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Azione C2. Implementazione del programma di gestione sanitaria del bestiame domestico.
LIFE09NAT/IT/000160 – ARCTOS.
IL MONITORAGGIO SANITARIO NELL’AREALE DELL’ORSO BRUNO MARSICANO
URSUS ARCTOS MARSICANUS: DALLE LINEE GUIDA AD UN PIANO DI GESTIONE
COORDINATO.
Argenio Adriano, Fenati Massimo, Pace Annabella
Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo
La tutela della residua popolazione di orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) è
strettamente legata a una corretta gestione sanitaria degli ecosistemi nei quali questa specie
sopravvive. Le popolazioni relitte, qual è quella in oggetto, hanno una scarsa capacità di
adattamento a variazioni ambientali improvvise, una delle quali può essere rappresentata
dall’introduzione di un nuovo agente patogeno o dalla maggiore aggressività di patogeni già
presenti. Nell’ambito dell’Azione C2 del Life Arctos, partendo dalle Linee guida per la gestione
degli aspetti sanitari connessi alla tutela delle popolazioni di orso bruno marsicano, redatte dal
Tavolo Tecnico Sanitario istituito presso il Ministero della Salute, è stata elaborata una Proposta di
piano di gestione degli aspetti sanitari connessi alla tutela dell’orso bruno marsicano (allegato n.
1). L’attenzione è stata focalizzata sulle prime dieci malattie potenzialmente pericolose per l’orso:
Brucellosi, Cimurro, Parvovirosi, Pseudorabbia, Leptospirosi, Epatite infettiva, Toxoplasmosi,
Clamidiosi, Febbre Q, Bluetongue. Considerando che la Brucellosi nel bestiame è costantemente
monitorata dai Servizi Veterinari delle Asl perché compresa fra le malattie sottoposte a Profilassi di
Stato, la pericolosità maggiore deriva quindi dalle malattie trasmesse dai cani (Cimurro,
Parvovirosi, Leptospirosi, Epatite infettiva) e dal cinghiale (Pseudorabbia).
Sono stati organizzati 20 incontri pubblici con diverse categorie (medici veterinari, cacciatori,
allevatori) per illustrare gli aspetti del Piano di gestione e sensibilizzare all’importanza del
monitoraggio sanitario delle specie domestiche e selvatiche.
Per monitorare Pseudorabbia, Brucellosi, Leptospirosi nella fauna selvatica, sono stati raccolti 70
campioni di polmone, milza, rene dei cinghiali abbattuti dai cacciatori nella Zona di protezione
Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM). Il campionamento si è
concentrato prevalentemente nell’Area Contigua Molisana del PNALM (allegato n. 2).
100 campioni di sangue sono stati raccolti durante una campagna di monitoraggio sanitario e
vaccinazione gratuita di cani di proprietà degli allevatori, organizzata in collaborazione con
l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo. La vicinanza evolutiva fra orso e cane rende più
probabile la condivisione di agenti patogeni tra le due specie. L’areale dell’orso bruno marsicano è
caratterizzato da una numerosa e variegata popolazione canina che potrebbe fungere da serbatoio
epidemiologico per molti patogeni trasmissibili alle specie selvatiche. L’elevato grado di simpatria
tra la popolazione canina e le specie selvatiche favorisce non solo l’interazione sanitaria tra
ecosistema domestico e silvestre, con conseguente possibile introduzione di nuovi patogeni, ma
anche l’incremento della popolazione recettiva complessiva che influenza direttamente la diffusione
ed il mantenimento dei patogeni nell’ambiente.
Nel mese di gennaio 2013, il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM),
core area della popolazione di orso bruno marsicano, è stato interessato da un focolaio di Cimurro
che si è esteso anche alle aree limitrofe e ha portato alla morte di circa 20 lupi e di centinaia di cani.
Il Cimurro è una malattia virale, molto contagiosa, che colpisce soprattutto i giovani esemplari.
Nell’orso, pur esistendo solo sporadiche segnalazioni di letalità attribuibili a questo virus, l’impatto
dell’infezione sulla dinamica di popolazione di orso bruno marsicano non è prevedibile e potrebbe
non essere trascurabile anche a causa della scarsa variabilità genetica e dal un numero esiguo di
esemplari che la costituiscono. Per far fronte a questa emergenza sanitaria, l’Ufficio Conservazione
della Natura della Regione Abruzzo, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale
(IZS) di Teramo, ha organizzato incontri con i medici veterinari del Ministero della Salute, dei
Servizi Veterinari delle Regioni Abruzzo, Lazio e Molise, delle Asl, degli IZS e delle Aree Protette,
per cercare di coordinare una strategia di intervento tesa a limitare l’impatto di questa patologia
nell’areale dell’orso. La vaccinazione dei cani è stata individuata come unico possibile strumento di
prevenzione per ridurre l’interfaccia tra ecosistema domestico e silvestre, e limitare quindi il ruolo
epidemiologico della popolazione canina nella trasmissione ed introduzione del virus nell’ambiente.
