Cammino di formazione Aspiranti e candidati al diaconato permanente Il testo di riferimento: il discorso tenuto dal Vescovo Luciano Monari durante gli esercizi spirituali Alcuni punti di discussione a partire dal discorso del Vescovo 1. Il tema della capillarità “Il mio sogno, (…), una moltiplicazione del ministero diaconale che permetta alla pastorale di essere il più capillare possibile” “La capillarità è una delle vie fondamentali ed inevitabili per essere vicini alla gente e perché la gente senta la comunità cristiana come propria. Credo che il ministero diaconale abbia, da questo punto di vista, una vocazione propria, quella della capillarità, quella di essere presente dovunque nelle vie, nei quartieri, nei caseggiati dovunque ci sono persone credenti e dove comunque ci sono persone che hanno bisogno di attenzione e di ascolto; lì la Chiesa deve esserci”. “Dove ci sono degli uomini che vivono lì la Chiesa deve essere presente per rendere presente Gesù Cristo”. “Bisognerà lavorarci molto forse bisognerà anche inventare delle vie nuove e in questo, credo, per fortuna delle possibilità le abbiamo”. Cosa significa capillarità? Quale significato suggerisce rispetto alla figura del ‘diacono’? «I diaconi, oltre alla partecipazione ai programmi diocesani o parrocchiali di catechesi, evangelizzazione, preparazione ai sacamenti, trasmettano la Parola nell’eventuale ambito professionale, sia con una parola esplicita, sia con la loro sola presenza attiva nei luoghi dove si forma l’opinione pubblica o dove si applicano le norme etiche» (Cong. per il Clero, Direttorio, 26, 1998) Fondamento biblico 2. «Anche il figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» Mc 10. “un brano, (…) da imparare a memoria” “Se uno vuol essere grande deve essere servo di tutti ed è quel ‘di tutti’ che fa impressione, perché che si debba fare qualche servizio ci sta bene nella vita, tutti devono servire, poco o tanto, ma servo di tutti è dura, è difficile. “Se hai davanti il Papa tu sei più piccolo ma se hai davanti anche l'ultimo più scalcagnato tu sei più piccolo lo stesso, sei minore, l'idea di San Francesco era questa qui. E l'idea di Gesù è proprio questa”. «Nel ministero della carità i diaconi devono configurarsi a Cristo-Servo (…). [tra le opere di carità] il servizio di carità nell’area dell’educazione cristiana; l’animazione degli oratori, dei gruppi ecclesiali giovanili e delle professioni laicali; la promozione della vita in ogni sua fase e della trasformazione del mono secondo l’ordine cristiano»(Cong. per il Clero, Direttorio, 38, 1998) Proviamo a fare una mappa dei ‘tutti’, per vedere chi rimane fuori…... 3. Il senso del diaconato “Chi vuol diventare grande fra di voi sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo che vuol dire: il desiderio di essere grandi, tenetelo, non buttatelo via, però capitelo bene: se volete diventare grandi dovete diventare ultimi e servi, la logica del Regno di Dio è questa e se voi mi capite questo, capite anche il senso del Diaconato nella Chiesa” “Il Diaconato nella Chiesa ci sta e deve avere una importanza grande perché mette davanti a tutta la Chiesa ed al mondo intero il valore del servizio, la ricerca del servizio, uno si impegna per diventare l'ultimo. Non è normale! Nel mondo ci si impegna per diventare primi, per fare carriera, e fare carriera vuol dire salire i gradini. Bene, nella Chiesa c'è qualcuno che si impegna per scendere”. “Ho detto in altri termini, se voi siete davvero dei diaconi, voi mostrate l’alterità della Chiesa rispetto al mondo”. “il servizio deve esserci: il diacono serve se serve!” «Essi [i diaconi], perciò, cerchino di servire tutti senza discriminazioni, prestando particolare attenzione ai più sofferenti e ai peccatori. Come ministri di Cristo e della Chiesa sappiano superare qualsiasi ideologia e interesse di parte (…). La diaconia, infatti, deve far sperimentare all’uomo l’amore di Dio e indurlo alla conversione, ad aprire il suo cuore alla grazia», (Cong. per il Clero, Direttorio, 38, 1998) Questo è un punto delicato, senz’altro il più difficile. In che cosa consiste questo ‘impegno’ a diventare ‘ultimo’? Qual è la logica (alterità) che deve alimentare la vita di un diacono? Esempi pratici…. 4. Un diacono felice “Posto questo vi dico solo un'ultima cosa che si lega con quello che abbiamo detto ed è una ricetta per la felicità o l'infelicità che dice semplicemente così: se voi volete essere infelici nella vita c'è una ricetta che è infallibile, basta che voi facciate il confronto con gli altri”. “Se invece volete essere felici, confrontatevi con Gesù Cristo, cioè misurate la vostra vita davanti a Lui, perché allora non c'è niente che possa distruggere la vostra gioia perché non ci sono delle situazioni così balorde che rovinino la possibilità di servire, che rendano impossibile la possibilità di stare vicino al Signore”. «Sono consacrati e mandati al servizio della comunione ecclesiale, sotto la guida del vescovo con il suo presbiterio. Come il popolo di Dio al quale sono dedicati, i diaconi trovano la loro norma permanente e la loro identità fondamentalmente nella fedeltà al Vangelo e, illuminati dai segni dello Spirito, vivono e realizzano la loro missione in modalità che variano secondo il contesto storico concreto entro cui essa si svolge» CEI, I diaconi permanenti. Orientamenti e norme, 7, 1993 Il pieno compimento di una vocazione è la ‘felicità’ che viene da Dio…. In che modo mi sento confermato nel mio percorso di discernimento?