Prefazione dell’autore
Il mondo di oggi è molto diverso rispetto a quello in cui vennero compilati i dizionari medici tradizionali, agli albori del XX secolo. A quei tempi, un medico ben
preparato conosceva le lingue classiche, il greco e il latino; la specializzazione in
un campo particolare era rara e consisteva in uno o due anni di apprendistato in
una manciata di discipline presso uno dei grandi centri medici europei. Le “sottospecializzazioni” non esistevano. Alcune discipline, come virologia, genetica e
immunologia, erano pressoché rudimentali; per altre, come biologia molecolare,
informatica, diagnostica per immagini e chirurgia endoscopica, si sarebbe dovuto
attendere ancora cinquant’anni ed erano argomento dei racconti di fantascienza.
Ugualmente inconcepibili erano i problemi di malasanità, gli errori di vigilanza e
le polizze di responsabilità civile. Gli strumenti diagnostici dei nostri predecessori
(un microscopio, uno stetoscopio, apparecchi radiologici rudimentali) ci sembrano
oggi singolarmente primitivi. I meccanismi patogenetici delle malattie erano scarsamente compresi, le infezioni erano spesso fatali, i traumi a un arto costituivano il
preludio all’amputazione. Poche terapie efficaci erano disponibili. Alcune malattie
non esistevano, altre non venivano riconosciute. La durata media della vita era inferiore ai 55 anni.
Negli anni successivi, il mondo, la medicina, i medici e i loro pazienti sono cambiati in maniera considerevole. Sono passati decenni da quando il latino o il greco
classico costituivano un prerequisito per lo studio della medicina negli Stati Uniti
o negli altri Paesi progrediti. Dai medici di oggi ci si attende una specializzazione
o una ulteriore sottospecializzazione che richiede fino a otto anni di studio postlaurea. L’inglese è diventato la lingua universale della medicina e del mondo in
generale. I pazienti oggi sono anche “clienti” e la durata media della vita ha raggiunto quasi gli 80 anni. I meccanismi patogenetici vengono indagati da biologi
molecolari, immunologi e da altri scienziati grazie a una gamma sbalorditiva di
tecnologie. La disponibilità odierna di tecniche diagnostiche (RMN, ecografia, PET,
endoscopia, ibridazione in situ, per menzionarne soltanto alcune) e delle opzioni
terapeutiche (chirurgia laparoscopica, gamma knife, laserectomie e laserotomie,
manipolazioni genetiche e così via) avrebbe lasciato senza fiato i nostri predecessori. Le informazioni e le acquisizioni in ambito medico raddoppiano nell’arco di
7-10 anni. I computer e gli altri mezzi di comunicazione hanno messo radici nei
luoghi di lavoro. Oggi, i medici condividono le decisioni con i pazienti, il personale
direttivo e amministrativo e i comitati etici, e le conseguenze di tali decisioni con
gruppi di esperti e, talvolta, con avvocati e procuratori. Tutti questi mutamenti nel
mondo della medicina hanno dato origine a un nuovo vocabolario, e un dizionario
medico dovrebbe “avere il polso” di questi cambiamenti. Si tratta di un repertorio
di termini, molti dei quali coniati di recente, che sono parte integrante del linguaggio medico moderno, un linguaggio pieno di acronimi, termini gergali, neologismi
e vocaboli tipici delle nuove discipline e malattie, diagnosi e terapie.
Dalla pubblicazione, nel 1992, della prima edizione del Dictionary of Modern
Medicine, migliaia di nuovi termini hanno arricchito il linguaggio medico, riflettendo gli enormi progressi nella comprensione e nella gestione dell’obesità, della
malattia d’Alzheimer, delle patologie HIV-correlate, dei tumori, per citare soltanto
alcune delle aree in cui i risultati della ricerca di base si sono trasformati in efficaci
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PREFAZIONE DELL’AUTORE
terapie. Sempre più numerose sono le persone che oggi ricorrono a terapie alternative, nonostante la scarsità di dati a conferma della loro efficacia.
