Caso clinico Donna di 66 anni con tremore delle mani. Il tremore è stato notato diversi anni prima, ma è peggiorato nel corso degli ultimi due anni. Il tremore è presente nell’esecuzione di attività della vita quotidiana ed è invalidante (per es. versa il contenuto del cucchiaio quando mangia la minestra). Ama scrivere ma adesso deve dettare ciò che vuole scrivere o deve usare, con difficoltà, la macchina da scrivere. Il tremore le causa anche un forte imbarazzo in contesti di socializzazione anche perché in queste condizioni peggiora. IMPORTANTE Ogni persona ha un tremore fisiologico o movimenti oscillatori ritmici delle mani che possono essere rilevabili attraverso tecniche elettrofisiologiche come gli “accelerometri quantitativi”. A volte circostanze che inducono stress psichico (rabbia, paura) o la fatica, possono accentuare il tremore fisiologico sino al punto da renderlo visibile ad occhio nudo. Le informazioni specifiche e rilevanti della storia clinica includono (consensus della Movement Disorder Society): - esordio del tremore - storia familiare delle malattie neurologiche (in special modo del tremore) - risposta eventuale del tremore all’assunzione di alcool - esposizione a farmaci E’ anche importante accertare la sequenza di esordio del tremore (cioè simmetria ed eventuale unilateralità), e le possibili patologie associate, come le polineuropatie. L’esame fisico comprende l’osservazione del paziente a riposo e durante l’esecuzione di alcuni compiti. Il tremore può riguardare: - la testa (mento, viso, lingua, palato) - gli arti superiori (spalle, gomito, polso, dita) - il tronco, e gli arti inferiori (anche, ginocchia, caviglia, dita). Va data particolare attenzione all’eventuale riscontro di: bradicinesia, alterazioni del tono muscolare, anormalità posturali, distonie, segni cerebellari, segni piramidali, segni di neuropatia, segni sistemici, postura e deambulazione. Per esempio, l’osservazione del range di escursione della nuca, di posture anomale involontarie, e di ipertrofia muscolare permetterà di escludere o stabilire una diagnosi di distonia. Classificazione dei tipi di tremore I Tremore posturale: si verifica nel mantenimento di una parte del corpo in posizione antigravitaria; Tremore cinetico: si presente nell’esecuzione di movimenti volontari. Può essere scopo-specifico (prova indice-naso), o non scopo-specifico (flesso/estensione ripetitiva delle mani); Tremore a riposo: si verifica in una parte del corpo che non è attivata volontariamente ed è sostenuto contro gravità; Classificazione dei tipi di tremore II Tremore compito specifico: tremore cinetico che si presenta o viene esacerbato durante specifici movimenti mirati. I pazienti con tremori di questo tipo, come il tremore primario della scrittura ed il tremore Occupazionale, spesso hanno una distonia; Tremore ortostatico: è un tremore molto rapido (14 Hz) delle estremità inferiori che si verifica durante il mantenimento della stazione eretta. Il T. ortostatico non è tipicamente visibile allo sguardo ma può essere apprezzato ai muscoli delle gambe mentre il paziente è in piedi. Solitamente il paziente, più che lamentarsi del tremore, avverte difficoltà di equilibrio. Il tremore d’azione o cinetico è il più frequente dei tipi di tremore citati ed il tremore essenziale è il più comune tremore d’azione. E’ ritenuto in genere benigno ma tra il 15 ed il 25 % dei soggetti si ritira prematuramente dal lavoro ed il 60% limita la sua attività lavorativa a causa del tremore. Tremore essenziale T. Fisiologico Parkinson Prevalenza (%) 0.4-6 ??? 0.01-0.4 Età di esordio > 70 qualsiasi > 70 Tipo di tremore azione azione riposo Caratteristiche Tremore distale in genere lievissima asimmetria (differenza massima 30%) presenza di: bradicinesia, rigidità, postura in flessione Progressione Sì si presenta in maniera diffusa possono esservi i segni della causa che accentua il tremore (segni di ipertiroidismo) No Familiarità (%) 30-50 0 5-30 Trasmissione Autosomica dominante nessuna Autosomica dominante (?) Sì Distonia idiopatica Malattia di Wilson Prevalenza (%) 0.03 0.003 Età di esordio < 50 < 20 Tipo di tremore azione riposo ed azione Caratteristiche tremore spesso irregolare ed a guizzi, in genere non è oscillatorio; vi può essere una posizione che lo annulla temporaneamente sono presenti altri segni di distonia Flapping tremor (tremore delle spalle abdotte) posture distoniche, disartria, parkinsonismo Progressione Sì Sì Familiarità (%) 5-30 100 Trasmissione Autosomica dominante Autosomica recessiva Drugs induced tremor Reserpine Neuroleptics Tetrabenazine Valproate alfa-metil-DOPA Lithium salts Flunarizine Tryciclic antidepressant Cinnarizine Metoclopramide Amidarone Procainamide Isoproterenol Tremori non Parkinson e non tremore essenziale • accentuazione del tremore fisiologico • iatrogeno • da danno dei nuclei cerebellari o della sostanza bianca • • • • • • • • • • adiacente, del nucleo rosso, di altre regioni cerebrali, del nervo periferico. MSA tremore distonico compito specifico ortostatico post-traumatico del palato della lingua e del mento malattia di Wilson d’azione in presenza di elevate pressione atmosferica psicogeno Il Tremore essenziale (ET) Un tremore fine, presente costantemente nelle ore di veglia nei casi tipici, volontariamente controllato per breve tempo, che coinvolge quasi tutti i muscoli volontari, cronico, che inizia nelle fasi precoci della vita, non progressivo, non modifica l’aspettativa di vita, non accompagnato da paresi o da altri disturbi delle funzioni nervose. E’ assimilabile in qualche modo al tremore della malattia di Parkinson, ancora di più ad un semplice tremore neurastenico. Uno degli aspetti clinici più evidenti è la sua notevole componente ereditaria o familiare, e la sua trasmissione associata ad altre patologie del sistema nervoso. C.L. Dana. Hereditary tremor, a hitherto undescribed form of motor neurosis. Amer J med Sci 1887; 94: 386-393 1722-1788 1707-1785 La Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti