Ordini sociali
Adam Smith 1723-1790
Bruno Leoni 1913-1967
Friedrich August von Hayek 1899-1992
Michael Polanyi 1891-1976
Ordine
Regolarità
Formazione di aspettative
Coincidenza delle aspettative con i fatti
che si verificano
Possibilità di piani d’azione
Pregiudizi sul concetto di ordine
Connessione con:
comando
obbedienza
struttura gerarchica
produzione esogena
ma vi sono anche ordini che si formano
endogenamente e si auto-organizzano:
ordini spontanei
Due tipi di ordini
Ordine costruito
Ordine spontaneo
esogeno
endogeno
costruzione
organizzazione deliberata
progettazione
invenzione
prodotto dall’azione umana,
ma senza progettazione
taxis
kosmos
evoluzione
Caratteristiche dei due tipi di
ordini
Ordine costruito
Ordine spontaneo
semplice
complesso
concreto
astratto
(riguardante una classe molto
ampia di azioni)
connesso ad uno
scopo determinato
non connesso ad
uno
scopo determinato
In ogni società coesistono ordini spontanei
e ordini costruiti (organizzazioni
deliberate)
Ma in una società libera il coordinamento
tra organizzazioni avviene in un ordine
spontaneo (la “grande società”)
Caratteristiche delle regole dei
due tipi di ordini
Regole di un’organizzazione
regole per il perseguimento
di scopi assegnati
Regole di un ordine spontaneo
indipendenti da un qualche scopo
“Le regole generali di diritto su cui si basa un ordine spontaneo, tendono
ad un ordine astratto, il cui contenuto particolare o concreto non è
conosciuto o previsto da alcuno, mentre tanto i comandi che le regole
che governano un’organizzazione servono dei risultati particolari cui
aspirano coloro che sono al suo comando.” (LL&L, tr. it. p. 65)
Diritto e consapevolezza
Il diritto è anteriore all’attività legislativa (deliberata creazione di norme)
Il diritto è anche anteriore all’articolazione verbale delle norme
Ancora oggi molte norme non sono articolate verbalmente (es. fair play)
L’idea contraria nasce da
•  razionalismo costruttivista
•  positivismo giuridico
•  fallacia volontaristica
Lezioni dell’etologia e dell’antropologia culturale
Interazione di regole apprese e regole innate
centralizzazione
decentramento
progetto
esperienza
invenzione
evoluzione
cattedrale
bazaar
(Eric S. Raymond)
cattedrale
bazaar
Questa ritengo che sia la differenza fondamentale tra lo stile a cattedrale e quello a
bazaar. Nel primo caso la visualizzazione dei problemi relativi a programmazione,
bug e sviluppo costituiscono fenomeni dubbi, insidiosi, complessi. Servono mesi di
scrutinio ravvicinato da parte di più d'uno per poi sentirsi sicuri di aver risolto tutti i
problemi. Da qui i lunghi intervalli tra le release, e l'inevitabile delusione quando le
versioni così a lungo attese si rivelano imperfette.
Nella concezione a bazaar, d'altra parte, si dà per scontato che generalmente i bug
siano fenomeni marginali – o che almeno divengano rapidamente tali se esposti
all'attenzione di migliaia di volenterosi co-sviluppatori che soppesano ogni nuova
release. Ne consegue la rapidità di diffusione per ottenere maggiori correzioni, e
come positivo effetto collaterale, c'è meno da perdere se viene fuori qualche toppa
raffazzonata
(Eric S. Raymond)