LA RIFRAZIONE DELLA LUCE La rifrazione è un fenomeno fisico che si verifica quando la luce si trova a superare la superficie di separazione tra due mezzi con proprietà diverse: la luce non procede sul suo cammino in linea retta, ma viene deviata di un angolo che dipende dalla sua inclinazione iniziale rispetto alla superficie di incidenza e dalle proprietà dei mezzi in questione. Il fenomeno, che riguarda qualunque tipo di radiazione, è particolarmente studiato per le radiazioni luminose, nell’ambito dell’ottica geometrica. RIFRAZIONE DELLA LUCE Quando un raggio di luce attraversa mezzi materiali diversi, viene in parte assorbita, in parte riflessa ed in parte trasmessa attraverso il mezzo. In classe abbiamo visto questo fenomeno tenendo sospeso un laser sopra una bacinella d’acqua e puntando il raggio sull’acqua: vedevamo che dal punto di incidenza del raggio uscivano due raggi: uno che passava dentro l’acqua (raggio trasmesso) e l’altro che rimbalzava fuori (raggio riflesso specularmente). Avevamo anche notato che il raggio trasmesso risultava deviato rispetto a quello incidente in quanto era piegato maggiormente verso la verticale rispetto al raggio incidente. Caso analogo ma opposto nel caso in cui puntavamo il raggio laser da dentro l’acqua verso l’aria: in questo caso, il raggio trasmesso (quello che passava dall’acqua all’aria) risultava più piegato verso la superficie di quanto non lo fosse il raggio incidente. Questo accade perché il raggio trasmesso subisce il fenomeno della rifrazione, che è causato dal fatto che la radiazione si propaga con velocità diverse a seconda del mezzo attraversato. La deviazione del fascio, ossia l'ampiezza dell'angolo di rifrazione, dipende dal rapporto tra le velocità che ha la luce nei due mezzi (cheee?!?! Non ti ricordi questa poroprietà?!?! Guarda subito gli appunti del Prof!). Ad esempio, il fascio luminoso riflesso da un pesce nel mare, passando dall'acqua all'aria, aumenta velocità di propagazione e si avvicina alla superficie di separazione tra i due mezzi. La luce sembra allora provenire da un punto situato al di sopra della reale posizione del pesce, che pertanto appare più vicino alla superficie. LE LEGGI DELLA RIFRAZIONE DELLA LUCE La prima legge della rifrazione, analoga a quella della riflessione, afferma che l’onda incidente, l’onda rifratta e la retta normale alla superficie di separazione tra i due mezzi giacciono tutte su uno stesso piano. La seconda legge, detta legge di Snell, stabilisce la relazione che sussiste tra gli angoli di incidenza (I) e di rifrazione (R), date le proprietà ottiche dei mezzi considerati: in termini matematici, afferma che il rapporto tra il seno dell’angolo di incidenza e il seno dell’angolo di rifrazione è uguale al rapporto tra l’indice di rifrazione del secondo mezzo e quello del primo mezzo: nIsen(I) = nrsen(r) (1) L’indice di rifrazione Le proprietà ottiche di un mezzo sono quantificate da un parametro detto indice di rifrazione assoluto n. Si tratta di un numero puro, caratteristico di ogni mezzo, a cui è stato dato il valore convenzionale 1 per il vuoto. Esso rappresenta il fattore di cui si riduce la velocità di propagazione della luce (e di qualunque altro tipo di radiazione elettromagnetica) quando questa viaggia in un mezzo diverso dal vuoto, rispetto al valore che ha nel vuoto. Vale infatti la relazione: n = c/v , con c la velocità della luce nel vuoto (c= 300.000km/s circa) , v la velocità della luce nel mezzo. In genere, l’indice di rifrazione dei gas non si discosta di molto dall’unità (quello dell’aria è 1,000293); quello dei liquidi e dei solidi varia invece da un minimo di 1,3 a un massimo di circa 2,8. L’indice di rifrazione cambia al cambiare del colore In realtà, l’indice di rifrazione assoluto non ha un valore costante, ma varia a seconda del colore della radiazione considerata. Questo significa che se un fascio di luce bianca attraversa una superficie di separazione tra due mezzi, ogni sua componente monocromatica (ogni onda di un determinato colore) viene deviata a un angolo leggermente diverso. È per questo che, quando un fascio di luce bianca attraversa un prisma di vetro, ne emerge un fascio colorato, in cui le singole componenti cromatiche sono ben distinguibili. Si tratta del principio che spiega il fenomeno dell’arcobaleno. (Vedi il sito http://iismarcopololiceoartisticovenezia.gov.it/discscien/chimica/lucecoloriipert1/spettrovisibile.htm ) Il fatto che l’indice di rifrazione dipende dal colore fu usato da Isaac newton, un grandissimo scienziato della seconda metà del 1600, per dimostrare che la luce bianca in realtà è un miscuglio di tutti i colori. Clicca qua per sapere cosa fece Newton e cosa scoprì! ( http://catalogo.museogalileo.it/multimedia/EsperimentoPrisma.html ) Volete creare e filmare dei piccoli arcobaleni a casa? Clicca qua per sapere come fare! ( https://arcobaleno.wikispaces.com/Lezione+6+-+L%27arcobaleno+in+laboratorio ) Il fenomeno della rifrazione è importante poiché è alla base della spiegazione di un gran numero di fenomeni naturali. Tramite la rifrazione è possibile spiegare: o la formazione