fu firmata il 4 Luglio del 1776 da 56 individui di sesso maschile e razza caucasica. Due di questi erano affetti da tremore essenziale (Elan Louis, 2001). Prevalenza cruda stimata: 3.6% Prevalenza nei soggetti con età > 40 anni: 5.4%: Prevalenza (per 100; tutte le età) Larsson e Sjogren, 1960 Tremore posturale che aumenta con il movimento volontario Hornabrook, 1976 Nessuna 1.7 Li, 1985 Nessuna 0.01 Osuntokun, 1987 Nessuna 0.01 Bharucha, 1988 Tremore d’azione 1.6 Acosta,, 1989 Nessuna 0.6 Haimanot, 1990 Nessuna 0.04 Chouza, 1994 Nessuna 0.2 0.3 Prevalenza (per 100; >40 e > 65 anni) Rautakorpi, 1982 5.5 Haerer, 1992 Tremore posturale o d’azione (>40) Tremore d’azione (>40) Moghal, 1994 Posturale o d’azione (>65) 14.0 Lieberman, 1994 Nessuna (>65) 0.2 Louis, 1995 Posturale o cinetico (>65) 3.9 Bergareche, 2001 Posturale o cinetico (>65) 4.8 Benito-Leon, 2003 Tremore d’azione (>65) 4.8 0.4 Prevalenza (per 100,000) The SNES Study Prevalenza totale >40: 1074.9 Prevalenza uomini >40: 1183.4 Prevalenza donne >40: 972.9 Prevalenza totale: 405.1 Prevalenza uomini: 440.5 Prevalenza donne: 369.0 Tremore Esseziale Casi/100,000 6000 5000 Parkinsonismi 4000 3000 2000 Malattia di Parkinson 1000 0 0 20 40 60 Età (anni) Un caso su 20 esordio prima dei 20 anni 80 100 Clusters geografici The Ayuna Head Nodders. Papua and New Guinea Med J, 1970 Incidenza Essential Tremor in Rochester, Minnesota Rajput, 1984 The Record Linkage System 18.3/100,000 uomini 17.1/100,000 donne Sopravvivenza simile ad una popolazione di controllo The incidence and lifetime prevalence of neurological disorders in a prospective community based study in the UK MacDonald, 2000 The General Practitioners Linkage System 8/100,000 Incidenza Essential Tremor in Rochester, Minnesota Rajput, 1984 25 23,5 20 15,8 15 10 5 0 5,8 1935-1949 1950-1964 1965-1975 Motivazioni per differenze tra i vari studi di prevalenza • • • • • Variazione dei disegno di studio Differenze significative nelle popolazione studiate Mancanza di consenso sulla definizione di ET Differenti strumenti di screening utilizzati Difficoltà a differenziare tra ET lieve ed accentuazione del tremore fisiologico • Difficoltà nella classificazione del tremore quando questo coesiste con altre condizioni neurologiche • Tendenza degli studi basati su casistiche cliniche rispetto a quelli basati su popolazione a sottostimare in numero di persone affette Quanto i fattori genetici verso quelli non genetici contribuiscono nell’eziologia del tremore essenziale? Base genetica in il 50% dei casi Tuttavia le stime in letteratura per familiarità di tremore essenziale oscillano dal 17% al 100% Polimorfismo clinico (età di esordio e severità del tremore) Washington Heights-Inwood Genetic Study of essential tremor Probabilità di sviluppare ET nei parenti di primo grado di pazienti affetti è circa 5 volte. Anche se assumessimo che: • ET avesse prevalenza del 1%, ereditarietà autosomica dominante ed una penetranza del 100% il rischio sarebbe di 50 volte; • se ereditarietà autosomica recessiva il rischio sarebbe del 15%; • se avesse una prevalenza del 5%, il rischio dovrebbe essere di circa 20; • Con penetranza di circa il 50% il rischio dovrebbe essere sempre circa 25 volte. Questi dati suggeriscono che molti casi di tremore essenziale non occorrono solo su base genetica Mendeliana 1. Ruolo di fattori ambientali 2. Malattia poligenica 3. Ereditarietà mitocondriale Ruolo di fattori ambientali Latte Alcool Fumo abituale Animali domestici Inerventi chirurgici Fratture/traumi Esposizione a sostanze usate in agricoltura Salemi, 1998 1.0 0.3 1.0 2.7 0.8 1.5 2.5 0.24, 4.2 0.02, 2.3 0.05, 20.9 0.55, 18.5 0.18, 3.7 0.3, 8.3 0.33, 37.9 Solo lo 0.5-11.1% si rivolge al medico Distribution of PD by Person Characteristics of the individual • Age • Sex • Ethnic group • Occupation • Religion • Education Age- and Sex-specific Prevalence Rates 4000 Cases / 100,000 Men 3000 Women 2000 1000 0 20 40 60 80 Age in years Sicily, Italy 100 Age- and Sex-specific Incidence Rates 1000 Men 300 200 Women 100 0 0 20 40 60 80 100 Age in years Rochester, MN - (Bower et al., 2000) New cases/100,000,year New cases/100,000/year 400 Men 750 500 Women 250 0 60 80 100 Age in years ILSA, Italy - (Baldereschi et al., 2000) PD is a Complex Disease • • • • Genetic contribution not wellcharacterized Familial distribution inconsistent with simple Mendelian model Both genetic and environmental risk factors Possible gene-gene and geneenvironment interactions PD is a Complex Disease Genetic susceptibility Exposure to environmental risk factors Gene-environment and gene-gene interactions Number of Parkinson’s cases PD is a Complex Disease Genes + Environment Environment only Genes only Percentage of genetic contribution PD is a Complex Disease Genetic susceptibility Genetic susceptibility Genetic susceptibility Bertram, L. et al. J. Clin. Invest. 2005;115:1449-1457 Genetic susceptibility Genetic susceptibility α-synuclein 4q21-q23 Parkin 6q25.2-q27 Ubiquitin 4q14-15.1 Genetic susceptibility Investigations on a small number of families α-synuclein of Mediterranean and German origin, with early- onset, Lewy-body – positive autosomal dominant Parkinson ’s disease, led to the identification of two missense mutations (Ala53Thr and Ala30Pro) in the gene encoding α synuclein, a small presynaptic protein of unknown function. 4q21-q23 Genetic susceptibility Parkin Genetic mapping of autosomal recessive juvenile parkinsonism to 6q25 –27 led to the identification of mutations responsible for this parkinsonism in a gene encoding a protein termed parkin. Kitada et al., 1998 6q25.2-q27 Genetic susceptibility Ubiquitin carboxy-terminal hydrolase L1(UCHL1 ) In one family of a few members with Parkinson ’s disease a missense mutation in the gene encoding a neuronspecific C-terminal ubiquitin hydrolase was found. 