Farmacologia dell`emostasi File - e

Coagulazione sanguigna
• farmaci anticoagulanti
• fibrinolitici
• antiaggreganti piastrinici
Prof. Sergio Scaccianoce
Coagulazione
Fibrinolisi
Fibrinolisi
Coagulazione
= TROMBOSI
Elementi utili. Adesione e aggregazione
Lesione: le varie GP legano il
collagene ed il fattore di von
Willebrand (vWF)
adesione.
PAR1/PAR4 rispondono alla
trombina (IIa)
aggregazione.
P2Y1/P2Y12 rispondono ad
ADP GPIIb/GPIIIb legano
fibrinogeno e attivano COX-1
(TxA2) aggregazione
piastrinica.
PGI2: inibizione aggregazione
piastrinica.
Elementi utili. Processo coagulativo
Lesione: esposizione fattore
tissutale (TF).
Piastrine: supportano e
favoriscono attivazione del
sistema di coagulazione
(assemblaggio e rilascio):
END POINT: generazione
trombina (IIa)
Elementi utili. Cascata della coagulazione
Elementi utili. Cascata della coagulazione
• Fattori della coagulazione in forma inattiva sono
prodotti dal fegato ed immessi nel circolo ematico.
• A seguito di stimoli, sono liberati enzimi che
trasformano alcuni fattori nella loro forma attiva.
• In una serie a cascata, i fattori attivi fungono da
enzimi attivanti altri fattori, amplificando il segnale
ad ogni passaggio.
• La funzionalità di diversi fattori attivati dipende dalla
presenza e dalla capacità di legare ioni Ca2+ (Ciò
spiega l’attività anticoagulante dell’EDTA in vitro)
Elementi utili. Cascata della coagulazione
Via estrinseca: attivata da un fattore rilasciato
dall’endotelio lesionato (Tissue factor, TF) che lega
il FVII attivandolo. Rapida, ma poco amplificata.
Via intrinseca: coinvolge molti fattori che sono
presenti in forma inattiva nel plasma. Una cascata
di attivazione più lunga comporta più tempo ma
anche una maggiore amplificazione del fenomeno
coagulativo. Lenta, completa e rafforza la
coagulazione.
Elementi utili. Cascata della coagulazione
Le due vie si ricongiungono nell’attivazione del
fattore X e quindi nella successiva attivazione della
trombina dal suo precursore (FII o protrombina).
In presenza di Va, velocità II IIa = x109
End point: la trombina trasforma il fibrinogeno
circolante in monomeri di fibrina che polimerizzano.
La fibrina polimerizzata, è ancora solubile, ma viene
resa insolubile dal fattore XIIIa il quale crea legami
crociati tra le catene trattenendo piastrine e globuli
rossi.
Elementi utili. Fibrinolisi
Attivatore tessutale del plasminogeno
(t-PA): rilasciato da stasi o occlusione,
lega plasminogeno e forma plasmina.
PAI-1/2: inibitori attivatori del
plasminogeno. PAI-2 aumenta in
gravidanza, PAI-1 aumento (e.g.)
obesità rischio trombotico.
α2AP (α 2-antiplasmina): inattiva la
plasmina
Anticoagulanti parenterali
HIT:
trombocitopenia indotta da
eparina
Anticoagulanti parenterali
Eparine e derivati
Appartengono ad una famiglia eterogenea di polisaccaridi lineari: i
glicosaminoglicani
Sintetizzati dai mastociti ed isolati e purificati da mucosa intestinale
porcina
Si legano alle cellule endoteliali, ai macrofagi ed a proteine
plasmatiche e piastriniche
Trombina + Antitrombina III
Trombina inattivata
Lento
Eparina-Antitrombina III + Trombina
Trombina inattivata
Veloce
L’antitrombina III (prodotta dal fegato) è il fattore fisiologico che
lega la trombina disattivandola. La velocità di legame è però
bassa.
L’eparina non frazionata, le LMWH e il fondaparinux non hanno
attività anticoagulante intrinseca.
Il complesso con le eparine aumenta dalle 100 alle 1000 volte
questa velocità.
Oltre alla trombina, altri fattori attivati (FXIa, FIXa, FXa) vengono
inattivati dalla antitrombina III e, più velocemente, dal suo
complesso con l’eparina.
