UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÁ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN TECNICHE DI RADIOLOGIA MEDICA, PER IMMAGINI E RADIOTERAPIA “STUDIO NON INVASIVO DELLA CIRCOLAZIONE CEREBRALE CON RISONANZA MAGNETICA: QUANTIFICAZIONE DEI FLUSSI CON SOFTWARE “NON- INVASIVE OPTIMAL VESSEL ANALYSIS (NOVA)” Relatore: Dr.ssa Maria Grazia Bruzzone Correlatore: CTSRM Luciana Caposio Elaborato di Laurea di: Savina Solimando Matricola: 728566 A.A. 2009/2010 1 Autorizzazione alla consultazione dell’elaborato finale di Laurea Il/la sottoscritt… ……………………………....................................................... n° matr. ............. nat… a ........................................................................ il ……............. autore dell’elaborato scritto dal titolo: ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... ....................................................................................................... autorizza non autorizza la consultazione dell’elaborato stesso, fatto divieto di riprodurre, in tutto o in parte, quanto in esso contenuto. Data ................................................................................................ Firma ............................................................................................... (apporre una X sulla casella scelta) Spazio riservato all’Ufficio Segreteria Il/la ................................................................................................. Laureato in «Tecniche di Radiologia Medica, per immagini e radioterapia» con la votazione di: (in cifre) .............................. (in lettere) ............................................ e registrato al progressivo N° .............. del registro numero .................. dei verbali di laurea 2 Ai miei figli, a mio marito, ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuta ed incoraggiata. 3 Sommario INTRODUZIONE................................................................................... 8 1. VASCOLARIZZAZIONE DELL’ENCEFALO .........................................10 1.1. Circolo anteriore .......................................................................11 1.2. Circolo posteriore .....................................................................12 1.3. Circolo di Willis.........................................................................12 1.4. Circolo venoso intracranico ........................................................13 1.5. Cenni di fisiopatologia del circolo intra ed extracranico ..................14 2. METODICHE PER LA VALUTAZIONE DELLA VASCOLARIZZAZIONE CEREBRALE........................................................................................16 2.1. Metodiche dirette......................................................................16 2.2. Metodiche indirette ...................................................................16 3. ANGIOGRAFIA CON RISONANZA MAGNETICA (ANGIO-RM) ..............19 3.1. I flussi e gli effetti del moto in risonanza magnetica .....................19 3.2. Angio-RM (note introduttive)......................................................20 3.3. Angio-RM a tempo di volo (TOF) .................................................21 3.4. Angio-RM a contrasto di fase (PC)...............................................27 3.5. Artefatti e trabocchetti ..............................................................30 4. QUANTIFICAZIONE DEL FLUSSO: IL METODO “NOVA”.....................31 4.1. Metodo....................................................................................32 4.3. Desktop...................................................................................34 4.4. Prescrizione dei vasi (3DP).........................................................35 4.5. Analisi del flusso (3D FLOW) ......................................................36 4 4.6. Referto....................................................................................38 5. ESEMPIO ...................................................................................39 CONCLUSIONI ....................................................................................42 GLOSSARIO .......................................................................................43 BIBLIOGRAFIA....................................................................................44 5 INDICE DELLE FIGURE Figura 1 Tronchi sovra-aortici..............................................................11 Figura 2 Circolo di Willis .....................................................................13 Figura 3 seni venosi della dura madre. (da Balboni et al. Terza edizione pag.534). ..........................................................................................14 Figura 4 Angio-TC dei vasi del collo in un paziente maschio di 73 anni che evidenzia la mancata visione dell’origine dell’arteria carotide interna di destra; ricostruzione 3D di superficie (A) e MIP (B). ................................17 Figura 5 Flusso laminare, turbolento e ricircolante .................................20 Figura 6 Schema delle fasi di svolgimento di un esame con il protocollo NOVA ................................................................................................33 Figura 7 panoramica ..........................................................................34 Figura 8 visualizzazione 3D per posizionare le aree di taglio...................35 Figura 9 schermata iniziale per l’analisi del flusso ..................................36 Figura 10 posizione dei vasi in 3D .......................................................37 Figura 11 visione dei vasi elaborati......................................................38 Figura 12 valori di flusso ....................................................................38 Figura 13 Stenosi della carotide interna destra e vertebrali....................39 Figura 14 NOVA – Stato Preoperatorio NOVA – Stato Postoperatorio ......40 6 INDICE DELLE TABELLE Tabella 1 Parametri sequenza TOF.......................................................23 Tabella 2 Confronto TOF 2D/3D...........................................................26 Tabella 3 Confronto sequenza Phase Contrast 2D/3D .............................29 7 INTRODUZIONE Tra le indagini strumentali non invasive sviluppate per lo studio della vascolarizzazione e della perfusione cerebrale ricordiamo: 1) la Risonanza Magnetica (RM), l’angio-RM e la perfusione (PWI) con RM per lo studio non invasivo dell’anatomia cerebrovascolare e della perfusione cerebrale con mappe specifiche. 