4q14-15.1 Leroy E. et al, 1998 Goldberg MS, Pisani A, Haburcak M, Vortherms TA, Kitada T, Costa C, Tong, Y, Martella G, Tscherter A, Martins A et al. Neuron 45, 489–496. Vol. 45, 479–484, February 17, 2005. PINK1 Direct link between mitocondhria and PD Cells transfected with c- myc - tagged Wild - type PINK1 Mitochondria High degree of colocalisation of the two images PINK1 phosphorylates as yet unknown targets in the mitochondrion in response to cellular stress, thereby protecting against mitochondrial dysfunction. “The brighter neuron shows an increase in free radical activity that peaked three hours after neurons were deprived of a life-sustaining substance called nerve growth factor. This suggests that free radicals may play a role in the death of neurons and, possibly, neurodegenerative disorders” Parkinson’s - Divergent Causes, Convergent Mechanisms Science, May 21, 2004, vol. 304; 1120 – 1122. Etiologic Heterogeneity 10 - 11 OCTOBRE 2003 OUARZAZATE – MAROC Toxin 1 (pesticides) Toxin 2 NEUROMEDITERRANEE V Parkinson’s Disease Susceptibility genes Gene 1 (α -synuclein) Gene 2 (parkin) Susceptibility genes (UCH-L1) ? PD is a Complex Disease NEUROMEDITERRANEE V 10 - 11 OCTOBRE 2003 OUARZAZATE – MAROC Exposure to environmental risk factors Environmental Risk Factors •Rural living •Well water drinking •Pesticide use •Industrial toxins •Cigarette smoking •Head trauma •Coffee drinking •Alcohol consumption •………………………. NEUROMEDITERRANEE V 10 - 11 OCTOBRE 2003 OUARZAZATE – MAROC Association between Parkinson’s disease and pesticide exposure Lai et al., 2002 Gene-environment interaction CYP2D6 and Pesticides 1. Pesticides have a modest effect in subjects who are not CYP2D6 poor metabolizers; 2. effect is increased in poor metabolizers (approximately twofold); 3. poor metabolizers are not at increased PD risk in the absence of pesticide exposure. Elbaz et al; Ann Neurol, 2004 “…for these two factors, the strength and the consistency of the associations across different populations, either in case– control and cohort studies, is extraordinary” (Hernan MA, 2002). Environmental Risk Factors: coffee drinking Odds ratio (logarithmic) 10 - 11 OCTOBRE 2003 OUARZAZATE – MAROC Findings 10,00 1,00 NEUROMEDITERRANEE V 1,00 0,33 0,15 0,10 0,01 None (reference) 1-3 4+ Cups of coffee per day Coffee drinking is significantly less common in the history of cases than of controls. The doseeffect trend was significant Patient who drank coffee developed PD significantly later than those who did not Ragonese et al., 2003 Hypothesis: premorbid personality Low dopamine or other disease process Premorbid Personality “Reduced novelty seeking” NEUROMEDITERRANEE V 10 - 11 OCTOBRE 2003 OUARZAZATE – MAROC PD Coffee Hypothesis: same genes (pleiotropy) Susceptibility gene (s) NEUROMEDITERRANEE V 10 - 11 OCTOBRE 2003 OUARZAZATE – MAROC Coffee intolerance PD Hypothesis: Protective Effect Coffee Coffee Caffeine as antagonist of the adenosine A2a receptor Niacin or other micronutrient ? ? NEUROMEDITERRANEE V 10 - 11 OCTOBRE 2003 OUARZAZATE – MAROC Neuroprotection against PD Neuroprotection against PD Estrogens and PD Studies have shown that: 1. Sex hormones play a role in the pathogenic process leading to Parkinson disease (PD). 2. Experimental findings suggest multiple effects of estrogens on the development and survival of neuronal cells. 3. Estrogen levels are supposed to regulate the therapeutic response to dopaminergic drugs and to influence dopaminergic function within the substantia nigra and the striatum. Risk Factors: Fertile life and PD 5 Fertile life duration 4 Pregnancies in months 3 2 1 < 36 yrs vs otherwise 0 > 30 months vs otherwise NEUROMEDITERRANEE V 10 - 11 OCTOBRE 2003 OUARZAZATE – MAROC Findings We found an association between factors reducing the estrogens stimulation during life and PD. Hypothesis: Protective Effect Short fertile life duration Pregnancies Low endogenous estrogen NEUROMEDITERRANEE V 10 - 11 OCTOBRE 2003 OUARZAZATE – MAROC PD Risk Factors: Tumors and PD Adjusted OR 2 NEUROMEDITERRANEE V 10 - 11 OCTOBRE 2003 OUARZAZATE – MAROC Findings 1,5 1 Tumor frequency By sex (Men vs Women) 0,5 0 Variables PD patients had a decreased risk for neoplasms. Risk was reduced only for women PD and Physical Activity Experiments in rodent models of PD demonstrated that exercise following nigrostriatal damage ameliorates related motor symptoms and neurochemical deficits [Tillerson JL et al., 2003]. Preinjury forced limb-use seems to prevent the behavioral and neurochemical deficits to the subsequent administration of 6-OHDA [Cohen AD et al., 2003]. Recently, a study showed a 50% PD risk reduction in men with the higher level of physical activity compared to those with the lowest level. Etiologic Heterogeneity Toxin 1 (pesticides) Toxin 2 Parkinson’s Disease Gene - environment interaction Susceptibility genes 5-HT6 High risk behavior Low risk behavior (coffee) ? Gene - gene interaction Gene 1 (α -synuclein) Gene 2 (parkin) Susceptibility genes (UCH-L1) ? La diagnosi della Malattia di Parkinson è una diagnosi comunemente ritenuta “facile” In realtà è stato dimostrato che almeno il 25% dei casi diagnosticati come Malattia di Parkinson non è stato successivamente confermato autopticamente Criteri diagnostici MP Analizzando retrospettivamente casistiche cliniche di cui si era resa disponibile la verifica autoptica, sono stati pertanto sviluppati dei criteri diagnostici per la diagnosi clinica di MP idiopatica (United Kingdom Parkinson’s Disease Society Brain Bank) • Sintomi essenziali per la diagnosi • Criteri di supporto per la MP • Criteri di esclusione per la diagnosi di MP Segni motori cardinali • • • • Tremore a riposo, distale Rigidità di tipo extrapiramidale Bradicinesia Esordio asimmetrico Segni non motori • Responsività alla l-dopa Tremore a riposo, distale (3–6 Hz): costituisce il tipo di tremore più frequentemente osservato nella MP (69–100% dei casi), pur essendo riscontrabile anche in altri quadri clinici extrapiramidali; Rigidità: segno comune a molte condizioni cliniche, ma presente in una percentuale elevata di casi di MP (89–99%); Bradicinesia: si manifesta nel 77–98% dei