FONDAZIONE SIGMA-TAU presenta: “Le Cellule Staminali, Oggi. Ricerca, Terapie, Futuro” 2 Lectures del Prof. Renee A. Reijo Pera, Montana State University Roma, Lunedì 10 Novembre, ore 11.00 Sala Conferenze Biblioteca Nazionale Centrale - Viale Castro Pretorio, 105 Introduce e coordina: Andrea Grignolio, Professore a contratto di Storia della Medicina Sapienza Università di Roma Pavia, Mercoledì 12 Novembre, ore 11.00 Aula “Camillo Golgi” Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo Tavola rotonda in presenza di: Elena Cattaneo, Professore Ordinario di Farmacologia, Università Statale di Milano, Senatore della Repubblica Italiana Introduce: Prof. Remigio Moratti, Direttore Scientifico Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia Presenta: Dott.ssa Manuela Monti, Centro Ricerca di Medicina Rigenerativa, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia Renee Reijo Pera, già Professore di Biologia delle Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa all’Università di Stanford, Direttore dello Human Embryonic and Stem cells Research and Education a Stanford e ora vice presidente della Ricerca e dello Sviluppo economico alla Montana State University. Gli interessi della Prof. Reijo-Pera si rivolgono allo studio delle primissime fasi dello sviluppo embrionale umano e alla biologia delle cellule staminali. Nel 2005, nominata da Newsweek tra le 20 “Top women on leadership”. A. A. “Il tumultuoso avanzamento delle conoscenze scientifiche della Biologia delle cellule staminali ha rivoluzionato le applicazioni biotecnologiche in medicina che oggi appaiono tanto promettenti per la dettagliata comprensione delle prime fasi dello sviluppo embrionale, il loro ruolo nello stabilirsi delle patologie (staminali cancerose) e nell’invecchiamento. Questi i temi principali delle due Lectures italiane della Prof.ssa Reijo Pera e organizzate da Fondazione Sigma-Tau in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e con l’Università e la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia. Anche altre discipline, a partire dalla filosofia (cosa è umano?), economia (i brevetti sul vivente, di chi sono le cellule?) e giurisprudenza (sperimentazione animale, privacy, genitorialità multipla, organismi sintetici, etc.) debbono confrontarsi con i risultati delle scienze della vita. Nessun campo resta immune da questa trasformazione: una carrellata ad ampio spettro sui risultati raggiunti chiarisce come le implicazioni etiche dei risultati della ricerca sulle cellule staminali abbiano caratteristiche biopolitiche: riguardano tutti gli aspetti del vivente, da come si nasce, al fine vita, da come ci si riproduce a come ci si cura, da come si combatte il dolore a come si producono beni commerciali, dalle trasformazioni del corpo al “di chi è il corpo e di chi sono le cellule”, dalla cultura del dono (cordone ombelicale e cellule del sangue), ai brevetti sul vivente. Biologi, medici, filosofi e uomini del Diritto hanno il compito di partecipare con il proprio sapere alla necessaria comune riflessione per indicare i termini del dibattito a tutti i cittadini e trovare possibili soluzioni condivise ai temi più controversi: come decidere e fare scelte rispettose dei tanti credo è la sfida che la Biologia delle cellule staminali pone oggi. Solo cittadini informati possono elaborare in autonomia le proprie scelte senza cadere vittime di ingannevoli pubblicità per esaltata adesione a tutto ciò che viene presentato come “scientifico” o cadere nell’errore opposto di un pregiudiziale rifiuto di ciò che la “buona” Scienza sa oggi offrire. Una profonda conoscenza della Biologia delle cellule staminali contribuirà a trasformare il futuro della salute umana, dalle terapie cellulari di medicina rigenerativa ai sistemi di gestione della salute: è questo il concetto che emerge fortemente dagli avanzamenti delle conoscenze scientifiche su queste cellule. La qualità della vita degli individui nelle società occidentali, la cui struttura demografica va drasticamente cambiando a favore delle fasce di età avanzate, saranno sempre più assicurate dalla traslazione in medicina degli avanzamenti del sapere biologico (genomica, proteomica, nanotecnologie, etc.) sulle cellule staminali”. B. “Nel corso della nostra vita la continua sostituzione delle cellule che vanno perdendosi per invecchiamento o malattia si attua grazie alle cellule staminali, cellule che costituiscono i mattoni fondanti di ciascun tessuto ed organo del nostro corpo. La loro capacità di rinnovarsi e di differenziarsi è oggi ben compresa nei processi di sviluppo embriologico che portano alla generazione dei tessuti ed al loro mantenimento nel corso della vita adulta. Una profonda conoscenza della biologia delle cellule staminali contribuirà a trasformare il futuro della salute umana, dalle terapie cellulari di medicina rigenerativa ai sistemi di gestione della salute: è questo il concetto che emerge fortemente dagli avanzamenti delle conoscenze scientifiche su queste cellule che una delle più autorevoli voci esperte di biologia delle cellule staminali, Renee Reijo-Pera (Montana State University) presenterà nel corso delle due Lectures organizzate in Italia da Fondazione sigma-tau. Lo studio delle cellule staminali definisce una nuova era nella ricerca biologica ed in medicina grazie all’impiego di queste cellule per numerose terapie. La prof.ssa Renee Reijo Pera è una delle leader indiscusse nello studio delle cellule staminali. Direttore per molti anni dello Stanford’s Center for Human Embryonic Stem Cell Research and Education e ora vice presidente della ricerca alla Montana State