INCONTRI A TEMA - MARTEDI’ 19 GENNAIO 2010 LA TIROIDE QUESTA (S)CONOSCIUTA GENERALITA’ DIAGNOSTICA DI LABORATORIO ED INTERPRETAZIONE DEL DATO Dr. Gianni Aricò Biologo – Docente Scienze infermieristiche Università di Cassino I CONSIGLI DELLO SPECIALISTA TRA PREVENZIONE E TERAPIA ABSTRACT DELLA CONFERENZA La fruibilità quasi in tempo reale di alcuni test diagnostici sia di Laboratorio che per immagini, ci ha portato a considerare con una qualche sufficienza il loro valore e la loro possibilità essere molto di più di un semplice test di screening. Così si è verificato in buona parte per gli esami che riguardano la tiroide che hanno avuto in questi ultimi anni un incremento esponenziale che non trova giustificazioni se non nel fatto che la grande diffusione delle richieste a volte non necessarie ha portato a farli considerare dei “semplici esami di Laboratorio o di diagnostica per immagini”. La tiroide rappresenta uno degli organi centrali del nostro organismo, avendo sotto la sua “giurisdizione” tutta una serie di eventi, spesso addirittura in antitesi tra di loro e che possono talora addirittura fuorviare nella corretta interpretazione di dati e sintomi. Le principali competenze e funzioni della tiroide sono sintesi di triiodotironina e di tiroxina Metabolismo Frequenza cardiaca Peso e massa muscolare Concentrazione del colesterolo Funzionalità ovarica Vista Idratazione della pelle,solo per citarne alcune. Per alcune situazioni si può aggiungere che si può verificare tutto e il contrario di tutto tanto è vero che in certe patologie ci possiamo trovare di fronte ad una marcata produzione di ormoni , che lascerebbe far pendere l’ipotesi di un ipertiroidismo, quando poi, nel breve tutto si converte in una forma conclamata di ipotiroidismo. I sintomi più diffusi nelle patologie della tiroide, quelli che confermano la “bipolarità” delle manifestazioni sono: Tachicardia Insonnia - sonnolenza Tremori Ansia Scarsa adattabilità al freddo e al caldo Depressione – Eccitabilità Dimagrimento - Aumento di peso Dolori muscolari Anemia Modificazioni della voce Caduta dei capelli Irregolarità del ciclo ovarico Disfunzioni sessuali Tra le patologie più diffuse della tiroide troviamo i noduli, quasi sempre di natura benigna, presenti in circa il 50% della popolazione. I noduli tiroidei sono particolarmente diffusi nelle zone a carenza iodica, anche se la diffusione capillare dell’uso del sale iodato, ne ha diminuito di molto l’espandersi. Vale anche la pena di ricordare che come tutte le patologie della tiroide, la diffusione tra le donne è notevolmente maggiore rispetto agli uomini e tale riscontro statistico vale anche per i noduli. Quando i noduli sono particolarmente attivi si può generare un gozzo, patologia che deriva da un ingrossamento della ghiandola non reversibile spontaneamente. Una classificazione scolastica delle tireopatie riconduce a quattro tipi fondamentali: Patologie non maligne tuttavia importanti e diffuse come ipo ed ipertiroidismo Patologie da infiammazione Patologie autoimmuni Patologie neoplastiche L’ipotiroidismo deriva da una ridotta produzione di ormoni tiroidei oppure dalla loro mancata utilizzazione. Diffusissimo, addirittura endemico nel passato recente per carenza di iodio nella dieta. Disturbi dovuti all’ipotiroidismo sono: Sonnolenza, affaticabilità, stanchezza Difficoltà a perdere peso Intolleranza al caldo e al freddo Svogliatezza mentale Ritenzione idrica Instabilità di umore Alterazioni del ciclo ovarico Legnosità delle articolazioni Una delle forme più subdole di questa patologia è l’ipotiroidismo congenito, che si può riscontrare nei neonati e può avere come conseguenze dal ritardo mentale al ritardo dell’accrescimento; Lo screening dell’ipotiroidismo congenito alla nascita, ha consentito il controllo quasi totale della malattia tramite una precoce terapia sostitutiva e la eradicazione dei gravi effetti negativi collegati. La diagnosi di ipotiroidismo congenito si effettua tramite il dosaggio dell’ormone TSH, sul sangue del neonato prelevato tramite la puntura di un tallone e l’imbibizione di un frammento di carta assorbente. La diagnosi di ipotiroidismo invece si può effettuare attraverso tre semplici passaggi dove ognuno non esclude