Agire economico in rete. INTRODUZIONE AI MEDIA DIGITALI. Il

Agire economico in rete.
INTRODUZIONE AI MEDIA DIGITALI.
Il nuovo modo di produrre e distribuire informazioni,di acquisire conoscenza attraverso le nuove tecnologie ha
cambiato profondamente l’assetto sociale, politico, ma soprattutto economico. La presenza dei social network ha
consentito la realizzazione di rapporti sociali mai avuti prima, la possibilità di creare contenuti facilmente condivisibili
e modificabili. Non vi è più un luogo centralizzato, ma un luogo caratterizzato da una fitta e folta rete di rapporti
sociali, tanto da poter parlare di ambiente sociale in rete.
I nuovi media non sono del tutto estranei a quelli tradizionali , bensì, li integrano. Sono
digitali,convergenti,interattivi,distribuiti,mobili,sociali,ipertestuali. Internet invece è un sistema di comunicazione
basato sulla decentralità dell’informazione. Difatti è distribuito,aperto e ridondante. Inoltre è necessario analizzare il
rapporto tra la rete e i nuovi media facendo ricorso a 4 livelli fondamentali:
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Fisico
Logico
Contenutistico
Giuridico (insieme di leggi nazionali e internazionali per il funzionamento del comportamento degl’utenti)
Diverse sono le prospettive riferite ai nuovi media. Il determinismo tecnologico vede le nuove tecnologie come forza
esogena ,cioè indipendente dalla società ed estranea alla vita quotidiana. La costruzione sociale, invece, vede
l’avvento dei nuovi media come un fatto dipendente e intrinseco alla società. Infine vi è la concezione della
coproduzione tecnologica ,secondo cui società e nuovi media interagiscono e si influenzano costantemente. Le
tecnologie però non sono neutrali, ma nella loro creazione e nel loro utilizzo nascondono sempre scelte politiche
espressione di potere e autorità. Con il termine affordances i sociologici si riferiscono alle capacità e limiti delle nuove
tecnologie e del loro utilizzo, mentre per algocrazia si fa riferimento alla natura propria delle nuove tecnologie
costituite prevalentemente da algoritmi. Abbiamo dunque detto che le modalità di acquisizione,
produzione,distribuzione di informazioni mediante le nuove tecnologie cambia soprattutto il rapporto con
l’economia. Tra i fattori evidenti di questo cambiamento ritroviamo il fenomeno della globalizzazione,che ha ridotto i
prezzi delle merci di consumo ma ha anche cambiato le dinamiche di potere a livello globale. La natura artificiale
della cultura umana,la possibilità di poter manipolare e diffondere informazioni modificate rappresenta e si inserisce
all’interno di uno scontro tra politica,economia e società. Vi sono prospettive utopistiche secondo cui l’avvento della
rete avrebbe condotto ad una radicale democratizzazione della politica e ad un diffuso accesso alla conoscenza, tanto
da permetterci di parlare di III rivoluzione industriale. Per Castells il sistema economico che esce da questa
trasformazione , anche per l’agricoltura e l’industria è informazionale,globale e a rete.
INFORMAZIONALE perché le informazioni sono fonte di ricchezza e potere nella nuova economia in tutte le sue
manifestazioni :brevetti,brand. GLOBALE ,in quanto si affermano le multinazionali nasce una cultura di consumo
globale che successivamente diventa locale. A RETE, perché richiede la presenza attiva di utenti che stabiliscono
rapporti di corrispondenza reciproca,rappresentano un’alternativa alle rigide strutture burocratiche. Castells parla
anche di un nuovo CAPITALISMO INFORMAZIONALE,riferendosi all’importanza della produzione di beni immateriali e
di una società strutturata in reti. Questo nuovo modo di interpretare la società e l’economia, permette di spostare
l’antichissimo conflitto tra lavoro e capitale a chi ha accesso o meno ad internet. Anche Bell sosteneva questo. Con la
diffusione di internet negl’anni ’90, si arrivò a pensare che si potessero travalicare le barriere burocratiche che
caratterizzavano gli stati. Basti pensare alle comunità di hacker o dallo sfruttamento dell’intelligenza collettiva che
avrebbe poi portato alla definizione del termine marxista di capitale cognitivo. Gli hacker mossi da un ethos
democratico sostenevano la partecipazione attiva degl’utenti. Dal connubio tra hacker e controculture nacquero i
primi personal computer. Nel 1991 Tim Berners-Lee condivise con il resto della rete il linguaggio e gli standard che
costituiscono il WWW, attraverso l’html per la creazione e condivisione di contenuti ipertestuali. Gli url sono indirizzi
che identificano un determinato contenuto a cui è possibile accedervi facendo richiesta ad un server. Il primo browser
fu Mosaic. Altre invenzioni riguardano l’aspetto giuridico: fu creato il DIGITAL MILLENIUM COPYRIGHT ACT, per la
tutela della proprietà intellettuale online in America,che vietava di bypassare le tecnologie usate per la protezione dei
diritti.