University, si è da sempre occupata dello studio della dissezione molecolare e cellulare delle cellule germinali (oociti e spermatozoi) per cercare di dare delle risposte a diverse gravi patologie e sindromi, una tra tutte quella di Down. Come la prof.ssa afferma, se non tratti bene il tuo DNA durante i primi giorni di vita, puoi sviluppare disordini più o meno gravi. Studiando ciò che la natura fa in vivo e riportando queste fasi in una capsula petri in vitro, è dunque possibile capire cosa può andare male durante lo sviluppo e, prospetticamente, correggerlo. Il gruppo guidato dalla prof.ssa Reijo-Pera ha recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell Reports, notizia poi riportata dai maggiori quotidiani internazionali (quali Guardian, Telegraph, Independent), la possibilità di intervenire sui problemi di infertilità maschile, grazie all’utilizzo di cellule staminali. Il team guidato dalla prof.ssa ha differenziato un gruppo di cellule prelevate dalla pelle di un uomo affetto da un disordine genetico (azoospermia, ovvero la mancanza di spermatozoi nel liquido seminale), in un tipo particolare di cellule staminali, conosciute come iPSC (cellule staminali pluripotenti indotte). Le iPSC, come le altre cellule staminali, hanno la capacità di differenziarsi in qualunque tipo cellulare. Il successo di questo esperimento pone sicuramente le basi scientifiche per possibili futuri trattamenti contro l’infertilità maschile, problema che interessa, oggigiorno, il 10-15% delle coppie e, nella maggior parte dei casi, l’uomo. Progressi in questo campo potrebbero potenzialmente aiutare centinaia se non migliaia di coppie in tutto il mondo. La traslazione clinica delle conoscenze ricavata in laboratorio nel mondo delle terapie mediche sta rivoluzionando i paradigmi delle medicina irrobustendo terapie tradizionali ed innovando altre così che da riparativa la medicina si sta trasformando in rigenerativa impiegando le cellule staminali come un farmaco. Per concretizzare molte delle potenzialità che la ricerca ogni giorno chiarisce è necessario un forte sostegno dei cittadini a politiche di finanziamento della ricerca ed a discussioni che definiscano gli ambiti di applicazione delle possibili terapie definendone gli aspetti tecnici, etici e legali”. Dott.ssa Manuela Monti Centro Ricerca di Medicina Rigenerativa, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia Dott. Fabio Fantoni Ufficio Stampa Fondazione sigma-tau e-mail: [email protected] mobile: 339-3235811 C. “Il desiderio di prolungare la vita sostituendo le parti del corpo che via via si sono consumate è un pensiero che emerge con il filosofo britannico Francis Bacon all’inizio del Seicento, come uno dei massimi simboli del coraggio speculativo tipico della grande rivoluzione scientifica di cui siamo tutti figli. Oggi, la medicina rigenerativa sta procedendo speditamente grazie a scoperte sempre più promettenti nel campo delle cellule staminali, ma è bene ricordarsi che per ora quello di Bacon rimane un sogno. Le terapie cellulari attualmente disponibili riguardano la ricostruzione di alcuni epiteli, come la cornea e l’epidermide, e alcune terapie geniche con staminali ematopoietiche — da cui originano tutte le cellule del sangue — capaci di sostituire geni difettosi inserendovi il gene sano, per poi reinfonderle nel paziente che si troverà, grazie alle peculiari proprietà della staminali, nuove linee cellulari sane che rimpiazzeranno nel tempo quelle malate. C’è voluto più di un decennio perché queste ricerche passassero dalla rivista scientifica al letto del paziente, un arco di tempo nel quale sono avvenuti tutti i controlli necessari per tutelare la salute dei pazienti da eventuali effetti collaterali ma anche dalle false speranze. Si tratta di un punto essenziale del rapporto tra ricerca biomedica e società, che le staminali fanno emergere più chiaramente grazie alla loro forte promessa terapeutica. Il fatto che per alcune malattie non vi siano al momento cure efficaci non può certo aprire la strada a fantasiose terapie non suffragate da dati e sperimentazioni, o da una contraddittoria quanto mitica fiducia nella scienza che verrà. Le cosiddette “cure compassionevoli” devono avvenire nell’alveo della ricerca scientifica e devono essere già in fase di sperimentazione. Dietro il lecito recupero dei fondi profusi per condurre ricerche innovative e ottenere farmaci non si deve mai nascondere una spinta deregolatoria per “piazzare” sul mercato terapie inutili ma remunerative. La possibilità di infondere cellule staminali eterologhe da un paziente a un altro, quella di rinnovare tessuti degenerati prolungando la vita o quella di brevettare alcune di queste procedure sollevano complessi problemi bioetici e giuridici che devono essere ben ponderati e non essere velocemente fagocitati dal tritacarne mediatico o dai sentimenti della piazza. È certamente da salutare con favore il desiderio della società civile e della politica di partecipare al dibattito sulle staminali, ma questo deve avvenire secondo le alte regole che la democrazia ateniese ci ha consegnato: perché sia utile alla vita pubblica, la partecipazione della cittadinanza non può esser fondata sulle opinioni personali o sul “sentito dire”, ma su una ‘partecipazione competente’, basata sulla conoscenza di fatti e prove. In questa pubblica arena, il ruolo degli scienziati e degli science adivsors sarà sempre più centrale”. Prof. Andrea Grignolio Professore a contratto di Storia della Medicina, Sapienza Università di Roma Dott. Fabio Fantoni Ufficio Stampa Fondazione sigma-tau e-mail: [email protected] mobile: 339-3235811