LA SINISTRA STORICA E LA CRISI DI FINE `800

LA SINISTRA STORICA E LA CRISI
DI FINE '800
IL GOVERNO CRISPI
Francesco Crispi, capo
del governo dopo
Depretis, rafforzò il
potere esecutivo e fece
spesso ricorso alla
repressione contro i
cattolici e i socialisti.
Egli però non tenne conto del profondo malessere del
meridione. Infatti in Sicilia molti contadini e lavoratori
dello zolfo aderirono a organizzazioni socialiste
chiamate Fasci dei lavoratori che attraverso agitazioni
violente chiedevano condizioni di lavoro più umane.
LA
GUERRA
D'AFRICA
Nel 1889, Crispi riuscì
a concludere con il
negus Menelìk, il
Trattato di Uccialli,
che riconosceva
all'Italia il protettorato
il Etiopia e la
sovranità in Eritrea.
Nello stesso tempo il
sovrano di Zanzibar
riconosceva il protettorato
italiano anche in Somalia.
Menelìk ruppe gli accordi
e insieme alla Francia
dette inizio alle ostilità,
fino alla sconfitta dell'Italia
nella piana di Adua.
ANTONIO DI RUDINI'
Succedette a Crispi il
marchese Antonio di
Rudinì, il quale firmò con
Menelìk la pace di Addis
Abeba in base alla quale
l'Italia otteneva il
possesso dell'Eritrea.nel
frattempo concesse
l'amnistia ai condannati
dopo i moti in Lunigiana e
in Sicilia.
Tuttavia la crisi
sfociò in nuove
agitazioni. Dopo il
rincari della tassa sul
pane nella primavera
del 1898, si ebbero
tumulti in molte
regioni ma
soprattutto a Milano,
dove il generale
Fiorenzo Bava
Beccaris fece fuoco
sulla folla inerme.
Dopo un altro periodo di
repressioni venne convocato un
ministero di coalizione al quale
presero parte quasi tutti i partiti
politici, con l'obbiettivo di
riportare la calma nel paese. Era
però troppo tardi, il 29 giugno
1900 re Umberto I veniva
assassinato da Gaetano Bresci
con lo scopo di vendicare le
vittime del '98.
LA CRISI
ECONOMICA
EUROPEA DI
FINE '800
Seguì la rivoluzione
industriale una profonda
crisi economica, durante
la quale molte persone
persero il lavoro e molte
fabbriche fallirono.
Per fronteggiare questa
crisi, gli industriali e i
commercianti chiesero ai
governi di ripristinare le
dogane in difesa dei loro
interessi, ossia di
ritornare ad una politica
protezionistica.
Nacquero i monopoli, ossia aziende forti che
compravano altre aziende e industrie più deboli o
che erano fallite, col tempo essi si ingrandirono e
acquistarono sempre più potere.
Oltre all'applicazione del
protezionismo e alla
nascita dei monopoli, si
estese anche la ricerca
di nuovi mercati, nuove
fonti energetiche e
materie prime.
Questo scatenò una
nuova spinta verso il
colonialismo e un
rafforzamento degli
imperi coloniali europei.
Tutto ciò portò, tra l' '800 e il '900, al
superamento della crisi. Ma il prezzo pagato
da chi subì la colonizzazione, che fu altissimo.
Si associarono al
nuovo modello
economico nuove
idee politiche legate
all'idea della “super
potenza” e si diffuse
in maniera molto
sentita un'idea di
razzismo: l'Europa
bianca con la sua
cultura e la sua
economia che
colonizzava in nome
del suo stato
potente.
L'ITALIA
Anche in Italia il processo industriale e le scelte
protezionistiche presero piede e cominciarono a
svilupparsi il settore dell'acciaio, dell'alluminio e
quello dell'energia idroelettrica nel nord con
centrali ai piedi delle Alpi.
Nacque poi l'industria
chimica,
specialmente nel nord
e in quelle zone in
grado di collegarsi a
Venezia e a Genova
attraverso le strade
ma anche attraverso
le reti di canali
navigabili sui quali
venivano trasportati i
prodotti chimici, come
Porto Marghera.
Comparve in Europa la Soda, una sostanza
chimica che stava alla base dei saponi e dei
detersivi e che fu molto importante, perchè dopo
l'invenzione di questa sostanza nacque una nuova
idea di igiene, migliorando le condizioni di vita.
In Italia i governi della Sinistra portarono a una
deriva sempre più autoritaria, che marciò parallela
alle scelte colonialistiche dell'Eritrea e della
Somalia.
Con il '900 ci sarà una continuazione di questa
politica con la conquista della Libia e dell'Etiopia.
Questa deriva autoritaria
portò infine ad azioni
estreme come l'uccisione
di Umberto I.
