riforma del mercato del lavoro, il decreto infrastrutture, l’azione di
miglioramento qualitativo della spesa pubblica attraverso la spending review. La successione delle
misure potrà avere effetti sulla crescita potenziale che però almeno nel breve potranno venire
sovrastati dal quadro congiunturale avverso.
“ Per quanto riguarda l'economia aretina – ha concluso Salvini - la nati-mortalità delle imprese nel
primo semestre del 2012 mostra che nel periodo c'è stato un saldo negativo di 23 imprese, a fronte
di 1.477 iscrizioni e 1.500 cancellazioni non d'ufficio. Nello stesso periodo del 2011 il bilancio era
stato al contrario ampiamente positivo (+214 imprese): è sicuramente un segno tangibile delle
difficoltà con cui le aziende aretine hanno dovuto confrontarsi da alcuni anni e che sta cominciando
ad indebolire l'elevata propensione imprenditoriale del territorio aretino. Dopo un lungo periodo di
espansione trainato dalla componente straniera, il numero di soggetti titolari di carica al Registro
delle Imprese ha iniziato a contrarsi: la crescita dei soggetti comunitari ed extra comunitari (che
comunque continua) non riesce più a bilanciare le flessioni di quelli di nazionalità italiana. L'export,
grazie sopratutto alle performance del settore metalli preziosi, presenta valori positivi mentre per
quanto concerne la congiuntura del settore manifatturiero, in attesa dei dati dell'osservatorio
congiunto con Confindustria per il secondo trimestre, nei primi mesi del 2012 la produzione ha
fatto registrare un saldo negativo del -3,9%.
“ Nella relazione economica provinciale sul primo semestre 2012 – ha commentato il Prof. Luigi
Biggeri – sono presenti molti spunti interessanti. Vorrei però soffermarmi su due aspetti . Il Primo è
che la reazione delle famiglie italiane alla crisi appare nella fase attuale assai differente rispetto a
quanto visto nel 2008-2009. Allora gli effetti della caduta del reddito sui consumi furono attenuati
dalla riduzione del tasso di risparmio, mentre stavolta il comportamento è decisamente più
prudente. Con il perdurare della crisi e con alcune conseguenti misure di finanza pubblica le
famiglie paiono avere ridimensionato il proprio reddito permanente. Sta quindi aumentando il tasso
di risparmio ma i consumi cadono quindi più di quanto non cada il reddito, Si tratta ovviamente di
un comportamento razionale del consumatore italiano che ha purtroppo ripercussioni oltremodo
negative sui fatturati delle imprese.”
“ Il secondo spunto – ha evidenziato il Prof. Biggeri - riguarda il comportamento delle imprese
artigiane manifatturiere aretine : Si assiste ad una riduzione importante nel fatturato ( -5,7%) ,
riduzione però meno marcata rispetto al dato medio regionale (-6,5%) e rispetto a quella di altre
province toscane ( Grosseto -12,3% , Lucca -9,8%, ecc). Quindi le imprese artigiane del
manifatturiero aretino, che rappresentano l'ossatura del nostro sistema economico, pur in difficoltà
sopratutto per la loro forte propensione al mercato interno, dimostrano ancora di possedere una
forte vitalità. Un segnale importante sopratutto in prospettiva di un miglioramento del quadro
economico complessivo e conseguentemente di un aumento della domanda interna.