2) l’angio-TC e la TC con perfusione che permettono rispettivamente un’analisi morfologica dei vasi e funzionale del parenchima; 3) l’ecocolor-doppler dei tronchi sovra-aortici e il doppler transcranico (TCD) 4) gli studi di medicina nucleare mediante Tomografia Computerizzata ad Emissione di Fotone Singolo (SPECT) e Tomografia ad Emissione Positronica (PET) che con l’utilizzo di traccianti radioattivi permettono la valutazione prevalentemente “metabolica” dei tessuti cerebrali [7] In questo lavoro verranno prese in considerazione le metodiche non invasive che si possono effettuare in RM e ne saranno discussi i principi fisici, la modalità di esecuzione e le indicazioni . Alla fine degli anni novanta Zhao, Charbel [11] e altri collaboratori dell’Università dell’Illinois di Chicago hanno creato un software che unito alle tecniche di angio RM permette la determinazione della portata sanguigna e della velocità di flusso all’interno dei vasi cerebrali. Il software NOVA (Noninvasive Optimal Vessel Analysis) è in grado di ricostruire tridimensionalmente - mediante un algoritmo creato da Zhao et al e denominato “marching-cube” - l’albero vascolare del paziente sulla base di acquisizioni angio-RM time of flight (TOF); tale ricostruzione permette di scegliere i vasi da studiare e i punti dove si vuole fare una quantificazione del flusso. L’analisi quantitativa viene svolta infine su immagini Phase Contrast (PC). Il NOVA rappresenta pertanto un nuovo strumento di supporto per la diagnostica clinica e la valutazione del follow-up in pazienti selezionati; quindi il suo utilizzo è consigliato assieme o in aggiunta ai metodi standard per lo studio della vascolarizzazione cerebrale (TC, angio-TC, RM ecc.). Recentemente il software NOVA è stato acquisito come 8 supporto diagnostico presso la Neuroradiologia della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico C. Besta. In questo Istituto è stato inizialmente utilizzato il software NOVA per lo studio di pazienti con patologie vascolari note in anamnesi, al fine di verificare la reale efficacia e la validità di questo nuovo strumento diagnostico al confronto con mezzi d’indagine già validati. A tale scopo è stato elaborato un protocollo RM comprendente: studio RM standard, anche con sequenze in diffusione (DWI); acquisizione TOF dei vasi del collo e/o intracranici; valutazione dei flussi e delle portate sanguigne con il software NOVA applicato ai dati di angio-RM TOF. In questa tesi verrà analizzato, da un punto di vista tecnico, il protocollo elaborato, verrà presentato il software NOVA e analizzato il contributo del TSRM a questi studi innovativi del flusso vascolare cerebrale. 9 1. VASCOLARIZZAZIONE DELL’ENCEFALO L’irrorazione sanguigna dell’encefalo è fornita da due circoli: un circolo anteriore formato dalle arterie carotidi interne ed un circolo posteriore che prende origine dalle arterie vertebrali. Dopo un percorso extracranico nel collo, i due circoli si anastomizzano tra loro dando luogo ad un circolo arterioso intracranico, detto poligono del Willis, di fondamentale importanza funzionale. Il circolo anteriore è responsabile dell’70% della perfusione e quello posteriore del 20%. Il circolo cerebrale è mantenuto in condizioni di piena autonomia con un meccanismo di autoregolazione che consente di mantenere inalterato il flusso al variare della pressione sistemica e di adattarlo localmente alle variabili esigenze metaboliche di aree cerebrali impegnate in compiti specifici. Nella pratica, questo sistema di autoregolazione funziona fino a valori di Pressione Sistemica compresi fra 40 e 160 mmHg: al di sotto si ha ischemia ed al di sopra di ha edema. A livello extracranico, le arterie carotidi comuni sono i principali vasi arteriosi per l’irrorazione del collo e della testa. L’arteria carotide comune destra origina dal tronco brachiocefalico posteriormente all’articolazione sternoclavicolare destra. L’arteria carotide comune sinistra si stacca direttamente dall’arco aortico ed è appena più lunga della destra. Entrambe le arterie risalgono nel collo in entrambi i lati ed a livello della cartilagine tiroidea della laringe, si biforcano per dare origine alle arterie carotidi interna ed esterna. L’arteria vertebrale; si stacca dalla prima porzione dell’arteria succlavia, si dirige in alto, attraversa i fori trasversali delle vertebre cervicali a partire dalla 6° vertebra cervicale in su, compreso l’epistrofeo, e penetra nel cranio attraverso il foro occipitale (Fig. 1) 10 Figura 1 Tronchi sovra-aortici 1.1. Circolo anteriore E’ sostenuto dall’arteria carotide interna che si divide nelle arterie cerebrale anteriore, cerebrale media, corioidea anteriore e comunicante posteriore che sono i suoi rami terminali. Arteria cerebrale anteriore: decorre lungo la scissura fra i due emisferi, seguendo il profilo della volta cranica, in continua comunicazione tramite rami anastomotici con quella dello stesso lato. Il primo di questi rami si chiama ramo comunicante anteriore che, come vedremo, fa parte del poligono del Willis. Il territorio di distribuzione dell’arteria cerebrale anteriore comprende tutta la zona interemisferica del lobo frontale e tutta l’area superiore lungo la scissura degli altri emisferi, compreso il corpo genicolato. 11 Arteria cerebrale media: ramo maggiore, decorre lateralmente rispetto al piano di divisione della carotide interna e si occupa della vascolarizzazione di tutta la parte laterale dei lobi cerebrali; i suoi rami perforanti forniscono la vascolarizzazione per i nuclei del putamen, del pallido e della capsula interna. Arteria coroidea anteriore: decorre lungo il tratto ottico, irrorando principalmente questo, l’ippocampo, la coda del caudato, l’amigdala, parte del globo pallido, la capsula interna e fornendo i rami per i plessi coroidei. Arteria comunicante posteriore: fornisce un ramo a destra ed a sinistra del poligono del Willis. 1.2. Circolo posteriore Le due arterie vertebrali entrano nel forame magno del cranio e si uniscono insieme a formare il tronco comune dell’arteria basilare. Il tronco comune dell’arteria basilare, dividendosi a T, termina nelle due arterie cerebrali posteriori, che oltre a formare il lato inferiore del poligono del Willis si prolungano fornendo rami corticali per i lobi temporali ed occipitali, per le pareti del III ventricolo, del talamo e dell’ipotalamo. 1.3. Circolo di Willis Si tratta del sistema anastomotico che mette in comunicazione il circolo anteriore con quello posteriore, permettendo l’equilibratura delle pressioni e probabilmente l’adattamento della resistenza vascolare arteriolare alle variazioni della pressione sistemica [6]. E’ formato dall’arteria comunicante anteriore, dalle arterie cerebrali anteriori, tratto A1, dalle arterie comunicanti posteriori (lateralmente), dalle arterie cerebrali posteriori ( (Fig 2). Questo quadro “normale” è presente solo nel 50% dei soggetti e vi possono essere variazioni fisiologiche del quadro sopra descritto. 