Complessi trial sovranazionali e multicentrici sui risultati di diversi interventi e
trattamenti non rappresentano più una novità – per esempio ASTRONAUT, CABG
patch, DINAMIT, SUPREMO, TURBO ecc. – come pure le metanalisi - per esempio, le
collaborazioni Cochrane, che producono e diffondono revisioni sistematiche della
letteratura clinica, enucleando dati significativi per la pratica clinica. I problemi legati alla morte assistita, all’eutanasia e ad altre situazioni e cambiamenti un tempo
inimmaginabili, sono lentamente arrivati a una fase cruciale, come evidenziato dal
caso di Terry Schiavo, nel 2005. I telefoni cellulari e i computer portatili si sono trasformati da giocattoli in strumenti di lavoro. Il genoma umano è stato sequenziato... in anticipo rispetto al previsto.
Internet rappresenta per alcuni una necessità, per altri un’ossessione: in effetti, una
forma di dipendenza da Internet è già stata descritta. In meno di 10 anni, Internet
è diventata la forza trainante delle comunicazioni, con un impatto enorme sul metodo di pubblicazione dei dati scientifici (sic) e della pratica medica. Il suo potenziale, come veicolo di diffusione delle informazioni scientifiche, ha dato origine a
“e-journals”, che pubblicano online i risultati delle ricerche mesi prima che arrivi la
versione stampata per “posta-lumaca”. La capacità di trasporto dei dati via Internet,
sempre più rapida, ha generato il campo nascente della telemedicina e dei suoi
“rami”: teleradiologia, telepatologia, tele-ecceterologia: tutto questo ha molteplici
“effetti a catena” sull’accesso pubblico alle informazioni sanitarie, sui luoghi in cui
si svolge la pratica medica e sulla competizione per l’offerta dei servizi ai pazienti. In un certo senso, il presente lavoro dà testimonianza degli effetti di Internet
sull’informatica medica, dal momento che in pratica tutte le note riguardanti l’utilizzo dei termini, la terminologia scelta e le fonti del Concise Dictionary of Modern
Medicine sono state ottenute via Internet.
In questi ultimi anni il mondo è diventato più piccolo; la CNN e la BBC ci bombardano con temi riguardanti diritti umani, economie globali, riscaldamento del pianeta,
disastri naturali e provocati dall’uomo. Alla fine del 2004, lo tsunami del giorno
di Santo Stefano, con le sue 300.000 vittime, ci ha ricordato la nostra impotenza
nell’opporci alle forze della natura. La preoccupazione generata dal terrorismo ha
aumentato lo stress della vita del XXI secolo: l’ondata d’odio più recente ha avuto
inizio l’11 settembre 2001 e non dà segni di cedimento, come dimostrato dalle
successive bombe di Madrid e di Londra. Queste circostanze drammatiche hanno
dato origine a nuovi vocaboli e a nuove forme d’uso dei vecchi termini, poiché la
comunità medica è chiamata a prestare assistenza a un nuovo genere di vittime,
nel nuovo ordinamento senza confini.
L’edizione integrale di questo dizionario, pubblicato all’inizio del 1992, comprendeva 12.000 voci. Oggi, il database da cui si è ricavata questa versione “Concise”
contiene oltre 150.000 voci. Il lettore dovrebbe sentirsi sollevato, sapendo che
deve farsi carico solo delle circa 20.000 “perle” che l’autore ha ritenuto più utili per
la sua formazione clinica.
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Introduzione
Il dr. Samuel Johnson, colui che compilò il primo dizionario completo della lingua
inglese, affermò che “i dizionari sono come gli orologi: averne uno pessimo è meglio
che non averne nessuno, e non ci si può aspettare che il migliore sia del tutto affidabile”. Mi auguro, però, che, dopo più di 20 anni di sviluppo del testo, l’opera sia la più
affidabile e accurata possibile.