La prima fase dell’intervento è stata caratterizzata da una valutazione preliminare del rischio
sanitario relativo alle diverse categorie canine presenti. La categoria a più elevato rischio è stata
individuata nei cani degli allevatori che nella maggioranza dei casi non sono iscritti all’anagrafe
canina, non sono vaccinati e sono liberi di vagare senza controllo in zone molto sensibili per la
conservazione dell’orso. Un’altra categoria ad elevato rischio sanitario è quella dei cani dei
residenti perché solo in minima parte vaccinati e liberi di vagare soprattutto durante le ore notturne
nelle aree limitrofe ai paesi. Non sono invece state considerate prioritarie nella valutazione del
rischio altre categorie che comprendono i cani dei cacciatori, dei cercatori di tartufi e dei turisti
poiché nella maggioranza dei casi risultano già vaccinati. La strategia del piano di immunizzazione
è stata quindi differenziata in relazione ai differenti livelli di rischio individuati: per i cani dei
cacciatori, dei cercatori di tartufi, dei turisti e dei residenti è stata promossa una campagna di
sensibilizzazione alla vaccinazione mediante la realizzazione di una locandina informativa, la
diffusione di numerosi appelli su quotidiani e televisioni locali e l’organizzazione di incontri mirati
con i cittadini e le categorie professionali interessate. Per i cani degli allevatori e dei residenti è stata
organizzata una campagna di vaccinazione gratuita.
In collaborazione con il PNALM e con il patrocinio della FNOVI (Federazione Nazionale degli
Ordini dei Medici Veterinari Italiani) è stata realizzata la campagna di sensibilizzazione “Il cane…il
miglior amico dell’orso” (allegato n. 3), per invitare i proprietari dei cani presenti nell’areale
dell’orso, a vaccinare i propri animali e a non lasciarli liberi se non sotto stretto controllo.
Contestualmente l’Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo con fondi del Life
Arctos, e in collaborazione con l’Associazione no profit Salviamo l’orso, ha acquistato circa 7000
vaccini. L’IZS di Teramo, in base alle indicazioni emerse durante gli incontri con i tecnici delle
Aree protette di Abruzzo, Lazio e Molise e dell’Ufficio Conservazione della Natura della Regione
Abruzzo, ha individuato le aree su cui concentrare gli interventi vaccinali al fine di ridurre il rischio
di trasmissione del Cimurro ai nuovi nuclei familiari costituiti dalla presenza di orse con piccoli. La
somministrazione dei vaccini è stata effettuata grazie alla collaborazione con i Servizi veterinari
delle ASL e con quelli delle Aree Protette. Le prime aree in cui si è intervenuto sono state l’Area
contigua molisana del PNALM e il Parco Regionale Sirente Velino. In queste aree le vaccinazioni
sono state associate ad una valutazione sierologica dello stato sanitario della popolazione canina
non vaccinata. I risultati dei 99 campioni prelevati mostrano una notevole esposizione della
popolazione campionata al virus del Cimurro con una sieroprevalenza totale pari al 69% (IC95%:
59-77%). Il virus sembra circolare attivamente, come confermato dall’elevata prevalenza negli
animali di età inferiore all’anno (47%; IC95%: 22-73%), ma con dinamiche differenti tra le due aree
campionate (p<0.05) (allegato n. 4).
I risultati della campagna di monitoraggio e vaccinazione dei cani costituiscono la prima
testimonianza dell’intervento di gestione messo in atto per fronteggiare una possibile emergenza
sanitaria nell’areale dell’orso bruno marsicano. Limiti, criticità e sviluppi mostrano la necessità di
un coordinamento tra gli attori della conservazione e della salute animale, essenziale per
massimizzare l’efficacia e ridurre i tempi di esecuzione dell’intervento (allegato n. 5).
L’Azione C2 ha come obiettivo finale quello di dar vita, nell’areale dell’orso bruno marsicano, a un
sistema permanente e continuo di monitoraggio sanitario che sia da una parte dinamico ed elastico,
in modo da adattarsi all'elevata variabilità e mutabilità degli agenti patogeni, e dall’altra realmente
efficace e funzionale non solo alla conservazione dell'orso e delle altre specie prioritarie (in primis
il lupo), ma anche alla gestione sostenibile delle attività umane tradizionali (zootecnia, turismo,
caccia, raccolta dei tartufi) (allegato n. 6).
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