INTERFERENTI ENDOCRINI: QUANDO L`INQUINAMENTO

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aziende e istituzioni
inquinamento
e salute
interferenti endocrini:
quando l’inquinamento
influenza i nostri ormoni...
è una delle nuove emergenze sanitarie: si tratta
di sostanze inquinanti molto diffuse, capaci di interagire
con il nostro sistema endocrino alterandone
le funzioni. con conseguenze anche serie sulla salute.
Si trovano in molti oggetti di
uso comune e frequente: nella
plastica e negli scontrini, nei
prodotti per l’igiene personale e della casa, nei tessuti per
l’abbigliamento, solo per fare
alcuni esempi. Gli interferenti
endocrini sono sostanze inquinanti che interferiscono con gli
ormoni provocando vari effetti
dannosi sull’organismo, a cominciare dalla riduzione della
capacità riproduttiva fino ad
alterazioni dello sviluppo nervoso e del comportamento.
Recenti studi mostrano che gli
interferenti endocrini hanno
delle responsabilità anche per
molti altri disturbi, come quelli
che fanno parte della sindrome
metabolica (diabete, ipercolesterolemia, obesità) e le cardiopatie.
Tutti siamo direttamente coinvolti, ma i danni maggiori avvengono in quelle fasi della vita
in cui il sistema ormonale è più
“dinamico”: gravidanza, infanzia, adolescenza.
Veniamo molto facilmente a
contatto con questi inquinanti
usando prodotti e oggetti che li
contengono. Poiché sono presenti anche nei pesticidi usati
in agricoltura, si trovano nelle
acque superficiali e profonde,
dove permangono a lungo.
Esperti a confronto
Per tutte queste ragioni la comunità scientifica ha lanciato
l’allarme e gli studiosi stanno
affrontando l’argomento, alla
ricerca di dati utili ad arginare
il problema.
L’Istituto Superiore della Sa-
nità ha stilato un decalogo per
la prevenzione, nell’ambito del
Progetto Previeni, e la sezione
italiana dell’ISDE (International Society of Doctors for Environment) ha recentemente organizzato un convegno per riunire esperti che affrontano questo
tema da diversi punti di vista,
favorendo un utile confronto.
“Interferenti endocrini, ecosistemi e salute pubblica”, questo il titolo dell’incontro che si
è svolto all’Università Bicocca di Milano, con il sostegno
di Sodexo, azienda leader nei
Servizi per la Qualità di Vita, da
sempre sensibile al benessere
delle persone e dell’ambiente.
Argomenti che affronta con il
supporto del Comitato Scientifico Sodexo, un organismo indipendente di cui ISDE fa parte.
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La parola ai relatori del convegno
Contaminanti diffusi
e pericolosi
Bisogna monitorare
i corsi d’acqua
“Abbiamo voluto affrontare un
tema che investe i consumatori, il grande pubblico che usa
cosmetici, prodotti per l’igiene, cibo che contengono contaminanti potenzialmente molto
pericolosi poiché contribuiscono allo sviluppo di patologie
come obesità e tumori”.
“Le sostanze che interferiscono con il nostro sistema ormonale si trovano in molti prodotti
di uso comune. Ne rileviamo la
presenza come inquinanti nei
corsi d’acqua, dove restano in
modo permanente. Il monitoraggio delle acque è necessario, ma non è sempre facile
avere i dati: ottenerli è complesso e costoso”.
Celestino Panizza,
Medico del lavoro,
Coordinatore ISDE Lombardia
Relazione tra salute
umana e ambientale
“Il convegno ha messo in luce
la stretta relazione che esiste tra salute dell’ecosistema
e salute umana. E in questo
modo ha implicitamente evidenziato l’urgenza di politiche pubbliche focalizzate
sulla prevenzione e sulla precauzione in materia di salute
pubblica”.
Carlo Modonesi,
Professore di Ecologia umana,
Università degli Studi di Parma,
ISDE Italia
la gravidanza e nell’infanzia,
momenti in cui gli ormoni giocano un ruolo chiave”.
Alberto Mantovani,
Dirigente di Ricerca, ISS
(Istituto Superiore di Sanità)
Roma
Grandi pericoli
anche da piccole dosi
“Oggi sappiamo che non è la
dose che fa il veleno come si è
creduto per secoli. Piccolissime dosi di sostanze chimiche
di sintesi si trovano nel nostro
ambiente di vita fin dal concepimento, e da sole o come miscela con altre alterano il nostro
stato di salute. È come se fossimo pesci di acqua dolce che si
ritrovano a vivere nel mare”.