Il sito di legame è rappresentato dalla regione
pentasaccaridica. L’eparina non frazionata lega
l’antitrombina e ne induce una modificazione
conformazionale facilitando il legame con la
trombina e con il FXa.
Le LMWH potenzia solo l’inibizione del FXa perché
catene troppo corte per formare un ponte tra
antitrombina e trombina.
Anche il pentasaccaride fondaparinux accelera solo
l’inibizione del FXa.
Azione catalitica: dopo il legame con antitrombina
e altre proteasi-target, si dissociano e catalizzano
altre molecole di antitrombina.
Proprietà della eparina
• Non passa le membrane fisiologiche, ed è degradata
dall’ambiente gastrico. Ciò comporta la necessità di
somministrazione parenterale. Solo endovena o
sottocute. NO intramuscolo può causare ematomi.
• Utilizzabile in gravidanza (non passa la barriera
placentare).
• Il dosaggio è espresso in U.I., funzione dell’effetto
anticoagulante; questo perché non vi è esatta
corrispondenza col peso, data la eterogeneità del
prodotto in base alla sua produzione.
• L’elevata acidità dei gruppi solfato fa si che la forma
somministrata sia il sale sodico.
Eparine a basso peso molecolare
• Migliore biodisponibilità (s.c.)
• Emivita più lunga
• Eliminazione dose-indipendente
• Minori effetti collaterali
Eparine: Reazioni avverse
SANGUINAMENTO
PIASTRINOPENIA
Osteoporosi
Necrosi cutanee
Reazioni di ipersensibilità
Ipoaldosteronismo
Eparina: Sanguinamento
Sospendere la somministrazione
oppure
Somministrare Solfato di Protamina in
infusione lenta endovenosa (1 mg/100 IU di
eparina stimate).
Reversibilità: UFH = 100%, LMWH = 60-75%.
Il solfato di protamina può dare reazioni allergiche
Rapporto tra tempo trascorso dalla
somministrazione di eparina e dose
di protamina.
Dose di protamina (mg) per
neutralizzare 100 unità di eparina:
<1/2 hr: 1-1.5 mg/100 unità di
eparina
30-120 min: 0.5-0.75 mg/100 unità
di eparina
>2 hr: 0.25-0.375 mg/100 unità di
eparina
Eparine: Piastrinopenia
• La piastrinopenia (<150.000/ml) è associata alla
comparsa di immunocomplessi IgG/eparina.
• L’incidenza di piastrinopenia è variabile (0.1 -1%) e
dipende dalla preparazione dell’eparina e dalla
patologia (donna: 2x uomo).
• La piastrinopenia si associa a trombosi venosa o
arteriosa (incidenza 0.4%) come conseguenza di
un’attivazione piastrinica e della coagulazione.
Trombocitopenia indotta da eparina (HIT).
Fattore piastrinico 4 (PF4 - fattore antieparinico).
Contenuto nei granuli alfa delle piastrine.
Fisiologicamente lega l'anticoagulante eparina
prodotto dall'organismo garantendo il rapporto tra
coagulazione del sangue e scoagulazione.
L'infusione di eparina aumenta fino a 15-30 volte i
livelli plasmatici di PF4 per molte ore.
Il legame tra eparina e PF4 induce un cambio
conformazionale di PF4, che mostra all'esterno
sequenze aminoacidiche prima presenti soltanto al
suo interno: la formazione di anticorpi specifici contro
questi neo-epitopi è alla base della trombocitopenia
indotta da eparina (HIT).
Eparina: uso clinico
•
•
•
•
Profilassi in interventi chirurgici al basso
addome e di cardiochirurgia
Trombosi venosa profonda
Embolia polmonare
Angina ed infarto del miocardio
•
•
Ristenosi dopo angioplastica
Per ricoprire stents, cannule, superfici artificiali……
Eparina: preparazioni per uso topico
• Sindromi varicose e le loro complicanze; flebotrombosi; tromboflebiti;
periflebiti superficiali; ulcere varicose; varico-flebiti post-operatorie;
postumi di safenectomia.
• Traumi e contusioni; infiltrati ed edemi localizzati; ematomi
sottocutanei. Affezioni traumatiche degli apparati muscolo-tendinei e
capsulo-legamentosi.
• Di norma, contengono 100.000 U.I./100 g gel.
MONITORAGGIO
Di routine tramite il tempo tempo di tromboplastina
parziale attivata (aPTT).