casi, ma non può considerarsi carattere esclusivo della MP; Esordio asimmetrico: costituisce la più frequente modalità di distribuzione iniziale della sintomatologia (72–75% dei casi), pur essendo anch’esso un carattere non esclusivo. Responsività alla l-dopa • presente nel 94–100% dei casi; • costituisce un requisito necessario per la diagnosi, ma non esclusivo, in quanto inizialmente riscontrabile anche in forme “atipiche”; • somministrazione in acuto di una dose di levodopa o di apomorfina; • i falsi negativi possono raggiungere una frequenza del 40%, soprattutto nei pazienti con malattia iniziale; • la validità del test risulta maggiore nei pazienti con parkinsonismo più avanzato e comunque in caso di risposta positiva. Sintomi atipici • • • • • • • Instabilità posturale precoce Fenomeni di freezing Allucinazioni non correlabili alla terapia Decadimento intellettivo precoce Paralisi dello sguardo di verticalità Grave disautonomia non correlabile alla terapia Movimenti involontari patologici atipici e precoci L’instabilità posturale non viene considerata un segno cardinale essendo riscontrabile solo nel 37% dei pazienti con durata di malattia < 5 anni, mentre è spesso il più comune sintomo d’esordio dei parkinsonismi atipici. Non essendo alcun singolo parametro clinico sufficientemente sensibile e specifico, Gelb et al., hanno proposto varie combinazioni dei parametri clinici sopra ricordati al fine di identificare differenti livelli di diagnosi. Possibile Probabile Definita Diagnostic criteria for Parkinson’s disease. Arch Neurol 56:3339. Gelb DJ, Olivier E, Gilman S (1999) Possibile Presenza di almeno 2 dei 4 segni cardinali (di cui uno deve essere tremore o bradicinesia); assenza di sintomi atipici; documentata risposta all’uso di l-dopa o dopaminoagonisti Probabile Presenza di almeno 3 dei 4 segni cardinali; assenza per almeno tre anni di sintomi atipici; documentata risposta all’uso di l-dopa o dopaminoagonisti Definita Tutti i segni di MP possibile; conferma autoptica La stadiazione clinica: i criteri di Hoehn e Yahr Stadio I Stadio II sintomatologia unilaterale (emiparkinson) con minima o nessuna limitazione funzionale sintomatologia bilaterale, senza alterazioni posturali sintomatologia bilaterale, alterazioni posturali Stadio III invalidità medio-moderata, possibile una certa autonomia nella vita quotidiana La stadiazione clinica: i criteri di Hoehn e Yahr sintomatologia bilaterale, alterazioni posturali Stadio IV Stadio V invalidità severa, il paziente è ancora in grado di mantenere la stazione eretta e deambulare invalidità totale, il paziente richiede assistenza per ogni atto della vita quotidiana la terapia medica L-DOPA L-DOPA + carbidopa L-DOPA + benzerazide L-DOPA metilcloridrato Sinemet 100 mg /250 mg Sinemet CR 100mg /200 mg Madopar 125 mg /250 mg Madopar HBS 125mg Levomet (polvere + solvente) 1ml soluzione = 251.2 mg L-DOPA la terapia medica DA-agonisti Bromocriptina monoterapia ed associazione con L-DOPA Lisuride monoterapia ed associazione con L-DOPA Pergolide monoterapia ed associazione con L-DOPA D2 - agonista Dose: 10-30 mg/die D2 /D1 - agonista dose: 0.6 - 5 mg/die D2 /D1 - agonista dose: 1.5 – 4.5 mg/die la terapia medica DA-agonisti pramipexolo monoterapia ed associazione con L-DOPA ropirinolo monoterapia ed associazione con L-DOPA D2 - agonista (agisce anche sui D3) dose: 0.375 – 4.5 mg/die D2 - agonista (agisce anche sui D3) dose: 3-24 mg/die agonista recettoriale non selettivo apomorfina uso in fase avanzata dose: 1-7 mg/ora in infusione per almeno 12 ore 2-5 mg s.c. al bisogno la terapia medica DA-agonisti cabergolina monoterapia ed associazione con L-DOPA diirdoergocriptina monoterapia ed associazione con L-DOPA D2 /D1 - agonista dose: 0.25-4 mg/die agonista recettoriale non selettivo dose: 10-120 mg/die la terapia medica inibitori del catabolismo della DA deprenyl (selegilina) monoterapia ed associazione con L-DOPA entacapone L-DOPA long-term syndrome wearing- off inibitore MAO-B dose: 10 mg/die inibitore COMT dose: 200 mg da associare ad ogni dose di L-DOPA la terapia medica farmaci di seconda scelta amantadina monoterapia e nel controllo delle discinesie da L-DOPA vitamina E sempre in associazione con altri farmaci aumento release e inibizione reuptake della DA dose: 100–200 mg/die antiossidante dose: 300-900 UI/die anticolinergici (es. biperidene) scialorrea, piccolo effetto su tremore e rigidità dose biperidene: 2-8 mg/die siti d’azione dei principali farmaci antiparkinsoniani strategie terapeutiche nella fase iniziale malattia di Parkinson ad esordio precoce (< 50 anni ) - monoterapia con DA-agonista o selegilina - associazione L-DOPA a basso dosaggio / DA-agonista malattia di Parkinson ( 50-70 anni ) - monoterapia con DA-agonista o selegilina o L-DOPA - associazione L-DOPA / DA-agonista malattia di Parkinson ad esordio tardivo ( > 70 anni ) - monoterapia con L-DOPA - associazione L-DOPA / DA-agonista le terapie complementari gli antidepressivi serotoninergici (SSRI) gli antipsicotici clozapina / olanzapina il controllo della scialorrea tossina botulinica il trattamento della disfagia e dei disturbi urinari Malattia di Parkinson in fase avanzata L-DOPA LONG-TERM SYNDROME Fluttuazioni motorie • perdita di risposta • risposta subottimale • deterioramento di fine dose wearing off acinesia del risveglio • fenomeni on-off • freezing Movimenti involontari • • • • discinesie di picco discinesie difasiche distonie di picco distonia del mattino paziente con acinesia di risveglio Le frecce indicano assunzione della terapia paziente con deterioramento di fine dose Le frecce indicano assunzione della terapia paziente con acinesia paradossa Le frecce indicano assunzione della terapia paziente con discinesie da inizio e fine dose livello plasmatico M.I. = movimenti involontari Park = scala funzionale di disabilità (0=benessere ; 3= blocco motorio) paziente con discinesie da picco livello plasmatico M.I. = movimenti involontari Park = scala funzionale di disabilità (0=benessere ; 3= blocco motorio) paziente con fenomeno on-off Le frecce indicano assunzione della terapia i trattamenti neurochirurgici nella malattia di Parkinson la pallidotomia buona risposta nella malattia di Parkinson in fase avanzata con L-DOPA long-term syndrome e quando la terapia medica da sola non è più sufficiente i trattamenti neurochirurgici nella malattia di Parkinson la talamotomia (nucleo ventrale-intermedio, VIM) la stimolazione (impianto di elettrodi nel VIM) buona risposta controllo del tremore ma anche degli altri sintomi parkinsoniani Diagnosi differenziale • • • • Paralisi sopranucleare progressiva (PSP) Atrofia multisistemica (AMS) Degenerazione cortico-basale (DBC) Malattia a corpi di Levy diffusi (DLBD) How to Diagnose Multiple System Atrophy Due forme principali: • Degenerazione striatonigrica (SND) oggi MSA-P • Atrofia olivo-pontocerebellare oggi MSA-C MSA-P: diagnosi differenziale con: Malattia di Parkinson, insufficienza autonomica pura (pure autnomic failure – PAF), PSP, CBD, forme vascolari. MSA-C: dal 21 al 33&% dei pazienti diagnosticati con una atassia cerebellare ad esordio tardivo, finiscono con l’essere riconosciuti affetti da MSA-C, così come alcune forme di SCA (2 e 3), l’atassia di Friedreich’s e la Fragile X Tremor Ataxia Syndrome (FXTAS). MSA - CORE DIAGNOSTIC FEATURES MSA-P cases present with parkinsonism that is usually non- or poorly responsive to L-dopa (although up to 30% may have a good response at some stage,usually waning thereafter), with additional features of cardiovascular autonomic or urogenital dysfunction, cerebellar features or pyramidal signs. MSA - CORE DIAGNOSTIC FEATURES MSA-C patients present with an ILOCA syndrome associated to an additional cardiovascular autonomic or urogenital disturbance, pyramidal signs or parkinsonism. MSA – RED FLAGS Tremor Two-thirds of MSA patients have a tremor of the upper extremities. In contrast to IPD, this is only rarely (10% of cases) of a classical pill-rolling nature. Tremor is usually an irregular jerky postural and action tremor, and close inspection may reveal that the jerkiness is due to myoclonic jerks, which are sometimes touch or stretch sensitive. These are not usually seen in uncomplicated IPD or in PSP, but are seen in CBD. MSA – RED FLAGS Progression Rapid disease progression with early instability and falls are common to MSA, PSP, and CBD compared to IPD; however, falls as a presenting feature or within the first year of the disease would be more in favor of PSP than MSA. MSA – RED FLAGS Autonomic disfunction Otherwise unexplained cardiovascular autonomic failure occurs commonly in MSA, invariably in PAF (-+ patients with IPD, --- PSP or CBD). Urinary frequency and urgency: ++- IPD and PSP, and MSA. However, incontinence not due to severe motor slowing and incomplete bladder emptying would not be expected in IPD but occurs in most patients with MSA and a substantial minority of those with PSP. MSA – RED FLAGS Autonomic disfunction Male erectile dysfunction +++ in MSA patients who are also relatively young (could be difficult to interpret in older patients with PSP and IPD). A majority of MSA patients also display abnormalities of the microcirculation with cold, dusky, violaceous extremities, which blanch on pressure, with poor circulatory return. Peripheral edema not accounted for by drugs is relatively common in MSA, as is Raynaud’s phenomenon, which may be particularly provoked by ergoline agonists. MSA – RED FLAGS Sleep and breathing Abnormalities of sleep and breathing are common in MSA. At least two-thirds of patients have rapid eye movement (REM) sleep behavior disorder (RBD), in which the usual limb atony in REM sleep is lost, so that patients act out frightening dreams that they may recall if woken. They may talk or shout in their sleep, strike out at their bed partner, and even fall out of bed. This is commonly a very early symptom, if not the earliest, and, curiously, usually improves as the disease progresses. It is not specific to MSA and can be seen in a third or more of patients with IPD, and may be a feature common to -synucleinopathies, as it seems to be uncommon in PSP. MSA – RED FLAGS Sleep and breathing Patients with MSA may also experience sleep apnea, nocturnal or diurnal stridor, worsening or new onset of severe snoring, and involuntary inspiratory sighs or gasps during the day (--in IPD, PSP, and CBD). Sleep disorders are more common in MSA patients than in those with Parkinson’s disease (PD) after the same duration of disease, reflecting the more diffuse underlying pathological process in MSA. MSA – RED FLAGS Speech The speech of patients with MSA may be almost diagnostic. Patients with MSA-P, in addition to the hypophonic monotony of parkinsonian speech, usually have an increase in pitch and a quivery croaky strained element to their speech, with sometimes an element reminiscent of myoclonic speech. However, patients with MSA-C may have a more typical slurring cerebellar dysarthria. In contrast, patients with PSP usually have a lower-pitched, growling dysarthria that terminates in groaning noises in the advanced stages. Significant dysphagia is a prominent feature of both MSA and PSP, more so in the latter, and an uncommon and late feature in IPD. MSA – RED FLAGS Emotional incontinence The new development of emotional incontinence with weeping or, less commonly, laughing, when moved by an event, music, or something on the television, is very common in PSP, common in MSA, and less common in IPD. MSA – RED FLAGS Postural abnormalities Over time, most patients with IPD develop typical mobile dystonic or choreodystonic movements of the extremities on chronic L-dopa treatment. In contrast,patients with MSA frequently have more sustained dystonic dyskinesias, sometimes unilateral, often involving the face and neck,21 sometimes mimicking a “risus sardonicus”, 22 and patients with PSP may have L-dopainduced oromandibular dystonia. Dystonia is also common in untreated MSA patients. MSA – RED FLAGS Postural abnormalities More common in MSA relative to other parkinsonian disorders are disproportionate antecollis and lateral deviation of the trunk (Pisa syndrome). Contractures of the extremities are very common in CBD, relatively common in MSA, and uncommon in PSP and IPD. MSA – ANCILLARY INVESTIGATIONS Many different investigations have been explored in MSA, but none as yet feature in the officially accepted diagnostic criteria. The utility of the various investigations depends on the question that is being asked. In patients with predominant parkinsonism, the most common diagnostic question that investigations are called upon to resolve are: 1. Does the patient have IPD or not? 2. If it is clear that the patient does not have IPD, do they have PSP or do they have MSA? MSA – ANCILLARY INVESTIGATIONS 1) MRI 2) Transcranial Echosonography. 