Piante grasse La palma A. Midlarz/Studio Editoriale Brillante X7 malgascia È una curiosa “cugina” dell’oleandro che viene dall’Oceano Indiano e ci permetterà di dare un tocco di originalità al giardino e alla casa 80 il mio giardino Pachypodium lamerei C uriosa, bizzarra, scenografica, di sicuro non banale. Osservandola si capisce subito perché viene chiamata “palma del Madagascar”, nonostante non sia affatto una palma. Anzi, l’occhio più attento può cogliere nelle foglie la somiglianza di un suo “cugino” botanico: l’oleandro. Pachypodium lamerei, infatti, specie endemica della grande isola africana, appartiene alla famiglia delle Apocynaceae, la stessa dell’oleandro, appunto, ma anche della plumeria e della pervinca, solo per citare le più famose. Il suo fusto dall’aspetto succulento è ricoperto di lunghi aculei (in realtà sono stipole, ovvero appendici che si formano alla base dei piccioli), raggruppati a tre a tre, alla base dei quali si formano le lucide foglie verdi che hanno una nervatura più chiara. A mano a mano che la pianta cresce, il tronco tende a spogliarsi alla base, lasciando sulla “testa” solo il curioso ciuffo ricadente di fronde che è valso a Pachypodium lamerei l’appellativo di “palma”, anche perché in natura cresce diversi metri in altezza. Quando la pianta è adulta e vive in condizioni ottimali riesce a fiorire con corolle bianche a cinque lobi che durano tutta l’estate. Il trapianto in 3 mosse ➊ Estraiamo una piantina di 6 mesi dal suo vaso di diametro 8 cm. Procuriamoci del terriccio drenante per piante grasse con pomice. ➋ Trasferiamola in un vaso di diametro 10 cm. Riempiamo con un po’ di terra senza premerla contro le delicate radici per non ferirle. ➌ Lasciamola asciugare per 10 giorni, nella stessa posizione in cui era prima del trapianto. Se la spostiamo rischiamo danni seri. ➋ ➊ ➌ “Quando la temperatura scende a 5 gradi dobbiamo ritirare i vasi dentro casa” Come coltivarla I fiori compaiono sulle cime apicali. È, però, difficile vederli, alle nostre latitudini Il grande frutto somiglia al cetriolo. A maturazione si apre lungo le cuciture La moltiplicazione avviene per seme ed è un’operazione per mani esperte Alle nostre latitudini possiamo coltivare un Pachypodium solo in vaso perché durante l’inverno la pianta non deve praticamente essere bagnata. Teniamola allora in contenitore, posizionandola possibilmente in pieno sole sia in giardino sia sul terrazzo. Durante l’estate un esemplare di circa 3040 cm (circa 3 anni di età) deve bere giusto un paio di bicchieri d’acqua ogni quindici giorni oppure accontentarsi delle piogge di stagione, facendo attenzione alle grandinate che potrebbero causare marciumi. Quando la temperatura scenderà verso i 5 °C, prima che cominci a perdere le foglie per il freddo, sarà giunto il momento di portarla in casa, davanti a una finestra o comunque in un luogo luminoso, e di smettere di annaffiarla, se non una volta al mese. Il resto delle pratiche colturali prevede solo un paio di concimazioni all’anno, con un fertilizzante liquido da aggiungere alle annaffiature in primavera ed estate, e la rimozione delle foglie che si seccano e che possono trasmettere patologie. il mio giardino 81