l-.-.--L--'': ;;* 4 _:'-# .i * J: :ii tr'- -1 .,1 .l ; 1 "".È,i:'È :: r tiiriiiii . l:::-.:,. t:r.::\:-j.: -.: effi* % *i+.,,* 1.@* & fl{fl&V* $ §,rrl i{i}[{ilt& il 5 maggio de1 1965 quando l'insediamento fenicio e ra *-ffi,**"*'punico di Pani Loriga (presso Santadi, Sardegna sud-occidentale), recentemente aperto al pubblico, venne scoperto da Piero Bartoloni, Vittorio Pispisa e Antonio Zara, nell'ambito di un progetto congiunto di ricognizioni del territorio sulcicano avviato dalla Soprinrendenza alle Antichità di Cagliari e dall'Istituto di Studi del Vicino Oriente dell'ljniversità di Roma, sotto il coordinamento scientifico del compianto Ferruccio Barreca. All'acume e alla caparbietà di ln alto: una veduta del Nuraghe Diana. Età del Bronzo Medio. A sinistra: domus de janas ubicate nel settore sud-orientale della collina di Pani Loriga. Faciesarcheologica di Ozieri, 4000-3500 a.C. circa. quest'ultimo si devono anche le prime indagini su1 sito, che portarono a una breve ma inrensa stagione di scavi iniziata nel 1969 e conclusasi nel 1976. r pffirtrgg Fmhtrcf; In quest'arco di tempo si collocano alcune fondamentali scoperte che riguardano 1o scavo della necropoli fenicia e la localizzazione dell'insediamento punico, conìposto. quesr'ultimo. da un abitato. una necropoli rupestre e un area sacra. In breve furono raggiunri obiettivi importanti: innanzitutto, fu possibile stabilire la datazione del primo stanziamenro fenicio, fondato alla fine del VII secolo a.C. Inoltre, venne chiarita la rratura strategica delf insediamento: è probabile, infatti, che la scelta del sito fosse motivata dalla posizione della collina. ua cerniera, fra la linea di costa e le aree piri interne della regione. unita alle ingenti risorse agropastorali e minerarie del territorio circostante. Questi fattori, del resto, stimolarono la frequentazione dell'altura sin da epoche molto antiche. Grazie , 't. .,. a Portoscuso San Giorgio Monto .''-'. Sirai*: I 'lf;. ,;Q SanVittorio r. rt a Porto Botte t, , rt t' + J ,.,, rl .i. :I ',,1 'at .: . li: Porto Pino r1':'r-, i"i -i.. ,ili,-li.,. :1. -g :: : -:.1: #.'i'"-, ,$).i,ì,. *,;-: ;1. j ,. -J* r i - ìai i:lr:i:i:ii ,r lÌ ..1 rriÈ , [i'i :,,i ,\\; 'ì ", : t- ,t ' - 1""r ^! . ^.1 I "3-:1, 1 ln alto: elaborazione j grafica che mostra il I Sulcis in epoca lenicia i; punica, con i princiPali , insediamenti. i A sinistra: rilievo della i e r collina di Pani Loriga, , con le principali aree i archeologiche. I I + ABCHEO 39 Str&W§ 4:l s&$l**§§À &$xx mmmw ffiffiffiffitr§#F*m§w: $ea Twsnfum §ffi aile indagini condotte agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso da Enrico Atzeni, con la collaborazione di Remo Forresu, è scato possibile individuare una necropoli a domus de janas (letteralmente, "case delle fate,. n.d.r.).di cui sono stati individuati otto ipogei, attribuibili. nel loro impianìo originale, alla facies archeologica di Ozieri (4000-3500 a.C. circa). La continuità di vita sulla collina durante I'età del Bronzo Medio è Brocca con orlo espanso facente parte del corredo funebre deposto nella Tomba 33. lnizi del Vl sec. a.C. ln alto: pianta della Tomba 33 elaborata al momento dello scavo. A oggi, si tratta dell'unica sepoltura della necropoli di Pani Loriga nella quale sia stato adottato il rito dell'inumazione. 40 ABCHEO attestata dal Nuraghe Diana, Posi- zionato nel punto piÉ alto del rilievo (tB3 m slm), da dove è P9fsibile avere un vasto controllo territoriale. ll nuraghe, completamente crollato. non è mai stato indagato. ma gli specialisti sono concordi nell'affermare che si tratti del tipo «a corridoio» in funzione dal XVI secolo a.C. LA HIP§ESA s§L&-§ §§tr§re§§§ Dopo un lungo periodo di stasi,le indagini a Pani Loriga sono riprese nel 2005 per merito dell'attuale Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico (ISM.