3) MR Spectroscopy 4) Functional Brain Imaging 5) “Autonomic” Investigations Cardiovascular: Clinical Tests. Cardiovascular: Functional Cardiac Imaging. Urogenital 6) Other Investigations 7) Growth Hormone Response to a Clonidine Infusion. 8) Polysomnography. 9) Sweating. How to Diagnose Progressive Supranuclear Palsy PSP was first described as a nosological entity in 1963 by Steele and colleagues, who gave their name to the disease. It is a multisystem neurodegenerative disorder characterized clinically by early and progressive development of postural instability, leading to falls, typically backwards, a vertical and later horizontal supranuclear gaze palsy, pseudobulbar palsy, parkinsonism, and in the later stages of the disorder, a subcortical frontal-type dementia. Progressive Supranuclear Palsy Supranuclear ophthalmoplegia (SNO) does not usually occur at onset but appears months to years later. Slowing of saccades precedes SNO and can be associated with a slight modification of the vertical movement whereby the eye follows a slightly curved “round the houses” path rather than a straight vertical direction. The vestibulo-ocular reflex is preserved, as seen by performing the doll’s head maneuver. In the advanced stages of the disease, the SNO becomes total and the patient cannot perform any voluntary eye movements. Eyelid opening apraxia and blepharospasm may also limit the patients’ ability to see. How to Diagnose Corticobasal degeneration CBD presents in the sixth or seventh decade of life, progressing relentlessly with a variable combination of symptoms including an asymmetric movement disorder such as unilateral parkinsonism, with dystonia, rigidity or focal myoclonus, alien limb or ideomotor apraxia, and followed later by cognitive impairment. Corticobasal degeneration Alien-limb phenomenon (ALP) develops in approximately 50% of patients.39 Cortical sensory loss is often manifested symptomatically as numbness or tingling, impaired two-point discrimination, agraphesthesia, and astereognosis. Limb dystonia, usually affecting one arm, speech apraxia, and nonverbal oral apraxia are common early features. RLS – Restless leg syndrome The term restless legs syndrome (RLS) was used initially in the mid-1940s by Swedish neurologist Karl A. Ekbom to describe a disorder characterized by sensory symptoms and motor disturbances of the limbs, mainly during rest. RLS affects about 10-15% of the general population, with men and women affected equally. It is often unrecognized or misdiagnosed. Many patients are not diagnosed until 10-20 years after symptom onset. It may begin at any age, even as early as infancy, but most patients who are affected severely are middle-aged or older. Symptoms progress over time in about two thirds of patients and may be severe enough to be disabling RLS – Restless leg syndrome Four basic elements must be present to make the diagnosis: • • • • A compelling urge to move the limbs, usually associated with paresthesias/dysesthesias Motor restlessness, as seen in activities such as floor pacing, tossing and turning in bed, and rubbing the legs Symptoms worse or exclusively present at rest (ie, lying, sitting) with variable and temporary relief on activity Circadian variation of symptoms, which are present in the evening and at night. Often, symptoms are relieved after 5:00 am. In more severe cases, symptoms can be present throughout the day without circadian variation. RLS – Restless leg syndrome • • • Other features commonly associated with RLS but not required for diagnosis include sleep disturbances and daytime fatigue; normal neurologic exam in primary RLS; and involuntary, repetitive, periodic, jerking limb movements, either in sleep or while awake and at rest. Approximately 85% of patients with RLS have periodic leg movements of sleep (PLMS), usually involving the legs. PLMS is characterized by involuntary forceful dorsiflexion of the foot lasting 0.5-5 seconds and occurring every 20-40 seconds throughout sleep. A large majority of patients (85%) with RLS report difficulty falling asleep at night because of RLS, and they may experience excessive daytime somnolence because of poor sleep quality due to multiple PLMS-induced arousals. RLS – Restless leg syndrome RLS – Restless leg syndrome Primary RLS In most cases, RLS is an idiopathic CNS disorder. Such idiopathic disease can be familial in 25-75% of cases. In the familial cases, it appears to follow a pattern of autosomal dominant inheritance. Progressive decrease in age at onset with subsequent generations (ie, genetic anticipation) has been described in some families. Patients with familial RLS tend to have an earlier age at onset (< 45) and slower progression. Psychiatric factors, stress, and fatigue can exacerbate symptoms of RLS. RLS – Restless leg syndrome Secondary RLS RLS can develop as a result of certain conditions or factors, particularly iron deficiency and peripheral neuropathy. These conditions should be excluded before RLS is labeled as primary. Because of the prevalence of these conditions in the general population, their association with RLS needs to be interpreted