Politica e Istituzioni Economiche Barbara Pancino Lezione 18 – 13 novembre 2013 Il ruolo della politica economica Incertezza e poli.ca economica Nonostante abbiamo affermato più volte che un giusto mix di politica fiscale e monetaria può aiutare un paese a uscire da una recessione, migliorare la situazione commerciale senza innescare una crescita dell’attività economica e quindi anche dell’inflazione, stimolare l’investimento e l’accumulazione di capitale, etc…è sempre più diffusa la convinzione che le autorità di politica economica debbano limitare il loro intervento nell’economia. - Anche se le autorità di politica economica hanno buone intenzioni, a volte finiscono per fare più male che bene. - Le autorità di politica economica agiscono spesso nel loro interesse, che non coincide necessariamente con il benessere del paese. Quanto ne sanno davvero i macroeconomis.? In caso di un’economia con elevata disoccupazione quali quesiti si dovrebbe porre la banca centrale nel caso stia considerando l’opportunità di usare la politica monetaria per aumentare l’attività economica? Pensate alla sequenza logica che lega un’espansione della moneta a un aumento della produzione e a tutti i quesiti che si dovrà porre la banca centrale per valutare l’opportunità e l’ammontare dell’espansione monetaria: - L’elevato tasso di disoccupazione segnala che la disoccupazione è al di sopra del suo tasso naturale, oppure che il tasso naturale è aumentato? - Se il tasso di disoccupazione è molto vicino al tasso naturale, non c’è il rischio che una politica monetaria espansiva riduca la disoccupazione al di sotto del tasso naturale, provocando in tal modo un’accelerazione dell’inflazione? Quanto ne sanno davvero i macroeconomis.? - Ma di quanto diminuiranno i tassi di interesse a breve in seguito alla variazione dell’offerta di moneta? Di quanto diminuiranno i tassi d’interesse a lungo termine in seguito alla riduzione dei tassi di interesse a breve? Di quanto si deprezzerà la moneta nazionale? - Quanto tempo ci vorrà prima che i tassi di interesse a lungo termine influenzino la spesa per consumi e per investimenti? Dopo quanto tempo si manifestano gli effetti della curva J e la bilancia commerciale migliora? Qual è il rischio che tali effetti si verifichino troppo tardi, quando ormai l’economia si sarà già ripresa? Quanto ne sanno davvero i macroeconomis.? Nel valutare tali questioni, la banca centrale – o in generale i responsabili della politica macroeconomica – di solito non tirano a indovinare, ma si basano su modelli macroeconometrici. Le equazioni incluse in tali modelli forniscono stime del comportamento delle stesse relazioni in passato. Il problema è che modelli diversi danno risposte diverse, in quanto sono costruiti su strutture differenti e includono equazioni e variabili diverse. Consideriamo uno shock di politica monetaria: l’economia dell’area dell’euro sta registrando una crescita corrispondente al tasso normale e, nel corso di un anno, la Bce decide di aumentare il tasso di interesse nominale di breve periodo di un punto percentuale. Cosa succederà al livello di produzione nell’area dell’euro? Quanto ne sanno davvero i macroeconomis.? La tabella mostra la deviazione della produzione dal caso base, ovvero una crescita corrispondente al tasso normale, prevista dai 4 modelli macroeconomici disponibili per l’area dell’euro. Quanto ne sanno davvero i macroeconomis.? Tutti i modelli macroeconomici disponibili per l’area dell’euro descrivono l’economia come l’abbiamo studiata finora: l’economia tende al suo equilibrio di medio periodo in cui la produzione ed il tasso di disoccupazione sono al loro livello naturale. Tutti i modelli ipotizzano che i mercati finanziari, le imprese e le famiglie assumano le decisioni economiche in base alle proprie aspettative “razionali” circa il futuro. Il range di risposte derivante da questo gruppo di modelli determina un certo grado di incertezza relativo agli interventi di politica economica. L’incertezza può giustificare un minor intervento pubblico nell’economia? I responsabili della politica economica dovrebbero limitare il loro intervento nell’economia, semplicemente perché gli effetti delle loro azioni sono incerti? In generale, la risposta è sì. Teoria dell’incertezza accumulata: se gli effetti della politica economica sono incerti, politiche più attive aumentano l’incertezza. Incertezza e limiti agli interventi di politica economica Gli effetti della politica macroeconomica sono caratterizzati da notevole incertezza. Tale incertezza dovrebbe indurre a maggiore prudenza nell’attuare misure correttive dell’economia e a usare una politica economica meno attiva. L’obiettivo generale della politica economica dovrebbe essere evitare recessioni prolungate, prevenire eccessive espansioni e debellare eventuali pressioni inflazionistiche. Nel definire le politiche economiche non si dovrebbe perseguire il cosiddetto“fine tuning”, cioè volere a tutti i costi raggiungere un obiettivo prefissato, come una disoccupazione costante o una crescita stabile della produzione. Aspettative e politica economica L’uso della macroeconomia per controllare l’economia è fondamentalmente diverso dal controllo di una macchina complessa (come si pensava 30 anni fa). L’economia è infatti composta da persone e da imprese che cercano di anticipare le azioni del governo e che rispondono alle politiche correnti, ma anche alle aspettative