Reciprocità e Forme della Solidarietà Corso di Formazione degli Animatori di Comunità del Progetto Policoro Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Sabina Licursi 4 Maggio 2013 Cosa si intende per ‘reciprocità’ Parliamo di reciprocità quando ci riferiamo alle relazioni tra le persone Per arrivare ad una definizione condivisa, si può considerare la reciprocità una forma specifica della relazione interpersonale La reciprocità come criterio regolativo Polanyi (1944), La Grande trasformazione 1 scambio di mercato redistribuzione reciprocità L’economia può trovare 3 forme di integrazione nella società La reciprocità: movimenti tra punti correlati di gruppi simmetrici Ha bisogno di istituzioni che consentono ai comportamenti individuali di produrre effetti sociali (es. la famiglia, la comunità, le reti di solidarietà) e che sono in grado di imporre sanzioni se non si rispettano le aspettative di comportamento (si tratta di sanzioni che invadono la vita sociale nella sua interezza) La reciprocità come criterio regolativo Malinowski Mauss Il kula: l’uomo non è l’essere razionale che non desidera altro che soddisfare i suoi bisogni più elementari e lo fa secondo il principio economico del minimo sforzo.3 Il dono: l’esempio estremo del potlàc , l’agonismo e la possibilità di distruggere i legami sociali. 4 Esistono 3 obblighi DARE RICEVERE RICAMBIARE Il dono nelle società moderne Gli studiosi del MAUSS (Mouvement anti-utilitariste dans les sciences sociales) Individuano nel dono il collante della società. Esso è promotore di relazioni sociali: gli uomini donano perché vogliono creare rapporti sociali, non si accontentano di vivere nella società e di riprodurla come gli altri animali sociali, ma devono produrre la società per vivere. I beni e servizi donati non hanno solo un valore d’uso e un valore di scambio, ma hanno anche un valore di legame: ossia la capacità di produrre legami se donati. La teoria dell’incondizionalità condizionale Ossia una legge sociologica generale dell’essere insieme. 1. Non c’è legame sociale senza un atto di fiducia, “senza una dimensione di scommessa incondizionale, senza un salto nell’ignoto” (Caillè); 2. Il legame sociale e l’alleanza che ne deriva non possono non nutrirsi di incondizionalità (l’incondizionalità è condizione necessaria per arrivare a definire gli altri legami condizionali, come quelli definiti dai contratti) Una diversa reciprocità I legami che il dono è in grado di creare non sono tanto bilaterali (tra chi dona e chi riceve, poi tenuto a ricambiare) bensì organizzati lungo una spirale, su cui si collocano molteplici soggetti, ora nella posizione di chi dona ora in quella di chi riceve e ricambia Il donare fa nascere una relazione sociale che ha nel suo contenuto anche il concetto di debito Si tratta di un debito che non ha natura economica (o almeno non principalmente economica), ma indica quasi uno stato della relazione, che risulta per sua stessa natura squilibrata: nella relazione basata sul dono si sperimenta una diseguaglianza alterna. Sia l’obbligo che il debito non sono un appesantimento nella relazione, al contrario essi sono uno stimolo all’incontro con l’altro: “l’obbligo che ci fa il dono è un obbligo di libertà” (Caillè) e consente di superare l'utopia di una società senza rapporti personali e il paradosso della liberazione completa dai legami sociali. Il dono e la solidarietà organizzata 5 Contenuto minimo della solidarietà • Assunzione di responsabilità da parte dei cittadini nella fornitura di qualche tipo di servizio o aiuto ad altri (…) usualmente in forme associate anche se non necessariamente formalizzate (Ambrosini) Il dono (è in particolare l’incondizionalità condizionale che lo muove) diventa il criterio regolativo per eccellenza della solidarietà relazionale I confini della solidarietà moderna Quale rapporto fra dono e gratuità?6 associazioni di volontariato altre realtà associative con presenza di volontari e personale retribuito NON IMPIEGATO nella produzione dei beni e/o servizi altre realtà associative con presenza di volontari e personale retribuito IMPIEGATO nella produzione dei beni e/o servizi imprese sociali ___________|________________|________________|___________ DONO NONPROFITNESS AZIONE SOLIDALE ASSOCIATIVA Le associazioni di volontariato Elementi essenziali: 1) Il valore di legame; 2) L’importanza della persona; 3) Il radicamento La gratuità costituisce una sorta di tutela in negativo del contenuto autentico dell'azione volontaria: chi si impegna in un'organizzazione di volontariato non lo fa per perseguire un vantaggio economico. Questo non significa escludere tutte le altre motivazioni egoistiche che possono muovere il volontario, né la gratuità è garanzia della qualità dell'impegno L’imprenditorialità sociale Fare impresa sociale significa: 1. Organizzare la produzione e/o la fornitura di servizi a vantaggio di chi vive una condizione di bisogno; 2. Utilizzando in tutto o in parte personale retribuito e senza interesse per il profitto Aderiscono ad un'impresa sociale quanti, insoddisfatti della produzione di alcuni beni e/o servizi da parte della istituzioni pubbliche (Ambrosini) e/o del funzionamento del mercato (Colozzi, Donati), si attivano per sviluppare esperienze imprenditoriali alternative tuttavia Rapporto tra dono e nonprofitness Rapporti con le istituzioni pubbliche e con il mercato Il terzo settore e il welfare: un accenno La crisi dei sistemi di welfare ha contribuito ad ampliare il campo di azione di questi soggetti collettivi e ha aperto il dibattito sulla necessità di potenziare le virtù private, ossia le capacità che le associazioni hanno di offrire servizi. potenzialità Il TS acquista una maggiore consistenza e si allarga, includendo interessi prima raramente coltivati dalle associazioni limiti Le esperienze di TS rischiano di snaturalizzarsi, definendosi, continuamente e mai in maniera stabile, tra lo stato e il mercato Alcuni sviluppi del welfare (tipo il welfare aziendale) rischiano di riprodurre diseguaglianze (inclusi vs esclusi dal mercato del lavoro, settori produttivi, territoriali) e di legittimare ingerenze nel privato da parte dei datori di lavoro; cosa fa il TS? Altre vie per promuovere l’impresa sociale (fund raising, domanda pagante, auto-mutuo aiuto, ecc.) Alcuni dati per la riflessione individuale Riferimenti bibliografici Mauss M. (2002), Saggio sul dono, Einaudi, Torino (ed. orig. 1023-24) Cella G. P. (1997), Le tre forme dello scambio. Reciprocità, politica, mercato a partire da Karl Polanyi, il Mulino, Bologna Polanyi K. (2000), La Grande Trasformazione, Einaudi, Torino (ed. orig. 1944) Bagnasco A. (1999), Tracce di comunità, il Mulino, Bologna Pizzorno A. (2001), Perché si paga il benzinaio. Per una teoria del capitale sociale, in Bagnasco A., Piselli F., Pizzorno A., Trigilia A., Il capitale sociale. Istruzioni per l’uso, il Mulino, Bologna Fantozzi P., Musella M. (a cura di), Occhi nuovi da Sud. Analisi quantitative e qualitative del Terzo Settore nel Mezzogiorno, Carocci, Roma Licursi S. (2010), Sociologia della solidarietà, Carocci, Roma de Leonardis O. (1998), In un diverso welfare, Feltrinelli, Milano Ascoli U. (2011), Il Welfare in Italia, il Mulino, Bologna Cersosimo D. (2012), Il Mezzogiorno oggi; una questione civile, in EyesReg, vol. 2, n.1, http://www.eyesreg.it/2012/il-mezzogiorno-oggi-una-questione-civile