A Umberto I successe al
trono Vittorio Emanuele
III, il quale nominò
ministro Zanardelli, un
liberale moderato che
prese la direzione
contraria rispetto alle
scelte politiche dei
governi che lo avevano
preceduto.
Egli sospese tutti i
provvedimenti
restrittivi delle libertà
personali e cominciò
una nuova forma di
pace sociale in base
alla quale saranno
presi anche alcuni
provvedimento
economici.
LA
POLITICA
EUROPEA
DI FINE '800
gli stati europei fecero delle scelte protezioniste e
dettero il via a una nuova epoca di colonialismo e
imperialismo, inoltre si svilupparono delle teorie
politiche fortemente nazionaliste abbinate a
politiche interne autoritarie e repressive.
Questo portò a contrasti con altri nazionalismi,
perchè ogni stato si sentiva superiore agli altri.
Le teorie razziste trovavano una base ideologica
nelle conquiste coloniali perchè si sosteneva che i
popoli africani e asiatici fossero razze inferiori che
dovevano, perciò, essere civilizzati dalla potente
Europa.
Si rafforzò inoltre, a fine secolo, un'idea
antisemita.
Dal Periodo Napoleonico in poi, infatti, gli ebrei
furono resi liberi e considerati cittadini alla pari di
tutti.
Una volta liberi, svilupparono moltissime attività
economiche.
Verso la fine dell'800 ci fu un'esplosione di idee
antisemite come a voler trovare un capro
espiatorio alla crisi. In certi paesi come in Russia
furono propriamente perseguitati.
In Germania questo concetto si sviluppò in un
altro pensiero: il Pangermanesimo, che era l'idea
che immaginava l'unificazione di tutte le
popolazioni germaniche antiche.
DUE NUOVE
POTENZE:
USA E
GIAPPONE
In America la guerra di secessione portò
ad una nuova organizzazione dello Stato:
fu abolita la schiavitù e gli schiavi poterono
spostarsi all'interno dello stato per cercare
un lavoro.
Questo, assieme alla grande migrazione di
persone da tutto il mondo, alla grande
abbondanza di materie prime e all'energia
disponibile fece sì che l'industria
schizzasse in poco tempo, ai massimi
livelli.
Gli Stati Uniti cominciarono a volgere il loro
interesse verso in Giappone, dove l'Omperatore
era ancora considerato una divinità, ma che in
realtà non governava. L'organizzazione dello
Stato era ancora di tipo feudale: il ministro che
presiedeva un'assemblea di feudatari era
chiamato Shogun.
L'imperatore venne perciò costretto a concedere
dei contratti economici del tutto favorevoli
all'Europa.
Questa situazione durò
sino a che salì al trono
l'Imperatore Meiji che
abolì ogni forma di
feudo, si nominò capo
del governo e concesse
una costituzione che
permise la formazione di
un parlamento e la
nascita di tutte le libertà
personali.
L'Imperatore imparò dall'estero molte cose,
come, ad esempio, stilare contratti con gli
stati esteri. Inoltre i giapponesi, essendo
famosi per la loro grande operosità e il loro
grande senso del dovere, avevano sviluppato
un grande artigianato che si riversò
nell'economia e il Giappone diventò una
grande potenza industriale emergente.
IL CONGRESSO DI BERLINO
L'Impero Ottomano visse molti secoli
di splendore ma nell'ultimo periodo
era in decadenza ed aveva
sviluppato perciò un governo
fortemente autoritario. Le
popolazioni dei Balcani, oppresse
dal governo, erano desiderose di
ottenere l'indipendenza.
Austria e Russia appoggiarono le varie guerre
d'indipendenza di questi popoli, perchè volevano
espandersi nel Mediterraneo orientale.
Bismark riuscì, con
il congresso di
Berlino, a mettere al
tavolo delle
trattative tutte le più
grandi potenze,
creando delle
situazioni per le
quali nessun stato
poteva cerare di
combattere contro
gli altri per ottenere
la supremazia.
L'Impero Ottomano
non scomparve, ma
le popolazioni dei
Balcani
conquistarono
l'indipendenza anche
se una buona parte
veniva controllata da
Russia e Austria.
Per evitare che la Francia di risollevasse, dopo i
moti del 1860, fece in modo che essa continuasse
a orientare i propri interessi all'estero, in particolar
modo sulla Tunisia, anche se sapeva che era un
territorio a cui era interessata l'Italia, ma in questo
modo il contrasto tra Italia e Francia si sarebbe
rafforzato.
Bismark non si oppose al fatto che l'Inghilterra
gestisse e conquistasse lo Stretto di Gibilterra
e Malta,controllando i due sbocchi sul
Mediterraneo, grazie anche al Canale di Suez e
al protettorato sull'Egitto.
In Europa quindi, non esistevano alleanze tra
stati, solo la Triplice Alleanza cominciava a
formarsi, la quale raccoglieva dapprima Italia e
Germania e poi anche l'Austria.