12 Figura 2 Circolo di Willis 1.4. Circolo venoso intracranico Il drenaggio venoso dell’encefalo, delle meningi, dell’occhio e degli annessi oculari, dell’organi dell’udito e delle ossa craniche, è assicurato dalle vene diploiche, dalle vene meningee, dalle vene cerebrali superficiali e profonde e da canali venosi detti seni della dura madre che sono in comunicazione con vene extracraniche; il sangue venoso dei seni della dura madre viene scaricato prevalentemente attraverso i seni trasversi che sfociano nelle vene giugulari interne (Fig. 3). 13 Figura 3 seni venosi della dura madre. (da Balboni et al. Terza edizione - pag.534). 1.5. Cenni di fisiopatologia del circolo intra ed extracranico Il cervello è un organo molto sensibile ad alterazioni circolatorie. I vasi cerebrali hanno caratteristiche anatomiche e fisiologiche uniche, che proteggono il cervello da compromissioni circolatorie. Quando questi meccanismi protettivi falliscono a causa di disturbi e patologie che coinvolgono i vasi sanguigni, si possono verificare danni sia reversibili che permanenti del cervello [10]. Più dettagliatamente, per quanto riguarda il circolo anteriore, l’occlusione dell’arteria cerebrale media all’origine, porta ad emiplegia contro laterale (facio-brachio-crurale), emianestesia ed emianopsia omonima (dovuta all’infarto del corpo genicolato laterale. L’occlusione dell’arteria cerebrale anteriore, in sede prossimale rispetto alla sua connessione con l’arteria comunicante anteriore, è generalmente ben tollerata, poiché l’arteria contro laterale assicura un adeguato flusso ematico. I disturbi più gravi si verificano quando entrambe le arterie prendono origine da un solo tronco arterioso cerebrale anteriore (arteria azygos) e consistono in paraplegia, incontinenza, sintomi di abulia e afasia motoria e alterazioni della personalità da interessamento del lobo frontale. 14 Un infarto completo, dovuto all’occlusione di un’arteria cerebrale anteriore distalmente all’arteria comunicante anteriore, comporta un deficit sensitivomotorio al piede e alla gamba contro laterale e una paresi di grado minore della spalla e del braccio, con risparmio della mano e della faccia. Le arterie vertebrali hanno un lungo decorso extracranico e passano attraverso i processi trasversi delle vertebre da C6 a C1 prima di entrare nella cavità cranica, quindi ci si può attendere che siano esposte più facilmente a traumi, compressione spondilogena e ad una varietà di patologie vascolari. La dissecazione dell’arteria vertebrale si manifesta con dolore cervico-occipitale generalmente bilaterali. e Le deficit funzionali conseguenze del tronco dell’occlusione di cerebrale, un’arteria vertebrale sono estremamente variabili; quando sono presenti due arterie di dimensioni adeguate, l’occlusione di una di esse generalmente non riduce il flusso sanguigno in modo tale da causare sintomi o segni evidenti, né alterazioni patologiche. Raramente l’occlusione o l’insufficienza dell’arteria vertebrale o di uno dei suoi rami può provocare un infarti. Il quadro clinico dell’insufficienza dell’arteria basilare può avere origine in diversi modi, o per occlusione in corrispondenza di una placca aterosclerotica che si è ulcerata, o per occlusione da parte di un embolo [1]. La sindrome da occlusione dell’arteria basilare rappresenta un evento clinico drammatico. Spesso il paziente entra in coma a causa dell’ischemia del sistema reticolare di attivazione situato nella parete superiore del mesencefalo. Per quanto riguarda la patologia del circolo extracranico, è necessario poter diagnosticare se esiste una patologia steno-occlusiva carotidea e se vi è necessità di endoarteriectomia chirurgica in pazienti con quadro di steno-occlusione. 15 2. METODICHE PER LA VALUTAZIONE DELLA VASCOLARIZZAZIONE CEREBRALE 2.1. Metodiche dirette Angiografia cerebrale: Questa tecnica si è evoluta negli ultimi 50 anni fino al punto di rappresentare, con l’angiografia digitale, un metodo relativamente sicuro ed estremamente valido per la diagnosi di aneurismi, malformazioni vascolari, arterie e vene stenotiche od occluse, dissezioni arteriosi e angioiti [2]. L’utilizzo ai fini diagnostici si è ridotto in seguito all’avvento della TC e della RM mentre si è sviluppato l’utilizzo ai fini terapeutici. 2.2. Metodiche indirette Angio-TC: nasce e si afferma come metodica diagnostica complementare all’angiografia tradizionale, all’angio-RM e all’ecodoppler nella valutazione morfologica delle strutture vascolari. Nell’angio-TC la quantità di mezzo di contrasto iniettata è decisamente inferiore a quella dell’angiografia, inoltre non è necessario l’uso di sonde e cateteri perché l’iniezione è endovenosa. I dati ottenuti dall’esame angio TC vengono poi inviati alla consolle di ricostruzione e ricostruiti con tecniche MPR cioè multiplanari o MIP (maximum intensity projection) o SSD di superficie (Fig. 4). 16 Figura 4 Angio-TC dei vasi del collo in un paziente maschio di 73 anni che evidenzia la mancata visione dell’origine dell’arteria carotide interna di destra; ricostruzione 3D di superficie (A) e MIP (B). Tra i vantaggi di questa metodica diagnostica abbiamo: la possibilità di visualizzare sia le vene sia le arterie anche in presenza di stenosi; la particolare utilità nello studio delle placche miste e nell’evidenziarle in zone altrimenti difficilmente raggiungibili; la possibilità di valutare la superficie endoluminale della placca evidenziata dal mezzo di contrasto; la brevissima durata dell’esame che evita il ricovero del paziente necessario per l’angiografia tradizionale; 17 la mancanza di rischi legati alla puntura dell’arteria necessaria nell’angiografia tradizionale; Tuttavia questa metodica di indagine presenta qualche limite: l’invasività legata all’utilizzo di mezzo di contrasto (il rischio per il paziente è comunque bassissimo) e di radiazioni ionizzanti (in misura tuttavia decisamente inferiore rispetto all’esame tradizionale); la scarsa panoramicità; il tempo necessario alla rielaborazione delle immagini; la presenza di possibili artefatti dovuti ai metodi di ricostruzione delle immagini soprattutto in vicinanza di strutture ossee come la base cranica. TC perfusionale: è una metodica utile per lo studio della perfusione cerebrale, sfrutta la proporzionalità diretta tra concentrazione del mezzo di contrasto e i suoi valori di attenuazione che rende i valori ottenuti facilmente confrontabili e riproducibili. Angio-RM: metodica trattata per esteso nel capitolo successivo. Perfusione con RM: tramite questa metodica è possibile ricavare il volume ematico cerebrale (CBV), il flusso ematico cerebrale (CBF) ed il tempo medio di transito (MTT) impiegato dal sangue per attraversare una data regione di tessuto cerebrale. Possono essere schematicamente considerate due classi principali di tecniche di perfusione con RM: quelle basate sull’utilizzo come traccianti di mezzi di contrasto e le tecniche che impiegano i cosiddetti contrasti di tipo endogeno (ASL, arterial spin labeling) cioè