\, già ISCIMA) del Consiglio Nazionale delle Ricer- scavi è emersa infatti la presenza di ustrina, cioè di strutture collettive destinate a17' inctnerazione dei corpi dimensioni della fossa (2,70 x 1.,60 m), scavata in profondità nella roccia e ricoperta da lastre di Pietra dei deFunti. Spenta la pira, si procedeva a una raccolta parziale delle alloggiate in ampie riseghe ricavate sui lati lunghi. Altrettanto singolare risulta il corredo ceramico. composto da ben sei vasi, a testimonianza del fatto che il defunto era un individuo di rango elevato nell'ambito della comunità di aPPartenenza. successivamente sul fondo della sepoltura, costituita da una fossa di forma lenticolare scavata nella terra e in parte nella roccia. ossa, sparse Del tutto eccezionale è il rituale dell'inumazione. attestato solo nella Tomba 33, che si differenzia dalle restanti deposizioni anche Per le Brocca bilohata, dalla Tomba 23. lnizi del VI sec. a.G. che, che ha concentrato le indagini sulla fase fenicia e quella punica dell'insediamento. L abitato fenicio non è stato ancora localizzato con preclslone, a causa della fitta vegetazione che interessa tutta la collina e probabilmente per la natura stessa de1le costruzioni. Non è escluso, infatti, che almeno una parte delf insediamento fosse composto di capanne in materiale deperibile. Molto verosimilmente, 1'abitato doveva svilupparsi in modo sparso, interessando un'ampia porzione di collina. dalla sua sommità sino al versante settentrionale, dove è stato individuato uno dei possibili accessi a1 sito. L'abitato, quindi, era nettadal1a necropoli, occidentale sul lato collocata modalità tisecondo dell'altura, sia di fenicio del mondo piche Riguardo sia coloniale. madrepatria a quest'ultima, le indagrni di Barre-.,,,'. ca portarono all'individuazione .d{'4 oltre 140 tombe in cui è dominan.:,li;ri te ilrituale delf incinerazione. Dagll ' mente distinto SEPCILTU R E ECCEL!-EI'dTI La Tomba 33 è sicuramente una delle pi6 antiche di tutta la necropoli e risulta fondamentale per f inquadramento del primo imPianto fenicio, dal momento che il ricco corredo vascolare è inquadrabile nei decenni iniziali del VI secolo a.C.,\ questo livello cronologico si colloca anche la brocca bilobata della Tomba 23, rinvenuta in associaziorre con tre pendenti in argento: due del tipo «a cestello» e uno rafhgurante un «idolo a bottiglia» fra urei (decorazioni a forma di serpente, n,d.r.) discofori su base altare. Essi potrebbero far parte di una collana, indossata dal defunto nell'atto della cremazione. com_e ben documentato in Sardegna da esemplari rinvenuti nei centri coloniali di Bithia e Monte Sirai. Sul finire delVl secolo a.C., quando Cartagine raggiunse con i suoi eserciti la Sardegna, Procedendo a una rapida occuPa- zione degli insediamenti fenici presenti sulf isola e delle aree economlcamente ptu fertili e ricche di minerali. anche la collina di Pani Loriga subi una profonda uasformazione. L'acropoli r-enne fortificata graz\e alla creazione di un possente edifrcio addossato al lato settentrionale del nuraghe, definito da Barreca «grande mastio». La struttura Presenta Planta quadrangolare e impressiona Per lo spessore dei muri e per ia grandezza dìi monoliti angolari, ancora saldamente in{ìssi ne1 terreno. Anche in ARCHEO 4t Sfl&VB assenza & iì ,qe::{i;;ir di dati di scavo, la natura diGnsiva e di controllo delf impianto appare certa, considerata la posi- funerarie, a cui si accedeva tramite un corridoio in leggera pendenza e attraverso un portello chiuso zione dominante