degli arcobaleni; o la formazione dei miraggi e di altri strani fenomeni ottici (fata Morgana,...); o lo spostamento della posizione apparente di un oggetto (si pensi ad una moneta sul fondo della piscina, o ad un bastone, parzialmente immerso in un liquido trasparente, che appare "spezzato") o la capacità che hanno certi materiali di trasportare e confinare la luce, come se fossero canali (fibre ottiche, guide d'onda...); o la capacità che hanno certi materiali, sagomati in modo opportuno, di curvare la luce (lenti) ANGOLO LIMITE E RIFLESSIONE TOTALE In laboratorio abbiamo fatto un esperimento: abbiamo fatto passare un raggio laser colorato dall’acqua all’aria. Abbiamo notato che, finché il raggio incidente era poco inclinato rispetto alla superficie (cioè, il raggio incidente era quasi perpendicolare alla superficie) il raggio veniva per lo più trasmesso all’aria mentre il raggio riflesso era appena visibile. Appena però il raggio incidente veniva inclinato oltre un certo valore il raggio trasmesso praticamente spariva mentre il raggio riflesso diventata tanto intenso quanto il raggio incidente. Niente di tutto questo accadeva quando invece facevamo incidere il laser dall’alto, cioè facendo passare il raggio dall’aria all’acqua: potevamo vedere sempre un raggio trasmesso (rifratto) ed uno riflesso. E’ perciò evidente che esiste un angolo oltre il quale il raggio incidente non può trasmettersi; di conseguenza tutta la sua energia viene riflessa, producendo la cosiddetta riflessione totale. Questo angolo si chiama angolo-limite e la sua esistenza dipende dalle proprietà ottiche del mezzo di incidenza e di quello di rifrazione. Vediamo di trovare la causa fisica di questo fenomeno. In laboratorio abbiamo visto che un raggio luminoso, passando dall'aria all'acqua (cioè nel caso in cui non appare alcun angolo-limite), si inclina sempre di più verso la verticale (R < I). Che cosa succede se invece il raggio di luce viene emesso nell'acqua? Continuando a fare riferimento all'esperimento visto in laboratorio, notiamo che, l’angolo di rifrazione è sempre maggiore dell'angolo di incidenza. Il fatto che passando dall'acqua all'aria il raggio luminoso si schiacci sempre più sulla linea orizzontale della superficie è la causa dell’esistenza dell’angolo-limite e di conseguenza della riflessione totale. Siccome l'angolo di rifrazione è sempre maggiore dell'angolo di incidenza, aumentando progressivamente l'angolo di incidenza arriveremo ad un angolo limite in prossimità del quale l'angolo di rifrazione diventa esattamente uguale a 90° ed il raggio rifratto scorre esattamente sopra la superficie ! Per angoli superiori all’angolo-limite il raggio rifratto dovrebbe rifrangersi dentro la superficie dell’acqua: ma allora non si ha rifrazione ma riflessione! E tutto il raggio viene riflesso mentre nessun raggio può uscire. Un bell’Applet che mostra la rifrazione con la riflessione totale è mostrato qui ( http://www.claudiocancelli.it/web_education/fisica/riflessione_angolo_limite.swf ). Provalo e vedrai che tutto ti apparirà chiaro! Calcolo del valore dell’angolo-limite Il calcolo del valore dell’angolo-limite è facilmente ottenuto dalla legge di Snell. Sappiamo infatti che si ha angolo-limite quando il raggio rifratto è parallelo alla superficie del liquido, cioè quando R=90°. Perciò l’angolo-limite è quell’angolo di incidenza tale che l’angolo rifratto è 90° e dunque scrivo (passando dall’acqua all’aria): nACQUAsen(LIMITE) = nARIAsen(90°) (2) Sappiamo però che nACQUA=1,33 , nARIA 1 , sen(90°) = 1 sen(LIMITE) = 1/1,33 = 0,752 LIMITE = sen-1(0,752) = 48,8° (3) Motivo fisico della riflessione totale L’eq. (3) si commenta fisicamente affermando: “per angoli di incidenza minori di 48,8° l’angolo rifratto è minore di 90° ; per angoli di incidenza maggiori di 48,8° l’angolo rifratto sarebbe maggiore di 90° ma ciò è impossibile: il raggio rifratto rientra dentro l’acqua e si ha riflessione totale”. Motivo matematico della riflessione totale Seguendo l’insegnamento di Galileo Galilei, sappiamo che In Fisica ogni legge deve essere espressa attraverso un linguaggio matematico. Perciò l’esistenza della riflessione totale deve essere ottenibile usando le pure e semplici equazioni matematiche. La legge della rifrazione è data dall’equazione di Snell: perciò l’esistenza della riflessione totale deve essere ottenibile da tale legge. Supponiamo di incidere sulla superficie dell’acqua con un angolo di incidenza maggiore di 48,8° ad esempio di 60°. L’eq. (2) diventa: 1,33(sen60°) = 1sen(R) [sen(60°)=0,5] sen(R) = 1,33 Impossibile! Il seno dell’angolo non è mai maggiore di 1!! Dunque, per =60° (e più in generale, per >angolo-limite) non esiste un angolo rifratto e dunque tutto il raggio viene riflesso. La legge di Snell ci permette anche di capire anche perché non esiste un angolo-limite passando dall’aria all’acqua. Infatti, in questo caso scrivo (passando dall’aria all’acqua): nARIAsen(LIMITE) = nACQUAsen(90°) sen(LIMITE) = 1,33 Non è possibile che il seno di un qualsivoglia angolo sia maggiore di 1! E perciò nel passaggio ARIAACQUA l’angolo-limite non esiste.