Diaconi permanenti in Diocesi di Como Riscoperti dal Vaticano II Una riflessione su questa preziosa presenza nella nostra Diocesi Il sacramento dell’Ordine “configura a Cristo in forza di una grazia speciale dello Spirito Santo, allo scopo di servire da strumento di Cristo per la sua Chiesa. Per mezzo dell’ordinazione si viene abilitati ad agire come rappresentanti di Cristo, Capo della Chiesa, nella sua triplice funzione di sacerdote, profeta, re”. L’atto sacramentale dell’ordinazione va al di là di una semplice elezione, designazione, delega o istituzione da parte della comunità, poiché conferisce un dono dello Spirito Santo, che permette di esercitare una potestà sacra, che può venire soltanto da Cristo, mediante la Chiesa. Il sacramento del ministero apostolico comporta tre gradi. Infatti “il ministero ecclesiastico di istituzione divina viene esercitato da quelli che già anticamente sono chiamati vescovi, presbiteri, diaconi, essi sono resi partecipi della funzione di mediazione sacerdotale, potendo parlare e agire, secondo una diversa intensità di partecipazione alla pienezza dell’unico mediatore, in nomine Christi Capitis. L'ORDINE DEL DIACONATO Il servizio dei diaconi nella Chiesa è documentato fin dai tempi apostolici. Una consolidata tradizione, attestata già da Sant’Ireneo e confluita nella liturgia di ordinazione, ha visto l’inizio del diaconato nell’evento dell’istituzione dei sette”, di cui parlano gli Atti degli Apostoli (6,1-6). L’istituzione diaconale fu fiorente, nella Chiesa d’occidente, fino al V-VI secolo, poi, per varie ragioni, essa conobbe un lento declino, finendo con il rimanere solo come tappa intermedia per i candidati all’ordinazione presbiterale. Il concilio di Trento dispose che il diaconato venisse ripristinato, come era anticamente. Ma tale prescrizione non trovò concreta attuazione. Fu il Concilio Vaticano II a stabilire che il diaconato potesse essere ripristinato come grado proprio della gerarchia ed essere conferito a uomini di età matura, anche sposati, così pure a giovani idonei per i quali però deve rimanere in vigore la legge del celibato secondo la tradizione cattolica. PaoloVI con la lettera apostolica Sacrum Diaconatus Ordinem (18 giugno 1967) dà le regole generale per la restaurazione del diaconato nella Chiesa latina. L’anno successivo con la costituzione apostolica Pontificalis Romani Recognitio (18 giugno 1968) approvò il nuovo rito per il conferimento dei sacri ordini dell’episcopato, del presbiterato e del diaconato. Da ormai più di vent’anni il diaconato è diventato una realtà nella nostra Chiesa italiana. Nell’arco del ventennio trascorso, varie Chiese particolari hanno promosso il ripristino del diaconato tra le quali la nostra diocesi. Attualmente si hanno oltre ottocento – mille diaconi ordinati, in almeno cento diocesi, impegnati in forme diverse di ministero. Non sono mancate tuttavia le difficoltà, alcune già note alla storia più antica, anche se oggi presenti in forme nuove. I diaconi partecipano del servizio ecclesiale secondo l’Ordine ricevuto: non per presiedere l’Eucaristia, ma per sostenere in questa presidenza il vescovo e il presbitero. L’esperienza più importante di questi primi decenni dal ripristino del ministero diaconale è che con questa grazia si può favorire un profondo rinnovamento del tessuto cristiano delle comunità ecclesiali mediante la testimonianza della Carità. Il senso del diaconato e il suo esercizio devono essere visti in relazione a una Chiesa che cresce nella consapevolezza di essere Chiesa missionaria. Giovanni Paolo II a più riprese si è occupato del diaco-nato, offrendo importanti precisazioni dottrinali e pastorali. Ai diaconi italiani ha rivolto un invito a guardare con occhi di fede questo ministero, per averne una vera comprensione ecclesiale, e riprendendo i motivi conciliari, afferma che si deve applicare, anche a questi ministri, una partecipazione effettiva ai tria numera sacerdotali: “Il diacono nel suo grado personifica Cristo servo del Padre, partecipando alla triplice funzione del sacramento dell’Ordine”. Perciò il diacono, a buon titolo “è maestro in quanto proclama e illustra la Parola di Dio; è santificatore, in quanto amministra il sacramento del Battesimo, dell’Eucaristia e i sacramentali; è guida, in quanto è animatore di comunità o di settori della vita ecclesiale". Infine i tradizionali compiti liturgici del diacono raffigurano tutto ciò: chi porta all’altare le offerte di comunione del popolo è colui che porta ai fedeli il corpo di Cristo per la comunione; e chi nell’Eucaristia dispensa la Carità di Cristo ai fratelli è colui che dispensa ai poveri il frutto di questa Carità. Con la loro vocazione a servire la Parola, la comunità e i poveri, i diaconi sono il segno storico della continua, servizievole e discreta diaconia di Dio che la Chiesa compie nel mondo. diacono FRANCO PANETTA Parrocchia di Maccio