sfruttano la suscettibilità magnetica del sangue mediante impulsi di radiofrequenza che vanno a perturbare la magnetizzazione dei protoni legati alle molecole di acqua del sangue. Queste tecniche con contrasti endogeni sebbene siano già state utilizzate con successo nell’uomo, sono ancora in fase di sperimentazione clinica. A livello applicativo queste metodiche di studio sulla perfusione si sono rilevate molto importanti nella valutazione della patologia cerebrovascolare ischemica, potendo andare ad indagare anche la fase iperacuta ed acuta di un ictus cerebrale ischemico e consentendo così una diagnosi precoce ed una 18 valutazione migliore della penombra ischemica. Nella patologia ischemica di tipo cronico queste metodiche consentono una valutazione della riserva cerebrovascolare, potendo così evidenziare il rischio di eventuali attacchi ischemici in pazienti con disturbi dell’autoregolazione della perfusione cerebrale [4]. Queste tecniche hanno trovato anche applicazione nello studio della perfusione psichiatriche e nelle patologie degenerative, di nei tipo neoplastico, traumi cranici, nelle malattie nell’emicrania e nell’epilessie. 3. ANGIOGRAFIA CON RISONANZA MAGNETICA (ANGIO-RM) 3.1. I flussi e gli effetti del moto in risonanza magnetica La conoscenza dei principi fondamentali della fisica dei fluidi e quindi dei flussi è opportuna per la corretta interpretazione delle immagini angio-RM e, soprattutto, per una scelta razionale delle differenti tecniche da parte dell’operatore, in funzione sia del distretto corporeo che della patologia da esaminare. I modelli di flusso possono essere descritti secondo un criterio spaziale (flusso laminare e ricircolante e flusso turbolento) (Fig 5) e temporale (flusso costante e flusso pulsatile). Si chiama laminare quel flusso in cui la velocità in ogni punto resta sempre parallela alla direzione del moto, cioè all’asse maggiore del vaso. In questo caso, il fluido si muove come se fosse formato da sottili lamine fluide che scivolano una sull’altra senza mescolarsi. Per flusso ricircolante si intende un flusso vorticoso che sostanzialmente si verifica in corrispondenza delle curvature dei vasi, come ad esempio a livello della biforcazione carotidea. Il flusso turbolento viene definito come quel flusso che in ogni punto della corrente presenta una direzione istantanea casuale. A differenza del flusso ricircolante, nel quale la direzione non è casuale e la posizione può essere prevista con certezza, nel flusso turbolento la posizione istantanea di una particella può essere determinata solo in maniera probabilistica. Il flusso pulsatile è un flusso incostante nel tempo e nello spazio, caratterizzato da una duplice componente laminare e turbolente 19 e con differenti velocità di flusso dalla periferia all’asse centrale del lume vasale sezionato trasversalmente, come ad esempio si verifica a livello dei vasi arteriosi di medio e grosso calibro in conseguenza delle fasi sistolica e diastolica del ciclo cardiaco. E’ presente anche nei vasi venosi [9]. Figura 5 Flusso laminare, turbolento e ricircolante 3.2. Angio-RM (note introduttive) L’angio-RM è una tecnica di RM che si è molto sviluppata negli ultimi anni, per l’evoluzione tecnologica, l’aumento dell’intensità dei campi magnetici, lo sviluppo di bobine e di software dedicati e la messa a punto di sequenze di acquisizione e di tecniche di imaging molto sofisticate [3]. Mediante l’angio-RM, per la sua sensibilità al movimento ed ai fenomeni di flusso, è possibile ottenere immagini angiografiche ed informazione sulla quantificazione dei flussi anche senza l’impiego di mdc. La metodica si basa su due fenomeni che possono provocare, a seconda delle sequenze, un’assenza o un vuoto di segnale (flow void phenomenon) e/o un’elevata intensità di segnale (flow related enhancement) e costituiscono la base sia delle tecniche di angio-RM che di quelle di quantificazione dei flussi (metodo “NOVA”): Fenomeno del tempo di volo (TOF ossia Time-Of-Flight), provocato dell’entrata/uscita (wash-in/wash-out) di spin in rapporto all’emissione degli impulsi di RF. I fenomeni TOF sono influenzati da diversi fattori: velocità del flusso spessore di strato o di volume di acquisizione ordine e modalità di acquisizione degli strati TR e tipo di sequenza impiegata tempo di rilassamento T1 del sangue 20 geometria di acquisizione in relazione al decorso delle strutture vascolari da esaminare. 3.3. Angio-RM a tempo di volo (TOF) Questa tecnica si basa sulla proprietà del tessuto stazionario di diventare parzialmente saturo dopo pochi TR (< 50 ms) mentre il flusso ematico che penetra lo strato, fornendo continuamente spin non saturi ossia con MML, produce un elevato segnale. Il contrasto fra spin stazionari e quelli mobili è influenzato da una serie di fattori e parametri ovvero da scelte tecniche operatore-dipendenti, che devono sempre essere valutate con attenzione e scrupolo [5]. Premesso che un’apparecchiatura ad elevata intensità di campo magnetico influenza positivamente la qualità dell’angio-RM TOF per incremento del rapporto segnale-rumore, una corretta programmazione della sequenza comporta essenzialmente i seguenti parametri (Tab. 1): 21 Sapendo che continuamente, il sangue, permane per rigenerandosi tempo breve all’interno del volume esplorato, una drastica Tempo di Ripetizione (TR) riduzione del TR (30-40 ms) permette di saturare tutti i protoni immobili della regione da visualizzare, ottenendo un migliore contrasto tra il segnale del stazionari, flusso che e quello vengono dei tessuto efficacemente “cancellati”. Il TE (7 ms a 1,5 T o 10 ms a 1T) viene regolato in modo che l’acqua ed il grasso risultino in Tempo di Echo (TE) opposizione di fase durante la lettura degli echi, sottraendo così il segnale del grasso da quello dell’acqua ed ottenendo così una migliore soppressione del segnale di fondo. Questo angolo, che sarà di 25° per le carotidi e di circa 20° per il circolo arterioso cerebrale, deve Angolo di essere il più ampio possibile al fine di saturare eccitazione meglio i tessuti stazionari per ottenere una loro (nutazione o flip- maggiore soppressione del segnale, ma facendo angle) però attenzione a non saturare anche il sangue che possiede una debole velocità e che impiega più tempo ad abbandonare il volume studiato. 