Tumori dell’esofago Dr. Antonio Frassoldati UO Oncologia Clinica Ferrara Epidemiologia • Neoplasia relativamente rara (VIII al mondo per frequenza, VI causa di morte cancro-correlata) • M:F = 2-4:1 • Età mediana di insorgenza: 67 anni • • Variabilità geografica Italia: 2.000 nuovi casi/anno (4:100.000 ab), con maggiore incidenza in Trentino, Friuli Venezia Giulia e Lombardia. Age-Standardized Esophageal Cancer Incidence Rates by Sex and World Area. Source: GLOBOCAN 2008. Istopatologia AC SCC 0% 10% AC SCC 10% 60% AC SCC 90% 30% 1. Carcinoma a cellule squamose (SCC). Origina dalle cellule di rivestimento. Incidenza in calo. 2. Adenocarcinoma (AC). Origina dalle cellule dell´epitelio ghiandolare. Responsabile di circa il 40-50% dei tumori dell´esofago diagnosticati negli Stati Uniti. Incidenza in aumento. 3. Istotipi rari: carcinoma a cellule squamose con aspetti sarcomatosi, carcinomi adenoidocistici o mucoepidermoidi, carcinomi a piccole cellule, leiomiosarcoma (< 1% di tutti i tumori dell´esofago). Fattori di rischio (1) 1. Alcol e fumo o Fattori di rischio principali per il carcinoma a cell squamose (SCC) o Il fumo potrebbe essere coinvolto nell’eziopatogenesi anche di circa un 30% degli adenocarcinomi (AC). La riduzione del tabagismo potrebbe spiegare la riduzione dell’incidenza del SCC nelle ultime 3-4 decadi soprattutto nel mondo Occidentale. Al contrario, negli ex-fumatori non si riduce il rischio di AC. o Meccanismo d’azione principale: irritazione cronica della mucosa esofagea da parte dell’alcool, contatto prolungato con sostanze cancerogene contenute nell’alcool e nel fumo (alcool agirebbe da solvente dei carcinogeni contenuti del fumo à effetto moltiplicativo). 2. Malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE) o Principale fattore di rischio per l’AC (nei paesi Occidentali ne è affetto circa il 30% della popolazione adulta) o Meccanismo d’azione principale: la presenza di reflusso cronico si associa nell’8-10% dei casi alla presenza di una lesione preneoplastica (esofago di Barret - BE)→metaplasia intestinale che sostituisce il normale epitelio squamoso dell’esofago distale. o Prevalenza di AC nei pazienti con BE: 10% - 64% (aumento del RR di 40 volte rispetto alla popolazione generale). Il tasso di trasformazione annuale del BE ad AC è ≤ 0.5%. Per questo c’è ancora dibattito sull’utilità di un programma di screening per questi pazienti. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Fattori di rischio (2) Elevato BMI. Aumenta di circa 7 volte il rischio di tumori di AC. Meccanismo d’azione principale: aumentata incidenza di MRGE. Dieta.Una dieta ricca in frutta e verdure avrebbe un azione di tipo protettivo. Pregressa ingestione di caustici. Tempo di latenza di circa 40 anni, aumento rischio SC del terzo medio dell’esofago. Tilosi. Rara malattia ereditaria trasmessa con tratto autosomico dominante caratterizzata da ipercheratosi palmo-plantare e papillomatosi esofagea (comparsa di tumore esofageo in età < 65aa nell’85% degli affetti). Acalasia. Disordine della motilità esofagea caratterizzato da un´aumentata pressione basale a livello dello sfintere esofageo inferiore, incompleto rilasciamento dello sfintere stesso dopo la deglutizione e assenza della peristalsi a livello del corpo esofageo (tempo di latenza circa 20 anni, comparsa di ca esofageo nel 14-16% degli affetti). Sindrome di Plummer-Vinson/Paterson-Kelly. Anemia sideropenica, glossite, cheilite, splenomegalia, fragilità ungueale ed esofagite (comparsa di ca esofageo/ipofaringeo nel 10% degli affetti). Pregresse neoplasie del distretto cervico-facciale. Storia naturale • • La presentazione di malattia più frequente è quella localmente avanzata o metastatica alla diagnosi: o SCC (esofago medio e superiore) la recidiva regionale appare più frequente della ripresa a distanza, o AC (terzo inferiore esofageo) metastatizzano soprattutto a distanza. Modalità di diffusione: o Infiltrazione locale e dalla via linfatica (pareti esofagee mancano di un rivestimento sieroso, ricca rete linfatica sottomucosa): • Terzo superiore esofageo: stazioni paratracheali, inter-tracheobronchiali e cervicali