Pietro Paris,
Dirigente di Ricerca, ISPRA
(Istituto Superiore
per la Protezione e la Ricerca
Ambientale), Roma
Molti rischi, specie
per gravide e bambini
“Alcuni inquinanti interferiscono con i nostri ormoni: non solo danneggiano la fertilità ma
sono anche responsabili di un
aumentato rischio di cancro
e della sindrome metabolica
(diabete, ipercolesterolemia,
obesità). L’aspetto critico è
rappresentato dall’esposizione a queste sostanze durante
Fiorella Belpoggi,
Direttore Centro di Ricerca
sul Cancro Cesare Maltoni,
Istituto Ramazzini, Bologna
Occorre intervenire
sui lavoratori esposti
“La capacità di colpire numerosi organi e sistemi,
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inquinamento e salute
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principalmente quello riproduttivo e la tiroide, rende sempre più inderogabile
prodisporre protocolli sanitari idonei a valutare gli effetti a lungo termine di queste sostanze sui lavoratori
esposti e colmare le carenze normative”.
Fabrizio Giannandrea,
Medico del Lavoro,
ASL 2 Abruzzo, Chieti
sostanze perfluoroalchiliche
(PFOA), usate in particolare su pentole antiaderenti,
carta oleata, tessuti antimacchia. Nella popolazione
veneta oggetto della nostra
ricerca abbiamo riscontrato
un aumento di disturbi cardiovascolari come cardiopatie, ictus e ipertensione,
delle malattie della tiroide,
di diabete e ipercolesterolemia”.
Mortalità da
interferenti endocrini
“Senza alcun aiuto delle autorità sanitarie e politiche,
a costo zero, ISDE ed ENEA
hanno realizzato un’indagine
sulla mortalità basandosi su
dati ISTAT (1980-2011), che
ha dimostrato un aumento
della mortalità del 20% in
Comuni inquinati da interferenti endocrini a livelli molto
inferiori a quelli dichiarati
tollerabili dall’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza
alimentare)”.
Edoardo Baj,
Medico del Lavoro,
Presidente ISDE Milano
Una ricerca sulla
popolazione veneta
“Abbiamo indagato sulle conseguenze dell’inquinamento,
in particolare dell’acqua,
da parte di alcune sostanze molto diffuse: i composti
perfluorurati (PFAS), usati
nei detergenti, in pitture e
vernici, nel trattamento di
superfici metalliche, carta e
cartone, pelle e tessuti, e le
menti sicuramente biologici”.
Sergio Bernasconi,
Professore di Pediatria,
Università degli Studi di Parma
L’impatto degli
accordi internazionali
“Gli accordi commerciali sono
giuridicamente vincolanti e,
avendo vasta influenza anche
su altri settori di intervento,
hanno il potenziale per migliorare scambi commerciali e
standard di sicurezza, ma solo se puntano ad armonizzare
gli standard verso le pratiche
migliori, e non andare a scatenare la corsa verso il basso, come le attuali versioni di
TTIP e CETA ci mostrano”.
Vincenzo Cordiano,
Medico ematologo,
Coordinatore ISDE Veneto
Come ridurre il rischio
per i bambini
“Come pediatra, a un genitore direi di informarsi, di parlare con il proprio pediatra
di riferimento per avere una
conoscenza diretta dei rischi.
Ma soprattutto lo inviterei
a mettere in atto misure di
prevenzione forse banali ma
senz’altro utili. Solo pochi
esempi tra i molti possibili:
usare contenitori di vetro e
non di plastica per cibi e bevande, scegliere tessuti non
trattati come ignifughi per
l’abbigliamento, preferire ali-
Federica Ferrario,
Responsabile Agricoltura
di Greenpeace Italia
L’importanza
dell’informazione
“Siamo convinti che diffondere
la conoscenza sia importante
affinché le scelte consapevoli
di ciascuno possano ridurre il
rischio. È ciò che facciamo da
anni, guidati dal nostro Programma Better Tomorrow
Plan, che ha come pilastri la
salute delle persone e la tutela
dell’ambiente.
Un piano che orienta le nostre
azioni e che prevede il coinvolgimento di tutti i nostri interlocutori con varie inziative, tra
cui il sostegno dato da Sodexo
a questo convegno”.
Edoardo Venturini,
Responsabile Relazioni Esterne
Sodexo Italia
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