22 Deve essere la più grande possibile, ossia impiegare voxel di dimensioni più piccole possibili Risoluzione spaziale al fine di ottenere la più bassa dispersione di fase intravoxel; questo perchè il sangue, scorrendo spesso con regime turbolento, può generare importanti defasamenti tra spin in risonanza. La posizione delle scansioni deve essere perpendicolare alla direzione dei vasi al fine di ridurre al massimo il tempo di permanenza del sangue all’interno del volume di eccitazione. Per Posizione delle sequenze 3D il pacchetto può essere orientato scansioni non necessariamente perpendicolare al flusso perché viene acquisito un volume. Se si studia il circolo di Willis, si imposta un solo pacchetto con orientamento trasversale anche se ci sono vasi che hanno decorso parallelo al pacchetto. Tabella 1 Parametri sequenza TOF La tecnica angio-RM TOF può essere applicata con due modalità diverse: tecnica 2D (ossia acquisizione successive di sezioni contigue) e tecnica 3D (ossia acquisizione simultanea di un volume suddiviso in partizioni multiple). Angio RM TOF 2D Questa tecnica consiste nell’acquisizione sequenziale di singole sezioni a strato sottile, di spessore variabile da 1,5 a 4 mm, parzialmente sovrapposte (overlap) per circa il 30-50%. L’overlap permette di compensare l’impiego di impulsi RF non perfettamente rettangolari. L’angio-RM TOF 2D è impiegata soprattutto nello studio dei vasi del collo e, grazie all’elevata sensibilità al 23 flusso lento, nello studio delle vene; in particolare, nello studio dei vasi del collo, questa tecnica consente di ottenere venogrammi o arteriogrammi selettivi a seconda che venga saturato il flusso venoso o arterioso. Il pacchetto di acquisizione deve essere sempre orientato perpendicolarmente al flusso dei vasi in esame. Il tempo di acquisizione è ridotto rispetto alle sequenze 3D TOF e PC, viene per questo anche utilizzata in pazienti “ poco collaboranti “. E’ utile in fase di impostazione della sequenza di acquisizione, aumentare il numero di slice garantendo così, il segnale per l’ intero distretto vascolare in esame. ( Le FFE hanno un segnale che decresce ai margini ). Lo svantaggio più importante è la bassa risoluzione spaziale che comporta una minore qualità delle proiezioni angiografiche finali, ottenute con algoritmo Maximum Intensity Projection (MIP). Angio-RM TOF 3D Questa tecnica (volumetrica) consiste nell’acquisizione simultanea dei dati da un volume (slab) di tessuto che viene poi suddiviso in partizioni multiple di spessore molto sottile (0,9_1 mm) effettuando la codifica di fase lungo la direzione del gradiente di selezione di strato. Nella modalità 3D, il tempo di acquisizione limitazione è proporzionale al numero di ripartizioni, dove l’unica è rappresentata dal rapporto S/R che aumenta in proporzione alla radice quadrata del numero di ripartizioni. Un’altra potenzialità importante della tecnica 3D è la capacità di riformattare le immagini in piani di scansione diversi non ortogonali da quello di acquisizione. L’eccitazione di voxel di piccole dimensioni, unitamente a tempi di echo brevi, consente una minima dispersione di fase intravoxel, traducendosi in elevata sensibilità al flusso veloce. La tecnica 3D TOF, abbinata all’impiego di bande di presaturazione selettiva per le vene, rappresenta la metodica di scelta per lo studio delle strutture arteriose, anche di vasi di piccolo calibro per la sua elevata risoluzione spaziale. Il segnale viene garantito entro i 6 cm di acquisizione. 24 Un limite importante di questa tecnica è la scarsa sensibilità al flusso lento, perché in questo caso gli spin rimangono all’interno del volume di acquisizione per un tempo troppo lungo e, quindi, subiscono un progressivo decremento della magnetizzazione longitudinale, come per i tessuti stazionari limitrofi, e conseguente riduzione della intensità del segnale. Un confronto sintetico delle due tecniche 2D TOF e 3D TOF è riportato nella tabella seguente (Tab. 2): 2D TOF 3D TOF Sensibilità ai flussi lenti Acquisizione in tempi brevi Voxel scarso piccoli defasamento quindi Immagini proiettive e di riformattazione con e eccellente risoluzione spaziale ed elevato contrato VANTAGGI TE brevi con scarso defasamento Elevato rapporto segnale/rumore Sensibilità al flusso rapido ed intermedio Immagini proiettive e di riformattazione Sovrastima della stenosi Tempi Disconoscenza SVANTAGGI ED INCONVENIENTI delle di acquisizione lunghi sovrapposizioni Volume limitato vascolari Artefatti da distorsione di Assenza della campo differenziazione tra vasi, Artefatti da movimento ematomi e grasso TE lunghi conseguente Scarsa soppressione con dei tessuti in T1 breve Non visualizzati gli 25 defasamento Ridotta ematomi associati sensibilità ai flussi paralleli al piano Sensibilità agli artefatti da movimento Biforcazione carotidea Occlusione APPLICAZIONI del tronco basilare Malformazioni artero- venose Aneurismi Tromboflebite cerebrale Stenosi preocclusive Stenosi preoccusiva Biforcazione carotidea Poligono di Willis Strati più sottili possibile con orientamento perpendicolare alla direzione del flusso Flip-Angle Volume di acquisizione perpendicolare alla direzione di flusso Uso di Tecnica MOTSA se piuttosto il volume è ampio PROVVEDIMENTI ampio e TR abbastanza TECNICI breve per migliorare la possibile per ridurre la CONSIGLIATI soppressione dei tessuti saturazione del flusso stazionari ma non tanto da sopprimere il flusso Flip-Angle il più breve Impiego di presaturazioni selettive lento Uso di presaturazioni selettive Gating cardiaco Tabella 2 Confronto TOF 2D/3D Le Bande di saturazione sono preimpulsi fondamentali per l’acquisizione delle sequenze angio-RM TOF. Il corretto posizionamento permette di visualizzare il distretto arterioso o venoso in esame. L’angio-3D TOF 26 consente lo studio del poligono di Willis attraverso l’uso della banda di saturazione posizionata lungo il seno longitudinale superiore. Mentre l’angio-2D TOF consente lo studio dei seni venosi utilizzando la banda di saturazione a livello delle carotidi del collo. 3.4. Angio-RM a contrasto di fase (PC) Le metodiche angio-RM PC consentono la visualizzazione dei vasi, sfruttando gli effetti di defasamento protonico da fenomeni di flusso. Nel caso di spin stazionari, la variazione indotta dipende esclusivamente dalla loro localizzazione spaziale rispetto al gradiente e può essere facilmente compensata nella ricostruzione dell’immagine. Essa si ottiene imponendo un gradiente bipolare invertito (prima negativo e poi positivo), che presenta due porzioni (o lobi) con uguale ampiezza e durata, ma con polarità opposta. La differenza tra le due immagini ottenute ha come esito la cancellazione degli spin stazionari esaltando il segnale dei vasi (metodica angio-RM PC a sottrazione di ampiezza), proprio come avviene in una angiografia digitale. A differenza delle tecniche TOF, l’angioRM possiede una elevata sensibilità per il flusso lento, ma caratterizzata da tempi lunghi di acquisizione e da sensibilità a turbolenze di flusso con significativa degradazione dell’immagine. La sequenza PC viene usata molto bene per lo studio dei vasi al collo senza MDC e quindi vasi con flusso alto. E’ possibile implementare gradienti bipolari in sequenze ad echo di gradiente ed acquisire le immagini sia con tecnica di strato 2D che di volume 3D: Angio-RM PC 2D La tecnica 2D a singolo strato è caratterizzata