Nel 2000,l’interesse della sociologia si spostò sulla peer production, sulla produzione di beni comuni. In questo caso si
parla di produzione orizzontale dell’informazione,quest’ultima rappresenta tanto l’input che l’output del processo di
produzione sociale. Il costo di produzione e distribuzione è pari a zero. Alcune caratteristiche riguardano :
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L’emergere di strategie non proprietarie (copyleft)
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La diffusione di fenomeni non commerciali,produrre valore d’uso per una comunità.
Un esempio è il free software di Stallman che permette all’utenti di appropriarsi del codice sorgente paterno e poter
modificare e ridistribuire il contenuto condividendolo con gli altri. Per Stallman un free software deve poter garantire :
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Utilizzare il software per qualsiasi scopo
Permetterne la modifica e distribuzione
La ridistribuzione di copie per altri utenti
Migliorare il programma e condividere
Inoltre insieme ad altri, Stallman, elaborò una serie di licenze alternative che esprimevano la libertà di parola ed
espressione che evitano la chiusura di GNUX: general public license e copyleft. Dall’esperienza del free software è nato
l’open source e molte aziende lo hanno adottato per i loro prodotti un esempio è IBM.
Altre caratteristiche della peer production sono:
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modularità: la possibilità di poter suddividere in parti il progetto. Il contributo minimo di ogni individuo può
rappresentare molto per l’intero progetto. (debian)
granularità: dividere il compito in parti, per quanto riguarda il tempo dedicato. Più il progetto è granulare e
più è semplice suddividerlo. (wikipedia)
Secondo diversi autori, la peer production favorirebbe la ridistribuzione di potere e ricchezza , e rappresenterebbe una
maggiore autonomia da parte dell’individuo. Castells parla di auto comunicazione di massa riferendosi al fatto che gli
individui sulla rete non partecipano solo alla condivisione e creazione di contenuti , ma producono vere e proprie
società indipendenti dalle istituzioni tradizionali. Vi sono ovviamente ondate di critiche come quella di Lanier secondo
cui la presenza della socialità online non farebbe altro che renderci estranei ,assopendo completamente
l’argomentazione razionale. Terranova invece sostiene che la collaborazione degl’utenti viene sfruttata dalle aziende
per trarne profitto ,svolgendo cosi un lavoro gratuito.
L’accesibilità e la distribuzione delle reti permette la creazione di una sfera pubblica in rete . Da media broadcast a
narrowcast a social cast. Secondo Boyd le caratteristiche dell’informazione sono:
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persistenza: consente di trovarlo nei database
replicabilità: copiare e ridistribuire
scalabilità :raggiungibili da una platea di persone
ricercabilità: attraverso i motori di ricerca
Alcuni tipi di pubblici non si impegnano solo nella creazione di contenuti, ma utilizzano le piattaforme create per la
divulgazione di informazioni e conoscenza, vengono per c iò definiti pubblici ricorsivi. Castells parla di capacità di
riprogrammare le reti di comunicazione. Uno degli aspetti fondamentali che riguarda la sfera pubblica in rete è
l’assenza di intermediazioni cosa che con i media tradizionali si aveva come sostiene anche Benkler. Anche se non
bisogna sottovalutare il fatto che ci siano comunque dei grandi gatekeeper delle informazioni, come Google. Nelle
società in rete il potere diventa potere della comunicazione. Gli effetti sulla sfera pubblica dipendono anche dalla
comunità in cui si verificano. Ci sono comunità in cui le nuove tecnologie sono viste come ostacolo al potere politico e
per questo vengono controllate e il processo di diffusione di questo rallenta esattamente come l’economia (Cina).