with caution. Other causes are folate or magnesium deficiency, polyneuropathy (either idiopathic or caused by alcohol abuse), amyloidosis, diabetes mellitus, lumbosacral radiculopathy, Lyme disease, monoclonal gammopathy of undetermined significance, rheumatoid arthritis, Sjögren syndrome, uremia, or vitamin B-12 deficiency. RLS – Restless leg syndrome Women can be affected by RLS during pregnancy, and the syndrome usually subsides within a few weeks after delivery. It affects 25-40% of pregnant women. RLS also occurs in as many as 25-50% of patients who have end-stage renal disease and find their symptoms particularly bothersome during hemodialysis. Hyperphosphatemia, anxiety, and a great degree of emotion-oriented coping with stress were independently related to the presence of RLS in uremic patients taking hemodialysis therapy. RLS symptoms occur in 25-50% of patients with iron deficiency. RLS – Restless leg syndrome Other conditions associated with RLS are anemia; Parkinson disease; gastric surgery; chronic obstructive pulmonary disease (COPD); some tumors; chronic venous insufficiency or varicose veins; medications or certain substances, such as alcohol, caffeine, anticonvulsants (eg, methsuximide, phenytoin), antidepressants (eg, amitriptyline, paroxetine), beta-blockers, histamine-H2 antagonists, lithium, neuroleptics, withdrawal from vasodilators, sedatives, or imipramine; cigarette smoking; myelopathy or myelitis; hypothyroidism or hyperthyroidism; acute intermittent porphyria; fibromyalgia; and cholesterol peripheral microemboli. Pramacologic agents for the treatment of RLS 1) Dopaminergic agents Dopamine precursors Dopamine receptor agonist Ergotamine dopamine agonists Non ergotamine dopamine agonists 2) Opioids 3) Benzodiazepines and other sleeping aids 4) Anticonvulsants • presenza di parkinsonismo associato a paralisi dello sguardo verticale o rallentamento dei movimenti saccadici verticali. AMS Combinazione variabile di segni di disfunzione dei sistemi extrapiramidale, cerebellare e piramidale. Due forme fondamentali: degenerazione nigrostriatale (MSA-P) e degenerazione olivo-pontocerebellare (MSA-C). • disfunzione autonomica (ipotensione ortostatica, lipotimie, sincopi) ed urinaria (incontinenza e ritenzione urinaria, poliuria notturna ed urgenza minzionale diurna); • parkinsonismo scarsamente responsivo alla l-dopa; • disfunzione cerebellare. DCB • una sindrome acinetico-ipertonica (asimmetrica all’esordio, con rigidità assiale); • segni di disfunzione corticale (aprassia, turbe fasiche, disturbi sensitivi, segni di liberazione frontale, fenomeno di Babinski); • movimenti involontari (tremore posturo-cinetico, distonia segmentale, mioclono focale); • compromissione cognitiva. Tale eterogeneità può rendere particolarmente difficile il riconoscimento della DCB, che risulta una condizione spesso sottodiagnosticata. Tra i segni clinici maggiormente predittivi della diagnosi di DCB devono essere considerati: parkinsonismo asimmetrico (senza compromissione della deambulazione), aprassia ideomotoria, mioclono e distonia. DLBD • decadimento cognitivo (funzioni attentive e visuospaziali) con tipiche fluttuazioni e frequenti manifestazioni allucinatorio/deliranti, associato ad una sindrome parkinsoniana di modesta entità; • la diagnosi è corroborata dalla presenza di cadute, episodi sincopali, spiccata intolleranza ai neurolettici. Malattia di Parkinson e Parkinsonismi geneticamente determinati L’approccio genetico molecolare ha permesso negli ultimi anni importanti progressi nella comprensione delle cause e dei meccanismi della MP e di molte altre malattie neurodegenerative. Lo scenario che si va delineando è caratterizzato da una notevole eterogeneità eziologica. Una prima forma di MP autosomica dominante ad elevata penetranza è causata da mutazioni puntiformi nel gene della α -synucleina, una proteina neuronale implicata probabilmente nel controllo della funzionalità sinaptica. α-sinucleina 4q21-q23 Sul piano clinico questa forma è caratterizzata da: • precocità di esordio (mediamente intorno ai 45 anni, ma con ampia variabilità) • maggiore aggressività di decorso rispetto alle forme classiche di MP • risposta alla L-dopa è presente (almeno all’inizio malattia) della • alcuni individui sviluppano demenza • presenza massiccia di corpi di Lewy È importante sottolineare che in alcuni casi è stato descritto un fenotipo clinico meno grave, simile alla MP sporadica. Mutazioni nel gene parkina, localizzato sul braccio lungo del cromosoma 6, causano una forma autosomica recessiva di parkinsonismo con esordio precoce, decorso lento, ottima risposta alla L-dopa, ma sul piano neuropatologico assenza di corpi di Lewy. Parkina 6q25.2-q27 Caratteristiche cliniche della malattia da Parkina • Esordio prima dei 45 anni, più germani affetti, genitori sani • Parkinsonismo sporadico con esordio prima dei 30 anni • Consanguineità tra i genitori • Esordio con distonie dell’arto inferiore • Riflessi osteotendinei vivaci ai 4 arti • Fluttuazioni diurne della severità dei sintomi • Sleep benefit • Ottima risposta alla l-dopa • Progressione lenta negli anni • Fluttuazioni motorie indotte da l-dopa • Discinesie indotte da l-dopa • Assenza di disturbi cognitivi • Assenza di gravi disautonomie Disturbi non motori nella malattia di Parkinson • • • Declino cognitivo e Demenza Depressione Disturbi psicotici (tra il 7 ed 60%) Principali fattori di rischio per lo sviluppo delle psicosi (disturbi della percezione, del pensiero e della coscienza) in corso di MP 1. farmaci; 2. coesistenza di demenza; 3. sonnolenza diurna. Disturbi del pensiero Deliri (3-17%) Disturbi della coscienza Disturbi confusionali in circa il 15% dei pazienti Disturbi della percezione Non allucinazioni, ma allucinosi visive (fino al 40% circa) Da dopaminomimetici: prevalentemente visive, ben strutturate, in assenza di confusione mentale e/o delirio Da anticolinergici: sempre visive, ma meno strutturate, correlate ad eventi emozionali angoscianti ed associate