MONITORAGGIO
• Monitoraggio LMWH: dosaggio anti-Xa (metodo cromogenico)
Profilassi: valori riferimento 0.2-0.4 UI anti-Xa/ml
Terapia: valori riferimento 0.6-1.5 UI anti-Xa/ml
• Monitoraggio Fondaparinux: generalmente non necessario.
Eccezioni: pz. pediatrico, obesità, gravidanza, patologie renali.
Fondaparinux
Pentasaccaride di sintesi
Analogo alla sequenza che lega l’ATIII nelle eparine ad alto e
basso peso molecolare
Inibisce selettivamente il FXa
FXa
ATIII
Fondaparinux: Farmacocinetica
• Emivita 12 -18 ore dopo somministrazione sc e di 3-5 ore dopo
somministrazione ev.
• Biodisponibilità del 100% (non si lega a proteine plasmatiche o
cellulari).
• Attività anticoagulante prevedibile. Di norma, non necessità di
monitoraggio
• Volume di distribuzione basso
• Eliminazione renale del farmaco immodificato
Fondaparinux
Vantaggi:
•
•
•
•
•
Una sola somministrazione giornaliera
Basso rischio di sanguinamento
Nessuna interazione con le piastrine
Nessuna interazione farmacologica
Risposta terapeutica prevedibile
Problemi: antidoto (in via di risoluzione?)
Effetto non antagonizzato dal solfato di protamina
Possibile uso di fattori della coagulazione non
sempre disponibili e costosi
Altri anticoagulanti parenterali
Inibitori della trombina
• Dalla saliva della sanguisuga (Hirudo medicinalis) è stato
isolato un peptide di 65 aa con attività antitrombinica: l’irudina.
• Questo peptide ha una affinità molto alta con la trombina,
coprendone il sito catalitico non consentendo la sintesi di fibrina
da fibrinogeno.
Altri anticoagulanti parenterali
Inibitori della trombina
• L’irudina è molto specifica per la trombina non interagisce con altre
serin-proteasi simili.
• Si ottiene da tecniche ricombinanti (r-Irudina, Lepirudina).
• Blocca gli effetti della trombina a tutti i livelli.
• Uso ospedaliero.
• Di norma impiegati nei pazienti adulti con trombocitopenia indotta da
eparina (HIT) di tipo II e malattia tromboembolica che richieda terapia
antitrombotica parenterale.
• In considerazione dell’esistenza di anticoagulanti alternativi
raccomandati per il trattamento dell’HIT, in Italia alcune industrie ne
hanno cessato la produzione e la commercializzazione.
Anticoagulanti orali
Struttura degli antagonisti della vitamina K
Capostipiti
Nota il C asimmetrico
Warfarin
La storia del warfarin inizia nel 1930, trifoglio avariato.
Nel 1946, l’organizzazione Wisconsin Alumni Research
Foundation brevetta il warfarin come rodenticida.
Nel 1951, il fallito tentativo suicidario di una recluta
della marina con overdose di warfarin, permette la
rivalutazione della molecola.
Il trattamento (a buon fine!) del presidente Eisenhower,
colpito da trombosi, ne stimola l’uso terapeutico.
Warfarin: meccanismo d’azione
Antagonisti della vit. K.
I fattori II, VII, IX e X e le prot. C e S (az.
anticoagulante) si attivano dopo carbossilazione
(legano Ca++).
La vit. K ridotta agisce da cofattore per la γglutamil-carbossilasi.
La vitamina K reduttasi converte la forma ossidata
(epossido) nella forma ridotta (idrochinone).
Per anologie strutturali, S-warfarin blocca la
conversione.
Di nota: polimorfismi CYP2C9 e gene VKORC1.
Warfarin: meccanismo d’azione
• La vit. K non ossidata, può essere convertita in idrochinone (vit. K
ridotta) anche dalla riduttasi DT-diaforasi (NQO1). Ciò spiega l’utilizzo
di vit. K per annullare gli effetti anticoagulanti.
• Decorso temporale dell’effetto anticoagulante: non essendoci effetti
sui fattori già carbossilati, devo aspettare il loro turnover:
• FII: 50 ore;
• FVII: 6 ore;
• FIX: 24 ore;
• FX: 36 ore;
• prot. S: 30 ore;
• prot. C: 8 ore;
Ciò spiega perché l’effetto antitrombotico pieno si raggiunge solo dopo diversi
gg di terapia (e non correla con INR), e perché persiste dopo interruzione.