Proprio per rispondere alle negazione di accesso alla rete di alcune comunità l’Islanda ha approvato una legge:
icelandic modern media inititive, che riunisce le legislazioni di altri paesi che tutelano la libertà di parola ed
espressione. I movimenti sociali sono spesso sperimentatori di piattaforme online per la mobilitazione tanto da essere
definiti “smart mobs”,o come li definisce Castells “comunità insorgenti istantanee”. Ma esattamente come le
piattaforme online non sostituiscono le mobilitazioni vive in piazza,cosi la formazione di nuove organizzazioni
politiche,nuova cultura civica, grazie alle nuove tecnologie vengono meno della loro essenza, i dibattiti vis a vis. Molte
critiche hanno fatto parlare anche della natura non democratica dei nuovi media, visto come una sorta di catena di
San’t Antonio come la chiama Barabasi. Sembrerebbe che sotto la falsa retorica di liberalizzazione e
democratizzazione dei nuovi media, le imprese piazzino i loro prodotti, in un contesto politico ed economico che
richiede comunque la presenza di intermediari.
I media sono diversi come diversi sono i suoi effetti. Vi sono piattaforme generaliste come Facebook, e alcune più
specifiche Pinterest, altre miste. Non tutti i media sociali poi sono realizzati a scopo di profitto (diaspora). Come ogni
invenzione, vi sono critiche positive e negative. Turke sostiene che i nuovi media sociali rendano l’uomo più solo, lo
isolino,assorbendo la persone in un mondo parallelo. Dagl’anni novanta invece ondate di tecno-euforia sostenevano la
capacità di integrazione e arricchimento dell’esperienza tecnologica promossa dai media sociali. Sembrerebbe che alle
due forme di socialità riconosciute dai sociologia se ne aggiunga un’altra; l’individualismo in rete, che vede l’individuo
presente contemporaneamente in molteplici reti distinte tra loro. I PUBBLICI CONNESSI, così li definisce Castells , non
instaurano alcun tipo di vincolo con nessuno, entrano in contatto con chi non conoscono e condividono alcuni
interessi. L’identità è la somma di tutte queste esperienze. L’utente costruisce la propria identità,attraverso un attenta
analisi riflessiva e razionale,costruendosi il proprio brand personale. Il legame tra la propria vita privata,la vita online e
quella professionale non ha più confini. Le forme di socialità pongono però alcuni problemi come quello della privacy e
del controllo. Nonostante ciò la necessità di comunicare e stabilire rapporti sociali con altri lascia questa problematica
in secondo piano, anche perché l’individuo ha imparato a capire quali aspetti della sua vita poter realmente
comunicare.
La coda lunga, teoria elaborata da Chris Aenderson, rientra all’interno di quella che possiamo definire NEW
ECONOMY. La presenza di un ‘economia dell’abbondanza e non della scarsità, il passaggio dagl’atomi ai bit, ad ‘’un’
economia del dono ‘’basata sulla reputazione e sull’importanza della produzione di beni immateriali il cui costo di
produzione e distribuzione è pari a zero, ci consente di soffermarci anche sulla produzione di quei prodotti che con
l’economia degl’atomi non era possibile produrre o meglio ancora erano difficili da trovare perché appartenevano a
quei prodotti di nicchia che a poche persone interessavano. La cosa lunga ci mostra come l’abbattimento dei costi di
produzione e distribuzione, la flessibilità nel rispondere alla domanda degl’utenti,la facilità nel reperire e trovare
informazioni a riguardo, permette a quei prodotti di nicchia di poter essere venduti di allungare la coda senza mai
avere fine. Ed è la vendita di quei prodotti di nicchia che permette un margine di guadagno pari alla vendita delle hit. Il
brand crea intorno al prodotto una dimensione simbolica più che di utilizzo, i mobiles permettono la facilità di accesso
(amazon, vendere poche copie di moltissimi libri, APP!) all’acquisto, attraverso la guida di rates o buzz. Anche il
mercato finanziario è cambiato. Si passa dai trading pits ,dove i finanziatori di scontrano dal vivo per determinare
acquisto vendita, contrattazione di titoli, ai traiding bots, alla discussione in ambiente digitale , eliminando così
interattività fisica e sostituendola con l’intelligenza artificiale.