da tempi di acquisizione ridotti e da scarsa risoluzione spaziale. Inoltre, le dimensioni elevate del voxel determinano una maggiore incidenza di artefatti da defasamento. Questa modalità di acquisizione conserva informazioni su direzione e verso del flusso e viene utilizzata per lo studio in pazienti poco collaboranti o come scout di riferimento per riconoscimento delle strutture vascolari, per 27 successivo posizionamento delle acquisizioni con maggiore risoluzione. Non si ha possibilità di postprocessing. Angio-RM PC 3D La tecnica 3D supera in parte i limiti della 2D mediante un aumento della risoluzione spaziale, un più elevato rapporto S/R ed utilizzo di vowel di dimensioni ridotte. Con tale modalità è inoltre possibile rielaborare i dati con immagini proiettive e ricostruzioni tridimensionali, quindo con ampie possibilità di postprocessing (Tab. 3) 2D PC Tempi 3D PC di acquisizione più brevi rispetto alla defasamento 2D TOF risoluzione spaziale Segnale proporzionale alla velocità VANTAGGI Voxel piccoli con scarso e buona Elevato rapporto S/R Codifica delle velocità di Sensibile al flusso lento flusso (due flussi opposti Differenzazione hanno segnali opposti) dei sensi di circolazione Quantificazione Identificazione dei vasi in del flusso tutti i sensi Immagini Utile per centraggio proiettive e rifornattate Possibilità ampi di studio di volumi (tutta la testa) SVANTAGGI ED INCONVENIENTI Sensibile al defasamento intravoxel Impossibilità postprocessing di Necessita di una sequenza 2D PC preliminare Tempi di acquisizione 28 TE lunghi lunghi Artefatti da pulsatilità Difficile soppressione del Rapporto S/R basso segnale dei vasi venosi Apparente Sensibile alle turbolenze restingimento dei vasi Artefatti da movimento Approccio globale Malformazioni Localizzazione APPLICAZIONI artero- venose vascolare Aneurisma intracranico Valutazione della Trombosi venosa velocità del flusso Strati sottili o spessi che includano i vasi di interese TECNICI CONSIGLIATI possibile più piccolo possibile per ridurre la per ridurre saturazione del flusso saturazione del flusso Impiego TR più breve possibile per tempi di acquisizione Flip-Angle il più breve Flip-Angle PROVVEDIMENTI TR più breve per ridurre ridurre tempi di presaturazioni selettive di acquisizione Uso di presaturazioni selettive Gating cardiaco Tabella 3 Confronto sequenza Phase Contrast 2D/3D Riassumendo, si può dire che l’impiego della angio-RM senza contrasto nello studio della patologia steno-occlusiva ha come vantaggi la non invasività e la panoramicità dei vasi arteriosi e come svantaggi la sovrastima del grado e 29 della lunghezza della stenosi e la difficile caratterizzazione della placca. Tuttavia recenti apparecchi di elevate prestazioni hanno reso la metodica sempre più raffinata ed affidabile. 3.5. Artefatti e trabocchetti Nello studio angio-RM, specie con tecnica TOF, possono verificarsi situazioni che determinano artefatti e quindi possibili errori di interpretazione: erronea registrazione da flusso obliquo; infatti, quando i vasi decorrono in senso obliquo rispetto agli assi di codifica di frequenza e di fase, si genera uno spostamento del segnale del vaso rispetto alla sua reale localizzazione per la latenza presente fra codifica di fase e rilevamento del segnale; defasamento degli spin intravoxel, che presentano fase tanto diversa quanto più grande è le loro differenza di velocità; questo fenomeno determina perdita di segnale intraluminale in quanto in quanto gli spin all’interno dello stesso voxel acquisiscono fasi opposte; in caso di flusso laminare e costante, tale perdita di segnale si può compensare riducendo il voxel o utilizzando gradienti rifocalizzanti, impossibile in caso di flusso turbolento o irregolare; in questo caso si può compensare con gradienti di compensazione o usando TE molto brevi. artefatti fantasma; si tratta di artefatti ad elevata intensità di segnale dovuti a movimenti periodici lungo il gradiente di codifica di fase ed in linea con la struttura che li ha generati. Esistono tuttavia alcuni meccanismi e tecniche per ridurre gli artefatti fantasma, manipolando le forme d’onda dei gradienti in grado di annullare le variazioni di fase dovute al movimento a velocità costante, come lo pseudogating, il gating cardiaco e la presaturazione: pseudogating; si basa sulla possibilità di determinare un numero di misurazioni tali i dati dell’immagine vengano acquisiti quando sono nella medesima posizione all’interno di un movimento periodico; 30 gating cardiaco o periferico; consiste nell’acquisizione dei dati dopo un intervallo di tempo fisso dal picco R (sincronizzazione cardiaca) o dal del tracciato ECGrafico picco dell’onda sfigmica (sincronizzazione periferica); presaturazione selettiva; consiste nel sopprimere il segnale dei protoni non saturati in entrata nel voxel di acquisizione. Bisogna inoltre ricordare che la presenza di trombosi all’interno del lume vascolare si può avere un elevato segnale in T1 all’interno del vaso anche se non è presente il flusso. 4. QUANTIFICAZIONE DEL FLUSSO: IL METODO “NOVA” Il protocollo NOVA (Non-invasive Optimal Vessel Analysis) rappresenta l’ultima innovazione nello studio dei flussi e della portata sanguigna cerebrale, è l’unico e il solo metodo in grado di quantificare il flusso vascolare cerebrale in maniera non invasiva con o senza mezzo di contrasto a partire da immagini RM con tecnica phase contrast (PC) [12]. Il software NOVA è stato sviluppato da un gruppo multidisciplinare di ricercatori dell’Università dell’Illinois a Chicago che dal 2001 sta lavorando a questo progetto; attualmente sono più di 20 le pubblicazioni su riviste scientifiche. Il suo utilizzo prevede l’intervento del tecnico di radiologia e del neuro radiologo con il supporto di un fisico o ingegnere biomedico. Tali professionisti ricevono anche formazione specializzata all'utilizzo della tecnologia NOVA. Questo software permette lo studio della portata sanguigna cerebrale grazie alle tecniche di risonanza magnetica angiografica con tecnica tempo di volo (TOF) ed variazione di fase degli spin in movimento (phase contrast). Il protocollo NOVA unendo le informazioni ricavate da questi effetti di risonanza magnetica costruisce un modello 3D del sistema vascolare del soggetto in esame e fornisce i dati riguardanti la portata sanguigna attraverso i vasi sia arteriosi che venosi visualizzati. 