e le dimensioni a1l'origine da una grossa lastra. degli elementi struttivi. I1 versante orientale dell'acropoli, TGMBE DI FAMIGLIA invece, risulta protetto da grandi Nella tomba meglio conservata la strutture, articolate in serie di vani camera funeraria risulta rinforzata paralleli, definite da Barreca «case- da un pilasrro centrale di forma matte». Anche per questi edifici è quadrangolare, di cui è rimasta probabile una funzione difensiva, solo la base. Nelle pareti, furono tuttavia, le evidenti analogie con ricavate due nicchie per deporvi i1 1'edificio messo in luce nell'Area B, corredo funebre oppì.. le ìfferte, di cui ci occuperemo a breve. unite come ben testimoniato dalle indaal rinvenimento in uno dei vani di gini condotte nella necropoli della una testina fittile femminile di fat- vicina Sulky. Nel settore settentura greca, awalorano I'ipotesi che trionale della camera funeraria, si tratti di un complesso polifunzio- infine, sono ancora evidenti alcuni nale destinato anche al culto e ad scassi praticati sia sul pavimento sia attività produrtive. L'iniziativa cartaginese non si limitò alla difesa dell'acropoli, ma si estese ad ampie porzioni della collina. Il versante nord-occidentale, c aratterizzato da u n'impcrvia parete a strapiombo, fu scelto per la realizzazione della nuova necropoli rupestre. In breve furono apprestate almeno cinque ampie camere ffi ax"* xx€mrgxrffises§ffi §?# sulla parere e destinati ad alloggiare assi di legno perrinenri a strurture mobili sulle quali era adagiato il sarcofago con all'interno il cor- po inumato del defunto. differenza del1e fosse di epoca fenicia destinate prevalentem.nt", una sola sepoltura. queste tombe erano costruite con 1o scopo di ospitare i numerosi membri delle A dm *mrrw$$ffi ffi trffi ? Planimetria delle strutture, articolate in vani paralteli, localizzate sul versante orientale dell'acropoli e definite da Ferruccio Barreca «casematte». Le nuove ricerche suggeriscono come il complesso potesse avere molteptici funzioni ed essere in parte destinato anche al culto e ad attività produttive. zt> cl"[k! 42 1::-:_ 1.i1i"ti.:\ \\ !.:: I rt,j i-r )"a-_. : F:r,.il,i irri- ;tr.''"., -.:: ri4+: .iry4.*:i , i'.iìlrì1 : r. ''.. ' :-.; 'iiìx** ln alfo;tomba :: punica scavata sul versante nord-occidentale potenti famiglie cartaginesi frasferiiisi a Pani Loriga. Ogni camera fu* neraria doveva quindi contenere della collina. corredi, andati purtroppo perduti a causa delle ripetute spoliazioni perpetrate già in antico. Nella pagina accanto, in alto e a sinistra: pendenti in argento, il primo «a cestello» e il secondo raffigurante un «idolo a bottiglia» lra urei discolori, dalla Tomba 23. Databili agli inizi del VI sec, a.C., potrebhero aver latto parte di una collana fatta indossare al delunto prima della cremazione. molte deposizioni, con i relativi wru &ffi§Y&"li-# veffiY# §§ &§aY$##lL&Y# L abitato doveva essere particolarmente grande e suddiviso in quartieri con funzionalità diverse. Sr-r1 pianoro a sud dell'acropoli (-\rea A), gii scavi ISMA - direttr .la I.1:r Oggiano con la collaborazione .1i Tariana Pedrazzi - h.ttttto ittlcrc.',tto un'abitazione prir"at:r conlposla da due vani, uno parzi;ilmente coperto e 1'altro scoperto. in lunzione fra la fine delVI e 1a metà circa del IV secolo a.C. A seguito del suo repentino abbandono, i'edificio ha subito il ARCHEO 43 ir.3:' Ì. #. & dll q* **'!§ § s, '.r#.t, §s" -{i ,j, I -",1 . '§s{ .S - .n . *{3r ,gr-'ddl'!& , t;l ,.;tf.,i,. :&" 'r,, .' '.a:;-'".u ., *i* . - r,. + -H j: .- .À' E -ffi :a_§ ' , €-" lt ... '" .-. jÉ. -. 1: ': *,+. {l'l ' )1r 1 % I i .#'1 *,effi, :r,.il. ';§ .' € ffil_ st -""t .