(ROMA) - Dall`età del Bronzo alla via Francigena

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ARCHEO 381 NOVEMBRE
2016
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COSA È STATO DISTRUTTO, COSA POSSIAMO SALVARE?
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MOSTRE
www.archeo.it
FORMELLO (ROMA)
Dall’età del Bronzo
alla via Francigena
Il 3 dicembre 2016 il Museo
dell’Agro Veientano a Palazzo
Chigi di Formello inaugura
finalmente le nuove sale.
Le stanze, con affreschi
quattrocenteschi e
cinquecenteschi appena
restaurati, occupano il piano
nobile del Palazzo e raccontano
la storia del territorio
dall’età del Bronzo Finale
(XII-XI secolo a.C.) all’età
romana repubblicana
(III-II secolo a.C.). Vetrine con
una forma ispirata al loro
contenuto, testi in italiano e
inglese con diverse chiavi di
lettura, contenuti multimediali
che verranno continuamente
implementati: ci sarà da
divertirsi e da imparare.
Completano il percorso la visita
sulla torre duecentesca,
nella versione «rivisitata» da
Andrea Bruno, oggetto di un
allestimento dedicato alla
via Francigena, e la Sala
Ward-Perkins, che affaccia
sulla splendida Loggia
seicentesca con mostre
temporanee sul territorio.
Info: Museo dell’Agro Veientano,
piazza San Lorenzo, 7 Formello (Roma);
tel. 06 90194.240 o 239;
fax 06 9089577; e-mail:
[email protected]
MUSEI Campania
BENTORNATA, SIGNORA DEGLI ORI!
S
i sono riaperte le porte
del Museo Archeologico
Nazionale di Buccino (Salerno),
che si sviluppa su una superficie
di 1600 mq, articolata su due livelli,
intorno al chiostro quattrocentesco
del convento degli Eremitani
di S. Agostino.
L’ingresso è al piano terra, dove è
allestita una sala didattica, dalla
quale si accede al primo piano, che
ospita la Sala della Preistoria, in
cui, aiutati da postazioni
multimediali e pannelli didattici, si
ammirano materiali provenienti sia
dall’insediamento di Fossa Aimone
di Atena Lucana (seconda metà del
III millennio a.C.) sia dalla necropoli
di Sant’Antonio di Buccino,
a cui si riferiscono
ceramiche d’impasto e
armi della cultura
eneolitica del Gaudo.
Da un abitato dell’età
del Bronzo Medio,
scoperto in località
Tufariello, provengono
invece numerosi
contenitori fittili inornati,
decorati a incisione o
intagliati a motivi
geometrici.
L’esposizione continua
con le vetrine in cui sono
collocate le ceramiche, di
produzione locale, a
decorazione geometrica
monocroma e bicroma
attribuite alla corrente
culturale della valle del
Platano, del VII secolo
a.C. Interessante è anche
una fornace dello stesso
periodo, esposta
Bracciale in oro dalla tomba
della necropoli di Santo
Stefano attribuita a una
«Signora degli Ori».
III sec. a.C.
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integralmente, fornita di una
camera di combustione circolare e
«prefurnio» funzionale alla
produzione di ceramica.
Al secondo piano sono riuniti i
corredi funerari del VI secolo a.C.,
tra i quali spicca quello della tomba
117, che comprende armi da difesa e
da offesa – un elmo di tipo corinzio,
schinieri, spada e cinturone in
bronzo –, speroni e un morso
equino: elementi che sottolineano
la presenza di cavalieri e principi
emergenti all’interno della
comunità indigena locale.
Si accede quindi alla sala dei
preziosi reperti recuperati in
località Santo Stefano, in una
necropoli che conteneva i
resti di una famiglia
aristocratica degli inizi
del IV secolo a.C.
Da una tomba a
camera dipinta, che
ospitava il
capofamiglia,
provengono resti di
ceramiche a figure rosse,
tra cui una lekythos di
Assteas, e alcune appliques
figurate in bronzo, mentre ad
altre sepolture dello stesso
gruppo appartengono una
hydria, anch’essa di
Assteas, un bracciale
d’argento con testa
di serpente e una
cassetta che doveva
contenere
strumenti chirurgici.
Ma su tutte emerge il
corredo della tomba
della «Signora degli
Ori», una donna di circa
25 anni, seppellita con
tutti gli oggetti tipici
della sua condizione
femminile: oltre alla
parure di monili in oro
(anelli, orecchini,
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