Lo scopo di un linguaggio è la trasmissione di informazioni e di idee Lo scopo
di un dizionario è di catalogare le unità strutturali (parole e frasi) utilizzate in un uno
specifico ambito lessicale. L’elaborazione di un vocabolario è un esercizio imperfetto, validato dall’uso colloquiale e dal passare del tempo; raramente, da parametri
logici. In un linguaggio dinamico come quello medico, nuovi termini si aggiungono costantemente; altri mutano il loro significato e altri ancora scompaiono senza
preavviso. Un indice importante dell’utilità di un dizionario medico contemporaneo
è il fatto che contenga o meno la terminologia utilizzata nel gergo della pratica
quotidiana. Quest’opera cerca di catalogare e definire i nuovi termini entrati nel lessico medico moderno, comprendendo comunque tutto il repertorio ancora in uso.
Da quando furono compilate le prime edizioni dei dizionari di Dorland e di
Stedman, all’inizio del XX secolo, il linguaggio medico ha subito cambiamenti sostanziali, correlati a:
Una modificazione delle radici linguistiche I principali dizionari medici utilizzati
nei Paesi anglofoni furono compilati all’inizio del XX secolo, quando era previsto
che gli studenti universitari conoscessero le lingue classiche (latino e greco), e coloro che studiavano la medicina “all’avanguardia” dovessero conoscere bene anche
il tedesco e/o il francese. Pochi medici, al giorno d‘oggi, hanno confidenza con le
lingue classiche. L’inglese è, fondamentalmente, l’unica lingua internazionale della
comunicazione medica.
Specializzazione Dopo aver completato gli studi di medicina, ogni medico affronta le ulteriori fatiche di almeno 4 anni di specializzazione e, spesso, di ulteriore sottospecializzazione, in vari ambiti della medicina, chirurgia ecc. Ciascuna specialità
e sottospecialità ha il proprio peculiare vocabolario.
“Attori” La pratica medica non si esaurisce più in una semplice relazione medico-paziente. Molte altre “figure” sono oggi coinvolte nella gestione del paziente,
inclusi operatori sanitari, personale direttivo e amministrativo, avvocati, educatori,
ricercatori, esperti di etica, manager dell’informazione ecc. Ciascun nuovo “attore”,
con i suoi strumenti e i suoi metodi, aggiunge un tassello importante al mosaico
del lessico medico.
Ambito operativo Il campo coperto dall’assistenza sanitaria si è esteso, così come
gli obblighi etici di chi la pratica. Il medico di campagna dell’inizio del XX secolo
che operava in solitudine, barattando i servizi di assistenza al paziente con i prodotti della fattoria, in un piccolo villaggio - questa era la norma, ai tempi - è oggi
una figura anacronistica di scarso rilievo nell’ambito sanitario del XXI secolo. Oltre
la metà di tutti i nuovi medici esercita ormai nell’ambito di un gruppo di lavoro.
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INTRODUZIONE
I servizi medici sono rimborsati da polizze assicurative. La pratica medica in un
ambiente universitario e/o di ricerca richiede astuzie politiche che avrebbero fatto
impallidire i Borgia. Internet, ancora agli esordi come ambito di pratica clinica, ha
aggiunto, e continua a farlo, numerosi termini al lessico medico pratico. Nel mondo
della comunicazione globale il ruolo del medico come baluardo etico si va sempre più estendendo. Le immagini di genocidi, di popolazioni affamate, di catastrofi
ambientali e provocate dall’uomo distano da noi, grazie ai media, solo un click di
macchina fotografica. Una mentalità provinciale e ristretta non è più un’opzione
percorribile per il medico del XXI secolo.
Tecnologia Qualsiasi tecnologia in evoluzione ha due effetti sul linguaggio di quel
particolare settore: l’aggiunta di nuovi termini e la scomparsa di altri. La medicina è
un esempio eclatante di questo processo a due fasi. L’utilizzo di strumenti sempre
più sofisticati per lo studio dei meccanismi patogenetici ha portato a una comprensione più approfondita dei fenomeni biomedici e al miglioramento dei metodi diagnostici e terapeutici. Spesso, nuovi dati contraddicono i vecchi schemi di
classificazione basati sull’osservazione al microscopio ottico, uno strumento ormai
primitivo per gli standard attuali, e sull’osservazione clinica.