sulla politica futura. In passato, l’analisi della politica macroeconomica utilizzava in gran parte la “teoria del controllo ottimo”. La politica economica può essere considerata come un“gioco” tra il governo e l’economia. Invece di utilizzare la teoria del controllo ottimo, la“teoria dei giochi” permette di analizzare la politica economica attraverso l’interazione strategica tra i giocatori. Dirottamenti aerei e negoziazioni La maggior parte dei governi ha stabilito di non negoziare in alcun modo con i dirottatori di aerei. L’obiettivo è scoraggiare i dirottamenti, togliendo ogni incentivo a dirottare un aereo. A dirottamento avvenuto, perché non negoziare? Annunciare di non essere disposti a negoziare, ma negoziare in caso di dirottamento. A prescindere dal fatto che, a dirottamento avvenuto, le trattative di solito hanno un esito migliore, la politica più appropriata è impegnarsi a non negoziare. Rinunciando all’opzione di negoziare, il governo può prevenire efficacemente i dirottamenti. Un riesame di inflazione e disoccupazione Si supponga che la banca centrale annunci che seguirà una politica monetaria compatibile con un’inflazione nulla. Se la banca centrale mantiene la sua promessa, sceglierà un tasso di disoccupazione pari al suo tasso naturale. A questo punto, la banca centrale può migliorare l’esito deviando dalla politica annunciata di inflazione nulla: accettando un pò di inflazione, può ridurre notevolmente la disoccupazione. Incoerenza temporale: incentivo a deviare dalla politica annunciata una volta che i giocatori hanno fatto le loro mosse. Come diventare credibili? Come può la banca centrale impegnarsi a non deviare da una politica annunciata? Un modo per stabilire la credibilità è rinunciare al proprio potere di azione. In alternativa: - rendere indipendente la banca centrale; - incentivare la banca centrale ad adottare un orizzonte temporale più lungo; scegliere un governatore «conservatore», cioè che sia particolarmente avverso all’inflazione. - Questi sono i passi compiuti da molti paesi negli ultimi due decenni: è stata accordata più indipendenza alle banche centrali; è stato allungato il mandato dei governatori; i governi hanno spesso nominato governatori ritenuti più «conservatori» di quanto non lo fossero loro stessi, cioè che si preoccupassero più dell’inflazione che non della disoccupazione. Inflazione e indipendenza della banca centrale Una maggiore indipendenza della banca centrale è sistematicamente associata a un’inflazione minore Incoerenza temporale e restrizioni all’intervento pubblico nell’economia In presenza di problemi di incoerenza temporale, porre limiti alla politica economica – come un tasso costante di crescita della moneta – può essere una buona soluzione. Tuttavia questa soluzione può avere costi elevati se impedisce del tutto l’uso della politica macroeconomica. Soluzioni più convenienti, di solito, prevedono la costituzione di istituzioni più efficienti (come una banca centrale indipendente) che possano attenuare il problema dell’incoerenza temporale, senza eliminare la politica monetaria come strumento di stabilizzazione macroeconomica. Politica e politica economica I politici evitano spesso di prendere decisioni dolorose e si prestano agli interessi dei loro elettori; la politica di parte blocca il processo politico, non consentendo di arrivare a risultati concreti. Per attuare gli interventi macroeconomici è necessario contemperare tra loro obiettivi di breve e di lungo periodo, per esempio perdite di breve periodo contro guadagni di lungo periodo o, viceversa, guadagni di breve periodo contro perdite di lungo periodo. Se gli elettori non sono lungimiranti, oggi una maggior crescita può far vincere le elezioni. Si parla di ciclo economico politico, caratterizzato da una crescita mediamente più elevata prima delle elezioni piuttosto che dopo le elezioni. I giochi tra le autorità di politica economia e gli elettori Evoluzione del rapporto debito/Pil negli Stati Uniti dal 1900. Gli episodi di aumento del debito pubblico sono avvenuti in circostanze avverse, non per calcoli elettorali: la prima guerra mondiale, la grande depressione e la seconda guerra mondiale (periodi di calo eccezionale della produzione e aumento della spesa pubblica). I giochi tra le autorità di politica economia e gli elettori Tassi medi di crescita del Pil per ciascuno dei quattro anni di ogni governo del Regno Unito a partire dal 1974 al 2007. Anno di governo primo secondo terzo quarto quinto Conservatori 1,46 1,26 1,29 1,39 1,35 Laburisti 1,34 1,65 1,89 0,82 1,50 Media 1,40 1,47 1,59 1,16 1,43 Sembra possibile concludere che i governi conservatori, a differenza dei propri oppositori, abbiano cercato di stimolare l’economia verso la fine del proprio mandato al fine di vincere le elezioni. I giochi tra i responsabili della politica economica Al crescere del debito, la crescente necessità di ridurre il disavanzo potrebbe costringere il parlamento e i governi futuri a ridurre la spesa (cosa che altrimenti non sarebbero stati disposti a fare). Tuttavia, data l’impopolarità di queste manovre, solo quando il disavanzo avrà raggiunto livelli preoccupanti e sarà urgente provvedere al rientro, uno dei partiti rinuncerà alle sue posizioni. Gli studiosi di teoria dei giochi definiscono queste situazioni guerre di attrito: la speranza che prima o poi l’avversario finisca col cedere genera prolungati e costosi ritardi.