Chirurgia rigenerativa dei tessuti. Quale futuro?

Chirurgia rigenerativa dei tessuti. Quale futuro?
Migliorare la qualità della vita e prolungarne la durata. Un progetto dalle prospettive incredibili
La durata della vita media è notevolmente aumentata in questi ultimi decenni e le prospettive
dalla Medicina Rigenerativa sono sempre più promettenti. La vita dell’essere umano delle
società primitive, in genere calcolata intorno ai 30 anni, era dovuta a fattori ambientali
sfavorevoli, quella di un uomo moderno è più che raddoppiata e forse a breve sarà triplicata;
una valutazione ISTAT (2010) sulla vita media in Italia rileva per l’uomo 79,1 e per la donna
84,3 anni di vita media anche se distribuisce valori non omogenei in zone differenti dell’Italia.
Se lo scopo della Medicina è stato quello di curare gli eventi avversi (malattie) che affliggono
l’uomo nel corso della sua vita, la Medicina Rigenerativa si prefigge il duplice obiettivo non solo
della cura delle malattie già manifestatesi (artrosi, piaghe da decubito, necrosi tessutali e tante
altre su cui ogni giorno si concentrano le ricerche), ma anche quello di prevenire l’alterata
funzione tessutale che poi condurrà a malattia. In questo senso la Medicina Rigenerativa si
prospetta come una medicina del futuro anche preventiva che potrà migliorare la qualità e
prolungare (fino a quando?) la durata della vita.
La principale lotta contro l’invecchiamento si è basata soprattutto sulla terapia delle malattie e
soprattutto quelle che riguardano l’apparato locomotore e in genere i tumori legati a fattori
genetici e all’inquinamento ambientale.
I sogni sull’elisir di lunga vita degli alchimisti europei del Seicento (che ricercavano quella
“pietra e non pietra filosofale”) e il pensiero del filosofo Francis Bacon che postulava di
prolungare la vita sostituendo parti del corpo umano non sono forse le facce di una stessa
medaglia?
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Chirurgia rigenerativa dei tessuti. Quale futuro?
L’anelito di ogni essere umano a sconfiggere le malattie e a vivere lungamente?
Mentre noi scriviamo, in numerosi laboratori di biologia di numerosi Paesi del mondo, si
effettuano studi sulle cellule staminali e sulle possibilità di intervenire sul corpo umano per
ripararlo o migliorarne la funzione ricostruendo tessuti danneggiati per malattia o perché
semplicemente invecchiati.
Gli ultimi anni del secolo scorso hanno visto la programmazione di un programma del cos.
“Progetto Genoma” al quale hanno contribuito i più importanti laboratori di biologia e scienziati
di tutto il mondo senza il vincolo delle frontiere.
Esso ha rappresentato una spinta evolutiva notevole verso la conoscenza scientifica della
biologia cellulare, rivoluzionando le applicazioni biotecnologiche della moderna medicina per la
generazione e la rigenerazione dei tessuti.
Alla base della Chirurgia Rigenerativa, che prevede trapianti tessutali, è senz’altro quella cellula
che, presente in tutti i tessuti dell’organismo vivente dalla nascita alla morte, è identificata come
“cellula mesenchimale o staminale”.
Le cellule staminali sono cellule non specializzate (cos. immature), diverse da tutti i tipi di cellule
degli altri tessuti costituenti l’organismo; sono ad alto potenzialeproliferativo e sono in grado di
rinnovarsi, attraverso la divisione cellulare, per periodi indefiniti, generando tipi cellulari
specializzati che costituiscono i vari tessuti e organi.
Le cellule staminali possono essere semplicemente divise in due grandi famiglie:
1) cellule staminali embrionali
2) cellule staminali adulte/somatiche provenienti da vari organi e tessuti.
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Chirurgia rigenerativa dei tessuti. Quale futuro?
Una cellula staminale adulta cioè già parzialmente differenziata può solo originare alcuni tipi
ben definiti di cellule (condrociti, grasso, cellule nervose etc.), una cellula staminale embrionale
può invece generare tutte le cellule dell’organismo e cioè quelle del sangue, della pelle, del
cervello, dell’osso etc.
Ma nell’organismo vivente esistono anche altri fattori biologici che interessano la Medicina
Rigenerativa e sono i cos. fattori di crescita, ampiamente utilizzati in chirurgia ortopedica, per
implementare la formazione di osso nelle fratture che ritardano a guarire, da soli o in
associazione alle cellule staminali, ma il loro utilizzo si è allargato anche in altri tipi di chirurgia:
plastica, vascolare, oncologica etc.
I fattori di crescita cellulari, oggi molto utilizzati nella forma di PRP (Plasma Ricco di Piastrine),
presenti in considerevole quantità nelle piastrine, sono sostanze di natura in genere
peptidica/proteica in grado di stimolare e regolare la crescita e la proliferazione delle cellule. La
preparazione del PRP è attuata attraverso una concentrazione mediante centrifugazione di
sangue intero prelevato da una vena periferica del gomito.
I fattori di crescita sono in grado di:
A: indirizzare la differenziazione cellulare
B: stimolare la proliferazione cellulare
C: stimolare la sintesi di matrice extracellulare
D: effettuare una azione immunomodulatoria
Le cellule staminali possono essere prelevate da ogni parte dell’organismo umano, ma si
preferisce prelevarle dal midollo (in genere mediante puntura con un grosso ago sulla cresta
iliaca) o dal tessuto adiposo (per suzione dell’adipe addominale etc.).
Dal connubio Cellula Staminale e PRP prelevati dallo stesso paziente e quindi autologhi, non
poteva che nascere un prodotto biologico ad alto potenziale rigenerativo oggi comunemente
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impiegato­­­ come trapianto per la riparazione di tessuti degenerati o alterati (cartilagine erosa e
distrutta, piaghe da decubito, perdite di tessuto etc.
Le cellule staminali e il PRP sono oggi impiegati spesso per la cura di condizioni degenerative
articolari (artrosi, osteonecrosi dell’anca e artrosi del ginocchio e di altre articolazioni), ma
anche per la cura di patologie infiammatorie e post- traumatiche muscolari e tendinee (tendine
di Achille, della cuffia degli extarotatori, del ginocchio etc.) quindi in patologie sportive come
ormai avviene da diversi anni.
La ricostruzione della cartilagine mediante tecnica di trapianto tessutale biologico vivente risale
a oltre un decennio fa e consiste in un prelievo di piccoli frustoli di tessuto cartilagineo già
differenziato ed il loro invio ad un laboratorio di Bioingegneria dove le cellule cartilaginee sono
isolate e moltiplicate in particolari terreni di coltura; la grande quantità di condrociti che deriva
dal processo è inviata al chirurgo per l’impianto sulla superficie articolare lesionata che il più
delle volte è il ginocchio.
Le patologie che rientrano a pieno titolo in questo campo di attività sono quelle forme di artrosi
e di necrosi dell’anca e artrosi del ginocchio iniziali che possono beneficiare del trattamento
rigenerativo e non trovano ancora indicazione all’intervento di protesi.
Le richieste ad accedere a tale trattamento si sono notevolmente moltiplicate in questi ultimi
mesi da parte dei pazienti, attenti al dibattito scientifico sulle staminali che sta oltre misura
coinvolgendo molti settori del mondo occidentale e sollevando non pochi problemi bioetici e
giuridici.
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"Prof.
Magri"
A
cura
di:
Dott.
Raffaello
Magri
Chirurgo
Ortopedico
Ricostruzione
rigenerazione
articolare
Studio
Ortopedico
Via
Luca
Giordano,
16
80127
Napoli
Tel:
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