Monitoraggio
• Si utilizza l’INR (International Normalized Ratio).
Tempo di Protrombina (PT)
International Sensitivity Index (ISI). Indica un particolare lotto di
fattore tissutale confrontato con un fattore tissutale internazionale di
riferimento.
Warfarin: farmacocinetica
• Assorbimento completo, picco dopo 2-8 ore;
• Distribuzione:
•
•
•
•
•
•
legame prot. plasmatiche (albumina): 98%
plasma fetale = plasma madre teratogeno
non passa nel latte materno
Metabolismo S-warfarin: CYP2C9 (vedi dopo)
T/2: 25-60 ore
Durata azione: 2-5 giorni
Polimorfismi CYP2C9 e VKORC1 e variabilità risposta al warfarin
Polimorfismi CYP2C9 e VKORC1 e variabilità risposta al warfarin
Risorse in rete
Warfarin: interazioni farmacologiche
L’elenco è ampio e in continuo
aumento.
Potenzialità dipende da:
1)captazione o metabolismo di
warfarin o vitamina k;
2)sintesi, funzione o clearance
dei fattori o cellule coinvolte
nell’emostasi o nella fibrinolisi;
3) integrità superficie
epiteliale.
FONDAMENTALE ISTRUIRE IL
PAZIENTE.
Warfarin: interazioni farmacologiche
… per onestà intellettuale, il dibattito è aperto.
Condizioni inducenti deficit vitamina K
• inadeguato apporto dietetico (postoperatorio, alimentazione
parenterale);
• alterazioni microbiota intestinale (batteri sintetizzano vitamina K).
Condizioni inducenti deficit fattori coagulazione
• disfunzione epatica;
• insufficienza cardiaca congestizia;
• stati ipermetabolici (e.g., ipertiroidismo).
Tossicità
• Emorragia
• 3%/anno in pz con INR 2-3. Cause: farmaco, tumore,
alimentazione, età.
• per INR >5 somm. vit K (fitonadione) p.o. 1.0-2.5 mg
per INR 5-9, 3-5 mg per INR >9. Plasma fresco 10-20
ml/kg + vit. K 10 mg.
• Difetti congeniti gravidanza.
• Necrosi cutanea: 3-10 gg dopo inizio terapia. Più comune alle estremità.
• Sindrome dita viola: 3-8 settimane.
Uso clinico
• Prevenzione primaria e secondaria tromboembolia venosa ed embolia
polmonare.
• Prevenzione tromboembolismo in pazienti con fibrillazione atriale o in
portatori di protesi valvolari.
• Prevenzione primaria in soggetti ad alto rischio di infarto.
• Prevenzione stroke e ricorrenza di infarto.
Anticoagulanti orali non vitamina K dipendenti
(Nuovi Anticoagulanti Orali-NAO)
(Non–vitamin K oral anticoagulants - NOACs)
Finalità:
• un’azione anticoagulante più stabile nel tempo;
• indice terapeutico più ampio;
• un inizio dell’azione più rapido (circa 2 ore dall’assunzione);
• un calo dell’azione anticoagulante più veloce dopo la
sospensione (12 ore circa).
Di questo nuovo gruppo di farmaci anticoagulanti fanno parte
molecole che hanno un’azione antitrombinica diretta
(dabigatran), oppure anti fattore Xa della coagulazione
(rivaroxaban e apixaban).
Passaggio da antagonisti della vitamina K a anticoagulanti orali
non vitamina K dipendenti
Esistono linee guida per ogni molecola. Ad esempio, per il rivaroxaban (Xarelto):
Inibitori diretti del fattore Xa
Rivaroxaban
Apixaban
Betrixaban
Rivaroxaban
• Prevenzione dell’ictus e dell’embolia sistemica in pz. con fibrillazione atriale non
valvolare con uno o più fattori di rischio (insufficienza cardiaca congestizia,
ipertensione, età ≥ 75 anni, diabete mellito, pregresso ictus o attacco ischemico
transitorio).
• Trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) e dell’embolia polmonare
(EP) e prevenzione delle recidive di TVP ed EP nell’adulto.
• Alta (80% - 100%) biodisponibilità dopo somm. orale. Concentrazioni massime
(Cmax) dopo 2 - 4 ore (cibo non influisce su AUC o Cmax).
• Legame prot. plasm. alto (92%-95%)
• Metabolizzato tramite CYP3A4, CYP2J2. T/2: 7 - 11 ore.