31 4.1. Metodo Viene effettuata inizialmente una sequenza angio-RM TOF dei vasi cervicali e intracranici; queste immagini vengono poi trasmesse ad un computer in connessione con la RM, il quale contiene il software NOVA. (Fig.6) Mediante un algoritmo di ricostruzione denominato “matching-cube” adottato da Zhao et. Al [12], le immagini TOF vengono utilizzate per creare una modello tridimensionale dei soli vasi cervicali e cranici del soggetto in esame, eliminando il resto dei tessuti; tale ricostruzione 3D può essere ruotata nei tre piani dello spazio in modo da poter rendere visibile in modo chiaro ogni singolo vaso A questo punto l’operatore può scegliere, sull’immagine tridimensionale, il punto preciso di ogni vaso nel quale si vuole sapere la portata sanguigna, questo sempre grazie all’algoritmo utilizzato da Zhao [11], che consente di posizionare aree di sezione sempre perpendicolari all’asse del vaso nei punti in cui si vuole conoscere la portata. Questo algoritmo converte i punti scelti su ogni vaso in coordinate spaziali, che vengono poi inviate alla risonanza magnetica, che andrà ad effettuare sul paziente in studio sequenze 2D phase-contrast seguendo le indicazioni delle suddette coordinate, in modo da andare a studiare a livello quantitativo i flussi sanguigni nei punti precedentemente scelti sul modello 3D. A questo punto le immagini acquisite con tecnica phase-contrast vengono trasmesse al computer contenente il software NOVA per una quantificazione della portata sanguigna. Il software mostra ogni sezione esaminata mediante una finestra nella quale con una scala colorimetrica vengono evidenziate le velocità del flusso sanguigno all’interno di tale sezione per ogni fase del ciclo cardiaco; associato a queste immagini vi è anche un grafico dove sono riportate le misure del diametro che il vaso assume, nel punto in esame, durante le varie fasi del ciclo cardiaco. Le stazioni di lavoro NOVA sono collegate in rete ad un host scanner per acquisizione delle immagini con risonanza magnetica (Magnetic Resonance Imaging, MRI). Il sistema MRI (1,5 T e oltre) deve avere la possibilità di 32 eseguire sequenze TOF, PC e Fast Cine ed un dispositivo di gating cardiaco. Il trasferimento dell'esame è eseguito attraverso DICOM. RM standard + TOF 2D Ricostruzione TOF 3D Elaborazione dei dati = Portata dei vasi Scelta dei vasi e delle sezioni da studiare RM a contrasto di fase Figura 6 Schema delle fasi di svolgimento di un esame con il protocollo NOVA 4.2. Sezione di lavoro del software “NOVA” Le sezioni di lavoro del software “NOVA” sono così articolate: - Prescrizione dei vasi (3DP): identificazione dei vasi acquisendo immagini di tempo di volo TOF (Time-Of-Flight) come dati di ingresso e presentando un'immagine tridimensionale attraverso la quale è possibile selezionare e utilizzare il taglio per la determinazione del flusso ematico. - Analisi del flusso (3D FLOW): calcola automaticamente i valori di flusso creando immagini assiali al vaso studiato con scala colorimetrica che definisce il flusso nella sezione studiata. Dopo l'elaborazione dei vasi, 3D FLOW salva i risultati del flusso in un referto del paziente. - Revisione dei referti: alla presentazione del referto del paziente, il medico controlla l'identificazione dei vasi, i contorni ecc. associati ai vasi. Il revisore quindi approva il referto e lo invia al medico. - Browser dei referti: il medico curante esamina l'anatomia vascolare e la dinamica del flusso ematico in un'immagine combinata 3D/4D presentata nel referto e utilizza tali informazioni nell'ambito della diagnostica clinica. 33 4.3. Desktop Il desktop del è utilizzato per la prescrizione dei vasi e l'analisi del flusso e successivamente per la revisione e l'approvazione, da parte del radiologo, di un referto del paziente. (Fig. 7) Figura 7 panoramica 34 4.4. Prescrizione dei vasi (3DP) La visualizzazione delle immagini 3D, derivata dai dati di ingresso, favorisce la selezione della posizione di un taglio (Fig. 8) Figura 8 visualizzazione 3D per posizionare le aree di taglio E’ necessario ritagliare il tessuto di sfondo utilizzando i piani assiale, sagittale e coronale. Regolare la soglia per rispecchiare l'anatomia dei vasi. Le operazioni di taglio e sonda limitano il numero di pixel da analizzare. L’immagine può essere ruotata come si desidera per isolare l'area di interesse del vaso. Successivamente si utilizza la funzione di invio a MRI per inviare le coordinate di ciascuna prescrizione dei vasi allo scanner MRI dove ciascun vaso verrà esaminato con tecnica PC. Dalla RM l’analisi dei flussi viene nuovamente inviata al PC NOVA. Note sulla qualità delle immagini: I risultati del flusso saranno poco chiari se il taglio non è perpendicolare all'asse longitudinale del vaso. 35 Non utilizzare segmenti minori di 3 mm e diametri minori di 2 mm per la prescrizione. Evitare di collocare un taglio troppo vicino ad un segmento stenotico o ad una biforcazione di un vaso. Le irregolarità del battito cardiaco o il movimento del paziente durante il gating periferico potrebbero causare problemi di gating. 4.5. Analisi del flusso (3D FLOW) 3D FLOW è utilizzato per calcolare il flusso nel vaso a partire dalle immagini PC. Il risultato è un referto di flusso, che un radiologo rivede e approva prima di consegnarlo al medico curante. Si inizia selezionando l'esame desiderato e fare clic per aprirlo in 3D FLOW. Eseguire i seguenti passaggi nel protocollo selezionato (Fig. 9) Figura 9 schermata iniziale per l’analisi del flusso Per prima cosa si identifica il vaso nel riquadro delle immagini 2D, si centra la regione di interesse del flusso, si regola conferma che il taglio sull'immagine la dimensione della ROI, si 3D sia sul vaso corretto, sia 36 perpendicolare all'asse longitudinale del vaso e abbia il nome corretto. Successivamente si controllano/modificano i contorni verificando che seguano accuratamente i bordi dei vasi per immagini di grandezza, fase e/o velocità (Fig. 10) Figura 10 posizione dei vasi in 3D Si esegue il “controllo VENC” per vedere se si rilevano aliasing di velocità o VENC improprio e scansionare nuovamente i vasi interessati se necessario. Una volta completati i passaggi per l'analisi del flusso, l'esame è inviato al radiologo per la revisione. Se il radiologo indica l'esigenza di correzioni, l'esame torna al PC NOVA per le modifiche. Dopo l'applicazione delle modifiche, il referto dell'esame è inviato al radiologo per l'approvazione. Quando il radiologo approva il referto in maniera definitiva, l'analisi del flusso è completa. Quando il referto di un paziente è stato approvato da un radiologo (revisore), diventa disponibile per la visualizzazione da parte del medico curante. Il medico può accedere al referto finale utilizzando il PACS dei referti. Il medico può solo visualizzare e non modificare un referto. 