ALCUNE NOZIONI.
Diritto di proprietà intellettuale: apparato di principi legislativi che garantiscono al creatore o inventore il diritto di
proprietà sulle proprie invenzioni. Questo diritto permette il monopolio dello sfruttamento dei beni immateriali
escludendo l’uso da parte di terzi. Possiamo distinguere 3 tipologie:
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diritto d’autore (copyright): tutela le proprietà delle opere artistiche
marchio: identifica un prodotto o un azienda e la rende riconoscibile al consumatore
brevetto: tutela le invenzioni industriali
Il copyright richiede sempre un costo marginale artificiale da pagare per produrre beni materiali.
Copyleft: è un’alternativa del copyright, non è intesa come diritto di proprietà,quanto come permesso di proprietà. Le
licenze copyleft più famose sono quelle sviluppate da Creative Commons (Cc). Permette all’utente di poter entrare in
possesso,modificare,distribuire senza chiedere il permesso o pagare royalties all’autore. Ideato da Stallman nel
1989,creatore del free software. Vi è però la possibilità che l’autore scelga alcune clausole:
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Clausola di attribuzione: riconoscere la paternità dell’opera.
Clausola di non commercio.
Clausola di non opere derivate.
Clausola di condividi allo stesso modo: ovvero con licenze scelte dall’autore.
DRM: Digital right menegement , “gestione dei diritti digitali”. Fa riferimento ai diritti di proprietà esercitati dal
creatore o inventare sulle proprie opere in ambito digitale.
Click Through: il mercato finanziario con le nuove tecnologie cambia radicalmente. Con click through si intende la
possibilità che un inserzionista paghi il sito in cui a inserito banner pubblicitari solo ed esclusivamente in riferimento al
numero di click e di accesso degl’utenti al banner pubblicizzato. (google adsense, inserisce banner contestuali
all’interno dei siti web)
Crowdfunding: letteralmente “finanziamento della folla” è un sistema di raccolta fondi per progetti no profit o per
imprese start-up basate su piattaforme online. Un sito che sfrutta questo modello è Kickstarter che rende possibile
pubblicizzare i progetti al fine di trovarne dei finanziatori, anche attraverso piccoli capitali. Una volta finanziato il
progetto Kickstarter ne trattiene una parte.
Monopsonio: si riferisce alla frammentazione dell’offerta in un indefinito numero di operatori, mentre la domanda è
racchiusa nelle mani di un unico operatore. In questo caso, piccole aziende differenziate hanno un unico acquirente
che decide non sono la quantità da produrre per essere acquistata, ma anche il prezzo della merce per trarne poi
profitto.
Modello socialdemocratico: Danimarca, Svezia.
Modello famigliari stico: Italia , Spagna.
Modello conservatore: Francia.
Viariabile conservatrice istituzionalistica: Germania
Modello liberalista: Stati uniti d’America.
Ulteriori informazioni riguardo lo scambio di mercato: si è attuato non solo quando si sono create le premesse per
una trasposizione monetaria attribuibile alla sola merce, ma anche quando questo processo ha implicato lavoro, terra
e capitale le cui corrispettive forme di remunerazione sono rendita, salario e profitto. L’agire economico non è mai
solo economico ma si identifica con l’agire sociale. Nello scambio di mercato però l’economia tende a sradicarsi da
rapporti culturali sociali e politici diventando indipendente dall’istituzione tradizionale. “Il mercato si autoregola”…
esattamente come sosteneva Smith: “il perseguimento dell’egoismo personale produce il bene collettivo”.
MODELLI DI PRODUZIONE.
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Produzione basata su logiche di cooperazione e condivisione: Wikipedia, permette agl’utenti di poter
condivide informazione e cooperare alla creazione e diffusione di conoscenza attenendosi però a determinati
principi di condivisione.
Produzione basata su logiche di coesistenza coordinata: google, permette la coordinazioni di azioni di molti
attori decentrati che non erano intenzionati a produrre quel tipo di informazioni. (Page rank)
Produzione basata su logiche di sharing e peer to peer:
- SETI@home: condivisione della capacità di calcolo.
- Napster:condivisione della capacità di sharing.