-§ "". \t § q ',;:" * "* .,vl .f , ffi' 5r "\. ,$ .J d.r 5s" .i"''..*1#' f'.rd:-. . tr- l{:, ixrr . Jed **s,',, .. #* d 'ir..::r'S ci'ol1o clcl tetto e delia par:te ln alta: I'abitazione punica a due vani §eoperta nell'Areil A. L'edificio fu in uso tra la fine del Vl e la rnetà circa del lV sec. a.e . ln bassa: ftofyle (r,oppa per here vino), :r1r.r .ic'lrir lì e..':iti. Tele sitn:rzione h.r pu'rlÌìis:o il coitri:;le to i-lr:npero rici ittrtcltiit lì.irti1r.irii .ri1r Lritirtrc t:tsr c'h r-rra .1e1i'.rl-.itrzroire. Frrr qnrsti :i ,ìi.tirr:u ,' i u -1' '., dal Vano I dell'Area E. Frsduzione corinzia, ultimo q;larto elel Vl sec. a.C. ,111.,:'1 cottrmerci:t]r. chc .ìitc\f :ino rÌ11:ì c;rpacità di :rccr-rnrul o di pi't,dorti,riirrrerr tari de1 tutto eccL-zionale, riscrtntrata rlcl re:to .rrìr'hc ircll'cditiciur c('t\.Lt() da ,'hi rci'ive con Ft'* det:ic:r Canclelato netr settore settentrionale della collina (Area ts) e a1 primo conrelÌlporaneo. ll ,l,rto ri:irlr.r di csncrrro iilrcrcs\e, in quanto :ìttesta 1o sfi-utta.rletrto. intensivo del territorio, anche per colture specializzate qr-raii 1:r rrite c 1'o1ivo, attuato uiolto vcrosirnil! r rcntc tr,rr rri re sp()\t,rlìL'r rti giorrr.i44 ABCHEO 44t tl$ iir:!. lieri di i-r'r:rnodopcra dal centro La struttura riportata alla luce B è rin grancle co1r1ples- ne11'Area articol;rto in cltre die ci vani, fra loro solidali c' disposti su dr-re fiie par:aliele. A giudicai:e clai materiali r1nve1Ìutt ne1 J 'iiiq,,li .ìnì* so, bienti e :l: 1òr- tifi .'.rto,rlie c.rinplgne. "f,. i:i: : -i :..1',., '.:: dalla sti'r,rtturazionc .:t ia,li degli stessi, è possibrle alTernrarc che aif interircr de1l'edifi cjo si svolgevano .!.! r-nolteplici attività. IlVano r'scrì)Pio. c \Ilio 1, irrterprctato collre saceilo, grazie a1la presenza di r',na banchirra, reaTtzzrittt sul fondo cle11'lnrbiente. sulla c1-rale erano stati cleposti a1cr.rni rr /0r0 rii1v.^1ìuti ai piedi de11a stcssa in counessi()rle con ossa |cI §$ grmrxdw mmmp§mw*m g*m$ fr$w*ex,*matm §m Planimetria e loto (in basso) dell'edificio punico messo in luce nell'Area B. Si tratta di un grande complesso, articolato in oltre dieci amhienti: i materiali rinvenuti al loro interno e l'articolazione degli spazi suggeriscono che la struttura losse adibita a molteplici attività. ll Vano t, per esempio, accoglieva probabilmente un sacello, mentre nei Vani 2 e 5 si pleparavano e immagazzinavano prodotti alimentari, fra cui il vino, bianco e rosso. animali pertinenti a sacrifici o resti di pasto. I Vani 2 e 5, invece. sono stati considerati spazi destinati alla preparazione e stoccaggio di cibi, a seguito del rinvenimento quasi esclusivo di ceramica da cucina e trasformazione, in assocìazione con numerose anfore rtutllizzate per conservare alimenti. Y§:e&trtr§ m$ eruY§*h§ffi V§illlFlSAU tOf\iB Tali consideruztori risultano awalorate dalle analisi biochimiche condorte da Nicolas Garnier su numerosi campioni ceramici nell'ambito di un progràmma congiunto di ricerche fra ISMA e Université de Bretagne Sud, coordinato da Dominique Frère. Dalle analisi emergono infatti evidenti tracce di oli vegetali, in particolare d'oliva, di prodotto sia «vinificazione in bianco», con una il mosto dalle ottenuta separando parti dell'uva, solide vinacce - le quali raspi, bucce e vinaccioli -, sia con una uvinificazione in rosso,, che prevede invece una fermentazione con macerazione, ovvero in presenza delle vinacce. L'importanza del vino nelf insediamento fenicio e punico di Pani Loriga è confernrata dal rinvenimento di «servizi» per degustare la bevanda alcolica, composti da anfore da tavola di varia foggia dipinte in colori vivaci e da brocchc bilobate utilizzate per versare il liquido nelle caratteristiche coppe a calotta, oppure nelle coppe carenate con il bordo e la vasca interamente vernigrassi animali e di vino, TiBol*g§* ffi umttr*prineisati L,ri:]],]s aftre Èkrettur* ry_-- I : I s$Sit& ;..