“Democrazia” La crescita esplosiva dell’industria dei personal computer ha cambiato le regole della comunicazione e creato un ambiente in cui chiunque possegga un modem ha accesso alle informazioni mediche e può coniare una terminologia adatta alle proprie esigenze. Con Internet, si è aperto il vaso di Pandora, e il
“diritto di scrivere” – a lungo controllato da editor che pretendevano determinati
standard di qualità – è diventato una libertà fondamentale.
Criteri di selezione Il criterio principale è stato l’uso attivo: se l’autore ha letto
il termine o la frase in una rivista, o in un testo, o l’ha sentito in giro, in incontri o
conferenze con i colleghi, o in altre circostanze mediche, questo diventa un “facile bersaglio” per l’inclusione. I termini inclusi sono dunque quelli più nuovi, o più
attraenti e di interesse per gli scienziati biomedici o tratti dallo slang americano*:
dal capezzolo del podista (jogger’s nipple), alla ciarlataneria (quackery), agli sport
estremi (extreme sports). Lo slang medico britannico verrà inserito nella prossima
edizione (Sorry, Pete).
Il Concise Dictionary of Modern Medicine è rivolto a tutti coloro che studiano medicina nelle diverse fasi di formazione e specializzazione, nonché al personale tecnico e
infermieristico. Poiché questo dizionario è concepito come un companion da tenere
a portata di mano nella pratica clinica quotidiana al letto del paziente, non include
alcun riferimento bibliografico; tutte le definizioni sono selezionate e tratte da fonti assolutamente autorevoli e riconosciute, come New England Journal of Medicine,
Nature, Science ecc. Chiedo scusa a coloro che potrebbero erroneamente pensare
che mi sia impadronito delle loro parole, spacciandole per mie: non è così, ma è
semplicemente una conseguenza dei limiti di spazio posti a questo testo dalla sua
definizione di “Concise”.
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* L’introduzione della lingua americana parlata nel lessico medico operativo non deve sorprendere,
dal momento che gli Stati Uniti sono il più grande Paese anglofono. Gli americani tendono a prendere
in prestito, o introdurre nell’uso comune, una parola secondo le necessità e, se non vi è un termine
disponibile, a crearne uno in maniera estemporanea. Il ruolo di chi compila un dizionario è quello di
documentare, non giudicare il valore dei neologismi creati da altri.
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Presentazione dell’edizione italiana
Chi ritenesse che l’edizione italiana del Concise Dictionary of Modern Medicine di
Joseph C. Segen sia la semplice traduzione dell’originale americano commetterebbe un macroscopico errore. Si tratta, invece, di un’opera sostanzialmente inedita
e rinnovata nella quale, pur a fronte di una robusta e ben riconoscibile impronta
anglosassone, l’aggiunta di centinaia di nuovi lemmi ha consentito non soltanto di
colmare le peraltro limitate lacune d’aggiornamento, ma soprattutto di adattarla
alla realtà e alle necessità dei lettori italiani.
Questo lavoro di adeguamento non è stato facile: basti pensare, per esempio, a
quanto l’uso dei sostantivi aggettivati consenta alla lingua inglese, ma non all’italiana, di ordinare i lemmi in una sequenza che, oltre che alfabetica, è anche
automaticamente d’organo o d’apparato. Oppure si considerino aspetti più contenutistici e sostanziali, quali la necessità di creare lemmi per principi attivi di farmaci non contemplati nel volume originale, ma in commercio in Italia, oppure là
citati col nome commerciale americano di preparati d’associazione. Anche l’abbondanza di sigle e d’acronimi, tipica della medicina contemporanea, avrebbe
potuto generare confusione od omissioni nel passaggio all’equivalente italiano:
anche questi sono stati dunque inseriti nel dizionario a pieno titolo come lemmi, nel significato inglese e nella versione italiana quando accreditata. Difficoltà
ulteriori ha posto la necessità di rendere nella nostra lingua in maniera precisa
e accattivante la gergalità di tutta una serie di termini ed espressioni tipici della
lingua anglosassone, unita alla costante attenzione di non trasformare in oscura
involuzione lessicale la particolare sintesi di talune definizioni, punteggiate per di
più da segni, simboli, sigle e rimandi.