profonde; • Esofago medio: linfonodi sottodiaframmatici; • Esofago inferiore: stazioni linfonodali pericardiali e coronariche. o Diffusione per contiguità: • Terzo esofageo superiore: trachea, bronco di sinistra, vene polmonari e rachide • Localizzazioni medio-distali: pericardio, polmone, diaframma, fegato, pancreas (soprattutto corpo), milza e surrene sinistro o Diffusione ematica: piuttosto tardiva à polmoni, fegato e ossa. Quadro clinico • Disfagia progressiva, inizialmente per i cibi solidi e poi anche per i cibi liquidi. Il paziente tende a modificare le proprie abitudini alimentari à dieta semiliquida o liquida. Spesso alla comparsa di disfagia corrisponde già uno stadio di malattia localmente avanzato o avanzato. • Perdita di peso (soprattutto SCC). • Odinofagia viene riferita in circa il 20% dei casi. • Con la progressione dello stato di malattia possono comparire anche senso di peso e dolore retrosternale (talvolta con irradiazione al rachide), scialorrea, cachessia, emottisi, rigurgito, vomito, paralisi del nervo laringeo ricorrente, paralisi diaframmatica. • La comparsa di dolore osseo, di ematemesi, di adenopatie laterocervicali o di sindromi mediastiniche così come di versamento pleurico metastatico o di polmonite ab ingestis (spesso causata da una fistola tracheoesofagea) sono segni inequivocabili di malattia inoperabile per la presenza di metastasi a distanza. Rara l´evenienza di emorragia da interessamento aortico. Esami diagnostici (1) • Esame clinico: di scarsa utilità per la diagnosi precoce. • Esami radiologici o L´esame radiologico dell´esofago (Rx-transito con mdc) è in grado di evidenziare lesioni di dimensioni ≥ 3 cm e comunque non consente di definirne l´estensione intramurale, l´infiltrazione degli organi contigui e l´interessamento linfonodale. o TC: indagine raccomandata a completamento di una corretta stadiazione, consente di escludere l´eventuale presenza di metastasi a distanza, consentendo un´accurata selezione dei pazienti candidabili a una chirurgia potenzialmente curativa. Accuratezza diagnostica: • metastasi polmonari ed epatiche, ascite o versamento polmonare à 100% • interessamento linfonodale a distanza à 60% (bassa sensibilità) Esami diagnostici (2) • Esami radiologici (continua) o La RM va riservata ai pazienti che non possono essere studiati con TC o nel caso in cui TC ed endoscopie non siano dirimenti. o La scintigrafia ossea dovrà essere consigliata in caso di comparsa di algie ossee ingravescenti, ma non costituisce un´indagine di routine. • Medicina nucleare o La Tomografia ad Emissione di Positroni (PET) è utile per la ricerca delle metastasi linfonodali ed a distanza e per la valutazione della risposta ai trattamenti pre-operatori (CT/RT neoadiuvanti). Non è da considerarsi esame routinario. Esami diagnostici (3) • Indagini endoscopiche e biopsia o Esofagogastroduodenoscopia (EGDS): valutazione dell´estensione e della localizzazione delle lesioni neoplastiche e non (esofago di Barrett), prelievi istologici (brushing) e citologici (biopsie) per una conferma diagnostica. In caso di lesioni stenotiche può essere valutata la possibilità di dilatazione meccanica del tratto stenotico o di posizionamento di stent metallici autoespandibili. o Eco-endoscopia: dettagliata valutazione di tutte le componenti della parete esofagea, degli organi adiacenti e dei linfonodi regionali, agobiopsie (fine-needle aspiration) ecoguidate transparietali. L´accuratezza diagnostica (operatore dipendente!): • massima per determinare l´invasione tumorale nella parete dell´esofago (T) • intermedia per la definizione dell´interessamento linfonodale regionale (N) o Fibrobroncoscopia (FBS): nel sospetto di un interessamento tracheale e/o di una fistola tracheoesofagea, soprattutto per le neoplasie dell´esofago superiore o medio. Stadiazione (AJCC 2010) Tumore primitivo (T) Tx Il tumore primitivo non può essere determinato T0 Non evidenza del tumore primitivo Tis Carcinoma in situ/displasia alto grado T1 Il tumore invade la lamina propria, muscolaris mucosae o la sottomucosa T1a Il tumore invade la lamina propria o muscolaris mucosae T1b Il tumore invade