__---. hrnpsn&tura 1'!-X§ W.W &"s s&§ m *d é & & \è §s ffi @ w qb, e&ew # @ @ @ t4 & #e ,a it,t,ii I i:::i:tii. ffiw* gB € re@ @ # Sfl&W& s S**iiilt,ld& ciati di rosso. Di grande interesse risultano infine alcuni pregiati pezzi d'importazione destinati a servizi di lusso, come la kotyle (coppa per bere vino) prodotta a Corinto nell'ultimo quarto del VI secolo Aui sotto: reperti rinvenuti nell'Area B, Vano 1. A destra, skyphos (coppa a due anse orizzontali) con menade danzante e palmetta «a cuore risparmiato» di produzione attica attribuibile all'officina del Pittore di Haimon (500-480 a.C.); a sinistra, supporto del tipo a clessidra a sostegno della coppa. a.C. e il frammento di skyphos (cop- pa a due anse orizzontali) con menade danzante e palmetta «a cuore risparmiaton di produzione attica. attribuibile all'of{ìcina del Pittore di Haimon (500-430 a.C.). i F'n P t ESÉ- e,) LLffi TTi=* A In definitiva, f importanza dell'edificio, da ritenersi con tutta verosimighanzail risultato di uno sforzo collettivo della comunità di Pani Loriga, è confermata non solo dall'articolazione della pianta e dalla monumenralità degli elementi srrurtivi. ma anche da1la ricca documentazione ceramica, che include pezzi d'importazione molto rari sull'isola, e da11a presenza di un sacello (Vano 1) e di un deposito di fondazione con evidenti resti di pasto opportunamente selezionati (Vano 7), che sottintendono cerimonie pubbliche con consumo rituale di cibi e probabilmente di vino. Gli scavi ISMA hanno evidenziato un repentino abbandono delle strutture indagate intorno alla metà del IV secolo a.C. Le future ricerche dovranno chiarire se l'abitato punico abbia continuato a vivere in altri settori dell'altura, oppure se la comunità di Pani Loriga si sia trasferita altrove. Grazie alle ricognizioni ellettuate nel settore orientale della collina, nella cosiddetta area sacrà, sappiamo che l'altura continuò a essere frequt-ntata anche durante la fase romana, ma solo per scopi cultuali e funerari. Il progres- ln basso: restituzione gralica (qui sotto) e foto di uno scarabeo in pasta vitrea color cobalto con inciso il motivo della caccia al cervo, dall'Area B, Vano 7. Sotto allo scarabeo sono due frammenti di un vaso in pasta vitrea. pt.,R12.§?.1 147.7 {"} 5 I il6 AìCi1E3 _-crn - lEe sivo abbandono del sito favori 1o sviluppo di una rigogliosa vegetazione,che per molti secoli ha custodito inalterato I'immenso patrimonio storico-archeologico che con determinazione e tenacia gli studiosi stanno mettendo in luce e i1 grande pubblico sta gradualmente incominciando ad apprezzare. La recente apertura al pubblico della collina di Pani Loriga è il riswltato di un grande s;forzo collettivo che ha yisto in prima linea istituzioni scientifiche, come il Consiglio Nazionale delle Ricerche, ma anche realtà locali qudli il Comune e il Museo di Santadi, nonché di controllo e tutela regionali, come la Soprintendenz a Archeologia della Sardegna. A quesli «stori(i" protagonisti rerentemente se ne sono aggiunti altri, come la Cooperatiua Sémata, che organizza le uisite guidate al sito, e ATilfras, che attraverso un cantiere permanente diretto da Simona l-edda cura la manutenzione delle aree archeologiche. La possibilità ffirta al grande pubblico di uisitare uno dei luoghi più ffiscinanti e ricchi di storia di tutto il Sulcis premia quindi I'operato di tutti coloro che, nell'arco di oltre un cinquanteruùo, si sono dedicati con passione alla ualorizzazione del sito.