L’impegno dei numerosi collaboratori, ciascuno esperto nella propria disciplina o
sotto-specializzazione, ha invece consentito di ottenere un risultato omogeneo al
testo originale, spesso persino superiore per precisione e ricchezza, garanzia di interesse e diffusione almeno pari a quelli ottenuti dal dizionario oltreoceano. È nato
infatti un volume utile sia al cultore di materie mediche sia al lettore non tecnico,
che qui potrà trovare informazioni chiare e spunti d’ulteriore approfondimento.
Il linguaggio è piano e accessibile, le tabelle e gli schemi di immediata comprensione; l’articolazione delle singole voci è calibrata in base ai diversi contenuti, da
una concisione talvolta quasi telegrafica a una trattazione, quando necessaria, più
descrittiva e dettagliata. Con i suoi oltre 20.000 lemmi, il Dizionario di medicina moderna copre le materie classiche della medicina contemporanea, ma si apre anche
ad ambiti a essa collaterali, persino inusuali e inattesi: dal giornalismo medico alla
medicina accademica, dall’industria farmaceutica all’architettura ospedaliera, dalla
politica sanitaria all’industria alimentare. Ai lemmi classici di un dizionario scientifico, il volume aggiunge la terminologia del linguaggio medico “parlato”, i vocaboli
ormai divenuti di uso corrente anche sulla stampa di divulgazione scientifica. È
questa una scelta alternativa rispetto ai dizionari di impianto più tradizionale, ma
- concordiamo con quanto esprime Joseph Segen nella sua nota introduttiva – in
linea con la dimensione di ’villaggio globale e integrato’ assunta dalla medicina
moderna. Tutto ciò nella piena consapevolezza che il Dizionario di medicina moderna è un prodotto editoriale in continua evoluzione, fisiologicamente destinato a
essere dinamicamente rimodulato e arricchito nei contenuti.
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PRESENTAZIONE DELL’EDIZIONE ITALIANA
Particolarmente apprezzati saranno allora tutti quei lettori che, ben comprese le
finalità dell’opera, vorranno concorrere con le loro segnalazioni – scrivendo all‘indirizzo di posta elettronica [email protected] – a ricalibrarne la
contemporaneità negli anni futuri. Un cenno particolare meritano infine due strumenti di grande rilevanza pratica che corredano il volume: l’elenco alfabetico dei
lemmi anglosassoni e il CD-ROM.
L’elenco alfabetico dei lemmi anglosassoni, affiancati dal solo lemma italiano corrispondente, rappresenta una sorta di vocabolario inglese-italiano immediatamente
fruibile che, unitamente alla versione su CD-ROM dell’intero volume, rende agevole la consultazione e la ricerca del significato anche a partire dal vocabolo anglosassone. Il CD-ROM, per parte sua, consente diversi percorsi di ricerca dei lemmi,
contiene rimandi ipertestuali e include l’ampio repertorio di sigle e acronimi in
precedenza menzionati.
Un’opera di questa portata non avrebbe potuto raggiungere i suoi intenti senza
l’eccezionale impegno della McGraw-Hill e del valido gruppo di collaboratori messo in campo, i quali - ciascuno per le proprie competenze – hanno concorso alla
soluzione della miriade di sollecitazioni e problemi editoriali che la realizzazione
di un dizionario pone quotidianamente. Desidero, pertanto, ringraziare in particolare Donatella Nebulone, responsabile editoriale, per avermi coinvolto in questo
ambizioso progetto e Luciana Dambra, l’editor del volume, che con la sua grande
dedizione è andata ben oltre a quanto richiesto al suo ruolo.
Massimo Vanoli
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