la sottomucosa T2 Il tumore invade la muscolare propria T3 Il tumore invade l´avventizia T4 Il tumore invade le strutture adiacenti T4a Il tumore invade la pleura, il pericardio o il diaframma T4b Il tumore invade altre strutture adiacenti (aorta, corpi vertebrali o trachea) Stadiazione (AJCC 2010) Linfonodi regionali (N) Nx I linfonodi regionali non possono essere determinati N0 Non metastasi nei linfonodi regionali N1 Metastasi in 1 o 2 linfonodi regionali N2 Metastasi in 3-6 linfonodi regionali N3 Metastasi in ≥ 7 linfonodi regionali Metastasi a distanza (M) Mx Le metastasi a distanza non possono essere determinate M0 Non metastasi a distanza M1 Metastasi a distanza Raggruppamento in stadi Stadio Classificazione TNM 0 Tis N0 M0 IA IB T1 T2 N0 N0 M0 M0 IIA IIB T3 T1, T2 N0 N1 M0 M0 IIIA T4a T3 T1, T2 T3 T4a T4b Ogni T N0 N1 N2 N2 N1, N2 Ogni N N3 M0 M0 M0 M0 M0 M0 M0 Ogni T Ogni N M1 IIIB IIIC IV Prognosi Stadio Sopravvivenza a 5 anni Localizzato N0M0 37% Localmente avanzato T4/N+ 18% Metastatizzato M1 3% SCC < AC a parità di stadio Indicazioni pratiche Linee guida AIOM v. 9.2010 Indicazioni pratiche Solo terapia medica per pazienti con ECOG > 2 o comunque «unfit» per chirurgia Solo terapia medica per pazienti con ECOG > 2 o comunque «unfit» per chirurgia Indicazioni al trattamento neoadiuvante (1) • In pazienti con adeguato performance status, sia nel SCC che nell’AC, il trattamento neoadiuvante CT/RT concomitante seguito da chirurgia può rappresentare l’approccio più indicato, in grado di consentire un elevato tasso di remissioni complete patologiche (pCR), migliorare il controllo locale e la sopravvivenza (Grado A). o Le meta-analisi/revisioni pubblicate negli ultimi anni hanno evidenziato la superiorità della CT/RTàChir vs. sola Chir: beneficio assoluto in sopravvivenza a 2 anni ̴13% e riduzione del RR di mortalità a 2 anni ̴19% e a 3 anni ̴11% (AC -18%, SCC -5%). o Una review sistematica (Courrech Staal 2010) di pubblicazioni tra il 2000 e il 2008 ha valutato i benfici del trattamento combinato CT/RT preop (CDDP+5FU) negli AC e SCC St. II-IVA, dimostrando un tasso di resezioni R0 88% e pCR 25,8%, OS a 5 anni 16-59%, OS nei pCR responder 34-62%. o Una recente review dei trials di fase II/III monoistituzionali su AC e SCC St II-IVA ha confrontato la CT/RT preop vs. sola CT preop. confermando una vantaggio per CT/RT in termini di pCR (28% vs 4% p>0,001) e di OS a 3 anni (48% vs. 29% p=0,04). Indicazioni al trattamento neoadiuvante (2) • Il trattamento combinato RT/CT neoadiuvante può essere impiegato anche in pazienti anziani (età>65anni) attentamente selezionati in base a performance status e comorbidità (Grado B). • Il trattamento neoadiuvante di sola CT può essere riservato a pazienti non proponibili per terapia concomitante CT/RT preoperatoria o per controindicazioni a RT, e può consentire un rapido approccio all’intervento, minori tossicità e complicanze postoperatorie (Grado B). Indicazioni al trattamento neoadiuvante (3) • Il supporto nutrizionale mediante supplementi orali associati a supervisione dietetica migliora l’assunzione di nutrienti e lo stato nutrizionale durante RT (Grado B), la compliance al trattamento e la qualità di vita (Grado A). • Nel paziente disfagico, la nutrizione enterale per sonda riduce la perdita di peso, mantiene una miglior qualità di vita, facilita l’esecuzione del trattamento oncologico e riduce la frequenza di ospedalizzazione in pazienti ambulatoriali (Grado B). Indicazioni al trattamento RTCT esclusivo • Almeno in pazienti con SCC localmente potenzialmente operabile e in risposta ad una induzione CT/RT è possibile evitare il tempo sostituito da un approccio combinato CT/RT (Grado B). avanzato terapia di chirurgico, definitivo Indicazioni al trattamento adiuvante • Nei pazienti operati per SCC esofageo, RT adiuvante è indicata (se non eseguita pre-op) nelle forme alto rischio di ricaduta locale (pN+, resezioni R1/R2) (Grado B). • Ad oggi, un trattamento chemioterapico o chemioradioterapico adiuvante non trova indicazione nel SCC dell’esofago (Grado A). AC della giunzione gastroesofagea: vedi trattamento adenocarcinoma gastrico