a disturbi di tipo delirante o confusione mentale In conclusione la diagnosi clinica di Malattia di Parkinson: - è basata sull’identificazione di alcune combinazioni di sintomi/segni motori cardinali; - può non essere semplice e deve prendere in considerazione l’esclusione di forme di parkinsonismo atipico o secondario; -la sicurezza diagnostica è fornita solo dall’esame autoptico o suggerita dalla verifica nel tempo della corrispondenza con i criteri clinici; -l’eziologia della MP è eterogenea, ed alcune rare forme genetiche mendeliane sono state identificate (a-synucleina, parkina); -le mutazioni nel gene a-synucleina sono molto rare e da ricercare solo in pazienti molto selezionati per storia familiare indicativa di eredità autosomica dominante ad elevata penetranza; -le mutazioni del gene parkina sono una causa importante di parkinsonismo recessivo e devono essere considerate nell’iter diagnostico dei pazienti con esordio giovanile. La diagnostica per immagini nel Parkinson e nei Parkinsonismi L'allungamento della vita ha portato all'aumento di patologie neurologiche e soprattutto all'aumento dei quadri involutivi racchiusi sotto la grande etichetta omnicomprensiva di “degenerazione". La degenerazione è un processo che in natura è “fisiologico”. Ovviamente tra una degenerazione fisiologica ed una patologica vi sono differenze sia di tipo morfologico che di tipo funzionale. Diagnosi di Malattia di Parkinson prevalentemente clinica rigidità extrapiramidale Triade sintomatologica tremore bradicinesia Malattia di Parkinson Perdita nel sistema extrapiramidale dei neuroni dopaminergici della sostanza nigra compatta NEUROIMAGING NEURORADIOLOGO TC RM MEDICO NUCLEARE SPECT - PET TC Esame di Ia istanza. Larga distribuzione sul territorio. Non evidenzia reperti specifici, ma permette di escludere origini secondarie del quadro clinico. Normale trofismo Atrofia RM Consente una rappresentazione dettagliata delle strutture encefaliche e quindi fornisce informazioni prevalentemente di tipo anatomico e morfologico Permette inoltre la diagnosi differenziale tra Malattia di Parkinson Parkinsonismi Secondari Aspetti RM nella Malattia di Parkinson Il processo degenerativo a carico della sostanza nera compatta non è direttamente visibile all’RM. L’utilizzo di un tomografo ad alto campo 1,5T permette su immagini T2 pesate la misurazione della riduzione dimensionale della sostanza nera compatta rispetto ai controlli sani. Misura della pars compacta della substantia nigra Minuscole iperintensità focali nella pars compacta PARKISONISMI SECONDARI Cause: post-traumatiche metaboliche neoplastiche tossiche acute (CO, metanolo) e croniche (farmaci neurolettici) vascolari (infarti multipli nei nuclei della base, nei lobi frontali, nella SB sottocorticale) Tumore che infiltra e/o comprime i nuclei grigi della base o il tronco encefalo. Glioma profondo diffuso ai nuclei della base Tumore che interessa la corteccia prefrontale Meningioma TC RM Idrocefalo Normoteso Mielinolisi Pontina PSP I criteri per la diagnosi di PSP (possibile o probabile) prevedono il riscontro di un quadro clinico: • andamento progressivo; • esordio dopo i 40 anni; • marcata instabilità posturale con cadute primo anno di malattia; nel Ematoma Sottodurale TC RM Parkinsonismi Vascolari Infarti multipli nei nuclei della base, lobi frontali, nella SB sottocorticale Lesione dei nuclei della base di origine tossica metabolica o vascolare IL MEDICO NUCLEARE Lo studio del sistema nigro-striatale dopaminergico con PET e SPECT ha consentito di identificare markers biochimici in “vivo” del processo degenerativo della Malattia di Parkinson Una piccola quantità di composto biologico marcata con un isotopo radioattivo viene iniettata e.v. e la sua distribuzione ed accumulo è misurata nel corso dello studio IL MEDICO NUCLEARE • Diagnosi accertata in fase precoce e nella progressione della malattia (familiarità) • la SPECT effettuata con IOFLUPANE DaTSCAN (radiofarmaco che viene rapidamente eliminato dall’organismo) ALTA SPECIFICITA’ (accuratezza del 98%) DIAGNOSI PRECOCE STADIO DI PROGRESSIONE DELLA MALATTIA DIAGNOSI DIFFERENZIALE CON SINDROMI TREMORIGENE NON PARKINSONIANE IL MEDICO NUCLEARE I dati della letteratura e suggeriscono che lo studio con FP-CIT può essere usato di routine nella pratica clinica per confermare la diagnosi di MP e differenziarla da altre condizioni patologiche. FP-CIT può avere un importante impatto clinico per la scelta del trattamento e nel follow-up dei pazienti. SPECT diagnosi differenziale tra Parkinson e Parkinsonismi Parkinson PSP 123I-FP-CIT (123I-Ioflupane • • – DaTSCAN ): è un analogo della cocaina marcato con Iodio radioattivo ; con una alta affinità per I trasportatori della dopamina. Vesicles Terminal button Parkinson Transporters cleft MAO post- synapse DA receptors Sindrome Parkinsoniana Normale IMAGING RM DI DIFFUSIONE Consente una migliore visualizzazione della sostanza nigra rispetto le sequenze RM spin-echo T2 pesate e quindi una valutazione accurata del grado di atrofia (nel Parkinson secondario) T2 DWI Atrofia T2 DWI Parkinson Plus Quadri sindromici costituiti da sintomi parkinsoniani associati a degenerazione di altri sistemi racchiude : 1. Degenerazione nigro-striatale 2. Malattia di Shy-Drager o Disautonomia 3. La degenerazione Olivo-Ponto-Cerebellare Degenerazione Nigro-Striatale Stria iperintensa nel putamen dorso-laterale bilateralmente ed ipointensità in GRE Malattia di Shy-Drager Iperintensità in T2 e DP W nel putamen dorso-laterale bilateralmente Degenerazione Olivo-Ponto-Cerebellare Atrofia dei peduncoli cerebellari con microiperintensità nei peduncoli cerebellari medi e atrofia del ventre del ponte Paralisi Sopranucleare Progressiva Atrofia del mesencefalo con dilatazione ad “imbuto” del terzo ventricolo, tenue iperintensità periacqueduttale e dei collicoli superiori Degenerazione Cortico-basale Atrofia asimmetrica del lobo parietale e frontale DIAGNOSI TC PET RM Biopsia Angiografia SPECT Rx ECO Scintigrafia Clinica