• T/2: 5-13 ore.
• Dosaggio: 2,5 mg due volte al giorno (non è richiesto aggiustamento per età,
sesso, peso) di norma somministrato con antiaggreganti.
• Non somministrare in gravidanza.
• Ben tollerato, ma rischio emorragico.
Rivaroxaban: interazioni farmacologiche
• Antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo, itraconazolo,
voriconazolo e posaconazolo), inibitori delle proteasi del HIV
(ad es. ritonavir) in quanto inibitori del CYP3A4 e della proteina
di trasporto transmembranico glicoproteina-P (P-gp)
concentrazioni plasma rivaroxaban x 2,6: rischio emorragico.
Dabigatran
Inibitore diretto della
trombina
Dabigatran
• Indicazioni: prevenzione del tromboembolismo venoso (TEV) nei pazienti
sottoposti a interventi di sostituzione elettiva di anca o di ginocchio.
Trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare
(EP) e prevenzione delle recidive di TVP.
• Si somministra il dabigatran etexilato (profarmaco) convertito in
dabigatran.
• Bassa (6% - 10%) biodisponibilità dopo somm. orale. Prevista solo somm.
orale. Concentrazioni massime (Cmax) dopo 2 - 4 ore (cibo non influisce su
AUC ma ritarda Cmax).
• Legame prot. plasm. basso (34%-35%)
• Eliminazione prevalentemente renale. t/2: 12-14 ore.
• Dosaggio: 220 mg/giorno
• Non somministrare in gravidanza.
• Ben tollerato, ma rischio emorragico.
Attualità rischio emorragico
Andexanet alfa
Idarucizumab
Andexanet alfa
Derivato ricombinante modificato del FXa. Mutazione nella regione catalitica (manca
azione pro-coagulante). Maggiore affinità del FXa nativo. Coda modificata previene
interazione altri fattori coagulazione. Ancora (dic. 2016) in attesa d’approvazione
Rivaroxaban
Apixaban
Edoxaban
LMWH
Fondaparinux
400 mg, IV, Bolus (30mg/min)
400 mg, IV, Bolus (30mg/min) the Infusion 4mg/min for 120min (480mg total)
Idarucizumab
Anticorpo monoclonale (Fab o
Humanized Antibody Fragment)
disegnato come antidoto del
Dabigatran Etexilato.
Approvato EMEA.
Patients received 5 g of intravenous idarucizumab, which was administered as two 50-ml
bolus infusions, each containing 2.5 g of idarucizumab, no more than 15 minutes apart. The 5g dose was calculated to reverse the total body load of dabigatran that was associated with the
99th percentile of the dabigatran levels measured in the Randomized Evaluation of Long-Term
Anticoagulation Therapy (RE-LY) trial.
Farmaci fibrinolitici
Target farmacologico
Farmaci fibrinolitici
• Attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA): debole attivazione in assenza di
fibrina;
• t-PA (alteplasi, 527 aa) prodotto con tecnica DNA ricombinante (altri:
reteplase, tenecteplase non differenti per efficacia e tossicità);
• clearance epatica;
• t/2: 5 min;
• per trombolisi coronarica: bolo 15 mg i.v. 0.75 mg/kg (ma < 50 mg) nei
successivi 30 min;
• Tossicità: emorragia per lisi trombi fisiologici, stato litico sistemico (per
formazione sistemica di plasmina fibrinogenolisi e distruzione FV e FVIII).
Farmaci fibrinolitici
controindicazioni
Farmaci fibrinolitici
I farmaci fibrinolitici vengono utilizzati per via endovenosa nei
casi di:
•ictus in fase acuta
•embolismo polmonare multiplo
•trombosi venosa profonda
La via intra-arteriosa è da preferire nei casi di embolie e
trombosi dei vasi periferici.
•Se tempestivamente utilizzati, i farmaci trombolitici riducono
inoltre la mortalità in corso di infarto acuto del miocardio
Farmaci anti-fibrinolitici
• In caso di condizioni emorragiche, può essere
necessario limitare il processo fibrinolitico.
• Possono essere utilizzati inibitori della plasmina,
come l’aprotinina, polipeptide estratto da
ghiandole animali.