l’altro : Clinica: tramite la valutazione dei segni e dei sintomi Di laboratorio: dosaggio degli ormoni tiroidei, degli anticorpi antiperossidasi, e antitireoglobulina Per immagini: scintigrafia tiroidea, ecografia. La diffusione poi della nuova tecnica dell'ecocolordoppler ha introdotto nella pratica diagnostica il problema degli “incidentalomi tiroidei" del paziente anziano; la maggior parte sono noduli non palpabili, di un centimetro o meno, spesso cistici. La possibilità che siano maligni è molto bassa e quindi possono essere seguiti clinicamente nel tempo; nel caso però le caratteristiche ecografiche fossero sospette, è giustificato il ricorso alla biopsia con ago sottile. La terapia dell’ipotiroidismo consiste nella semplice assunzione di L-Tirosina, farmaco di sintesi che sostituisce l’ormone che la tiroide non è in grado di produrre. Buone speranze vengono per coloro che sono costretti all’assunzione per tutta la vita del farmaco sostitutivo dell’ormone tiroideo: presso la cattedra di endocrinochirurgia dell’Università Cattolica di Roma si sta sperimentando per ora soltanto sugli animali un trapianto di tessuto tiroideo ce potrebbe rilasciare dosi fisiologiche di ormone liberando i pazienti dall’assunzione giornaliera. Altra patologia molto diffusa è costituita dalle tiroiditi ce possono essere di tipo infiammatorio o di tipo autoimmune; La tiroidite più diffusa è la tiroidite di Hashimoto con le sue varianti tra le quali la tiroidite post-partum, affezione soltanto da qualche decennio assurta a patologia a se stante. Una affascinante ipotesi dell’insorgenza della tiroidite post-partum è data dal fatto che si verificherebbe una immunosoppressione durante la gravidanza ed un rimbalzo dell’attività immunitaria nel post partum La ridotta attività immunitaria, è necessaria per l’accettazione del feto da parte dell’organismo materno, dal momento che il concepimento può essere considerato una specie di trapianto omologo in quanto metà del patrimonio genetico è di origine paterna. L’ Ipertiroidismo è una condizione patologica, in cui si determina la presenza in circolo di una quota abnorme di ormoni tiroidei. E’ determinata da una notevole attività della tiroide o di un singolo nodulo ed è definita anche come: morbo di Basedow o gozzo tossico diffuso. SINTOMI DELL’IPERTIROIDISMO : Dimagrimento Eccitabilità Eccessiva sudorazione Tachicardia Palpitazioni Insonnia Aumento di volume della tiroide Oftalmopatia con esoftalmo La patologia consiste nella formazione di autoanticorpi per i recettori del TSH che reagendo con questi, mimano l’azione del TSH e stimolano i tireociti a sintetizzare e liberare una maggiore quantità di ormoni tiroidei. In pratica si verifica un fenomeno immunitario a causa del quale si innesca una reazione tra: autoanticorpo e cellula bersaglio con conseguente stimolo alla produzione di ormoni da parte dei tireociti che diventano cellule-bersaglio. Una particolare attenzione va rivolta allo stato della tiroide durante la gravidanza, primo perché è statisticamente accertato che nella donna gravida si verifica a causa di un notevole fabbisogno di iodio, un incremento del volume dell’organo fino a rendere manifesto un gozzo vero e proprio, soprattutto nelle zone a carenza iodica significativa. Una madre ipotiroidea non corretta, può provocare ritardo mentale e fisico nel nascituro; se l’ipotiroidismo è antecedente alla gravidanza o successivo ad essa, in ogni caso il farmaco di prima scelta rimane la L-Tiroxina NEOPLASIE DELLA TIROIDE Diverse sono le neoplasie che si possono localizzare nella tiroide; secondo una classificazione scolastica possono suddividersi a seconda della tipologia delle cellule che li originano in papillari, follicolari e midollari. I tumori della tiroide presentano un tasso di mortalità molto basso: 0,8 su 100.000 nei maschi e 1,4 su 100.000 nelle donne. La prognosi è più favorevole per i tumori papillari, seguono i follicolari e i midollari, mentre la prognosi peggiore è per i tumori indifferenziati. Altri elementi atti a determinare la prognosi sono lo stadio della patologia e l’età. In genere la prognosi è inversamente collegata all’età E’ accertata, per alcuni tumori, una familiarità che va indagata ai fini prognostici.