37 4.6. Referto E' composto da uno schema che raffigura i vasi elaborati e i relativi valori di flusso (Fig. 11 e 12) Figura 11 visione dei vasi elaborati Figura 12 valori di flusso 38 5. ESEMPIO Maschio di 61 anni. Due episodi dell'insufficienza di vertebro-basilare. Un episodio di TIA determinato da improvviso rialzo pressorio. L’angiografia mostrò occlusione bilaterale delle arterie vertebrali e stenosi severa nell'arteria carotide interna destra . Figura 13 Stenosi della carotide interna destra e vertebrali. Studio NOVA Come mostra la ricostruzione (Fig. 13) le stenosi sono state confermate ed è stata dimostrata la presenza di un flusso della comunicante posteriore destra (RPCOM) che provvede per circa 92ml / min di flusso al circolo posteriore. Il flusso della basilare e della cerebrale posteriore furono trovate sotto i limiti di normalità e con inversione del flusso della basilare. Il flusso della carotide interna destra era il 50% della contro laterale, riconducibile a stenosi severa. Si noti che il flusso dell'arteria cerebrale media destra è preservata attraverso l’arteria comunicate anteriore (Fig. 14). 39 Figura 14 NOVA – Stato Preoperatorio NOVA – Stato Postoperatorio PRE POST %change BA -31 -63 100% LPCA 13 42 223% RPCA 25 75 204% RPCOM 92 145 58% RICA 232 399 72% RCCA 374 582 56% Valori del flusso in ml/min E’ stata effettuata aumento del flusso endoarteriectomia carotidea destra con del circolo significativo posteriore, con conferma di riuscita rivascolarizzazione con protocollo Nova . - Aumento del flusso di PCOM di oltre il 50% - Aumento del flusso di PCA di circa 3 volte - Aumento del flusso della basilare di circa 2 volte. Le informazioni ricavate da Nova permisero un definitivo accertamento di flussi collaterali, incluso quantità e direzione di flusso. Il NOVA guidò la strategia di trattamento con endoarteriectomia carotidea utilizzata per migliorare la circolazione posteriore per via delle arterie comunicanti posteriori, evitando un rischio più alto ed un tempo di recupero più lungo. 40 Osservazioni sul metodo La esperienza effettuata presso l’Istituto Neurologico BESTA ha evidenziato diverse situazioni cliniche in cui il protocollo NOVA appare un utile supporto clinico-diagnostico: Nelle stenosi delle carotidi emodinamicamente significative Nello studio dei soggetti dopo intervento di endoarteriectomia In tutte le sindromi occlusive del circolo di Willis Nelle patologie steno-occlusive del circolo vertebro-basilare Negli stroke embolici In tutte le sindromi che possono generare riduzione del flusso cerebrale (es. fibrillazione atriale). Dagli studi eseguiti, sono tuttavia all’applicabilità del protocollo collaborazione del paziente NOVA. è emerse E’ anche però indispensabile. un alcune metodo Spesso i limitazioni in cui tempi la per l’acquisizione, la ricostruzione delle immagini e l’elaborazione dei dati relativi alle portate sanguigne sono lunghi, e si vanno a sommare ai tempi di lavoro dell’esame RM standard; questo aspetto è rilevante soprattutto durante lo studio di quei pazienti che tollerano male l’esame RM e che quindi necessiterebbero di un esame più breve per evitare artefatti da movimento durante le acquisizioni; i movimenti del segmento corporeo in esame creano infatti problemi nella ricostruzione dei vasi e nello studio delle portate sanguigne. Inoltre è necessario dell’utilizzo del mezzo di contrasto per lo studio dei vasi e dei seni venosi; a causa delle basse velocità di flusso sanguigno che caratterizzano le vene cerebrali ed i seni venosi, le acquisizioni RM 2D TOF eseguite senza mezzo di contrasto non consentono di ottenere ricostruzioni 3D di buona qualità e adatte allo studio. 41 CONCLUSIONI La metodica angio-RM ha dimostrato a livello cerebrale una sempre maggiore applicazione evitando, in alcuni casi, il ricorso all’angiografia cerebrale. Per quanto sopra esposto è molto importante che la tecnica sia eseguita correttamente dal TSRM il quale deve avere un’ottima conoscenza dell’anatomia della circolazione arteriosa e venosa a livello cerebrale, buone nozioni di patologia, ottima conoscenza di fisica dei flussi e di della possibilità di sfruttare queste caratteristiche dei flussi per ottenere sequenze di alto valore diagnostico. Il software NOVA permette di ottenere un’accurata quantificazione del flusso vascolare in modo non invasivo; è una metodica diagnostica di facile applicazione e priva di controindicazioni specifiche, eccetto ovviamente quelle connesse all’esame RM senza mezzo di contrasto per lo studio dei vasi arteriosi anche al collo. Il protocollo NOVA presenta notevoli potenzialità di sviluppo sia per quanto riguarda il suo utilizzo in ambito cerebrovascolare sia per quanto riguarda la sua applicabilità in futuro nello studio di altri distretti corporei. Anche nell’applicazione di nuove tecniche come in software NOVA è indispensabile che accanto a figure come quella del neuro radiologo e del fisico o ingegnere biomedico si collochi il TSRM per assicurare la qualità delle sequenze angio-TOF e PC e il corretto trasferimento dei dati nonché un ausilio nell’utilizzo del software vero e proprio. 42 GLOSSARIO DICOM Digital Imaging Communication in Medicine FA Flip Angle (angolo di nutazione) FFE Fast Field Echo Mdc mezzo di contrasto MIP Maximun Intensity Projection MPR Multi Planar Reformation PC Phase Contrast RM Risonanza Magnetica ROI Region of Interest TC Tomografia Computerizzata TE Tempo di eco TOF Time Of Flight TR Tempo di ripetizione VENC Velocity encoding 43 BIBLIOGRAFIA 1. Amin-Hanjani S, Du X, Zhao M et al. resonance angiography to stratify Use of quantitative magnetic stroke risk in symptomatic vertebrobasilar disease. Stroke 2005; 36:1140-45. 2. Borden Neil M.Neuroangiografia 3D Verduci Editore 2008 3. Colagrande S, Pazzaglini S Parte Generale in Manuale di RM addominale a cura di Vanzulli A Poletto Editore 2007 4. Dal Pozzo G Compendio di Risonanza Magnetica-Cranio e Rachide UTET 2001 5. Del Maschio A, Colagrande S Syllabus di Risonanza Magnetica. 6. Hendrikse J, van Raamt AF, van der Graaf Y et al. Distribution of cerebral blood flow in the circle of Willis. Radiology 2005; 235:18489. 7. Hyung Jin Won, Kee-Hyun Chang, Jung-Eun Cheon et al.Comparison of MR Imaging with PET and IctalSPECT. AJNR Am. J Neuroradiol 1999; 20:593-599. 8. Longaretti F Tesi: “Studio non invasive dei flussi cerebrali con risonanza magnetica”2008-2009 9. Scatto L, Mirarchi L Principi di Imaging a Risonanza Magnetica Edizioni Libreria Cortina Verona 10. Victor Maurice, Ropper Allan H.Principi di Neurologia Settima edizione (McGraw-Hill). 44 11. Zhao M, Amin-Hanjani S, Ruland S et al. Regional Cerebral Blood Flow Using Quantitative MR Angiography. AJNR Am J Neuroradiol 2007; 28:1470-73. 12. Zhao M, Charbel FT, Alperin N et al. Improved phase-contrast flow quantification by three-dimensional vessel localization. Mag Reson Imag 2000; 186:697-706. 45 RINGRAZIAMENTI Ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo elaborato. Si ringrazia l’U.O. di Neuroradiologia dell’IRCCS C. Besta di Milano, in particolare il direttore Dr.ssa Maria Grazia Bruzzone; la Dr.ssa Elisa Ciceri; la CTSRM Luciana Caposio e tutto lo staff dei TSRM dell’Istituto. Inoltre ringrazio i miei compagni di corso con i quali ho condiviso questi tre anni corso e/o tirocinio. 46