• Oppure, derivati della sintetici della Lisina, quale
l’acido tranexamico
Farmaci antifibrinolitici
• Il legame del plasminogeno con la fibrina, essenziale
per la sua attivazione fisiologica, avviene con siti
contenenti residui di lisina. L’acido tranexamico
occupa questi siti, paradossalmente favorendo
l’attivazione della plasmina, ma in seguito inibendone
l’attività fibrinolitica.
Antiaggreganti
piastrinici
Aspirina
Acetilazione irreversibile della
cicloossigenasi-1 (serina 530).
Blocco sintesi prostaglandine G2/H2.
Blocco sintesi trombossano A2
Azione antitrombotica
• Inibizione permane per ~10 giorni (turnover piastrinico);
• Dosaggio: 100 mg/giorno;
Aspirino-resistenza
Aspirino-resistenza
Ruolo dei recettori piastrinici per
l’ADP nell’aggregazione piastrinica
Le piastrine contengono due recettori
purinergici, P2Y1 (accoppiato a Gq) e P2Y12
(accoppiato a Gi).
Attivazione P2Y1 cambiamento morfologico
e aggregazione;
Attivazione P2Y12 riduzione cAMP e
conseguente riduzione dell’inibizione cAMPdipendente dell’aggregazione.
I farmaci tienopiridinici sono antagonisti irreversibili (turnover
piastrinico) del recettore P2Y12
Tienopiridinici
Si somministrano profarmaci
Tienopiridinici: farmacocinetica
Farmaco
Struttura
Profarmaco
Legame
Emivita
Steady-state
Picco di inibizione
piastrinica
Via e frequenza di
sommministrazione
Clopidogrel
(Plavix)
Tienopiri
dina
Si con un
metabolita
attivo
Irreversibile
6-8 ore
3-7 giorni
4 ore
Orale
600 mg bolo
75 mg /die
Prasugrel
(Effient)
Tienopiri
dina
Si con un
metabolita
attivo
Irreversibile
8 ore
2-4 giorni
2 ore
Orale
60 mg bolo
10 mg /die
Clopidogrel: marcata variabilità
interindividuale. Variabilità CYP2C19
necessari per l’attivazione.
Eventuali polimorfismi non
interessano l’attivazione del
prasugrel.
L’efficacia è simile.
Tienopiridinici: effetti collaterali
Casi di porpora trombocitopenica (diminuzione
del numero di piastrine circolanti associate a
sintomi quali chiazze rosse sulla pelle) anche
molto gravi. Necessità, per utilizzi prolungati di
verificare di tanto in tanto la crasi ematica.
Casi di riduzione del numero di globuli bianchi
neutrofili (neutropenia, soprattutto dal
capostipite della classe, ticlopidina non più in
uso).
Inibitori reversibili del recettore P2Y12
• Cangrelor: analogo adenosina. t/2 3-6 min. bolo i.v. 30
microgrammi/kg infusione 4 microgrammi/kg/minuto.
• Ticagrelor: attivo per via orale. Non richiede attivazione epatica
ridotte interazioni farmacologiche. t/2 6-12h. Bolo 180 mg 90
mg x2/die.
Inibitori della glicoproteina IIb/IIIa
Piastrina non attivata: GPIIb/IIIa
inattiva.
Attivazione piastrinica (trombina,
collagene, TXA2)
modificazione conformazionale
GPIIa/IIIb).
GPIIa/IIIb può legare fibrinogeno e
fattore von Willebrand
ancoraggio.
Inibitori della glicoproteina IIb/IIIa
Fab: Fragment antigen-binding
Abciximab lega anche la vitronectina: molto costoso, uso limitato.
Indicazioni terapeutiche inibitori
della glicoproteina IIb/IIIa
• In associazione con aspirina e eparina per trattare la sindrome
coronarica acuta e in interventi di angioplastica.
• Infarto miocardico senza onda Q e nell’angina instabile.
• Emorragia come principale effetto collaterale.
Vorapaxar inibitore recettore PAR-1
Vorapaxar: indicazioni, posologia, FK,
• Riduzione degli eventi aterotrombotici in pazienti adulti con una
storia di infarto del miocardio (in aggiunta a aspirina/clopidogrel).
• 2.08 mg/die.
• Metabolismo epatico CYP3A4.
• L’emivita 187 ore (range 115-317 ore).
• Controindicazioni: pz con una storia di ictus o attacco ischemico
transitorio o con una storia di emorragia intracranica. Pazienti con
sanguinamento patologico attivo. Grave compromissione epatica.